Per colpa di un bicchiere di spumante
Dec. 31st, 2014 02:18 pm![[personal profile]](https://www.dreamwidth.org/img/silk/identity/user.png)
Titolo: Per colpa di un bicchiere di spumante
Rating: Rosso
Genere: Erotico
Personaggi: Dante, Nero, Vergil
Wordcount: 1916 (
fiumidiparole)
Prompt: #69 - "Probabilmente stanno facendo sesso" per la Maritombola #6 @
maridichallenge + Vigilia di Natale in famiglia per il p0rn fest #8 @
fanfic_italia
Note: Age difference, Blowjob, Drunk!sex, Lemon, Incest, Rimming, Threesome, Yaoi
Dante, con la classica espressione ebete di un ubriaco, abbassò gli occhi ai pantaloni osservando la macchia.
«Ops...» fece a mezza voce.
«Al diavolo!» ringhiò Vergil scattando in piedi e facendo per aggredire il gemello «Era l'ultimo bicchiere di spumante! Idiota, possibile che tu non sappia combinare niente di buono?!».
«Non riesco ancora a credere che siamo riusciti a fare un cenone di Natale degno di tale nome...».
Nero, seduto ai piedi dell'immenso albero di Natale posizionato nei pressi delle scale, si godeva l'atmosfera piuttosto natalizia che si respirava nella Devil May Cry mentre sorseggiava della birra da un bicchiere di vetro.
«Immagino che ti siano serviti almeno quattro mesi per mettere da parte soldi a sufficienza per una cena del genere...» continuò abbassando il bicchiere e passando in rassegna con lo sguardo i due occupanti del divano.
«Sei» lo corresse in tono assente il padrone di casa, sollevando la testa dalla spalla del fratello gemello «Ma non importa...» soggiunse.
«Ovviamente, mica sei stato tu a dover cucinare...» lo riprese in tono rigido Vergil, scoccandogli un'occhiataccia di traverso mentre abbassava il calice di spumante che stava bevendo «Voi avete solamente fatto la spesa...».
Nero sorrise malevolo.
«Non è mica colpa nostra se dei tre tu sei quello con attitudini più femminili» lo prese in giro, guadagnandosi a propria volta uno sguardo di rimprovero.
Tutti e tre avevano abbandonato i loro consueti abiti almeno per quella sera. Dopotutto, era la Vigilia di Natale e ci tenevano a passarla insieme dimenticandosi per un po' dei demoni.
Dante e Vergil indossavano due dolcevita del tutto identici ad eccezione del colore - quello di Dante era rosso mentre quello di Vergil azzurro - e dei jeans. I pantaloni di Dante erano piuttosto aderenti alle sue cosce ma scendevano dritti dalle ginocchia in giù, arrivando a coprire buona parte dei piedi ai quali calzava solamente un paio di spessi calzini rosso scuro.
Vergil invece portava dei jeans dritti e chiari, che sottolineavano solamente il profilo stretto del suo bacino. Ai piedi portava calzini blu scuro.
Al contrario dei due fratelli, Nero indossava una camicia color crema di flanella con la manica destra arrotolata fino al gomito e l'orlo lasciato volutamente fuori dai pantaloni per creare un look più da "ragazzo ribelle". Il gomito acuminato del Devil Bringer premeva contro il tessuto e quando lo distendeva spesso il risvolto finiva incastrato tra la punta che sporgeva all'infuori ed il primo tratto del braccio, costringendo Nero a sollevare ancora di più la manica.
I jeans che indossava erano talmente bassi che era una fortuna che i lembi inferiori della camicia pendessero abbastanza da coprirgli il fondoschiena, altrimenti sarebbe stato preso d'assalto dai suoi due compari non appena messo piede in agenzia. Sulle cosce il tessuto era strappato in più punti, lasciando intravedere sprazzi della carnagione chiara delle sue gambe. Un paio di scarpe da ginnastica bianche e nere nuove facevano bella mostra di loro ai suoi piedi, al di sotto dell'alto risvolto dei jeans.
Dante rise in maniera un po' goffa a causa dell'alcol che aveva ingerito in quantità industriali durante la cena e che cominciava solo adesso a fare effetto.
«Vergil sei un po' la mamma di casa...» esclamò.
L'albino gli diede una poderosa gomitata nel fianco, spingendolo dal lato opposto del divano.
«Io sono capace di badare a me stesso, a differenza tua» Vergil arricciò le labbra in un sorriso beffardo squadrando il parente con aria di superiorità «Non sai neanche prepararti un panino».
«Io ho un ufficio e lavoro» replicò Dante infervorandosi «Tu cacci i demoni per hobby».
Nero alzò gli occhi al cielo con cipiglio esasperato.
«Per favore almeno per stasera evitate di litigare» chiese.
Aveva appena finito di parlare quando Dante, indispettito per i ripetuti insulti del gemello, gli tirò un calcio nel fianco dal suo angolo di divano.
Vergil fu preso alla sprovvista dal gesto ed il colpo gli fece volare di mano il calice, che andò a rovesciarsi sul cavallo dei jeans di suo fratello.
Nero sgranò gli occhi, stupito dalla scena cui aveva appena assistito.
Dante, con la classica espressione ebete di un ubriaco, abbassò gli occhi ai pantaloni osservando la macchia.
«Ops...» fece a mezza voce.
«Al diavolo!» ringhiò Vergil scattando in piedi e facendo per aggredire il gemello «Era l'ultimo bicchiere di spumante! Idiota, possibile che tu non sappia combinare niente di buono?!».
Sentendo l'atmosfera caricarsi di tensione, il più giovane del terzetto ritenne opportuno intervenire per sedare quel principio di litigio. Lasciò il suo bicchiere vuoto a terra e andò velocemente verso il divano.
«Dai Vergil è stato un incidente» s'intromise afferrandolo per un braccio e allontanandolo.
«Quel calcio non era un incidente!» sbottò Vergil irritato, cercando di divincolarsi.
«È mezzo ubriaco!» ribatté Nero «Avanti, calmati» soggiunse in tono ragionevole.
Vergil guardò Dante, che si stava studiando il cavallo dei pantaloni con espressione stupida.
In effetti non aveva tutti i torti.
Vergil respirò profondamente cercando di sbollire. In quel momento suo fratello si sollevò il maglione e cominciò ad aprirsi i pantaloni.
I suoi compagni lo fissarono per un istante, prima che i riflessi di Nero lo facessero reagire.
«Fermo! Che fai?!» lo rimproverò bloccandogli le mani.
Dante cercò di divincolarsi dalla sua presa.
«Mi si stanno bagnando i boxer...» si lamentò, riuscendo a liberarsi dalla presa del più giovane.
Si alzò in piedi di scatto e fece per calarsi i jeans ma Nero di nuovo riuscì ad interromperlo.
«Andiamo in bagno! Ti accompagno io» esclamò in gran fretta «Però lascia stare i pantaloni per ora!» soggiunse.
«Non ho bisogno di a...!».
Neanche finì di parlare che ricadde seduto sul divano come un peso morto.
Vergil si produsse in una risata a stento repressa mentre Nero sollevava gli occhi al soffitto implorando di trovare la forza di sopportare tutto ciò.
«Sì, certo» tagliò corto con impazienza, afferrando Dante e sollevandolo nuovamente in piedi, sorreggendolo con forza «Forza, cammina!» lo esortò mentre lo scortava passo dopo passo verso la porta del bagno.
Lo accompagnò fin dentro; dopodiché gli intimò: «Sbrigati a spogliarti» ed uscì di nuovo.
Si appoggiò contro la porta chiusa con le spalle, sospirando ancora una volta mentre Vergil lo raggiungeva.
«In genere non basta così poco a renderlo ubriaco...» commentò con le braccia incrociate sul torace «Insomma, non ha bevuto tanto...».
«Sarà stata la combo birra e spumante...» ipotizzò il più giovane scrollando le spalle «Comunque, puoi andare tu a prendergli dei pantaloni e della biancheria puliti?» soggiunse in tono insolitamente gentile, cambiando totalmente argomento.
Si rendeva perfettamente conto del fatto che servisse qualcuno che rimanesse vicino a Dante per impedirgli di combinare qualche guaio dei suoi. D'altro canto stare lì ad aspettare senza fare nulla non era affatto costruttivo.
«D'accordo» rispose Vergil, allontanandosi.
Nero lo guardò salire le scale prima di tornare in bagno.
Non appena ebbe varcata la soglia si trovò davanti ad un Dante vestito solo di un maglioncino piuttosto corto e con un chiaro principio di erezione che svettava tra le sue gambe.
Era in piedi, appoggiato al lavandino, e tremava leggermente, sintomo del fatto che in quello stato percepiva il freddo.
Le guance del ragazzo si fecero porpora mentre si chiedeva il perché di quell'improvvisa eccitazione. Né lui né tantomeno Vergil avevano tenuto comportamenti che avessero potuto in qualche modo provocarlo.
«Probabilmente è la sbronza...» si rispose avvicinandosi.
Quando Dante sollevò lo sguardo nella sua direzione, il più giovane si ritrovò a desiderare di far l'amore con lui - o quantomeno di soddisfare le sue necessità fisiologiche attuali.
Il più grande, vedendolo avvicinarsi, barcollò leggermente nella sua direzione prima di abbandonarsi come un peso morto tra le sue braccia, aggrappandosi alle sue spalle.
Nero lo sorresse prontamente e Dante approfittò del momento per protendersi a baciarlo convulsamente. Nel frattempo il suo inguine nudo cominciò a strusciare contro la chiusura a zip dei jeans dell'altro.
«Sono... duro...» bofonchiò contro le labbra del minore, abbassando la testa per posarla nell'incavo del suo collo.
Quella era una richiesta vera e propria ed il suo compagno non era affatto incline a rifiutarla.
Spostò il Devil Bringer tra le sue gambe, stringendo il suo pene e cominciando a muovere l'arto e masturbarlo.
Dante sospirò con voce forte, abbandonandosi di più contro il corpo del suo partner mentre allargava le gambe.
Nero si chinò a terra, posandolo seduto sul tappetino ai piedi del lavandino.
Dante a quel punto allargò le gambe e reclinò all'indietro la testa, mugolando con inusuale fervore.
Il suo pene divenne duro e turgido in una manciata di minuti, spingendo Nero a sollevarlo e metterlo carponi.
Con le dita allargò il suo orifizio anale.
Avevano fatto tutti e tre la doccia quella sera prima di cenare e Nero percepiva al tatto la morbidezza della pelle tipica di una doccia recente.
Affondò la lingua nel suo sfintere, spingendola a fondo il più possibile e poi estraendola lentamente, ripetendo più volte l'operazione.
Dante andò in estasi, come sottolinearono i suoi mugolii tramutatisi in veri e propri gridolini.
Il ragazzo si aprì i jeans ed estrasse il suo pene mezzo duro, cominciando a masturbarsi con la mano libera.
Vergil nel frattempo stava tornando coi vestiti puliti per suo fratello.
Gli ci era voluto più del previsto per trovarli a causa del particolare stato di ordine in cui Dante teneva le sue cose. Aveva dovuto scavare sotto decine di calzini infilati alla rinfusa nel cassetto e ripiegati male e spingersi in fondo all'armadio prima di riuscire a trovare quello che cercava.
Arrivato in prossimità della porta del bagno udì distintamente i gemiti di suo fratello, talmente poderosi e carichi di piacere che era impossibile non capirne l'origine.
Vergil arrossì mentre il suo cervello esprimeva il tutto in un unica semplice frase: «Probabilmente stanno facendo sesso».
Un istintivo moto di gelosia lo colse come una fitta nel petto, incoraggiandolo ad aprire la porta e varcarla a passo di marcia.
Si ritrovò a guardare Nero mentre leccava l'apertura posteriore di suo fratello, piegato carponi con la schiena inclinata in basso ed il viso poggiato sul pavimento.
«Voi due...» ringhiò Vergil accecato dalla rabbia.
Gettò da parte i vestiti che aveva tra le braccia e andò a sollevare il busto di Dante al solo scopo di infilarcisi sotto disteso supino.
Si aprì la zip dei jeans e ne estrasse il suo pene, sventolandolo sotto il naso del gemello.
«Volevate divertirvi solo voi?» domandò in tono stizzito.
Dante accolse in bocca il suo pene ancora flaccido mentre Vergil si allungava a succhiare il suo già spropositatamente eretto.
I mugolii dei tre si levarono nella stanza altrimenti silenziosa, rendendo l'atmosfera più calda e intima.
Nero, stanco di masturbarsi e con la lingua che cominciava a dolergli, decise di passare allo step successivo e penetrò il compagno più grande con un colpo secco di bacino.
Dante sobbalzò ma non lasciò andare il cazzo di Vergil, indurito dal suo sapiente uso della bocca.
Le spinte impresse da Nero furono dapprima piuttosto lente e precise e poi sempre più vigorose e rapide man mano che il tempo passava.
Vergil era tutto sudato e gli sarebbe piaciuto aver tolto il maglione prima di infilarsi sotto il corpo caldo di Dante; ciononostante non era intenzionato a fermarsi finché il suo partner non fosse venuto.
Quest'ultimo - complice il duplice apporto di piacere - fu effettivamente il primo a raggiungere l'orgasmo, eiaculando nella bocca di Vergil, che con diligenza inghiottì lo sperma fino all'ultima goccia.
Dopo l'orgasmo Dante fu sul punto di cedere e cadere steso sopra suo fratello; tuttavia i suoi due partner intervennero prontamente a sorreggerlo e lui continuò a succhiare l'erezione del gemello.
Nero era quasi arrivato. Sentiva di essere vicino ma non riusciva a raggiungere l'orgasmo di poco; perciò cominciò ad aumentare la forza di spinta, sballottando Dante avanti e indietro come un peso morto.
Quest'ultimo, seguendo il movimento, iniziò a dondolare la testa mentre succhiava, producendo gemiti rochi nel fratello, che non si aspettava di poter provare ancora più piacere di quanto ne stesse già percependo.
Finalmente Nero venne, schizzando il proprio sperma all'interno del fondoschiena di Dante. Quasi nello stesso momento anche Vergil arrivò all'eiaculazione.
Dante si ritrovò ad inghiottire sperma mentre altro seme gli scivolava nel sedere. Resistette finché i due non ebbero finito; dopodiché le ginocchia gli cedettero e lui cadde disteso, esausto.
Vergil si divincolò faticosamente dal peso del gemello, però riuscì a togliersi da sotto di lui. Nero rimosse la sua erezione dal suo fondoschiena e si mise seduto.
In quel momento da lontano giunsero loro i rintocchi di una campana.
In silenzio, mentre riprendevano fiato, ne contarono dodici.
A quel punto Nero e Vergil si scambiarono uno sguardo.
«Buon Natale» dissero in coro a mezza voce, soddisfatti.
Dante si aggiunse solo dopo, mugugnando qualcosa d'incomprensibile.
Rating: Rosso
Genere: Erotico
Personaggi: Dante, Nero, Vergil
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Prompt: #69 - "Probabilmente stanno facendo sesso" per la Maritombola #6 @
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Note: Age difference, Blowjob, Drunk!sex, Lemon, Incest, Rimming, Threesome, Yaoi
Dante, con la classica espressione ebete di un ubriaco, abbassò gli occhi ai pantaloni osservando la macchia.
«Ops...» fece a mezza voce.
«Al diavolo!» ringhiò Vergil scattando in piedi e facendo per aggredire il gemello «Era l'ultimo bicchiere di spumante! Idiota, possibile che tu non sappia combinare niente di buono?!».
«Non riesco ancora a credere che siamo riusciti a fare un cenone di Natale degno di tale nome...».
Nero, seduto ai piedi dell'immenso albero di Natale posizionato nei pressi delle scale, si godeva l'atmosfera piuttosto natalizia che si respirava nella Devil May Cry mentre sorseggiava della birra da un bicchiere di vetro.
«Immagino che ti siano serviti almeno quattro mesi per mettere da parte soldi a sufficienza per una cena del genere...» continuò abbassando il bicchiere e passando in rassegna con lo sguardo i due occupanti del divano.
«Sei» lo corresse in tono assente il padrone di casa, sollevando la testa dalla spalla del fratello gemello «Ma non importa...» soggiunse.
«Ovviamente, mica sei stato tu a dover cucinare...» lo riprese in tono rigido Vergil, scoccandogli un'occhiataccia di traverso mentre abbassava il calice di spumante che stava bevendo «Voi avete solamente fatto la spesa...».
Nero sorrise malevolo.
«Non è mica colpa nostra se dei tre tu sei quello con attitudini più femminili» lo prese in giro, guadagnandosi a propria volta uno sguardo di rimprovero.
Tutti e tre avevano abbandonato i loro consueti abiti almeno per quella sera. Dopotutto, era la Vigilia di Natale e ci tenevano a passarla insieme dimenticandosi per un po' dei demoni.
Dante e Vergil indossavano due dolcevita del tutto identici ad eccezione del colore - quello di Dante era rosso mentre quello di Vergil azzurro - e dei jeans. I pantaloni di Dante erano piuttosto aderenti alle sue cosce ma scendevano dritti dalle ginocchia in giù, arrivando a coprire buona parte dei piedi ai quali calzava solamente un paio di spessi calzini rosso scuro.
Vergil invece portava dei jeans dritti e chiari, che sottolineavano solamente il profilo stretto del suo bacino. Ai piedi portava calzini blu scuro.
Al contrario dei due fratelli, Nero indossava una camicia color crema di flanella con la manica destra arrotolata fino al gomito e l'orlo lasciato volutamente fuori dai pantaloni per creare un look più da "ragazzo ribelle". Il gomito acuminato del Devil Bringer premeva contro il tessuto e quando lo distendeva spesso il risvolto finiva incastrato tra la punta che sporgeva all'infuori ed il primo tratto del braccio, costringendo Nero a sollevare ancora di più la manica.
I jeans che indossava erano talmente bassi che era una fortuna che i lembi inferiori della camicia pendessero abbastanza da coprirgli il fondoschiena, altrimenti sarebbe stato preso d'assalto dai suoi due compari non appena messo piede in agenzia. Sulle cosce il tessuto era strappato in più punti, lasciando intravedere sprazzi della carnagione chiara delle sue gambe. Un paio di scarpe da ginnastica bianche e nere nuove facevano bella mostra di loro ai suoi piedi, al di sotto dell'alto risvolto dei jeans.
Dante rise in maniera un po' goffa a causa dell'alcol che aveva ingerito in quantità industriali durante la cena e che cominciava solo adesso a fare effetto.
«Vergil sei un po' la mamma di casa...» esclamò.
L'albino gli diede una poderosa gomitata nel fianco, spingendolo dal lato opposto del divano.
«Io sono capace di badare a me stesso, a differenza tua» Vergil arricciò le labbra in un sorriso beffardo squadrando il parente con aria di superiorità «Non sai neanche prepararti un panino».
«Io ho un ufficio e lavoro» replicò Dante infervorandosi «Tu cacci i demoni per hobby».
Nero alzò gli occhi al cielo con cipiglio esasperato.
«Per favore almeno per stasera evitate di litigare» chiese.
Aveva appena finito di parlare quando Dante, indispettito per i ripetuti insulti del gemello, gli tirò un calcio nel fianco dal suo angolo di divano.
Vergil fu preso alla sprovvista dal gesto ed il colpo gli fece volare di mano il calice, che andò a rovesciarsi sul cavallo dei jeans di suo fratello.
Nero sgranò gli occhi, stupito dalla scena cui aveva appena assistito.
Dante, con la classica espressione ebete di un ubriaco, abbassò gli occhi ai pantaloni osservando la macchia.
«Ops...» fece a mezza voce.
«Al diavolo!» ringhiò Vergil scattando in piedi e facendo per aggredire il gemello «Era l'ultimo bicchiere di spumante! Idiota, possibile che tu non sappia combinare niente di buono?!».
Sentendo l'atmosfera caricarsi di tensione, il più giovane del terzetto ritenne opportuno intervenire per sedare quel principio di litigio. Lasciò il suo bicchiere vuoto a terra e andò velocemente verso il divano.
«Dai Vergil è stato un incidente» s'intromise afferrandolo per un braccio e allontanandolo.
«Quel calcio non era un incidente!» sbottò Vergil irritato, cercando di divincolarsi.
«È mezzo ubriaco!» ribatté Nero «Avanti, calmati» soggiunse in tono ragionevole.
Vergil guardò Dante, che si stava studiando il cavallo dei pantaloni con espressione stupida.
In effetti non aveva tutti i torti.
Vergil respirò profondamente cercando di sbollire. In quel momento suo fratello si sollevò il maglione e cominciò ad aprirsi i pantaloni.
I suoi compagni lo fissarono per un istante, prima che i riflessi di Nero lo facessero reagire.
«Fermo! Che fai?!» lo rimproverò bloccandogli le mani.
Dante cercò di divincolarsi dalla sua presa.
«Mi si stanno bagnando i boxer...» si lamentò, riuscendo a liberarsi dalla presa del più giovane.
Si alzò in piedi di scatto e fece per calarsi i jeans ma Nero di nuovo riuscì ad interromperlo.
«Andiamo in bagno! Ti accompagno io» esclamò in gran fretta «Però lascia stare i pantaloni per ora!» soggiunse.
«Non ho bisogno di a...!».
Neanche finì di parlare che ricadde seduto sul divano come un peso morto.
Vergil si produsse in una risata a stento repressa mentre Nero sollevava gli occhi al soffitto implorando di trovare la forza di sopportare tutto ciò.
«Sì, certo» tagliò corto con impazienza, afferrando Dante e sollevandolo nuovamente in piedi, sorreggendolo con forza «Forza, cammina!» lo esortò mentre lo scortava passo dopo passo verso la porta del bagno.
Lo accompagnò fin dentro; dopodiché gli intimò: «Sbrigati a spogliarti» ed uscì di nuovo.
Si appoggiò contro la porta chiusa con le spalle, sospirando ancora una volta mentre Vergil lo raggiungeva.
«In genere non basta così poco a renderlo ubriaco...» commentò con le braccia incrociate sul torace «Insomma, non ha bevuto tanto...».
«Sarà stata la combo birra e spumante...» ipotizzò il più giovane scrollando le spalle «Comunque, puoi andare tu a prendergli dei pantaloni e della biancheria puliti?» soggiunse in tono insolitamente gentile, cambiando totalmente argomento.
Si rendeva perfettamente conto del fatto che servisse qualcuno che rimanesse vicino a Dante per impedirgli di combinare qualche guaio dei suoi. D'altro canto stare lì ad aspettare senza fare nulla non era affatto costruttivo.
«D'accordo» rispose Vergil, allontanandosi.
Nero lo guardò salire le scale prima di tornare in bagno.
Non appena ebbe varcata la soglia si trovò davanti ad un Dante vestito solo di un maglioncino piuttosto corto e con un chiaro principio di erezione che svettava tra le sue gambe.
Era in piedi, appoggiato al lavandino, e tremava leggermente, sintomo del fatto che in quello stato percepiva il freddo.
Le guance del ragazzo si fecero porpora mentre si chiedeva il perché di quell'improvvisa eccitazione. Né lui né tantomeno Vergil avevano tenuto comportamenti che avessero potuto in qualche modo provocarlo.
«Probabilmente è la sbronza...» si rispose avvicinandosi.
Quando Dante sollevò lo sguardo nella sua direzione, il più giovane si ritrovò a desiderare di far l'amore con lui - o quantomeno di soddisfare le sue necessità fisiologiche attuali.
Il più grande, vedendolo avvicinarsi, barcollò leggermente nella sua direzione prima di abbandonarsi come un peso morto tra le sue braccia, aggrappandosi alle sue spalle.
Nero lo sorresse prontamente e Dante approfittò del momento per protendersi a baciarlo convulsamente. Nel frattempo il suo inguine nudo cominciò a strusciare contro la chiusura a zip dei jeans dell'altro.
«Sono... duro...» bofonchiò contro le labbra del minore, abbassando la testa per posarla nell'incavo del suo collo.
Quella era una richiesta vera e propria ed il suo compagno non era affatto incline a rifiutarla.
Spostò il Devil Bringer tra le sue gambe, stringendo il suo pene e cominciando a muovere l'arto e masturbarlo.
Dante sospirò con voce forte, abbandonandosi di più contro il corpo del suo partner mentre allargava le gambe.
Nero si chinò a terra, posandolo seduto sul tappetino ai piedi del lavandino.
Dante a quel punto allargò le gambe e reclinò all'indietro la testa, mugolando con inusuale fervore.
Il suo pene divenne duro e turgido in una manciata di minuti, spingendo Nero a sollevarlo e metterlo carponi.
Con le dita allargò il suo orifizio anale.
Avevano fatto tutti e tre la doccia quella sera prima di cenare e Nero percepiva al tatto la morbidezza della pelle tipica di una doccia recente.
Affondò la lingua nel suo sfintere, spingendola a fondo il più possibile e poi estraendola lentamente, ripetendo più volte l'operazione.
Dante andò in estasi, come sottolinearono i suoi mugolii tramutatisi in veri e propri gridolini.
Il ragazzo si aprì i jeans ed estrasse il suo pene mezzo duro, cominciando a masturbarsi con la mano libera.
Vergil nel frattempo stava tornando coi vestiti puliti per suo fratello.
Gli ci era voluto più del previsto per trovarli a causa del particolare stato di ordine in cui Dante teneva le sue cose. Aveva dovuto scavare sotto decine di calzini infilati alla rinfusa nel cassetto e ripiegati male e spingersi in fondo all'armadio prima di riuscire a trovare quello che cercava.
Arrivato in prossimità della porta del bagno udì distintamente i gemiti di suo fratello, talmente poderosi e carichi di piacere che era impossibile non capirne l'origine.
Vergil arrossì mentre il suo cervello esprimeva il tutto in un unica semplice frase: «Probabilmente stanno facendo sesso».
Un istintivo moto di gelosia lo colse come una fitta nel petto, incoraggiandolo ad aprire la porta e varcarla a passo di marcia.
Si ritrovò a guardare Nero mentre leccava l'apertura posteriore di suo fratello, piegato carponi con la schiena inclinata in basso ed il viso poggiato sul pavimento.
«Voi due...» ringhiò Vergil accecato dalla rabbia.
Gettò da parte i vestiti che aveva tra le braccia e andò a sollevare il busto di Dante al solo scopo di infilarcisi sotto disteso supino.
Si aprì la zip dei jeans e ne estrasse il suo pene, sventolandolo sotto il naso del gemello.
«Volevate divertirvi solo voi?» domandò in tono stizzito.
Dante accolse in bocca il suo pene ancora flaccido mentre Vergil si allungava a succhiare il suo già spropositatamente eretto.
I mugolii dei tre si levarono nella stanza altrimenti silenziosa, rendendo l'atmosfera più calda e intima.
Nero, stanco di masturbarsi e con la lingua che cominciava a dolergli, decise di passare allo step successivo e penetrò il compagno più grande con un colpo secco di bacino.
Dante sobbalzò ma non lasciò andare il cazzo di Vergil, indurito dal suo sapiente uso della bocca.
Le spinte impresse da Nero furono dapprima piuttosto lente e precise e poi sempre più vigorose e rapide man mano che il tempo passava.
Vergil era tutto sudato e gli sarebbe piaciuto aver tolto il maglione prima di infilarsi sotto il corpo caldo di Dante; ciononostante non era intenzionato a fermarsi finché il suo partner non fosse venuto.
Quest'ultimo - complice il duplice apporto di piacere - fu effettivamente il primo a raggiungere l'orgasmo, eiaculando nella bocca di Vergil, che con diligenza inghiottì lo sperma fino all'ultima goccia.
Dopo l'orgasmo Dante fu sul punto di cedere e cadere steso sopra suo fratello; tuttavia i suoi due partner intervennero prontamente a sorreggerlo e lui continuò a succhiare l'erezione del gemello.
Nero era quasi arrivato. Sentiva di essere vicino ma non riusciva a raggiungere l'orgasmo di poco; perciò cominciò ad aumentare la forza di spinta, sballottando Dante avanti e indietro come un peso morto.
Quest'ultimo, seguendo il movimento, iniziò a dondolare la testa mentre succhiava, producendo gemiti rochi nel fratello, che non si aspettava di poter provare ancora più piacere di quanto ne stesse già percependo.
Finalmente Nero venne, schizzando il proprio sperma all'interno del fondoschiena di Dante. Quasi nello stesso momento anche Vergil arrivò all'eiaculazione.
Dante si ritrovò ad inghiottire sperma mentre altro seme gli scivolava nel sedere. Resistette finché i due non ebbero finito; dopodiché le ginocchia gli cedettero e lui cadde disteso, esausto.
Vergil si divincolò faticosamente dal peso del gemello, però riuscì a togliersi da sotto di lui. Nero rimosse la sua erezione dal suo fondoschiena e si mise seduto.
In quel momento da lontano giunsero loro i rintocchi di una campana.
In silenzio, mentre riprendevano fiato, ne contarono dodici.
A quel punto Nero e Vergil si scambiarono uno sguardo.
«Buon Natale» dissero in coro a mezza voce, soddisfatti.
Dante si aggiunse solo dopo, mugugnando qualcosa d'incomprensibile.