Un bagno può essere estremamente piacevole
Feb. 9th, 2014 11:24 am![[personal profile]](https://www.dreamwidth.org/img/silk/identity/user.png)
Titolo: Un bagno può essere estremamente piacevole
Rating: Rosso
Genere: Erotico
Personaggi: Haruka Nanase, Rin Matsuoka
Wordcount: 1671 (
fiumidiparole)
Prompt: Colourful Blue / #02 - Bolle @
diecielode + arabian!au il sultano Rin ha un ospite a corte e fa di tutto per rendergli il soggiorno piacevole per il p0rn fest #7 @
fanfic_italia
Note: Arabian!AU, Lemon, Yaoi
Rin rimase perplesso nel constatare che pareva avere la stessa predilezione per un bagno fatto in maniera un po' meno tradizionale: i suoi servi non finivano più di sgobbare quand'era lui a lavarsi perché schizzava dovunque uscendo e tuffandosi, emergendo dalla superficie scuotendo i capelli rossi fradici per scostarli dagli occhi, nuotando e proiettando altra acqua ancora sulle mattonelle raffinate.
Il problema in quel momento era che Haruka non stava ritornando su. Sembrava essere sparito, inghiottito dalla schiuma che aveva richiuso le fauci su di lui per sempre.
Il sultano Rin non aveva di frequente ospiti presso il suo palazzo; men che mai attraenti come il viandante sfiancato che aveva accolto nel tardo pomeriggio.
Il giovanotto in questione era veramente bello, coi capelli neri e la carnagione appena abbronzata. Era arrivato a torso nudo; pertanto Rin aveva potuto ammirare il suo bel torace dalla vita stretta e i muscoli tonici tipici di chi fa regolarmente attività fisica.
Era stato uno spettacolo tale da risvegliare in lui il desiderio che per lungo tempo era rimasto sopito per la mancanza di persone che stimolassero il suo interesse. Per questo aveva deciso di rendere il suo soggiorno estremamente piacevole, abbastanza per convincerlo non tanto a rimanere per più di una notte - anche se sarebbe stato un piacere enorme per il sultano - quanto piuttosto a rimanere in zona, in modo che lui potesse accoglierlo nella propria sontuosa dimora altre volte ancora e godere della sua presenza.
Gli aveva fatto preparare una cena abbondante nell'enorme sala da pranzo e l'aveva fatto accomodare su un letto di cuscini mentre mangiava. Non si era unito a lui nel consumare il pasto; tuttavia si era seduto con lui e l'aveva osservato mangiare ponendogli una quantità spropositata di domande di tutti i tipi, partendo dalle più ovvie. Il suo ospite non si era lamentato di dover rispondere ad una tale mole di quesiti ma si era preso tutto il tempo necessario per farlo, in modo da poter anche mangiare nel frattempo.
Aveva così appreso che si chiamava Haruka Nanase e che era in viaggio da tempo in cerca di un'oasi misteriosa che appariva e scompariva come un miraggio. Haruka gli aveva taciuto il motivo per cui la cercava, nonostante la domanda gli fosse esplicitamente stata posta dal padrone del palazzo.
Rin - che oltre ad essere interessato a sapere diverse cose in merito ad Haruka non mancava di osservarlo e studiarlo fin nei minimi particolari - non si fece sfuggire le occhiate tormentate che sovente Nanase rivolgeva al calice colmo d'acqua posato di fronte al suo piatto. Sembrava quasi desiderare quel liquido come se gli fosse negato.
Stirando le labbra in modo tale che i suoi denti acuminati si vedessero un po', propose: «Vuoi fare un bagno caldo? Sarai stanco dopo il viaggio e sporco. Non ci sono posti dove lavarsi nel deserto».
Le iridi azzurre di Haruka brillarono un momento alla proposta, come se in cuor suo non stesse aspettando altro se non quella specifica offerta.
«Sì, grazie» replicò laconico, portandosi alle labbra il calice e svuotandolo.
Rin colse la fugace espressione di gioia che gli attraversò il volto e subito batté le mani, attirando l'attenzione dei servitori attestati sulla porta in attesa di ordini.
«Preparate il bagno per l'ospite, su!» impartì il sultano in tono spiccio.
Subito i servi scattarono in massa, muovendosi per sparecchiare mentre alcuni invitavano Haruka ad alzarsi e lo guidavano attraverso la grande sala. Rin fermò uno di loro mentre gli camminava accanto, attirandone l'attenzione con un gesto della mano.
Subito il giovane si chinò vicino a lui per udire cosa volesse riferirgli.
Matsuoka non si peritò nel cercare di nascondere quali fossero le sue vere intenzioni: «Preparategli un bagno degno di me, chiaro? E quando avrai finito e lui sarà nella vasca, vieni a chiamarmi nelle mie stanze».
Il giovane servo piegò la testa in segno d'assenso e disse: «Sì, mio padrone»; dopodiché corse dietro ai compagni per assolvere all'incarico che gli era stato messo sulle spalle come un fardello da portare.
Rin si alzò compiaciuto, pregustando quanto sarebbe accaduto quella sera. La sola idea lo elettrizzava: era da tanto che non si abbandonava ai piaceri della carne, troppo.
Per di più quel ragazzo sembrava essere particolarmente docile e a lui piaceva imporre il proprio dominio in maniera assoluta, da padrone quale era; comunque non era detta l'ultima parola: magari Haruka poteva riservare qualche sorpresa.
Sperava che il suo servitore tornasse subito, ma riuscì ad arrivare fino alle sue stanze camminando decisamente piano, abbandonandosi all'immaginazione più fervida e sfrenata nei riguardi del suo ospite.
Quando il suo servo entrò lui era adagiato tra i cuscini e non aspettava altro che di sentir aprire la porta.
«Mio signore...» iniziò il giovane, al che subito Rin schizzò seduto e poi in piedi.
«Avete finito?» domandò impaziente.
Il servitore assentì ed il sultano uscì con un ghigno malizioso sulle labbra, diretto verso il bagno.
Percorse in pochissimo tempo la distanza che lo separava dalla sua meta. Una volta arrivato, aprì pian piano la porta e sbirciò all'interno: subito si congratulò con se stesso per il tempismo, poiché Nanase era nudo in piedi vicino al bordo della grande vasca da bagno ricoperta da uno spesso strato di schiuma che rilasciava bolle - che avevano già preso possesso della stanza.
L'ospite era di schiena, però si stava girando e Rin era un'unica fibra in tensione per l'attesa. Haruka si volse e Matsuoka poté ammirarlo per un attimo, prima che il suo ospite si tuffasse nella vasca come se fosse all'aperto in un lago. L'acqua traboccò ed inondò il pavimento, ma il moro non se ne avvide, troppo impegnato a godersi il contatto con l'acqua calda.
Rin rimase perplesso nel constatare che pareva avere la stessa predilezione per un bagno fatto in maniera un po' meno tradizionale: i suoi servi non finivano più di sgobbare quand'era lui a lavarsi perché schizzava dovunque uscendo e tuffandosi, emergendo dalla superficie scuotendo i capelli rossi fradici per scostarli dagli occhi, nuotando e proiettando altra acqua ancora sulle mattonelle raffinate.
Il problema in quel momento era che Haruka non stava ritornando su. Sembrava essere sparito, inghiottito dalla schiuma che aveva richiuso le fauci su di lui per sempre.
Il sultano Rin rimase in trepida attesa per qualche altro secondo, poi l'attesa si rivelò insopportabile e decise di entrare per tirarlo fuori.
Stava togliendosi gli abiti dal torso quando Haruka finalmente tornò in superficie.
I capelli umidi gli stavano adesi sulla fronte ed alcuni ciuffi gli arrivavano fino sulle palpebre e gocciolavano acqua copiosamente sul suo viso.
Quando i suoi occhi si aprirono, la prima cosa che intercettarono fu la figura mezza nuda di Rin con un piede già sul bordo della vasca e nell'atto di tuffarsi per riprenderlo.
«Che... cosa stai facendo?» domandò un po' perplesso.
Matsuoka si ricompose subito, le guance arrossate per l'imbarazzo dell'essere stato colto in quel momento.
«Oh, volevo fare il bagno. Non avevo visto che c'eri tu» mentì per cercare di nascondere il fatto che lo stava effettivamente spiando; tuttavia, Haruka non era tanto stupido da cascarci.
«Mi hai chiesto tu se volevo fare un bagno» gli fece presente «Volevi fare qualcosa con me?».
Aveva parlato come se fosse la cosa più normale e innocente del mondo e Rin si sorprese che non si vergognasse affatto di proporre certe cose.
Si rese conto che era lui a comandare lì dentro e che pertanto dettava lui le regole. Rientrò nel suo ruolo e si chinò per sporgersi verso il bordo della vasca, allungando una mano a prendere il viso del ragazzo, attirandolo verso di sé.
«Vediamo di allietare il tuo soggiorno qui, mh?» esclamò a mezza voce in tono suadente, sorridendo lascivo.
«Per la verità vuoi divertiti» gli disse l'ospite senza batter ciglio. Non pareva importargliene molto di tutto ciò.
«Perché tu non hai intenzione di divertirti?» lo incalzò Rin mentre ritraeva la mano per potersi togliere quello che rimaneva dei suoi vestiti.
«Dipende...» replicò laconicamente il moro, attraversando a nuoto la grande vasca.
Rin si calò in acqua e si avvicinò a lui senza perdere tempo, incantato dal gioco di luce delle candele sulla sua pelle bagnata.
Lo imprigionò con il proprio corpo contro un bordo della vasca, baciandolo con passione.
Haruka non gli oppose resistenza neanche un po', anzi, si prestò quasi volentieri ad appagare il suo desiderio di averlo.
Rin ci mise tutto il suo ardore, aggiungendoci anche una buona dose di carezze piuttosto intime.
Gli piaceva il corpo di Haruka ed il fatto di non essere minimamente respinto lo esortava a fare ancora di più, anche se forse un po' di resistenza avrebbe aggiunto un po' di pepe alla situazione.
«Non ti dispiace essere toccato da me?» chiese Matsuoka.
«Mi hai offerto un bagno» disse Nanase a mo' di giustificazione.
«Ti mancava così tanto l'acqua?» indagò il sultano, afferrandolo per le natiche e caricandoselo in grembo, in modo che potesse meglio avvertire l'erezione tra le sue gambe.
«Non sai quanto» rispose il moro, aggrappandosi alle sue spalle per non perdere l'equilibrio mentre veniva sollevato.
Si baciarono di nuovo mentre le dita di Rin si avventuravano nel suo fondoschiena, preparandolo ad accogliere qualcosa di più grosso.
La presenza delle sue dita nel sedere gli piaceva molto e gli strappava gemiti acuti e languidi che acuivano il desiderio del rosso.
Resisteva a fatica all'impulso di prenderlo subito, ma stava cercando di controllarsi almeno per il tempo necessario a prepararlo a dovere.
Le bolle che li circondavano davano all'atmosfera un tocco di romanticismo ed intimità. Sembrava quasi un sogno.
Quando l'erezione di Haruka iniziò a premere contro il suo ventre, Rin non perse ulteriormente tempo in preliminari e si decise a penetrarlo.
Haruka si inarcò leggermente, gemendo di nuovo mentre Rin si spingeva in lui con foga quasi animalesca.
Era aggressivo e a Nanase piaceva, anche se avrebbe preferito di gran lunga essere trattato con un po' più di riguardo.
Baciò il partner ardentemente e iniziò a muoversi con una certa urgenza, cercando di sincronizzarsi con il ritmo forsennato del rosso.
Quando arrivò ad inserirgli la lingua in bocca, quest'ultimo apprezzò particolarmente, tanto da sbuffare sonori gemiti.
Continuarono per diversi minuti, finché Haruka non raggiunse l'orgasmo ed eiaculò in acqua. Per fortuna lo spesso strato di schiuma impediva di vedere il liquido sottostante.
Il moro si accasciò sulla spalla del compagno, vinto da un'improvvisa stanchezza.
Al sultano occorse invece un po' di più per raggiungere l'apice e quando venne lo fece nel fondoschiena del suo ospite.
Ansimarono quasi all'unisono, appoggiandosi poi l'uno contro l'altro.
«Rimarrai qui anche domani?» volle sapere Rin. Sperava che quella piacevole esperienza lo convincesse a rimanere ancora per un giorno.
Haruka si prese il suo tempo prima di rispondere e quando lo fece disse: «Va bene, ma domani voglio un altro bagno».
Rin sorrise compiaciuto, anche se non era per niente convinto del fatto che fosse stato il loro rapporto a convincerlo a rimanere.
«D'accordo».
Rating: Rosso
Genere: Erotico
Personaggi: Haruka Nanase, Rin Matsuoka
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Note: Arabian!AU, Lemon, Yaoi
Rin rimase perplesso nel constatare che pareva avere la stessa predilezione per un bagno fatto in maniera un po' meno tradizionale: i suoi servi non finivano più di sgobbare quand'era lui a lavarsi perché schizzava dovunque uscendo e tuffandosi, emergendo dalla superficie scuotendo i capelli rossi fradici per scostarli dagli occhi, nuotando e proiettando altra acqua ancora sulle mattonelle raffinate.
Il problema in quel momento era che Haruka non stava ritornando su. Sembrava essere sparito, inghiottito dalla schiuma che aveva richiuso le fauci su di lui per sempre.
Il sultano Rin non aveva di frequente ospiti presso il suo palazzo; men che mai attraenti come il viandante sfiancato che aveva accolto nel tardo pomeriggio.
Il giovanotto in questione era veramente bello, coi capelli neri e la carnagione appena abbronzata. Era arrivato a torso nudo; pertanto Rin aveva potuto ammirare il suo bel torace dalla vita stretta e i muscoli tonici tipici di chi fa regolarmente attività fisica.
Era stato uno spettacolo tale da risvegliare in lui il desiderio che per lungo tempo era rimasto sopito per la mancanza di persone che stimolassero il suo interesse. Per questo aveva deciso di rendere il suo soggiorno estremamente piacevole, abbastanza per convincerlo non tanto a rimanere per più di una notte - anche se sarebbe stato un piacere enorme per il sultano - quanto piuttosto a rimanere in zona, in modo che lui potesse accoglierlo nella propria sontuosa dimora altre volte ancora e godere della sua presenza.
Gli aveva fatto preparare una cena abbondante nell'enorme sala da pranzo e l'aveva fatto accomodare su un letto di cuscini mentre mangiava. Non si era unito a lui nel consumare il pasto; tuttavia si era seduto con lui e l'aveva osservato mangiare ponendogli una quantità spropositata di domande di tutti i tipi, partendo dalle più ovvie. Il suo ospite non si era lamentato di dover rispondere ad una tale mole di quesiti ma si era preso tutto il tempo necessario per farlo, in modo da poter anche mangiare nel frattempo.
Aveva così appreso che si chiamava Haruka Nanase e che era in viaggio da tempo in cerca di un'oasi misteriosa che appariva e scompariva come un miraggio. Haruka gli aveva taciuto il motivo per cui la cercava, nonostante la domanda gli fosse esplicitamente stata posta dal padrone del palazzo.
Rin - che oltre ad essere interessato a sapere diverse cose in merito ad Haruka non mancava di osservarlo e studiarlo fin nei minimi particolari - non si fece sfuggire le occhiate tormentate che sovente Nanase rivolgeva al calice colmo d'acqua posato di fronte al suo piatto. Sembrava quasi desiderare quel liquido come se gli fosse negato.
Stirando le labbra in modo tale che i suoi denti acuminati si vedessero un po', propose: «Vuoi fare un bagno caldo? Sarai stanco dopo il viaggio e sporco. Non ci sono posti dove lavarsi nel deserto».
Le iridi azzurre di Haruka brillarono un momento alla proposta, come se in cuor suo non stesse aspettando altro se non quella specifica offerta.
«Sì, grazie» replicò laconico, portandosi alle labbra il calice e svuotandolo.
Rin colse la fugace espressione di gioia che gli attraversò il volto e subito batté le mani, attirando l'attenzione dei servitori attestati sulla porta in attesa di ordini.
«Preparate il bagno per l'ospite, su!» impartì il sultano in tono spiccio.
Subito i servi scattarono in massa, muovendosi per sparecchiare mentre alcuni invitavano Haruka ad alzarsi e lo guidavano attraverso la grande sala. Rin fermò uno di loro mentre gli camminava accanto, attirandone l'attenzione con un gesto della mano.
Subito il giovane si chinò vicino a lui per udire cosa volesse riferirgli.
Matsuoka non si peritò nel cercare di nascondere quali fossero le sue vere intenzioni: «Preparategli un bagno degno di me, chiaro? E quando avrai finito e lui sarà nella vasca, vieni a chiamarmi nelle mie stanze».
Il giovane servo piegò la testa in segno d'assenso e disse: «Sì, mio padrone»; dopodiché corse dietro ai compagni per assolvere all'incarico che gli era stato messo sulle spalle come un fardello da portare.
Rin si alzò compiaciuto, pregustando quanto sarebbe accaduto quella sera. La sola idea lo elettrizzava: era da tanto che non si abbandonava ai piaceri della carne, troppo.
Per di più quel ragazzo sembrava essere particolarmente docile e a lui piaceva imporre il proprio dominio in maniera assoluta, da padrone quale era; comunque non era detta l'ultima parola: magari Haruka poteva riservare qualche sorpresa.
Sperava che il suo servitore tornasse subito, ma riuscì ad arrivare fino alle sue stanze camminando decisamente piano, abbandonandosi all'immaginazione più fervida e sfrenata nei riguardi del suo ospite.
Quando il suo servo entrò lui era adagiato tra i cuscini e non aspettava altro che di sentir aprire la porta.
«Mio signore...» iniziò il giovane, al che subito Rin schizzò seduto e poi in piedi.
«Avete finito?» domandò impaziente.
Il servitore assentì ed il sultano uscì con un ghigno malizioso sulle labbra, diretto verso il bagno.
Percorse in pochissimo tempo la distanza che lo separava dalla sua meta. Una volta arrivato, aprì pian piano la porta e sbirciò all'interno: subito si congratulò con se stesso per il tempismo, poiché Nanase era nudo in piedi vicino al bordo della grande vasca da bagno ricoperta da uno spesso strato di schiuma che rilasciava bolle - che avevano già preso possesso della stanza.
L'ospite era di schiena, però si stava girando e Rin era un'unica fibra in tensione per l'attesa. Haruka si volse e Matsuoka poté ammirarlo per un attimo, prima che il suo ospite si tuffasse nella vasca come se fosse all'aperto in un lago. L'acqua traboccò ed inondò il pavimento, ma il moro non se ne avvide, troppo impegnato a godersi il contatto con l'acqua calda.
Rin rimase perplesso nel constatare che pareva avere la stessa predilezione per un bagno fatto in maniera un po' meno tradizionale: i suoi servi non finivano più di sgobbare quand'era lui a lavarsi perché schizzava dovunque uscendo e tuffandosi, emergendo dalla superficie scuotendo i capelli rossi fradici per scostarli dagli occhi, nuotando e proiettando altra acqua ancora sulle mattonelle raffinate.
Il problema in quel momento era che Haruka non stava ritornando su. Sembrava essere sparito, inghiottito dalla schiuma che aveva richiuso le fauci su di lui per sempre.
Il sultano Rin rimase in trepida attesa per qualche altro secondo, poi l'attesa si rivelò insopportabile e decise di entrare per tirarlo fuori.
Stava togliendosi gli abiti dal torso quando Haruka finalmente tornò in superficie.
I capelli umidi gli stavano adesi sulla fronte ed alcuni ciuffi gli arrivavano fino sulle palpebre e gocciolavano acqua copiosamente sul suo viso.
Quando i suoi occhi si aprirono, la prima cosa che intercettarono fu la figura mezza nuda di Rin con un piede già sul bordo della vasca e nell'atto di tuffarsi per riprenderlo.
«Che... cosa stai facendo?» domandò un po' perplesso.
Matsuoka si ricompose subito, le guance arrossate per l'imbarazzo dell'essere stato colto in quel momento.
«Oh, volevo fare il bagno. Non avevo visto che c'eri tu» mentì per cercare di nascondere il fatto che lo stava effettivamente spiando; tuttavia, Haruka non era tanto stupido da cascarci.
«Mi hai chiesto tu se volevo fare un bagno» gli fece presente «Volevi fare qualcosa con me?».
Aveva parlato come se fosse la cosa più normale e innocente del mondo e Rin si sorprese che non si vergognasse affatto di proporre certe cose.
Si rese conto che era lui a comandare lì dentro e che pertanto dettava lui le regole. Rientrò nel suo ruolo e si chinò per sporgersi verso il bordo della vasca, allungando una mano a prendere il viso del ragazzo, attirandolo verso di sé.
«Vediamo di allietare il tuo soggiorno qui, mh?» esclamò a mezza voce in tono suadente, sorridendo lascivo.
«Per la verità vuoi divertiti» gli disse l'ospite senza batter ciglio. Non pareva importargliene molto di tutto ciò.
«Perché tu non hai intenzione di divertirti?» lo incalzò Rin mentre ritraeva la mano per potersi togliere quello che rimaneva dei suoi vestiti.
«Dipende...» replicò laconicamente il moro, attraversando a nuoto la grande vasca.
Rin si calò in acqua e si avvicinò a lui senza perdere tempo, incantato dal gioco di luce delle candele sulla sua pelle bagnata.
Lo imprigionò con il proprio corpo contro un bordo della vasca, baciandolo con passione.
Haruka non gli oppose resistenza neanche un po', anzi, si prestò quasi volentieri ad appagare il suo desiderio di averlo.
Rin ci mise tutto il suo ardore, aggiungendoci anche una buona dose di carezze piuttosto intime.
Gli piaceva il corpo di Haruka ed il fatto di non essere minimamente respinto lo esortava a fare ancora di più, anche se forse un po' di resistenza avrebbe aggiunto un po' di pepe alla situazione.
«Non ti dispiace essere toccato da me?» chiese Matsuoka.
«Mi hai offerto un bagno» disse Nanase a mo' di giustificazione.
«Ti mancava così tanto l'acqua?» indagò il sultano, afferrandolo per le natiche e caricandoselo in grembo, in modo che potesse meglio avvertire l'erezione tra le sue gambe.
«Non sai quanto» rispose il moro, aggrappandosi alle sue spalle per non perdere l'equilibrio mentre veniva sollevato.
Si baciarono di nuovo mentre le dita di Rin si avventuravano nel suo fondoschiena, preparandolo ad accogliere qualcosa di più grosso.
La presenza delle sue dita nel sedere gli piaceva molto e gli strappava gemiti acuti e languidi che acuivano il desiderio del rosso.
Resisteva a fatica all'impulso di prenderlo subito, ma stava cercando di controllarsi almeno per il tempo necessario a prepararlo a dovere.
Le bolle che li circondavano davano all'atmosfera un tocco di romanticismo ed intimità. Sembrava quasi un sogno.
Quando l'erezione di Haruka iniziò a premere contro il suo ventre, Rin non perse ulteriormente tempo in preliminari e si decise a penetrarlo.
Haruka si inarcò leggermente, gemendo di nuovo mentre Rin si spingeva in lui con foga quasi animalesca.
Era aggressivo e a Nanase piaceva, anche se avrebbe preferito di gran lunga essere trattato con un po' più di riguardo.
Baciò il partner ardentemente e iniziò a muoversi con una certa urgenza, cercando di sincronizzarsi con il ritmo forsennato del rosso.
Quando arrivò ad inserirgli la lingua in bocca, quest'ultimo apprezzò particolarmente, tanto da sbuffare sonori gemiti.
Continuarono per diversi minuti, finché Haruka non raggiunse l'orgasmo ed eiaculò in acqua. Per fortuna lo spesso strato di schiuma impediva di vedere il liquido sottostante.
Il moro si accasciò sulla spalla del compagno, vinto da un'improvvisa stanchezza.
Al sultano occorse invece un po' di più per raggiungere l'apice e quando venne lo fece nel fondoschiena del suo ospite.
Ansimarono quasi all'unisono, appoggiandosi poi l'uno contro l'altro.
«Rimarrai qui anche domani?» volle sapere Rin. Sperava che quella piacevole esperienza lo convincesse a rimanere ancora per un giorno.
Haruka si prese il suo tempo prima di rispondere e quando lo fece disse: «Va bene, ma domani voglio un altro bagno».
Rin sorrise compiaciuto, anche se non era per niente convinto del fatto che fosse stato il loro rapporto a convincerlo a rimanere.
«D'accordo».