Sweet kisses
Oct. 5th, 2014 05:56 pm![[personal profile]](https://www.dreamwidth.org/img/silk/identity/user.png)
Titolo: Sweet kisses
Rating: Giallo
Genere: Fluff, Slice of life
Personaggi: Dante, Nero
Wordcount: 999 (
fiumidiparole)
Prompt: Baci sulla pancia di
sanzina89 per la Notte Bianca #16 @
maridichallenge
Note: Age difference, Shonen-ai
«Lo dici come se avessi mangiato tutto io...» replicò il padrone di casa, chiudendo gli occhi per poi risollevare una palpebra per guardare in direzione del suo compagno. Il tono di voce si era fatto più basso e sembrava quasi che fosse imbronciato.
Nero rise.
«Forse perché è così» ribatté dispettoso sporgendosi verso il suo compagno per un momento prima di tornare con la schiena dritta.
Spesso e volentieri, dopo una lunga notte di sesso appassionato e appagante, Dante e Nero protraevano le ore spese dormendo includendo in esse buona parte della mattina; così facendo si risvegliavano che erano pressoché le undici del mattino.
A quell'ora avevano abbastanza appetito da consumare una colazione piuttosto abbondante ma non ne avevano a sufficienza per trangugiare un intero pranzo; pertanto avevano preso l'abitudine di preparare quello che era già ampiamente diffuso e conosciuto come brunch, e cioè un misto tra colazione e pranzo.
Non era un pasto particolarmente pesante né era, per contro, troppo leggero e bastava a sfamarli fino all'ora della merenda pomeridiana.
Essendo una mezza colazione, non richiedeva doti culinarie eccelse; pertanto entrambi - che non valevano granché come cuochi - si applicavano nella preparazione del pasto dividendosi equamente i compiti.
Dante emise un sospiro mentre si addossava contro lo schienale del divano.
Indossava solo un vecchio paio di sdruciti pantaloni neri con l'elastico ormai allentato che concedevano agli sguardi di un eventuale pubblico una buona visuale dei boxer rossi che portava al di sotto.
«Sono pieno...» commentò soddisfatto intrecciando le dita sul ventre nudo.
Nero era seduto accanto a lui con indosso solo un paio di boxer bianchi a righe blu e una canotta bianca.
«Menomale, perché abbiamo finito» esclamò ridacchiando mentre si voltava per metà verso il più grande, piegando ed appoggiando una gamba sul divano.
«Lo dici come se avessi mangiato tutto io...» replicò il padrone di casa, chiudendo gli occhi per poi risollevare una palpebra per guardare in direzione del suo compagno. Il tono di voce si era fatto più basso e sembrava quasi che fosse imbronciato.
Nero rise.
«Forse perché è così» ribatté dispettoso sporgendosi verso il suo compagno per un momento prima di tornare con la schiena dritta.
Gli piaceva infastidire Dante dopo mangiato, perché era il momento in cui era rintontito per il pasto e cominciava ad addormentarsi. In quel frangente si comportava come un bambino.
«Non è vero!» protestò il più vecchio «Hai mangiato un sacco pure tu...».
«Mh, va bene...» gliela diede vinta Nero, protendendo il Devil Bringer verso il suo viso. Gli accarezzò la guancia ricoperta di ruvida peluria lasciando poi cadere la mano sulla sua spalla.
«Oggi tocca a te togliere i piatti... giusto?» borbottò Dante, reclinando di lato la testa per strofinarsi contro le dita del più giovane.
Nero si stiracchiò facendo scricchiolare le vertebre.
«Esatto» confermò.
Dante si affrettò a cambiare posizione, posando il capo sul bracciolo al suo fianco e mandando verso il più giovane le gambe. Nero si lasciò scivolare giù dal divano per fargli posto.
«Bene, allora io dormo» dichiarò Dante.
L'altro rimase ad osservarlo mentre lentamente si lasciava accogliere dalle braccia di Morfeo.
Sembrava quasi un pargolo un po' troppo cresciuto e Nero aveva voglia di dargli ancora fastidio. Non c'era niente da fare da soli in agenzia, almeno che non si mettesse a pulire e sistemare le sue armi, cosa che assolutamente non voleva fare. Per togliere i piatti sporchi e lavarli aveva tutto il giorno.
Si spostò in modo da essere davanti al suo torace e cominciò a stuzzicargli le punte molli dei capezzoli con la mano umana, osservando il suo viso per sondare le sue reazioni.
I sopraccigli di Dante si corrugarono ed una smorfia infastidita gli distorse le labbra ma dopo poco l'espressione si fece più rilassata, quasi compiaciuta.
«Ragazzo smettila...» bofonchiò senza però riuscire a nascondere una vibrante nota di piacere nella voce.
«Oh, avanti hai dormito quasi tutta la mattina. È quasi mezzogiorno!» si lamentò Nero mentre solcava con un dito la zona centrale del suo torace.
Dante spostò le mani in modo che non cominciasse a giocherellare anche con quelle.
«Sai che dopo aver mangiato dormo sempre un'oretta...» rispose il più grande.
«Oh, sì che lo so. Spero di non averne bisogno anch'io quando avrò la tua età, vecchietto!» controbatté il più giovane.
Sull'ultima parola mise un'enfasi particolarmente scherzosa e nel mentre affondò la punta del mignolo nell'apertura dell'ombelico di Dante.
Quest'ultimo sobbalzò leggermente ma non aprì minimamente gli occhi.
«Non darmi del vecchio, chiaro?» esclamò offeso «Riesco ancora a scoparti così bene da farti urlare fino a perdere la voce» soggiunse.
«Però cominci ad avere l'età per il sonnellino dopo i pasti...» fece presente il più giovane, perfettamente consapevole di quali fossero le sue capacità a letto.
Nel parlare gli passò per caso la mano sulla pancia, lasciandovi una leggera carezza.
Dante mugugnò in maniera significativa e addirittura inarcò leggermente la schiena in modo del tutto spontaneo perché il contatto si rinnovasse.
A Nero la cosa non sfuggì per niente e ripeté la carezza, stavolta intenzionalmente, assistendo alla replica di quella strana reazione.
Avevano fatto l'amore e i preliminari in molti modi diversi, ma durante nessuna pratica Dante aveva mai manifestato il benché minimo cenno riguardo ad una tale sensibilità al ventre.
«Probabilmente è perché ha appena finito di mangiare...» rifletté tra sé il più giovane mentre si lanciava in una serie di leggere carezze alla pancia del più grande, che ebbe così modo di lasciarsi andare ad una sequenza di sospiri lievi ma esplicativi.
Dopo le carezze arrivarono i baci, casti e rapidi, disseminati un po' ovunque. Nero non si risparmiò minimamente in questo, avvertendo i piccoli movimenti del suo partner che seguivano ogni suo spostamento. Apprezzava ancor più delle carezze.
In effetti, a Dante piaceva il tepore delle sue labbra a contatto col suo addome. Non riusciva a spiegarselo, eppure avvertiva una stranissima sensazione nei lombi molto simile all'eccitazione sessuale che provava quando il suo partner lo masturbava.
Nero si soffermò a baciare il suo ombelico, affondando la punta della lingua in esso.
Dante gemette con voce acuta accasciandosi poi definitivamente sul divano.
A quel punto il più giovane smise di baciarlo.
«Oh, devi proprio smettere...?» chiese Dante deluso, riaprendo finalmente gli occhi «Cominciava a piacermi sul serio!».
«Sì, non avevi detto che toccava a me lavare i piatti...?» rispose Nero alzandosi e cominciando a togliere le stoviglie sporche «E poi volevi dormire, per cui... buonanotte!».
Il più grande lo guardò torvo dalla sua postazione: prima lo stuzzicava e poi lo lasciava sul più bello. Era frustrante.
«Buonanotte...» rispose a mezza voce, mostrandogli la lingua.
Nero gli sorrise in risposta, compiaciuto di essere riuscito nel suo intento: infastidirlo il più possibile.
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Personaggi: Dante, Nero
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Prompt: Baci sulla pancia di
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Note: Age difference, Shonen-ai
«Lo dici come se avessi mangiato tutto io...» replicò il padrone di casa, chiudendo gli occhi per poi risollevare una palpebra per guardare in direzione del suo compagno. Il tono di voce si era fatto più basso e sembrava quasi che fosse imbronciato.
Nero rise.
«Forse perché è così» ribatté dispettoso sporgendosi verso il suo compagno per un momento prima di tornare con la schiena dritta.
Spesso e volentieri, dopo una lunga notte di sesso appassionato e appagante, Dante e Nero protraevano le ore spese dormendo includendo in esse buona parte della mattina; così facendo si risvegliavano che erano pressoché le undici del mattino.
A quell'ora avevano abbastanza appetito da consumare una colazione piuttosto abbondante ma non ne avevano a sufficienza per trangugiare un intero pranzo; pertanto avevano preso l'abitudine di preparare quello che era già ampiamente diffuso e conosciuto come brunch, e cioè un misto tra colazione e pranzo.
Non era un pasto particolarmente pesante né era, per contro, troppo leggero e bastava a sfamarli fino all'ora della merenda pomeridiana.
Essendo una mezza colazione, non richiedeva doti culinarie eccelse; pertanto entrambi - che non valevano granché come cuochi - si applicavano nella preparazione del pasto dividendosi equamente i compiti.
Dante emise un sospiro mentre si addossava contro lo schienale del divano.
Indossava solo un vecchio paio di sdruciti pantaloni neri con l'elastico ormai allentato che concedevano agli sguardi di un eventuale pubblico una buona visuale dei boxer rossi che portava al di sotto.
«Sono pieno...» commentò soddisfatto intrecciando le dita sul ventre nudo.
Nero era seduto accanto a lui con indosso solo un paio di boxer bianchi a righe blu e una canotta bianca.
«Menomale, perché abbiamo finito» esclamò ridacchiando mentre si voltava per metà verso il più grande, piegando ed appoggiando una gamba sul divano.
«Lo dici come se avessi mangiato tutto io...» replicò il padrone di casa, chiudendo gli occhi per poi risollevare una palpebra per guardare in direzione del suo compagno. Il tono di voce si era fatto più basso e sembrava quasi che fosse imbronciato.
Nero rise.
«Forse perché è così» ribatté dispettoso sporgendosi verso il suo compagno per un momento prima di tornare con la schiena dritta.
Gli piaceva infastidire Dante dopo mangiato, perché era il momento in cui era rintontito per il pasto e cominciava ad addormentarsi. In quel frangente si comportava come un bambino.
«Non è vero!» protestò il più vecchio «Hai mangiato un sacco pure tu...».
«Mh, va bene...» gliela diede vinta Nero, protendendo il Devil Bringer verso il suo viso. Gli accarezzò la guancia ricoperta di ruvida peluria lasciando poi cadere la mano sulla sua spalla.
«Oggi tocca a te togliere i piatti... giusto?» borbottò Dante, reclinando di lato la testa per strofinarsi contro le dita del più giovane.
Nero si stiracchiò facendo scricchiolare le vertebre.
«Esatto» confermò.
Dante si affrettò a cambiare posizione, posando il capo sul bracciolo al suo fianco e mandando verso il più giovane le gambe. Nero si lasciò scivolare giù dal divano per fargli posto.
«Bene, allora io dormo» dichiarò Dante.
L'altro rimase ad osservarlo mentre lentamente si lasciava accogliere dalle braccia di Morfeo.
Sembrava quasi un pargolo un po' troppo cresciuto e Nero aveva voglia di dargli ancora fastidio. Non c'era niente da fare da soli in agenzia, almeno che non si mettesse a pulire e sistemare le sue armi, cosa che assolutamente non voleva fare. Per togliere i piatti sporchi e lavarli aveva tutto il giorno.
Si spostò in modo da essere davanti al suo torace e cominciò a stuzzicargli le punte molli dei capezzoli con la mano umana, osservando il suo viso per sondare le sue reazioni.
I sopraccigli di Dante si corrugarono ed una smorfia infastidita gli distorse le labbra ma dopo poco l'espressione si fece più rilassata, quasi compiaciuta.
«Ragazzo smettila...» bofonchiò senza però riuscire a nascondere una vibrante nota di piacere nella voce.
«Oh, avanti hai dormito quasi tutta la mattina. È quasi mezzogiorno!» si lamentò Nero mentre solcava con un dito la zona centrale del suo torace.
Dante spostò le mani in modo che non cominciasse a giocherellare anche con quelle.
«Sai che dopo aver mangiato dormo sempre un'oretta...» rispose il più grande.
«Oh, sì che lo so. Spero di non averne bisogno anch'io quando avrò la tua età, vecchietto!» controbatté il più giovane.
Sull'ultima parola mise un'enfasi particolarmente scherzosa e nel mentre affondò la punta del mignolo nell'apertura dell'ombelico di Dante.
Quest'ultimo sobbalzò leggermente ma non aprì minimamente gli occhi.
«Non darmi del vecchio, chiaro?» esclamò offeso «Riesco ancora a scoparti così bene da farti urlare fino a perdere la voce» soggiunse.
«Però cominci ad avere l'età per il sonnellino dopo i pasti...» fece presente il più giovane, perfettamente consapevole di quali fossero le sue capacità a letto.
Nel parlare gli passò per caso la mano sulla pancia, lasciandovi una leggera carezza.
Dante mugugnò in maniera significativa e addirittura inarcò leggermente la schiena in modo del tutto spontaneo perché il contatto si rinnovasse.
A Nero la cosa non sfuggì per niente e ripeté la carezza, stavolta intenzionalmente, assistendo alla replica di quella strana reazione.
Avevano fatto l'amore e i preliminari in molti modi diversi, ma durante nessuna pratica Dante aveva mai manifestato il benché minimo cenno riguardo ad una tale sensibilità al ventre.
«Probabilmente è perché ha appena finito di mangiare...» rifletté tra sé il più giovane mentre si lanciava in una serie di leggere carezze alla pancia del più grande, che ebbe così modo di lasciarsi andare ad una sequenza di sospiri lievi ma esplicativi.
Dopo le carezze arrivarono i baci, casti e rapidi, disseminati un po' ovunque. Nero non si risparmiò minimamente in questo, avvertendo i piccoli movimenti del suo partner che seguivano ogni suo spostamento. Apprezzava ancor più delle carezze.
In effetti, a Dante piaceva il tepore delle sue labbra a contatto col suo addome. Non riusciva a spiegarselo, eppure avvertiva una stranissima sensazione nei lombi molto simile all'eccitazione sessuale che provava quando il suo partner lo masturbava.
Nero si soffermò a baciare il suo ombelico, affondando la punta della lingua in esso.
Dante gemette con voce acuta accasciandosi poi definitivamente sul divano.
A quel punto il più giovane smise di baciarlo.
«Oh, devi proprio smettere...?» chiese Dante deluso, riaprendo finalmente gli occhi «Cominciava a piacermi sul serio!».
«Sì, non avevi detto che toccava a me lavare i piatti...?» rispose Nero alzandosi e cominciando a togliere le stoviglie sporche «E poi volevi dormire, per cui... buonanotte!».
Il più grande lo guardò torvo dalla sua postazione: prima lo stuzzicava e poi lo lasciava sul più bello. Era frustrante.
«Buonanotte...» rispose a mezza voce, mostrandogli la lingua.
Nero gli sorrise in risposta, compiaciuto di essere riuscito nel suo intento: infastidirlo il più possibile.