fiamma_drakon: (Hetalia)
[personal profile] fiamma_drakon
Titolo: I vecchi rimedi funzionano sempre
Rating: Verde
Genere: Fluff, Slice of life
Personaggi: Chrom, Frederick
Wordcount: 1371 ([livejournal.com profile] fiumidiparole)
Prompt: Un bicchiere di latte di [livejournal.com profile] ranting_one per la Notte Bianca #16 @ [livejournal.com profile] maridichallenge
Note: Shonen-ai
«Cosa fai qui a quest'ora? Dovresti essere a dormire...».
«Anche tu, se è per questo» replicò prontamente Chrom, alzandosi in piedi e facendosi dappresso al suo cavaliere. Passò una mano sull'armatura che ancora indossava, risalendo dall'avambraccio alla spalla «Ti aiuto a toglierla?».
«Non serve, posso fare da so...»
«Insisto».


Anche se nessuno nell'accampamento l'avrebbe creduto possibile per i suoi assurdi ritmi di lavoro, persino un cavaliere stoico e resistente come Frederick necessitava di un congruo numero di ore di riposo. Il problema era che - nonostante si affaccendasse dall'alba al tramonto senza un momento di tregua - il cavaliere faticava terribilmente a prendere sonno. 
La mancanza di riposo non gli faceva certamente perdere il ritmo delle sue estenuanti giornate; tuttavia trovava assai fastidioso il senso di spossatezza che l'accompagnava quando non era impegnato a proteggere Chrom e Lissa dagli attacchi sempre più frequenti dei Risorti. 
Per l'ennesima notte Frederick si ritirò nella sua tenda e per l'ennesima volta si preparò a trascorrere delle ore a fissare il soffitto della sua tenda in attesa che il sonno sopravvenisse; tuttavia, quella volta accadde qualcosa di inatteso e del tutto nuovo. 
«Mio signore...?». 
Frederick rimase per qualche momento sulla soglia della sua tenda ad osservare l'inconsueto occupante della sua branda alla luce della lampada appoggiata sul tavolinetto al centro della stanza. 
Il principe d'Ylisse lo salutò con un gesto della mano. Aveva tolto la tenuta da battaglia e indossava una semplice camicia ed un paio di pantaloni. 
«Quante volte ancora dovrò ripeterti che devi ch...» esordì il nobile emettendo un sospiro. 
«Chrom» si corresse subito Frederick, conscio di quante volte gli avesse ripetuto di chiamarlo per nome, specialmente in virtù del legame speciale che condividevano «Cosa fai qui a quest'ora? Dovresti essere a dormire...». 
«Anche tu, se è per questo» replicò prontamente Chrom, alzandosi in piedi e facendosi dappresso al suo cavaliere. Passò una mano sull'armatura che ancora indossava, risalendo dall'avambraccio alla spalla «Ti aiuto a toglierla?». 
«Non serve, posso fare da so...» 
«Insisto». 
Frederick avrebbe opposto ulteriore resistenza se l'altro non avesse marcato con così tanta forza la propria decisione. 
Il nobile si chinò ed iniziò a slacciargli i gambali mentre il diretto interessato si occupava della parte superiore. Era imbarazzante avere Chrom piegato quasi alla stessa altezza del suo inguine essendo consapevole di quello che avevano già fatto in passato. Il più delle volte era cominciata come un semplice aiuto a togliersi l'armatura per poi finire nei modi peggiori. 
Il cavaliere dovette fare uno sforzo di autocontrollo per impedirsi di fare qualsivoglia cosa nell'attimo stesso in cui Chrom gli sfilò i gambali e si ritrovò a pochissima distanza dal cavallo dei suoi pantaloni. 
«Allora, Frederick... sembra proprio che tu abbia qualche problema di insonnia...» commentò in maniera completamente disinteressata il principe, risalendo più in alto a dare una mano a togliere il resto. 
Gli ormoni in fermento del bruno protestarono per il cambiamento improvviso di posizione, cosa che i suoi neuroni invece approvarono in pieno. 
«Come fai a saperlo?» indagò Frederick curioso: aveva fatto attenzione a non darlo a vedere e nessuno fino ad allora si era mai fatto avanti per chiedergli spiegazioni in merito. 
Chrom alzò lo sguardo verso il suo e gli sorrise con l'aria di chi la sapeva lunga. 
«Da vicino si vedono bene le occhiaie, sai?» gli disse in tono sarcastico. 
Le labbra di Frederick si serrarono formando una linea sottile. Sperava di essere riuscito a non farle notare a nessuno e invece lui le aveva chiaramente notate. Era palese che passasse gran parte del suo tempo libero a studiarlo per essersene reso conto e la cosa non fece altro che piacere al cavaliere, che si sentì stranamente orgoglioso di essere al centro delle sue attenzioni. 
«Credevi di cavartela da solo, mh? Be', mi pare proprio che il grande Frederick abbia bisogno di una mano» proseguì a parlare Chrom mentre posava a terra la parte anteriore del petto dell'armatura - lasciando comparire la camicia che portava al di sotto. 
Dal tono di voce sembrava che si stesse divertendo veramente tantissimo, al contrario di Frederick. 
Quest'ultimo cercò di nascondere il proprio disappunto per il suo comportamento dietro la solita maschera di serietà e compostezza e domandò: «E cosa vorresti fare al riguardo?». 
«Ho pensato a varie opzioni...» lo informò Chrom «Lissa a volte prepara certi infusi di erbe che sono quasi soporiferi, però non credo che con te funzionino...» proseguì - e il suo interlocutore non riuscì a capire se quello fosse un appunto negativo o positivo. 
Era vero che per qualche motivo era dannatamente resistente agli incantesimi e addirittura alle malattie; tuttavia, Chrom forse lo stava un po' sopravvalutando. 
«E quindi che cosa hai intenzione di farmi...?» domandò spontaneamente Frederick, incuriosito dal modo di parlare criptico dell'altro. 
«Da come lo dici sembra quasi che tu abbia paura» commentò Chrom, osservandolo dal basso sollevando un sopracciglio con aria interrogativa. 
«No, be'... non ho paura» rispose il cavaliere stringendosi nelle larghe spalle «Allora?». 
«Ti ho portato un bicchiere di latte» rivelò il principe con semplicità. 
Cadde un momento di silenzio che diede maggiore enfasi all'affermazione del nobile. 
«Un bicchiere... di latte?» ripeté Frederick perplesso. 
Chrom annuì con un vigoroso cenno del capo. 
«Ci ho messo anche del miele che ha portato Gaius qualche giorno fa» puntualizzò, come se quello fosse un dettaglio da non trascurare. 
«E un bicchiere di latte con miele dovrebbe aiutarmi a dormire?» volle sapere Frederick. Il suo cipiglio si fece improvvisamente perplesso, quasi scettico. Forse sarebbe stato meglio se avesse provato con gli infusi di Lissa. 
Chrom lo guardò stupito. 
«Non lo sai che il latte concilia il sonno...?» domandò. 
Lui sarà anche stato un nobile, però aveva appreso qualcosa durante la sua infanzia riguardo alle usanze del popolo. Era infatti cosa risaputa che il latte aiutasse un po' a dormire - anche se non ai livelli di pozioni soporifere e infusi di erbe con specifiche proprietà. 
«Ma dove hai vissuto finora?» chiese Chrom «Lo sanno tutti!». 
Frederick arretrò di mezzo passo sotto il peso dell'accusa, arrossendo leggermente. 
«Chiedo scusa, mio signore» esclamò tornando ai consueti formalismi. Chinò anche il capo per sottolineare il suo pentimento, come se fosse stato accusato d'aver commesso un crimine atroce. 
Chrom sollevò gli occhi al cielo scuotendo leggermente il capo. 
Talvolta avere a che fare con Frederick era esasperante, però gli piaceva prendersi cura di lui e rendergli almeno un po' delle morbose attenzioni che lui gli riservava senza preoccuparsi minimamente di se stesso. 
«Non stare a scusarti, Frederick...» esclamò «Prendi e bevi». 
Così dicendo andò verso il tavolinetto - poco distante da dove si trovavano - e prese un grosso boccale di peltro che il padrone della tenda non aveva visto entrando perché quasi interamente coperto dalla lanterna. 
Chrom gli infilò il contenitore tra le mani, incrociando poi le braccia in attesa che lo svuotasse. 
Frederick non obiettò, tenendo per sé il fatto che il boccale era enorme e che tutto sommato non aveva molta sete. 
Cominciò ad ingurgitare il latte, trovandolo dolce quasi in maniera eccessiva - chissà quanto miele ci aveva messo Chrom! - ma continuò a tracannarlo fino a che non l'ebbe finito. 
Il principe rimase a fissarlo per tutto il tempo, osservando i movimenti della sua giugulare man mano che buttava giù la bevanda. 
Quando Frederick ebbe finito gli porse il boccale, che lui accettò ben volentieri. 
«Grazie» esclamò il suo cavaliere senza battere ciglio. 
Chrom però non riuscì a reprimere del tutto una risata, col risultato che emise un verso ridicolo piegandosi leggermente in avanti. 
Frederick non capì il motivo di quello strano atteggiamento finché Chrom non rialzò la testa indicando con una mano la sua faccia. 
«Hai i baffi...!» esclamò ridendo, al che il suo compagno, leggermente irrigidito nella postura, si portò una mano alle labbra tastandole. Effettivamente, era sporco di qualcosa di liquido che era evidentemente il latte appena bevuto. 
Sollevò la mano con l'intento di pulirsi col dorso ma Chrom gli bloccò l'arto. 
«Lascia, faccio io» asserì mentre si allungava sulla punta dei piedi per raggiungere il suo viso. 
Frederick gli andò spontaneamente incontro chinandosi sopra di lui ed aprendo appena le labbra. 
Il contatto tra le loro bocche fu delicato e piacevole, così come la lingua che Chrom utilizzò per pulirgli il labbro superiore e la zona di pelle adiacente e che poi gli infilò in bocca con una punta di remissività. 
Frederick fu ben lieto di accoglierla e di accarezzarla servendosi della propria. 
Gradatamente i loro corpi si accostarono e le loro braccia andarono a cingere quello dell'altro. 
Il contatto si protrasse per qualche momento, poi si separarono come in obbedienza a qualche tacito ordine. 
«Adesso sei pulito» disse Chrom sorridendo. 
Frederick annuì in silenzio prima di domandare: «Puoi restare? Solo per un po'... per vedere se il latte fa effetto». 
Era una menzogna e lo sapeva perfettamente. In realtà avrebbe voluto chiedergli di rimanere a dormire in tenda con lui, per fargli compagnia. Non credeva che il latte sarebbe servito a qualcosa, però forse la sua presenza sì. 
Chrom allungò una mano in cerca della sua ed intrecciò con essa le dita. 
«D'accordo, resterò per un po'...» concesse, guidandolo verso la branda.

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