Di trine e merletti
Jan. 11th, 2014 04:14 pm![[personal profile]](https://www.dreamwidth.org/img/silk/identity/user.png)
Titolo: Di trine e merletti
Rating: Giallo
Genere: Slice of life
Personaggi: Alice Liddell!Nero, Regina di Cuori!Dante
Wordcount: 812 (
fiumidiparole)
Prompt: Colourful Roulette / #02 - Shocking Pink @
diecielode
Note: Age difference, Alice Madness Returns!AU, Crossdressing, Shonen-ai
«Io sono la Regina di Cuori! Devi obbedirmi!».
«Ti ho spodestato, ricordalo» fece presente il minore, ricordando con un brivido il periodo in cui la persona che aveva di fronte spadroneggiava sulla sua mente, conducendolo pian piano alla follia.
«Sei nel mio castello» gli ricordò Dante con un sogghigno irritante ad incurvargli gli angoli delle labbra sottili.
A quella constatazione Nero non trovò alcuna possibile replica: casa sua, regole sue.
«Non mi puoi costringere a metterlo!».
Nero era arretrato fino alla parete della stanza quando Dante gli aveva mostrato l'abito che ancora reggeva tra le mani, in attesa di farglielo indossare.
L'abito rosso e nero lungo che l'uomo aveva addosso lo faceva sembrare - se possibile - ancora più imponente di quanto già non paresse per via della sua stazza non proprio minuta. Il rigido ed alto colletto bianco che adornava la scollatura dell'abito sulla nuca e le spalle faceva apparire queste ultime più larghe ed il suo collo più robusto.
Il contrasto tra il motivo a cuoricini - tipicamente femminile - e la sua corporatura palesemente virile era stridente e lo faceva quasi sembrare ridicolo.
«Come no?» domandò l'uomo, fingendo uno stupore tale che per un momento Nero temette fosse diventato irrimediabilmente stupido «Io sono la Regina di Cuori! Devi obbedirmi!».
«Ti ho spodestato, ricordalo» fece presente il minore, ricordando con un brivido il periodo in cui la persona che aveva di fronte spadroneggiava sulla sua mente, conducendolo pian piano alla follia.
«Sei nel mio castello» gli ricordò Dante con un sogghigno irritante ad incurvargli gli angoli delle labbra sottili.
A quella constatazione Nero non trovò alcuna possibile replica: casa sua, regole sue.
Dante, forte di quella piccola vittoria, sollevò il vestitino che aveva tra le mani e avanzò di un passo.
«Su, mettilo. Non vorrai rimanere nudo, vero?» domandò la Regina, al che il suo ospite avvampò e si portò d'istinto una mano a coprire l'inguine mentre con l'altro braccio proteggeva alla meglio il torso.
Non appena era arrivato al castello, Dante l'aveva obbligato a spogliarsi del suo vestitino blu sotto la minaccia di utilizzare i suoi viscidi ed onnipresenti tentacoli nel caso si fosse rifiutato.
In un primo momento Nero aveva acconsentito, convinto che volesse fare l'amore - gli era sempre col fiato sul collo da quando avevano fatto sesso consensualmente per la prima volta, come una fidanzatina gelosa - e invece aveva poi scoperto con sommo rammarico che voleva solamente utilizzarlo come cavia per provare i nuovi abiti che gli aveva cucito.
Nonostante fosse un uomo fatto e finito, aveva una strana passione per il cucito che riversava su di lui in modo quasi morboso, adducendo come scusa il fatto che lui era un buon modello.
Ogni volta che lo convocava a palazzo gli regalava tantissimi abiti, tanto che Nero non sapeva più dove metterli.
Quello che gli aveva confezionato in quell'occasione, però, era a dir poco orribile. Non aveva idea di come avesse potuto progettare un simile abito pensando a lui.
Nero era della ferma convinzione che non l'avrebbe mai messo, a meno che non vi fosse stato costretto con la forza.
«Preferisco rimanere nudo» replicò con fervore il ragazzo «Mi rifiuto di indossare quel tripudio di trine e merletti! E quel rosa acceso è orribile».
L'abito era in effetti caratterizzato - oltre che per il rosa shocking del tessuto - da una quantità di trine e di merletti tale da ricordare il vestitino di una bambola.
«E allora rimani nudo» gliela diede vinta Dante.
Con la coda dell'occhio Nero scorse i tentacoli della Regina entrare strisciando dalle finestre e cominciare a vorticare furiosamente, sollevando del vento che fece rabbrividire Nero tanto da fargli desiderare ardentemente di avere qualcosa con cui coprirsi.
Dopo un paio di minuti al freddo decise di accettare il capo che Dante ancora stava porgendogli, anche se lo fece controvoglia.
Non appena prese il vestito i tentacoli si fermarono e dalle labbra del ragazzo sfuggì una colorita imprecazione; tuttavia si accinse a vestirsi.
Dante lo osservò con attenzione, seguendo ogni suo movimento mentre si metteva l'indumento e alla fine si produsse in un muto sorriso estasiato.
«Contento?» domandò irritato Nero, incrociando le braccia sul petto e distogliendo al tempo stesso lo sguardo. Le sue guance erano diventate rosse e sembrava molto a disagio, per non parlare del desiderio omicida che traspariva chiaramente dai suoi occhi.
«Ti sta benissimo» commentò la Regina di Cuori, appuntandosi una mano su un fianco e piegando di lato il capo, come per studiarlo da un'angolazione diversa «Voglio che tu lo metta stasera per cena» ordinò l'uomo col tono tipico di chi non accettava il benché minimo tentativo di insubordinazione.
«Cosa?! Scordatelo! È troppo imbarazzante!» sbottò Nero per contro.
Dante sollevò dal letto il vestito blu che Nero indossava di solito e glielo sventolò davanti come fosse un trofeo.
«Se non metti quello dovrai venire nudo» gli fece presente Sua Maestà, avviandosi verso l'uscio portandosi via l'abito «E ceneremo in giardino» puntualizzò una volta raggiunta la porta.
Nero digrignò i denti e si gettò al suo inseguimento per recuperare il suo vestito preferito, ma un paio di tentacoli che erano evidentemente rimasti appostati dove lui non aveva potuto vederli gli si avvinghiarono alle gambe, immobilizzandolo fino alle ginocchia e rischiando di farlo cadere rovinosamente a terra.
Dante si volse a guardarlo un'ultima volta.
«Mi raccomando, ragazzo: sii puntuale» l'ammonì; dopodiché uscì dalla stanza, ignorando la sequela di imprecazioni che Nero gli rivolse nell'atto di chiudersi alle spalle la porta.
Rating: Giallo
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Prompt: Colourful Roulette / #02 - Shocking Pink @
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Note: Age difference, Alice Madness Returns!AU, Crossdressing, Shonen-ai
«Io sono la Regina di Cuori! Devi obbedirmi!».
«Ti ho spodestato, ricordalo» fece presente il minore, ricordando con un brivido il periodo in cui la persona che aveva di fronte spadroneggiava sulla sua mente, conducendolo pian piano alla follia.
«Sei nel mio castello» gli ricordò Dante con un sogghigno irritante ad incurvargli gli angoli delle labbra sottili.
A quella constatazione Nero non trovò alcuna possibile replica: casa sua, regole sue.
«Non mi puoi costringere a metterlo!».
Nero era arretrato fino alla parete della stanza quando Dante gli aveva mostrato l'abito che ancora reggeva tra le mani, in attesa di farglielo indossare.
L'abito rosso e nero lungo che l'uomo aveva addosso lo faceva sembrare - se possibile - ancora più imponente di quanto già non paresse per via della sua stazza non proprio minuta. Il rigido ed alto colletto bianco che adornava la scollatura dell'abito sulla nuca e le spalle faceva apparire queste ultime più larghe ed il suo collo più robusto.
Il contrasto tra il motivo a cuoricini - tipicamente femminile - e la sua corporatura palesemente virile era stridente e lo faceva quasi sembrare ridicolo.
«Come no?» domandò l'uomo, fingendo uno stupore tale che per un momento Nero temette fosse diventato irrimediabilmente stupido «Io sono la Regina di Cuori! Devi obbedirmi!».
«Ti ho spodestato, ricordalo» fece presente il minore, ricordando con un brivido il periodo in cui la persona che aveva di fronte spadroneggiava sulla sua mente, conducendolo pian piano alla follia.
«Sei nel mio castello» gli ricordò Dante con un sogghigno irritante ad incurvargli gli angoli delle labbra sottili.
A quella constatazione Nero non trovò alcuna possibile replica: casa sua, regole sue.
Dante, forte di quella piccola vittoria, sollevò il vestitino che aveva tra le mani e avanzò di un passo.
«Su, mettilo. Non vorrai rimanere nudo, vero?» domandò la Regina, al che il suo ospite avvampò e si portò d'istinto una mano a coprire l'inguine mentre con l'altro braccio proteggeva alla meglio il torso.
Non appena era arrivato al castello, Dante l'aveva obbligato a spogliarsi del suo vestitino blu sotto la minaccia di utilizzare i suoi viscidi ed onnipresenti tentacoli nel caso si fosse rifiutato.
In un primo momento Nero aveva acconsentito, convinto che volesse fare l'amore - gli era sempre col fiato sul collo da quando avevano fatto sesso consensualmente per la prima volta, come una fidanzatina gelosa - e invece aveva poi scoperto con sommo rammarico che voleva solamente utilizzarlo come cavia per provare i nuovi abiti che gli aveva cucito.
Nonostante fosse un uomo fatto e finito, aveva una strana passione per il cucito che riversava su di lui in modo quasi morboso, adducendo come scusa il fatto che lui era un buon modello.
Ogni volta che lo convocava a palazzo gli regalava tantissimi abiti, tanto che Nero non sapeva più dove metterli.
Quello che gli aveva confezionato in quell'occasione, però, era a dir poco orribile. Non aveva idea di come avesse potuto progettare un simile abito pensando a lui.
Nero era della ferma convinzione che non l'avrebbe mai messo, a meno che non vi fosse stato costretto con la forza.
«Preferisco rimanere nudo» replicò con fervore il ragazzo «Mi rifiuto di indossare quel tripudio di trine e merletti! E quel rosa acceso è orribile».
L'abito era in effetti caratterizzato - oltre che per il rosa shocking del tessuto - da una quantità di trine e di merletti tale da ricordare il vestitino di una bambola.
«E allora rimani nudo» gliela diede vinta Dante.
Con la coda dell'occhio Nero scorse i tentacoli della Regina entrare strisciando dalle finestre e cominciare a vorticare furiosamente, sollevando del vento che fece rabbrividire Nero tanto da fargli desiderare ardentemente di avere qualcosa con cui coprirsi.
Dopo un paio di minuti al freddo decise di accettare il capo che Dante ancora stava porgendogli, anche se lo fece controvoglia.
Non appena prese il vestito i tentacoli si fermarono e dalle labbra del ragazzo sfuggì una colorita imprecazione; tuttavia si accinse a vestirsi.
Dante lo osservò con attenzione, seguendo ogni suo movimento mentre si metteva l'indumento e alla fine si produsse in un muto sorriso estasiato.
«Contento?» domandò irritato Nero, incrociando le braccia sul petto e distogliendo al tempo stesso lo sguardo. Le sue guance erano diventate rosse e sembrava molto a disagio, per non parlare del desiderio omicida che traspariva chiaramente dai suoi occhi.
«Ti sta benissimo» commentò la Regina di Cuori, appuntandosi una mano su un fianco e piegando di lato il capo, come per studiarlo da un'angolazione diversa «Voglio che tu lo metta stasera per cena» ordinò l'uomo col tono tipico di chi non accettava il benché minimo tentativo di insubordinazione.
«Cosa?! Scordatelo! È troppo imbarazzante!» sbottò Nero per contro.
Dante sollevò dal letto il vestito blu che Nero indossava di solito e glielo sventolò davanti come fosse un trofeo.
«Se non metti quello dovrai venire nudo» gli fece presente Sua Maestà, avviandosi verso l'uscio portandosi via l'abito «E ceneremo in giardino» puntualizzò una volta raggiunta la porta.
Nero digrignò i denti e si gettò al suo inseguimento per recuperare il suo vestito preferito, ma un paio di tentacoli che erano evidentemente rimasti appostati dove lui non aveva potuto vederli gli si avvinghiarono alle gambe, immobilizzandolo fino alle ginocchia e rischiando di farlo cadere rovinosamente a terra.
Dante si volse a guardarlo un'ultima volta.
«Mi raccomando, ragazzo: sii puntuale» l'ammonì; dopodiché uscì dalla stanza, ignorando la sequela di imprecazioni che Nero gli rivolse nell'atto di chiudersi alle spalle la porta.