fiamma_drakon: (Dante)
[personal profile] fiamma_drakon
Titolo: Lezioni private di chimica
Rating: Arancione
Genere: Erotico, Slice of life
Personaggi: Dante, Nero
Wordcount: 1322 ([livejournal.com profile] fiumidiparole)
Prompt: Misc Warning / #01 - AU @ [livejournal.com profile] diecielode + Pausa pranzo (Università!AU) @ [livejournal.com profile] piscinadiprompt
Note: Age difference, Università!AU, Yaoi
«Sì?» gli arrivò la risposta dall'altra parte. Il ragazzo si accorse subito che nel suo tono di voce c'era qualcosa di smaliziato e quasi tentatore ed avvampò ancor di più intuendo che non stava aspettando altri che lui.
«Nero, professore» rispose, reprimendo la collera e comportandosi come un qualsiasi studente che fosse andato nello studio di un docente per un ricevimento.


Nero si fermò davanti alla porta che recava incisa la targhetta "Studio del professor Dante" indeciso se proseguire o andarsene. 
Adesso che ci pensava, la sua richiesta di chiarimenti in merito alla lezione di chimica che aveva perso la settimana prima durante l'ora di pranzo gli sembrava una stupida pretesa di attenzioni. Sarebbe dovuto andare in mensa con tutti gli altri e chiedere un ricevimento ad un'ora più consona, come nel pomeriggio - ammesso e non concesso che l'uomo fosse disponibile. 
Il fatto curioso però era che quest'ultimo non si era affatto tirato indietro all'idea di trascorrere una pausa pranzo a fornirgli delucidazioni in merito alla sua materia. 
Uno sbuffo a metà con una risatina sfuggì dalle labbra del ragazzo. 
«Strano... non è affatto strano, considerato in che razza di rapporti siamo» ammise a se stesso. 
Dopo essersi lasciato con Kyrie l'ultimo anno della scuola superiore Nero si era ripromesso che avrebbe ricominciato da capo all'università. E cosa c'era di meglio per ricominciare se non scoparsi un professore del suo corso rimasto inspiegabilmente affascinato proprio da lui in mezzo ad un centinaio di persone? 
Nero scosse leggermente la testa, guardandosi intorno per assicurarsi che non ci fosse nessuno nei paraggi che potesse accorgersi dell'acceso rossore che gli stava accendendo le guance. Non voleva certo suscitare qualche sospetto, altrimenti a pagarne il prezzo sarebbero stati entrambi - anche se probabilmente le ripercussioni peggiori sarebbero state quelle a carico di Dante, che rischiava di perdere il posto. 
Lo studente si fece forza e bussò alla porta. 
«Sì?» gli arrivò la risposta dall'altra parte. Il ragazzo si accorse subito che nel suo tono di voce c'era qualcosa di smaliziato e quasi tentatore ed avvampò ancor di più intuendo che non stava aspettando altri che lui. 
«Nero, professore» rispose, reprimendo la collera e comportandosi come un qualsiasi studente che fosse andato nello studio di un docente per un ricevimento. 
«Entra pure» esclamò Dante dall'interno e lui eseguì subito. 
L'uomo era seduto dietro una grande scrivania dalle linee semplici ed un design fresco e moderno, composta di archi e rettangoli. 
Il suo studio stesso riprendeva tale stile nell'arredo, semplice e privo di ornamenti inutili. 
In un angolo, all'interno di uno degli scaffali che componevano una piccola libreria, il giovane scorse una serie di matracci e provette contenenti ciascuno liquidi di colori diversi, taluni anche parecchio sgargianti. 
Il fatto che tenesse cose del genere nel suo studio strideva con l'idea di scansafatiche con cui ormai aveva identificato l'uomo.  
Dante quel giorno indossava una camicia nera piuttosto aderente che metteva in risalto i bicipiti tonici e le sue ampie spalle. Probabilmente l'aveva fatto di proposito - anzi, quasi sicuramente. 
Quando i loro sguardi si incrociarono sul viso del più vecchio comparve un sorriso seducente e sarcastico allo stesso tempo. 
«... professore, eh?» esclamò ridacchiando «Non sei mai stato così formale». 
Nero digrignò i denti e distolse lo sguardo dal suo viso. 
«Non volevo destare sospetti visto che qui intorno ci sono anche gli studi di altri professori» spiegò. 
«Ah» fece Dante annuendo con l'aria tipica di chi ha appena capito un lungo e difficile processo mentale «Ti preoccupi per me, ragazzo?» soggiunse, esponendo la cosa come una sintesi estrema e molto banale di quanto Nero aveva fatto. 
Il ragazzo storse le labbra in una smorfia di disapprovazione prima di commentare: «Se ci scoprono ci vado di mezzo anche io, non solo tu!». 
«Oh, già certo» asserì Dante con il tono tipico di chi non crede ad una parola di quanto gli veniva raccontato «Allora, cosa hai bisogno di rivedere?» proseguì tranquillo, alzandosi in piedi per aggirare la scrivania. Fu così che Nero poté ammirare i suoi jeans neri superaderenti che gli mettevano in evidenza le cosce in maniera quasi oscena. 
Si era vestito con il preciso intento di provocarlo, poco ma sicuro. 
Nero si costrinse a distogliere lo sguardo prima che salisse pericolosamente su e si incollasse al lievissimo rilievo al cavallo dei pantaloni che identificava Dante come un uomo. Non doveva finire con la solita scopata veloce per alleviare la tensione sessuale che li opprimeva come una cappa tangibile ogni volta che si trovavano assieme ed erano da soli o in relativa intimità. Era lì per un motivo del tutto innocente. 
«L-le...» il ragazzo esitò, vedendolo avvicinarsi con l'andatura dondolante tipica di quando si metteva deliberatamente in mostra per lui «Le proprietà periodiche» riuscì a dire, tornando tempestivamente in sé. 
«D'accordo» esclamò il professore, afferrando la poltroncina dirimpetto alla sua scrivania e trascinandola accanto alla sua dal lato opposto «Vieni». 
Nero si andò a sedere senza mostrare la minima esitazione. Non voleva dargli altro spazio per le tentazioni carnali. 
Tirò fuori il suo blocco appunti e la penna ed attese che Dante cominciasse a spiegare. Nonostante le numerosissime distrazioni che gli si presentavano continuamente agli occhi, l'uomo si mise a spiegare l'argomento che gli era stato richiesto avvalendosi anche delle slide che aveva sul suo computer portatile. 
Più proseguiva il ricevimento e più per lui si rivelava difficile mantenersi distaccato. 
La stretta vicinanza con il ragazzo era già uno stimolo di per sé parecchio forte; se poi ad essa si aggiungevano anche l'odore tipico di Nero ed il suo abbigliamento decisamente aderente - anche se non tanto quanto il suo - si otteneva una miscela esplosiva. 
Dante faticava a tenere a bada i propri impulsi e - se solo il suo studente avesse spostato lo sguardo dal suo blocco appunti - avrebbe senz'altro notato le ripercussioni fisiche della sua presenza lì. 
Quanto gli sarebbe piaciuto farselo proprio lì su quella scrivania fino a farlo urlare, infischiandosene se qualcuno avesse sentito; tuttavia, voleva dimostrargli che considerava il loro rapporto molto più che semplice sesso. 
La lezione impiegò un'ora e mezza circa. Non appena si concluse, Nero si alzò e si mise a riporre la sua roba con la precisa intenzione di andarsene. 
Dante lo guardò dal basso mordicchiandosi un labbro, desideroso di allungare le mani sul bel corpo del giovane. 
«Non... merito niente per la lezione di oggi, ragazzo?» chiese in tono eloquente, la voce un po' rauca. 
Nero parve rifletterci su per qualche istante prima di rispondere: «Grazie». 
Fece per andarsene ma Dante si alzò e gli ghermì prontamente un polso, bloccandolo. 
«Non intendevo quello» asserì. 
«Ehi, lasciami!» protestò il più giovane con veemenza, cercando di divincolarsi dalla sua stoica presa. Voltandosi a guardarlo si accorse della protuberanza in vistoso rilievo al cavallo dei suoi jeans e la sua faccia divenne porpora. 
«Razza di mania-ah!» si lamentò, ma venne bloccato sulla fine dell'accusa dalle labbra del più grande che erano andate ad impedirgli di gridare oltre. 
Le sue braccia possenti lo attirarono contro il suo corpo e lo strinsero in un abbraccio possessivo. Nero percepì le sue mani posarsi sul suo fondoschiena e l'ira che provava nei suoi confronti esplose in uno schiaffo violento sul dorso di ambedue le audaci estremità. 
L'erezione nei suoi pantaloni premeva contro l'inguine del minore, ricordandogli quanto concreto fosse il suo desiderio nei suoi confronti. 
«Non hai idea di quanto mi sia sforzato per spiegarti senza toccarti» sibilò a voce bassa sulle sue labbra, interrompendo per un attimo quel suo bacio appassionato «È stata una tortura...». 
«Immagino, pervertito come sei» fu la secca replica di Nero, che ancora cercava di sfuggire alla sua presa. 
«Anche tu sei attratto da me, ragazzo» gli ricordò Dante. 
«Ma non cerco di farlo ogni volta che ci vediamo!» obiettò con fervore. 
«Però ti piace parecchio quando lo facciamo» gli fece presente il professore. 
«Sì, ma...» esordì l'altro, ma venne messo a tacere da un dito che gli venne posato tempestivamente sulle labbra. 
«Perfetto, allora spogliati» lo interruppe Dante lesto, infilandogli una mano nella parte posteriore dei pantaloni per palpargli vigorosamente una natica. 
«Non possiamo farlo qui! Io dopo pranzo ho un'altra lezione» protestò Nero. 
«Ti ci accompagno io» tagliò corto l'altro, cominciando ad armeggiare con il bottone dei suoi pantaloni. 
Il più giovane dovette sottostare alla richiesta, dato che il suo professore non sembrava intenzionato a lasciarlo andare per nessun motivo e che tutto quel baciarsi lo stava eccitando. 
Mentre si sfilava le scarpe e spingeva Dante contro il bordo della scrivania prese mentalmente appunto per il futuro di non andare mai più ad un ricevimento nel suo studio privato.

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