Questioni d'abbigliamento
Mar. 31st, 2015 05:49 pm![[personal profile]](https://www.dreamwidth.org/img/silk/identity/user.png)
Titolo: Questioni d'abbigliamento
Rating: Verde
Genere: Commedia, Fluff, Slice of life
Personaggi: Dante, Nero
Wordcount: 1176 (
fiumidiparole)
Prompt: 383. Deformato @
500themes_ita
Note: Age difference, Shonen-ai
«Forza, mettilo!» continuò ad insistere il più giovane «Non vorrai mica prenderti un bel raffreddore?» soggiunse in un chiaro tentativo di raggiungere il suo obiettivo per vie traverse.
La sua testardaggine era encomiabile, Dante doveva riconoscerlo. Quel suo atteggiamento gli ricordava un po' lui stesso quando più o meno aveva la sua età - anche se a quei tempi non si intestardiva di certo per cose frivole e di poco conto come l'abbigliamento, specialmente perché se ne andava in giro a torso nudo, mettendo in mostra i pettorali.
«Io quello non lo metto!».
Dante intrecciò le braccia sul petto nudo e voltò altrove lo sguardo, chiudendo gli occhi per sottolineare il suo non voler scendere a compromessi.
«Oh ma dai!» sbuffò Nero per contro, vivamente irritato «Che cos'ha che non va?».
Così dicendo sollevò il maglione che teneva tra le mani per mostrarlo meglio all'altro: era un semplicissimo pullover di lana bordeaux con il collo leggermente rialzato. Niente fantasie assurde né figure ricamate sopra.
Dante si degnò di rivolgere al capo d'abbigliamento un altro fugace sguardo prima di tornare nella sua posizione di assoluto diniego.
«Non voglio metterlo!» ribadì senza in realtà rispondere alla domanda che gli era stata posta.
«Ma non puoi uscire con i tuoi soliti vestiti con questo freddo!» obiettò il più giovane testardamente.
«Sono mezzo demone, ragazzo. La mia salute è più fort-eh-eh-ETCÌ!» s'interruppe esibendosi in un enorme starnuto che lo sbilanciò talmente tanto in avanti da farlo risultare ridicolo.
Nero esplose in una sonora risata che punse sul vivo il suo compagno.
«Cosa stavi dicendo?» lo sfotté apertamente, sogghignando con strafottenza.
Dante digrignò i denti e aggrottò le sopracciglia per poi prodursi in un broncio infantile tipico di quei bambini cui veniva fatto un dispetto dal loro gruppo di amichetti.
«Forza, mettilo!» continuò ad insistere il più giovane «Non vorrai mica prenderti un bel raffreddore?» soggiunse in un chiaro tentativo di raggiungere il suo obiettivo per vie traverse.
La sua testardaggine era encomiabile, Dante doveva riconoscerlo. Quel suo atteggiamento gli ricordava un po' lui stesso quando più o meno aveva la sua età - anche se a quei tempi non si intestardiva di certo per cose frivole e di poco conto come l'abbigliamento, specialmente perché se ne andava in giro a torso nudo, mettendo in mostra i pettorali.
«Ho detto di no!» ribadì con foga Dante «Mi hai già costretto a mettere questi pantaloni scomodissimi, non otterrai altro!» aggiunse.
Indossava un paio di pantaloni marroni felpati all'interno che per giunta erano poco elasticizzati; pertanto gran parte dei movimenti cui era solitamente abituato gli era preclusa.
«Fuori nevica e c'è vento, non puoi andare vestito come al solito» cercò di farlo ragionare Nero «E non ho intenzione di rinunciare al nostro appuntamento per niente al mondo, perché me lo avevi promesso più di una settimana fa!».
Dante non era proprio il tipo cui piaceva uscire di casa se non strettamente necessario. Per poterlo fare Nero doveva chiederlo almeno mille volte e insistere fino a che il suo partner, stanco di sentirselo ripetere, non gli concedeva un appuntamento.
«Avanti, è solamente un maglione!» tentò di convincerlo ancora una volta «Vedrai che ti starà bene!».
Dante stavolta non rispose, sciogliendo al contempo le braccia che aveva intrecciate sul petto.
Nero lo prese per un tacito invito a farsi avanti e infilargli l'indumento e così fece: arrotolò il maglione tra le mani e glielo infilò dalla testa.
Non appena la testa del più grande sbucò dall'apertura dell'indumento, Nero commentò con un: «Potresti anche aiutarmi e mettertelo da solo...!».
L'altro gli rivolse una smorfia piena d'esasperazione e si accinse ad inserire le braccia nelle maniche.
A quel punto Nero gli tirò giù il pullover fino a coprirgli l'addome e gli sistemò il collo rialzato; dopodiché si allontanò per ammirare l'effetto completo.
«Wow!» esclamò con gli occhi improvvisamente illuminati d'euforia.
Dante notò quel cambiamento repentino nel suo sguardo e gli sorse spontanea la curiosità di poter constatare coi suoi occhi quel che aveva acceso l'entusiasmo di Nero.
Si alzò dal letto e si diresse verso l'armadio, all'interno della cui anta era appeso uno specchio grande abbastanza da potergli mostrare la sua figura fino al ginocchio.
Nel vedere la sua immagine riflessa le guance di Dante presero letteralmente fuoco e le sue labbra si distorsero in una smorfia a metà tra l'imbarazzo e l'incredulità.
«Allora?».
Nero gli comparse accanto, sbirciando da sopra la sua spalla e sorridendo nel vedere come quel maglione metteva in risalto i suoi fianchi stretti e le sue spalle larghe.
Dante rimase momentaneamente a guardarsi boccheggiando senza trovare le parole giuste per esprimere quello che provava.
Dopo qualche momento riuscì a dire: «Mi sta malissimo!».
«Cosa?!» fece Nero allibito «Non è vero! Stai bene!».
Dante si volse con uno scatto rabbioso verso di lui: «Mi fa sembrare grasso!».
Il ragazzo sbatté le palpebre, perplesso dalla sua obiezione; tuttavia, ad un esame più attento, notò che effettivamente il maglione rendeva la sua corporatura un po' più abbondante di quanto in realtà fosse.
«Non così tanto...» ammise nel debole tentativo di placare la sua ira.
«E invece sì!» tuonò per tutta risposta l'altro, facendo per sfilarsi l'indumento.
Nero intervenne prontamente a bloccarlo esclamando: «Ma non vai fuori con solo questo addosso! Aspetta di mettere la giacca...!».
«Scordatelo, ragazzo! Non voglio sembrare ancora più grasso!» ringhiò il più grande divincolandosi dalla sua presa.
Nero, allontanato in malo modo, non riuscì a reprimere un indignato: «Mica usciamo perché tu debba metterti in bella mostra! È normale vestirsi a strati d'inverno e sembrare un po' più grossi!».
Dante si bloccò nell'atto di un nuovo attacco d'ira: in effetti era vero. Gli umani perdevano un po' in estetica durante i mesi invernali a causa del loro abbigliamento pesante.
Leggendo l'esitazione nei suoi occhi, Nero decise di fare la prossima mossa: lo oltrepassò e si mise a cercare qualcosa tra gli indumenti appesi all'interno dell'armadio.
«Prova a mettere questo...».
Così dicendo il ragazzo porse al più vecchio una grande giacca in simil-pelle felpata nel lato interno.
Ormai aveva indossato quell'obbrobrio di maglione; pertanto poteva far contento il suo fidanzatino fino in fondo e provare anche il resto.
«Da' qua» sbuffò afferrando la giacca e indossandola sopra al maglione con cipiglio alquanto contrariato.
Tornò a specchiarsi e si stupì di quanto effettivamente la sua immagine fosse migliorata: adesso non sembrava più grasso, bensì proporzionatamente più largo.
Se già di per sé aveva una stazza piuttosto notevole, con quella giacca addosso sembrava avere una corporatura ancor più robusta.
«Wow!» esclamò, stupito da ciò che aveva davanti agli occhi.
Si girò per guardarsi da ogni angolazione possibile senza trovarne nessuna che gli restituisse un brutto profilo del suo corpo.
I miracoli che poteva fare una semplice giacca per sistemare un'immagine pessima.
Nero sorrise di fronte ad una tale esibizione di narcisismo, compiaciuto da quel che era riuscito a fare: finalmente Dante avrebbe indossato degli abiti diversi dai soliti.
Con la bella corporatura che si ritrovava era un peccato vederlo vestito sempre nella stessa maniera.
«Hai visto? Te l'avevo detto!» esclamò appuntandosi le mani sui fianchi, assumendo una posa di trionfo ed un sogghigno arrogante «Hai ancora intenzione di cambiarti, adesso?».
A Dante un po' rodeva il dovergli dare ragione; tuttavia, non poteva negare che ora come ora non aveva davvero voglia di cambiarsi.
«... uscirò con te vestito così...» borbottò come se stesse ammettendo un grave peccato «Ma solo perché hai insistito tanto!» soggiunse con più foga, deciso a non dargli soddisfazione.
Nero sorrise, intuendo la natura dei suoi pensieri oltre quelle parole.
«Va bene... allora andiamo» lo esortò prendendolo per mano.
Rating: Verde
Genere: Commedia, Fluff, Slice of life
Personaggi: Dante, Nero
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Prompt: 383. Deformato @
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Note: Age difference, Shonen-ai
«Forza, mettilo!» continuò ad insistere il più giovane «Non vorrai mica prenderti un bel raffreddore?» soggiunse in un chiaro tentativo di raggiungere il suo obiettivo per vie traverse.
La sua testardaggine era encomiabile, Dante doveva riconoscerlo. Quel suo atteggiamento gli ricordava un po' lui stesso quando più o meno aveva la sua età - anche se a quei tempi non si intestardiva di certo per cose frivole e di poco conto come l'abbigliamento, specialmente perché se ne andava in giro a torso nudo, mettendo in mostra i pettorali.
«Io quello non lo metto!».
Dante intrecciò le braccia sul petto nudo e voltò altrove lo sguardo, chiudendo gli occhi per sottolineare il suo non voler scendere a compromessi.
«Oh ma dai!» sbuffò Nero per contro, vivamente irritato «Che cos'ha che non va?».
Così dicendo sollevò il maglione che teneva tra le mani per mostrarlo meglio all'altro: era un semplicissimo pullover di lana bordeaux con il collo leggermente rialzato. Niente fantasie assurde né figure ricamate sopra.
Dante si degnò di rivolgere al capo d'abbigliamento un altro fugace sguardo prima di tornare nella sua posizione di assoluto diniego.
«Non voglio metterlo!» ribadì senza in realtà rispondere alla domanda che gli era stata posta.
«Ma non puoi uscire con i tuoi soliti vestiti con questo freddo!» obiettò il più giovane testardamente.
«Sono mezzo demone, ragazzo. La mia salute è più fort-eh-eh-ETCÌ!» s'interruppe esibendosi in un enorme starnuto che lo sbilanciò talmente tanto in avanti da farlo risultare ridicolo.
Nero esplose in una sonora risata che punse sul vivo il suo compagno.
«Cosa stavi dicendo?» lo sfotté apertamente, sogghignando con strafottenza.
Dante digrignò i denti e aggrottò le sopracciglia per poi prodursi in un broncio infantile tipico di quei bambini cui veniva fatto un dispetto dal loro gruppo di amichetti.
«Forza, mettilo!» continuò ad insistere il più giovane «Non vorrai mica prenderti un bel raffreddore?» soggiunse in un chiaro tentativo di raggiungere il suo obiettivo per vie traverse.
La sua testardaggine era encomiabile, Dante doveva riconoscerlo. Quel suo atteggiamento gli ricordava un po' lui stesso quando più o meno aveva la sua età - anche se a quei tempi non si intestardiva di certo per cose frivole e di poco conto come l'abbigliamento, specialmente perché se ne andava in giro a torso nudo, mettendo in mostra i pettorali.
«Ho detto di no!» ribadì con foga Dante «Mi hai già costretto a mettere questi pantaloni scomodissimi, non otterrai altro!» aggiunse.
Indossava un paio di pantaloni marroni felpati all'interno che per giunta erano poco elasticizzati; pertanto gran parte dei movimenti cui era solitamente abituato gli era preclusa.
«Fuori nevica e c'è vento, non puoi andare vestito come al solito» cercò di farlo ragionare Nero «E non ho intenzione di rinunciare al nostro appuntamento per niente al mondo, perché me lo avevi promesso più di una settimana fa!».
Dante non era proprio il tipo cui piaceva uscire di casa se non strettamente necessario. Per poterlo fare Nero doveva chiederlo almeno mille volte e insistere fino a che il suo partner, stanco di sentirselo ripetere, non gli concedeva un appuntamento.
«Avanti, è solamente un maglione!» tentò di convincerlo ancora una volta «Vedrai che ti starà bene!».
Dante stavolta non rispose, sciogliendo al contempo le braccia che aveva intrecciate sul petto.
Nero lo prese per un tacito invito a farsi avanti e infilargli l'indumento e così fece: arrotolò il maglione tra le mani e glielo infilò dalla testa.
Non appena la testa del più grande sbucò dall'apertura dell'indumento, Nero commentò con un: «Potresti anche aiutarmi e mettertelo da solo...!».
L'altro gli rivolse una smorfia piena d'esasperazione e si accinse ad inserire le braccia nelle maniche.
A quel punto Nero gli tirò giù il pullover fino a coprirgli l'addome e gli sistemò il collo rialzato; dopodiché si allontanò per ammirare l'effetto completo.
«Wow!» esclamò con gli occhi improvvisamente illuminati d'euforia.
Dante notò quel cambiamento repentino nel suo sguardo e gli sorse spontanea la curiosità di poter constatare coi suoi occhi quel che aveva acceso l'entusiasmo di Nero.
Si alzò dal letto e si diresse verso l'armadio, all'interno della cui anta era appeso uno specchio grande abbastanza da potergli mostrare la sua figura fino al ginocchio.
Nel vedere la sua immagine riflessa le guance di Dante presero letteralmente fuoco e le sue labbra si distorsero in una smorfia a metà tra l'imbarazzo e l'incredulità.
«Allora?».
Nero gli comparse accanto, sbirciando da sopra la sua spalla e sorridendo nel vedere come quel maglione metteva in risalto i suoi fianchi stretti e le sue spalle larghe.
Dante rimase momentaneamente a guardarsi boccheggiando senza trovare le parole giuste per esprimere quello che provava.
Dopo qualche momento riuscì a dire: «Mi sta malissimo!».
«Cosa?!» fece Nero allibito «Non è vero! Stai bene!».
Dante si volse con uno scatto rabbioso verso di lui: «Mi fa sembrare grasso!».
Il ragazzo sbatté le palpebre, perplesso dalla sua obiezione; tuttavia, ad un esame più attento, notò che effettivamente il maglione rendeva la sua corporatura un po' più abbondante di quanto in realtà fosse.
«Non così tanto...» ammise nel debole tentativo di placare la sua ira.
«E invece sì!» tuonò per tutta risposta l'altro, facendo per sfilarsi l'indumento.
Nero intervenne prontamente a bloccarlo esclamando: «Ma non vai fuori con solo questo addosso! Aspetta di mettere la giacca...!».
«Scordatelo, ragazzo! Non voglio sembrare ancora più grasso!» ringhiò il più grande divincolandosi dalla sua presa.
Nero, allontanato in malo modo, non riuscì a reprimere un indignato: «Mica usciamo perché tu debba metterti in bella mostra! È normale vestirsi a strati d'inverno e sembrare un po' più grossi!».
Dante si bloccò nell'atto di un nuovo attacco d'ira: in effetti era vero. Gli umani perdevano un po' in estetica durante i mesi invernali a causa del loro abbigliamento pesante.
Leggendo l'esitazione nei suoi occhi, Nero decise di fare la prossima mossa: lo oltrepassò e si mise a cercare qualcosa tra gli indumenti appesi all'interno dell'armadio.
«Prova a mettere questo...».
Così dicendo il ragazzo porse al più vecchio una grande giacca in simil-pelle felpata nel lato interno.
Ormai aveva indossato quell'obbrobrio di maglione; pertanto poteva far contento il suo fidanzatino fino in fondo e provare anche il resto.
«Da' qua» sbuffò afferrando la giacca e indossandola sopra al maglione con cipiglio alquanto contrariato.
Tornò a specchiarsi e si stupì di quanto effettivamente la sua immagine fosse migliorata: adesso non sembrava più grasso, bensì proporzionatamente più largo.
Se già di per sé aveva una stazza piuttosto notevole, con quella giacca addosso sembrava avere una corporatura ancor più robusta.
«Wow!» esclamò, stupito da ciò che aveva davanti agli occhi.
Si girò per guardarsi da ogni angolazione possibile senza trovarne nessuna che gli restituisse un brutto profilo del suo corpo.
I miracoli che poteva fare una semplice giacca per sistemare un'immagine pessima.
Nero sorrise di fronte ad una tale esibizione di narcisismo, compiaciuto da quel che era riuscito a fare: finalmente Dante avrebbe indossato degli abiti diversi dai soliti.
Con la bella corporatura che si ritrovava era un peccato vederlo vestito sempre nella stessa maniera.
«Hai visto? Te l'avevo detto!» esclamò appuntandosi le mani sui fianchi, assumendo una posa di trionfo ed un sogghigno arrogante «Hai ancora intenzione di cambiarti, adesso?».
A Dante un po' rodeva il dovergli dare ragione; tuttavia, non poteva negare che ora come ora non aveva davvero voglia di cambiarsi.
«... uscirò con te vestito così...» borbottò come se stesse ammettendo un grave peccato «Ma solo perché hai insistito tanto!» soggiunse con più foga, deciso a non dargli soddisfazione.
Nero sorrise, intuendo la natura dei suoi pensieri oltre quelle parole.
«Va bene... allora andiamo» lo esortò prendendolo per mano.