Le conseguenze di una notte movimentata
Sep. 26th, 2014 03:44 pm![[personal profile]](https://www.dreamwidth.org/img/silk/identity/user.png)
Titolo: Le conseguenze di una notte movimentata
Rating: Giallo
Genere: Slice of life
Personaggi: Dante, Nero
Wordcount: 1300 (
fiumidiparole)
Prompt: 233. Dopo stanotte @
500themes_ita
Note: Age difference, H/C, Shonen-ai, Università!AU
Un cuscino gli venne lanciato contro con forza, mandando quasi il ragazzo a sbattere la faccia contro il pavimento.
«Ehi!» sbottò quest'ultimo indignato, afferrando il guanciale e sbattendolo con forza sul pavimento, come per imprigionare una bestia pericolosa.
«Ci sono le elezioni studentesche stamani, idiota...».
Nero si risvegliò disteso su un fianco, circondato da un paio di grosse braccia robuste e calde che lo stringevano in maniera piuttosto possessiva e con un peso non indifferente che gli gravava sopra la schiena.
Il calore che gli veniva trasmesso era così piacevole che al ragazzo non parve vero di richiudere gli occhi e cercare di riprendere sonno, e l'avrebbe anche fatto se all'improvviso non gli fosse venuto in mente che giorno era.
Sgomitando in maniera piuttosto violenta si liberò dalle braccia che lo ghermivano e si mise seduto mentre sollevava le coperte di getto e balzava oltre il bordo del materasso.
«Oh, cazzo... le lezioni!» esclamò mettendosi in piedi. Nel raddrizzare la schiena una dolorosa fitta al posteriore e alla spina dorsale lo trafisse strappandogli una sonora imprecazione. Cadde carponi a terra e lì rimase, massaggiandosi la schiena in corrispondenza dell'area sacrale.
«Ohiohi... che male...!» gemette a mezza voce, alzando la testa verso il comò per guardare l'ora.
Si sorprese di non trovarci la sua sveglia e solo in un secondo momento - questione di alcuni secondi - si ricordò di non aver trascorso la notte presso il suo minuscolo appartamento, bensì a casa del suo ex professore nonché suo attuale partner - benché tra di loro ci fossero ben più di qualche anno di differenza.
Lo sguardo di Nero vagò per la stanza immersa nel buio alla ricerca di un orologio dalle lancette fluorescenti che non riuscì a trovare.
«Perché fai tutto questo chiasso...?».
La voce del padrone di casa gli arrivò dal letto con tono decisamente tombale. Non sembrava per niente contento di essere stato svegliato, ma a Nero non importava affatto del suo umore. Si volse verso il letto da sopra una spalla e disse: «Io ho lezione stamani! Non posso fare tardi!».
Nero aveva già abbastanza problemi per conto proprio senza doverci mettere le lezioni dell'università da recuperare: la sua relazione con uno dei docenti del suo primo semestre universitario assorbiva quasi tutte le sue forze. Doveva cercare di impedire che ogni volta che Dante gli appariva d'intorno mentre erano al polo - cosa che ahimè avveniva di frequente - venisse visto dai suoi compagni o da altri insegnanti. La loro doveva rimanere una relazione assolutamente segreta, altrimenti lui avrebbe perso i suoi amici e Dante il posto di lavoro.
Nero aveva già sostenuto il suo esame, per cui Dante non poteva essere accusato di favoreggiarlo, però era sempre meglio essere prudenti: le relazioni sentimentali insegnante-studente non erano mai viste di buon occhio da nessuno, neanche quando entrambe le parti erano maggiorenni.
Un cuscino gli venne lanciato contro con forza, mandando quasi il ragazzo a sbattere la faccia contro il pavimento.
«Ehi!» sbottò quest'ultimo indignato, afferrando il guanciale e sbattendolo con forza sul pavimento, come per imprigionare una bestia pericolosa.
«Ci sono le elezioni studentesche stamani, idiota...» borbottò Dante per tutta risposta, palesemente scocciato «E se anche ci fossero le lezioni, dopo quello che abbiamo fatto stanotte dubito che avresti le forze per andarci...» soggiunse.
Nero arrossì vistosamente ma per sua fortuna le tenebre della camera impedirono al suo partner di notarlo.
Adesso - dopo una prima fase di smarrimento - ricordava chiaramente quello che avevano fatto quella notte e - a ben pensarci - non c'era da meravigliarsi che gli facesse male il fondoschiena.
«Le elezioni...?» ripeté Nero confuso «Sono oggi?».
«Sì, è per questo che sei venuto da me stanotte... ah! Proprio non te lo ricordi?» ribatté il più vecchio.
Allo studente occorsero alcuni secondi per rimettere in ordine le idee. Quando l'ebbe fatto esclamò: «Ah, è vero...!».
Aveva deciso di fargli una sorpresa proponendogli di passare la notte a casa sua assieme, per divertirsi un po'. Glielo doveva: negli ultimi tempi era stato insolitamente tranquillo. Aveva addirittura smesso di seguirlo nella strada verso casa per passare altro tempo insieme.
«Avanti, torna a letto» lo esortò Dante.
Nero fece per muoversi ma rimase bloccato nella posizione in cui si trovava.
«Non riesco a muovermi: l-la schiena...».
Cominciava ad avvertire dolori diffusi in tutto il corpo e le fitte al sedere iniziarono a farsi più forti.
Dante sbuffò. Il rumore delle coperte smosse segnalò a Nero che il suo compagno si stava spostando verso di lui. Poco dopo avvertì le sue mani che lo tastavano e lo afferravano per i fianchi, sollevandolo bruscamente.
Un grido gli sfuggì dalle labbra assieme a un'imprecazione piuttosto colorita.
«Andiamo, adesso sei con la schiena dritta. Vedi di muoverti a tornare a letto...» tagliò corto.
Dolorante e risentito, Nero obbedì: si voltò e strisciò di nuovo sotto le coperte, avvolgendosi in esse alla ricerca di qualcosa che alleviasse il dolore.
Il braccio di Dante tornò a cingergli un fianco e le sue labbra gli accarezzarono il lobo dell'orecchio a lui più vicino.
«Ti fa così male, ragazzo...?» gli sussurrò.
«Vorrei che ci fossi tu al mio posto» sibilò per contro il più giovane, colmo di astio «Vista la tua età non ti muoveresti neppure di un centimetro...» aggiunse con acido sarcasmo.
«Non essere così cattivo. Voglio cercare di farti stare meglio...» cercò di rabbonirlo il più grande, infilandogli una mano sotto la canotta ed accarezzandogli il ventre piatto.
«Ah, sì? E come?» indagò Nero inarcando perplesso un sopracciglio, voltandosi goffamente in posizione supina per girare il viso verso quello del suo compagno.
I loro occhi - abituati al buio - riuscivano a percepire i contorni dei loro corpi.
C'era una nota marcatamente scettica nella sua voce.
«Che ne dici di un massaggio alla schiena?» propose Dante.
«Non avevi detto di voler dormire?» lo prese prontamente in contropiede il più piccolo. In genere non cambiava idea facilmente.
«Be', adesso sono completamente sveglio» rispose il più vecchio, mettendosi seduto e spostando le coperte.
Posò le mani sulla schiena del suo partner e tastò in cerca del punto dove gli doleva di più.
Nero lo lasciò fare senza protestare fino a che non toccò in corrispondenza del coccige. A quel punto cacciò un gridolino.
Dante cominciò a muovere le mani lentamente, premendo senza esagerare.
Il più giovane emise un mugolio d'apprezzamento affondando piacevolmente la testa nel cuscino.
Non aveva mai immaginato che uno come Dante, così impulsivo e quasi selvaggio, avesse qualche abilità nel fare massaggi.
«Ohw, sì...» sospirò dopo un poco, chiudendo gli occhi beato.
Sperava seriamente che tutto ciò servisse a migliorare lo stato del suo povero fondoschiena.
Dante si chinò sopra di lui, leccandosi il labbro inferiore come se stesse pregustando un ricco banchetto: nel punti dove lui stava massaggiando Nero cominciava la rotondità delle sue natiche, che per lui erano come tesori preziosi da coccolare.
Avrebbe voluto dedicarsi al suo didietro completamente, proprio come aveva fatto nella notte; tuttavia, sapeva bene che non era il caso di provare a forzare la mano. L'aveva già fatto solo poche ore prima e il risultato era quello che aveva davanti adesso.
La tentazione però era fortissima, specialmente considerando il fatto che non aveva idea di quando avrebbero potuto passare una notte insieme di nuovo. Le vacanze erano lontane e di interruzioni della didattica, dopo le elezioni, non se ne prospettavano altre.
Nero continuava a sospirare tutto il suo piacere, spingendo Dante sempre più sull'orlo dell'oblio. Faticava a contenersi.
«Ragazzo...» esordì, incapace di trattenersi oltre.
«Mmmh...? Che c'è, Dante?» chiese l'interpellato.
«Come va la tua schiena...?» domandò l'altro.
«Meglio...» rispose Nero «Non pensavo sapessi fare i massaggi».
«E non so fare solo quelli...» soggiunse a voce bassa il padrone di casa.
«Hai detto qualcosa?»
«No, niente» replicò Dante prontamente «Tu rilassati, mh?».
Il ragazzo si girò su un fianco, protendendo le braccia verso di lui.
«D'accordo» disse, cingendolo al collo ed attirandolo a sé.
Dante irrigidì schiena e spalle, colto di sorpresa.
«Che cosa...?»
«Mi rilasso, come hai detto tu» rispose.
«Non... vuoi più il massaggio?» disse il più grande, perplesso.
«Si sente lontano un miglio che sei eccitato, Dante» spiegò come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
«Oh... davvero?» fece l'interessato «Be', in questo caso, se proprio insisti...».
«Ma niente sesso» negò Nero «Non voglio peggiorare ancora la situazione...».
«Okay, cercherò di farmi bastare il resto» promise Dante prima di impegnarsi anima e corpo in un bacio appassionato con la sua giovane metà.
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Genere: Slice of life
Personaggi: Dante, Nero
Wordcount: 1300 (
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Prompt: 233. Dopo stanotte @
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Note: Age difference, H/C, Shonen-ai, Università!AU
Un cuscino gli venne lanciato contro con forza, mandando quasi il ragazzo a sbattere la faccia contro il pavimento.
«Ehi!» sbottò quest'ultimo indignato, afferrando il guanciale e sbattendolo con forza sul pavimento, come per imprigionare una bestia pericolosa.
«Ci sono le elezioni studentesche stamani, idiota...».
Nero si risvegliò disteso su un fianco, circondato da un paio di grosse braccia robuste e calde che lo stringevano in maniera piuttosto possessiva e con un peso non indifferente che gli gravava sopra la schiena.
Il calore che gli veniva trasmesso era così piacevole che al ragazzo non parve vero di richiudere gli occhi e cercare di riprendere sonno, e l'avrebbe anche fatto se all'improvviso non gli fosse venuto in mente che giorno era.
Sgomitando in maniera piuttosto violenta si liberò dalle braccia che lo ghermivano e si mise seduto mentre sollevava le coperte di getto e balzava oltre il bordo del materasso.
«Oh, cazzo... le lezioni!» esclamò mettendosi in piedi. Nel raddrizzare la schiena una dolorosa fitta al posteriore e alla spina dorsale lo trafisse strappandogli una sonora imprecazione. Cadde carponi a terra e lì rimase, massaggiandosi la schiena in corrispondenza dell'area sacrale.
«Ohiohi... che male...!» gemette a mezza voce, alzando la testa verso il comò per guardare l'ora.
Si sorprese di non trovarci la sua sveglia e solo in un secondo momento - questione di alcuni secondi - si ricordò di non aver trascorso la notte presso il suo minuscolo appartamento, bensì a casa del suo ex professore nonché suo attuale partner - benché tra di loro ci fossero ben più di qualche anno di differenza.
Lo sguardo di Nero vagò per la stanza immersa nel buio alla ricerca di un orologio dalle lancette fluorescenti che non riuscì a trovare.
«Perché fai tutto questo chiasso...?».
La voce del padrone di casa gli arrivò dal letto con tono decisamente tombale. Non sembrava per niente contento di essere stato svegliato, ma a Nero non importava affatto del suo umore. Si volse verso il letto da sopra una spalla e disse: «Io ho lezione stamani! Non posso fare tardi!».
Nero aveva già abbastanza problemi per conto proprio senza doverci mettere le lezioni dell'università da recuperare: la sua relazione con uno dei docenti del suo primo semestre universitario assorbiva quasi tutte le sue forze. Doveva cercare di impedire che ogni volta che Dante gli appariva d'intorno mentre erano al polo - cosa che ahimè avveniva di frequente - venisse visto dai suoi compagni o da altri insegnanti. La loro doveva rimanere una relazione assolutamente segreta, altrimenti lui avrebbe perso i suoi amici e Dante il posto di lavoro.
Nero aveva già sostenuto il suo esame, per cui Dante non poteva essere accusato di favoreggiarlo, però era sempre meglio essere prudenti: le relazioni sentimentali insegnante-studente non erano mai viste di buon occhio da nessuno, neanche quando entrambe le parti erano maggiorenni.
Un cuscino gli venne lanciato contro con forza, mandando quasi il ragazzo a sbattere la faccia contro il pavimento.
«Ehi!» sbottò quest'ultimo indignato, afferrando il guanciale e sbattendolo con forza sul pavimento, come per imprigionare una bestia pericolosa.
«Ci sono le elezioni studentesche stamani, idiota...» borbottò Dante per tutta risposta, palesemente scocciato «E se anche ci fossero le lezioni, dopo quello che abbiamo fatto stanotte dubito che avresti le forze per andarci...» soggiunse.
Nero arrossì vistosamente ma per sua fortuna le tenebre della camera impedirono al suo partner di notarlo.
Adesso - dopo una prima fase di smarrimento - ricordava chiaramente quello che avevano fatto quella notte e - a ben pensarci - non c'era da meravigliarsi che gli facesse male il fondoschiena.
«Le elezioni...?» ripeté Nero confuso «Sono oggi?».
«Sì, è per questo che sei venuto da me stanotte... ah! Proprio non te lo ricordi?» ribatté il più vecchio.
Allo studente occorsero alcuni secondi per rimettere in ordine le idee. Quando l'ebbe fatto esclamò: «Ah, è vero...!».
Aveva deciso di fargli una sorpresa proponendogli di passare la notte a casa sua assieme, per divertirsi un po'. Glielo doveva: negli ultimi tempi era stato insolitamente tranquillo. Aveva addirittura smesso di seguirlo nella strada verso casa per passare altro tempo insieme.
«Avanti, torna a letto» lo esortò Dante.
Nero fece per muoversi ma rimase bloccato nella posizione in cui si trovava.
«Non riesco a muovermi: l-la schiena...».
Cominciava ad avvertire dolori diffusi in tutto il corpo e le fitte al sedere iniziarono a farsi più forti.
Dante sbuffò. Il rumore delle coperte smosse segnalò a Nero che il suo compagno si stava spostando verso di lui. Poco dopo avvertì le sue mani che lo tastavano e lo afferravano per i fianchi, sollevandolo bruscamente.
Un grido gli sfuggì dalle labbra assieme a un'imprecazione piuttosto colorita.
«Andiamo, adesso sei con la schiena dritta. Vedi di muoverti a tornare a letto...» tagliò corto.
Dolorante e risentito, Nero obbedì: si voltò e strisciò di nuovo sotto le coperte, avvolgendosi in esse alla ricerca di qualcosa che alleviasse il dolore.
Il braccio di Dante tornò a cingergli un fianco e le sue labbra gli accarezzarono il lobo dell'orecchio a lui più vicino.
«Ti fa così male, ragazzo...?» gli sussurrò.
«Vorrei che ci fossi tu al mio posto» sibilò per contro il più giovane, colmo di astio «Vista la tua età non ti muoveresti neppure di un centimetro...» aggiunse con acido sarcasmo.
«Non essere così cattivo. Voglio cercare di farti stare meglio...» cercò di rabbonirlo il più grande, infilandogli una mano sotto la canotta ed accarezzandogli il ventre piatto.
«Ah, sì? E come?» indagò Nero inarcando perplesso un sopracciglio, voltandosi goffamente in posizione supina per girare il viso verso quello del suo compagno.
I loro occhi - abituati al buio - riuscivano a percepire i contorni dei loro corpi.
C'era una nota marcatamente scettica nella sua voce.
«Che ne dici di un massaggio alla schiena?» propose Dante.
«Non avevi detto di voler dormire?» lo prese prontamente in contropiede il più piccolo. In genere non cambiava idea facilmente.
«Be', adesso sono completamente sveglio» rispose il più vecchio, mettendosi seduto e spostando le coperte.
Posò le mani sulla schiena del suo partner e tastò in cerca del punto dove gli doleva di più.
Nero lo lasciò fare senza protestare fino a che non toccò in corrispondenza del coccige. A quel punto cacciò un gridolino.
Dante cominciò a muovere le mani lentamente, premendo senza esagerare.
Il più giovane emise un mugolio d'apprezzamento affondando piacevolmente la testa nel cuscino.
Non aveva mai immaginato che uno come Dante, così impulsivo e quasi selvaggio, avesse qualche abilità nel fare massaggi.
«Ohw, sì...» sospirò dopo un poco, chiudendo gli occhi beato.
Sperava seriamente che tutto ciò servisse a migliorare lo stato del suo povero fondoschiena.
Dante si chinò sopra di lui, leccandosi il labbro inferiore come se stesse pregustando un ricco banchetto: nel punti dove lui stava massaggiando Nero cominciava la rotondità delle sue natiche, che per lui erano come tesori preziosi da coccolare.
Avrebbe voluto dedicarsi al suo didietro completamente, proprio come aveva fatto nella notte; tuttavia, sapeva bene che non era il caso di provare a forzare la mano. L'aveva già fatto solo poche ore prima e il risultato era quello che aveva davanti adesso.
La tentazione però era fortissima, specialmente considerando il fatto che non aveva idea di quando avrebbero potuto passare una notte insieme di nuovo. Le vacanze erano lontane e di interruzioni della didattica, dopo le elezioni, non se ne prospettavano altre.
Nero continuava a sospirare tutto il suo piacere, spingendo Dante sempre più sull'orlo dell'oblio. Faticava a contenersi.
«Ragazzo...» esordì, incapace di trattenersi oltre.
«Mmmh...? Che c'è, Dante?» chiese l'interpellato.
«Come va la tua schiena...?» domandò l'altro.
«Meglio...» rispose Nero «Non pensavo sapessi fare i massaggi».
«E non so fare solo quelli...» soggiunse a voce bassa il padrone di casa.
«Hai detto qualcosa?»
«No, niente» replicò Dante prontamente «Tu rilassati, mh?».
Il ragazzo si girò su un fianco, protendendo le braccia verso di lui.
«D'accordo» disse, cingendolo al collo ed attirandolo a sé.
Dante irrigidì schiena e spalle, colto di sorpresa.
«Che cosa...?»
«Mi rilasso, come hai detto tu» rispose.
«Non... vuoi più il massaggio?» disse il più grande, perplesso.
«Si sente lontano un miglio che sei eccitato, Dante» spiegò come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
«Oh... davvero?» fece l'interessato «Be', in questo caso, se proprio insisti...».
«Ma niente sesso» negò Nero «Non voglio peggiorare ancora la situazione...».
«Okay, cercherò di farmi bastare il resto» promise Dante prima di impegnarsi anima e corpo in un bacio appassionato con la sua giovane metà.