fiamma_drakon: (Bayonetta)
[personal profile] fiamma_drakon
Titolo: Inconsci desideri inaspettati
Rating: Rosso
Genere: Demenziale (?), Erotico, Slice of life
Personaggi: Dante/Bayonetta, Nero
Wordcount: 2905 ([livejournal.com profile] fiumidiparole)
Prompt: Un sogno (pasticcino "Unicorni Rosa") per il Back from the Vault: Pasticcino Fest indetto per il quinto compleanno di [livejournal.com profile] maridichallenge
Note: Age difference, Crossover, Genderswap, Het, Lemon, Yaoi
Dante esitò un momento e Nero sgranò gli occhi.
«Dante hai appena... cambiato voce?» chiese, stupito e spaventato insieme: aveva terminato la frase precedente con una sensualissima voce femminile, tutta un'altra cosa rispetto alla sua, profonda e virile, da uomo maturo.
Il suo partner aveva lo stesso sguardo, eccetto una più marcata accezione di panico: non capiva proprio che senso avesse tutto ciò.


«Dante, stanotte sei particolarmente focoso...» esclamò Nero con voce affannata, gli occhi accesi di lussuria. 
Il suo compagno lo sovrastava, avvolgendolo con le braccia, l'inguine a contatto col suo fondoschiena e l'erezione che spariva completamente in esso. I colpi che impartiva erano brevi ma molto forti e frequenti. 
«Ti trovo particolarmente eccitante» spiegò semplicemente il più grande, piegandosi a baciarlo, infilandogli anche la lingua in bocca. 
Si sentiva più capriccioso e voglioso del solito ma non ne sapeva il motivo - né tantomeno gli importava saperlo. Non c'era niente da capire riguardo i suoi impulsi sessuali. 
Nero mugolava sotto di lui e i versi che emetteva erano come musica per le sue orecchie. Erano l'evidente dimostrazione che stava andando bene e che gli stava piacendo. 
«Dante... ah! Spingi... un po' di più-uoh! Ci sono... quasi...». 
Il ragazzo boccheggiava e le sue gambe tremavano. Anche se non gliel'avesse annunciato, era palese che l'orgasmo per lui non fosse lontano. 
Il più grande si mise a spingere con più foga, sforzandosi di affondare ancora, fino a toccargli la prostata. Avrebbe apprezzato sicuramente. 
Nero prese a gemere in maniera piuttosto accorata ed aprì le gambe al massimo che poteva per consentirgli di accedere meglio al suo posteriore. 
L'altro era quasi riuscito a raggiungere la prostata quando di colpo il suo pene si ritrasse, scomparendo insieme allo scroto. 
Dato che stava facendo tutto con l'erezione, la reazione di Nero fu piuttosto brusca e forte: si inarcò emettendo un grugnito di protesta molto simile ad un vero e proprio ruggito, appuntando gli occhi incandescenti di rabbia e insoddisfazione su di lui. 
«Che cazzo stai facendo?!» l'aggredì. 
Dante poteva capirlo perfettamente: era praticamente arrivato al punto di sciogliere l'enorme tensione sessuale accumulata in quell'intenso rapporto - più intenso del solito - e lui si "tirava indietro" proprio sul più bello. Se fosse stato al posto di Nero si sarebbe incazzato allo stesso modo. 
Tuttavia, almeno in quel frangente, non era colpa sua. 
«Io non ho fatto niente! Mi... è sparito il cazzo?!». 
Dante esitò un momento e Nero sgranò gli occhi. 
«Dante hai appena... cambiato voce?» chiese, stupito e spaventato insieme: aveva terminato la frase precedente con una sensualissima voce femminile, tutta un'altra cosa rispetto alla sua, profonda e virile, da uomo maturo. 
Il suo partner aveva lo stesso sguardo, eccetto una più marcata accezione di panico: non capiva proprio che senso avesse tutto ciò. 
Stava per spostarsi ma abbandonò l'idea nell'attimo stesso in cui vide che il suo corpo stava iniziando a cambiare, a cominciare dal petto: al posto dei sodi e ampi pettorali dai capezzoli piccoli e turgidi sbocciarono un paio di grosse tette floride. Le sue spalle si fecero più strette e la figura subì un complessivo ridimensionamento, divenendo più longilinea. 
I fianchi si allargarono ed il suo "lato B" divenne più morbido al contatto e soprattutto formoso. 
Tra le cosce e nel bassoventre avvertì un distinto cambiamento. Adesso che non aveva più niente di duro che sporgeva si sentiva solamente molto bagnato. 
I capelli albini si scurirono e si allungarono, trasformandosi in una fluente chioma nera che copriva quasi per intero il letto. 
Il suo viso si affilò, la mascella mascolina sparì e gli zigomi cambiarono conformazione. Adesso a guardare Nero c'erano un paio di intensi occhi orlati da una folta moltitudine di ciglia scure. 
«Dante...» esclamò quasi senza fiato, guardandolo con cipiglio sconvolto «Sei una donna!». 
«Me ne sono accorto!» ribatté il suo compagno con stizza «Mi hai drogato la cena?!» l'accusò subito dopo, infuriato. 
«Cosa?! Non sono stato io! Sono sorpreso quanto te! ... anche se...». 
L'esitazione sull'ultima parte della sua affermazione insospettì Dante. 
«Cosa? Cosa hai da dire?!» esclamò appuntandosi entrambe le mani sui fianchi, portando in fuori il petto abbondante. 
Nero sembrava fortemente a disagio a giudicare dal rossore del suo viso. 
«Ti trovo sexy anche così...» riuscì a dire il ragazzo dopo qualche momento. 
A sostegno della sua affermazione allungò una mano a palpargli una tetta, stringendola tutta nel palmo e massaggiandola mentre con l'altro arto trascinava il suo compagno verso di sé. 
Dante lo seguì nel movimento fino a che i seni non arrivarono a sfiorare con la punta il suo torace. 
La pesantezza di quelle grosse mammelle rotonde gli risultava alquanto anomala, così come l'ingombro che costituivano e che gli ostacolava il diretto contatto con il corpo del suo fidanzato. 
Nero a quel punto concentrò la sua attenzione sui capezzoli dalle grosse areole rosate. Le accarezzò delicatamente con la cima dei polpastrelli prima di chiudere questi ultimi attorno alle punte leggermente in rilievo. 
Dante non riuscì a reprimere un gemito, che uscì armonioso e languido, molto più seducente dei grugniti e dei mugolii che come uomo era capace di emettere in certi frangenti. 
Quel contatto era molto più piacevole di tutte le altre volte che Nero aveva optato per prestare attenzioni ai suoi capezzoli. 
Era un piacere che nasceva nel suo bassoventre e andava spandendosi nei suoi lombi e poi nel resto del corpo, accendendo i suoi sensi. 
Era una sensazione potente, viscerale e bellissima. 
«N-no, ragazzo-oah! Sono già... bagnato abbastanza...» gemette tra un ansito e l'altro. 
«E allora vieni al mio posto. Non vuoi venire?» lo stuzzicò apertamente il più giovane. 
Il tumulto di desideri e sensazioni cresceva in Dante sempre di più, ancora più di quand'era uomo. Aveva un disperato bisogno di raggiungere l'orgasmo. 
Per quanto concessogli dalle mani di Nero, si distese su un fianco e poi supino accanto al partner, allargando le lunghe gambe affusolate in un chiaro invito a farsi avanti senza indugiare oltre. 
I suoi nuovi capelli scuri si sparsero in parte sul pavimento, dal lato opposto a quello su cui si trovava Nero. 
Il ragazzo scivolò tra le sue gambe, l'erezione ancora turgida, pronta per essere utilizzata. 
Indice e medio della sua mano umana si posarono sul monte di Venere e scesero in basso, sondando le labbra per essere certo che il suo compagno fosse pronto ad accogliere la sua erezione senza dover perdere altro tempo in preliminari - per quanto in condizioni normali piacessero ad entrambi. 
Dante mugugnò infastidito per quell'ulteriore stimolazione. Le sue dita che scivolavano sul bagnato in zone tanto intime lo facevano fremere di desiderio. 
«Vuoi sbrigarti o devo fare tutto io?!» protestò. 
«Sei una donna adesso, hai idea di come muoverti e indirizzarmi? Se è così prego, accomodati pure...» lo prese per i fondelli Nero, sogghignando con arroganza. 
Dante strinse le labbra e corrugò le sopracciglia, distogliendo lo sguardo. 
Non voleva ammettere di trovarsi in difficoltà nel prendere in mano le redini della situazione nelle sue attuali condizioni. 
Il suo silenzio indusse il più giovane ad andare avanti: afferrò la sua erezione e ne strusciò la punta tra le sue labbra, in cerca dell'apertura. 
Dante lo sentì entrare scivolando piano, spingendosi in profondità in un colpo solo senza fargli troppo male. 
Fu una sensazione alquanto strana ma piacevole, simile a quella che provava quando era lui a giocare il ruolo del sottomesso e Nero gli penetrava il fondoschiena ma più forte. 
Dante ansimò pesantemente mentre il suo compagno iniziava ad oscillare col bacino in maniera piuttosto marcata, uscendo ed entrando nel suo corpo con una certa foga. 
Il più grande gemeva e si dimenava come poteva data la posizione, cercando di acuire ulteriormente il piacere dovuto alla grossa presenza nel suo corpo. 
Si ritrovò a gridare con tutto il fiato che aveva dentro per sfogare la sua eccitazione almeno in parte e non esplodere per la tensione che stava accumulando. 
Nero se la stava cavando alla grande. Non avrebbe mai immaginato che fosse ancora tanto bravo con il gentil sesso: ormai la sua storia con Kyrie era roba vecchia e inoltre era finita talmente presto dopo la sua ufficializzazione che non pensava avesse avuto il tempo per dedicarsi a certe cose. 
A quanto pareva si era sbagliato di grosso. 
Le mani calde del ragazzo gli risalirono il bacino e i fianchi sinuosi fino a posarsi sulle morbide coppe dei seni, le strinse con delicatezza, massaggiandole, poi tornò a titillarne le punte irrigidite. 
Dante si inarcò per offrirgliele e rendendosi si accorse di essere in una migliore posizione per percepire il piacere. 
Fu il primo a raggiungere l'orgasmo, che si manifestò come un'onda calda che si allargò dai suoi lombi verso l'esterno. 
Sentì altri umori fuoriuscire caldi, circondando il pene del più giovane, schizzando anche sul suo bassoventre. 
Fu una meravigliosa sensazione di sollievo ed il sospiro che emise nel venire lo sottolineò a dovere. 
Grazie a quella lubrificazione aggiuntiva Nero poté muoversi con più facilità, entrando e uscendo dal suo corpo a ritmo più sostenuto. 
Venne anche lui con uno scarto di alcuni minuti, eiaculando dentro Dante. 
Quest'ultimo ansimò nel sentire il suo liquido seminale riempirlo. 
Rimase immobile nella posizione in cui si trovava fino a che Nero non si fu svuotato completamente. 
A quel punto si abbandonò senza fiato sul copriletto, esausto. 
«Sei impazzito...?! Mi sei venuto dentro...!» protestò il più anziano, riuscendo a trovare abbastanza forza da affibbiargli una ginocchiata sul sedere. 
Nero incassò il colpo senza fare una piega,  sogghignando con aria divertita. 
«E allora? Mica sei una donna per davvero! Non c'è rischio che tu rimanga incinto!» lo prese in giro. 
«Non volevo comunque correre il rischio!» protestò a viva voce, puntellandosi sui gomiti e trascinandosi per rimettersi seduto. 
Col cambiamento di posizione rimosse in totale autonomia l'erezione che ancora aveva dentro. 
Un gemito tremulo fuoriuscì dalle labbra di entrambi. 
«Quanto ti lamenti! Non lo hai mai fatto da uomo!» sbottò Nero per contro «Sei proprio una donna dentro, Dante!». 
L'altro afferrò un cuscino e glielo lanciò in faccia. 
«Fottiti, ragazzino!». 
 
Dante aprì gli occhi e si guardò intorno febbrilmente: la camera era in penombra e flebili raggi di sole filtravano dalle tapparelle chiuse, indicando che era ancora giorno. Lui si trovava nel letto insieme a Nero, disteso su un fianco e voltato nella sua direzione. 
Le iridi azzurre e limpide erano rivolte a lui e le sopracciglia aggrottate palesavano una certa preoccupazione. 
Il più grande si tastò la faccia, accarezzando con piacere la barbetta ispida, poi calò una mano a coppa sull'inguine con una certa veemenza, riscontrando con sollievo la presenza di scroto e pene, quest'ultimo duro come di consueto ogni mattina. 
Emise un lungo e pesante sospiro, chiaramente udibile. 
«Tutto okay? Eri così agitato mentre dormivi...» intervenne Nero con perplessità «Ti ho dovuto scuotere forte per svegliarti». 
Dante gli scoccò un'occhiata di traverso. 
«Non è successo niente di strano questa notte, vero?» chiese con una certa apprensione, quasi temesse la risposta. 
Il più giovane continuò a guardarlo con espressione confusa. 
«Niente che non fosse dormire. Non abbiamo nemmeno scopato, hai detto di essere sfinito...» replicò in tono infastidito. 
«Ooh, menomale era solo un incubo...» commentò sollevato il più anziano, abbandonando la testa sul cuscino. 
«Mi vuoi spiegare che è successo?!» esclamò stizzito il più giovane, dandogli una pacca sulla spalla. 
Dante ponderò per qualche istante sull'ipotesi di riferirgli il sogno. Da un lato non avrebbe voluto, dato che per come era fatto il ragazzo molto probabilmente l'avrebbe preso per il culo per mesi, se non addirittura per il resto della sua vita. D'altro canto però Nero era stato una parte integrante e fondamentale del sogno, per cui probabilmente gli avrebbe fatto piacere sapere che era stato protagonista delle sue fantasie notturne. 
Dopo qualche momento di silenzio si spostò seduto sul bordo del letto e si stiracchiò fingendo che tutto fosse a posto; dopodiché disse: «Te lo racconto mentre facciamo colazione. Adesso ho cose più urgenti di cui occuparmi». 
Si alzò in piedi ed uscì dalla camera, lasciando Nero momentaneamente spiazzato. 
«Aaah...!» borbottò quest'ultimo, togliendosi le coperte di dosso ed uscendo dalla stanza a sua volta. 
Indossava solo un paio di boxer ed aveva i capelli arruffati. 
Si affacciò alla parapetto delle scale grattandosi la nuca e colse il movimento finale della porta del bagno che veniva chiusa. 
Sbuffò infastidito mentre scendeva per andare in cucina. Dante occupava sempre il bagno quando lui ne aveva più bisogno. 
«Sbrigati, il bagno non serve solo a te!» gridò passando. 
Varcò la soglia della cucina senza nemmeno aspettare una risposta, che comunque Dante non gli fornì. 
Svuotò la vescica e si diede una sciacquata al viso, rimirandosi nello specchio: aveva la pelle piuttosto pallida ed era sudato. 
Nero non aveva mentito, probabilmente si era agitato parecchio nella notte per ridursi in quello stato. 
Si accarezzò ancora una volta le guance, soffermandosi sulla forma dura della mascella e la barba che gli ricopriva il mento. 
Ricordava ancora distintamente il tipo di donna in cui si era trasformato: si era visto come se fosse uno spettatore esterno. Per quanto gli rodesse ammetterlo persino con se stesso, non poteva negare che fosse stato una bella donna. 
Se fosse stata una cosa meno improvvisa gli sarebbe piaciuto sicuramente di più. 
Arrossì leggermente nel prendere coscienza del fatto che essere una donna, oltre a dargli strane sensazioni, gli era anche piaciuto, almeno un po'. 
Scosse la testa con forza, come per tornare in sé. 
Uscì dal bagno e andò in cucina, dove trovò Nero intento a badare alla caffettiera sul fornello. 
«Oh, finalmente...!» esclamò con un sospiro «Il caffè è quasi pronto» aggiunse mentre si defilava in fretta. 
Dante si occupò di togliere la caffettiera dal fuoco dopo un paio di minuti e versarne il contenuto nelle due grosse tazze in ceramica che il più giovane aveva preparato lì accanto. 
Le portò in tavola e si sedette, osservando le brioche e i biscotti che Nero aveva già preparato. 
Proprio mentre iniziava ad addentare una brioche il suo partner fece ritorno, prendendo subito posto dirimpetto a lui. 
«Allora, che hai sognato di tanto traumatico?» chiese senza tanti preamboli, prendendo un cornetto e addentandolo con foga. 
Dante terminò di masticare, sorseggiò un po' del suo caffè bollente e poi si decise finalmente a parlare. Raccontò tutto quanto il suo incubo, esitando un po' sulla parte centrale - il suo improvviso cambiamento di sesso - per poi passare a descrivere il loro rapporto, senza tralasciare i dettagli. 
Nero lo ascoltava con attenzione, trattenendo i commenti. Non ebbe niente da dire neanche quando Dante arrivò alla parte in cui senza batter ciglio se lo era scopato in forma femminile. 
Probabilmente alla fine della storia si sarebbe sfogato una volta per tutte. 
«... e alla fine mi sei venuto dentro! Temevo quasi volessi mettermi incinto!» concluse con impeto il maggiore dei due, svuotando la sua tazza di caffè e sbattendola sul tavolo. 
«Be', se eri solo diventato una donna esternamente non sarebbe stato un problema provarci, tu non puoi rimanere incinto!» replicò Nero con voce echeggiante dall'altro lato della sua tazza, ancora incollata alle sue labbra mentre lentamente finiva di svuotarla. 
Dante arrossì leggermente. 
«È la stessa cosa che mi hai detto in sogno» esclamò. Dal suo cipiglio non sembrava molto contento della similitudine. 
«È l'unica cosa che sia davvero verosimile, io non mi metterei mai a giocare con le tue tette» commentò il ragazzo «Dovresti esserti accorto che non sono più interessato agli attributi femminili...». 
«Certo che lo so!» sbottò il maggiore per tutta risposta. Non sarebbero stati lì seduti insieme a parlare di certe cose in caso contrario - anzi, probabilmente non si sarebbero mai più rivisti dopo gli eventi di Fortuna. 
Scosse la testa, addossandosi contro lo schienale. 
«È stato veramente un incubo...» commentò a mezza voce. C'era una nota di tremulo sollievo nella sua voce mentre proferiva quelle parole che non convinse fino in fondo Nero. Era come se volesse nascondergli qualcosa. 
Il ragazzo esibì improvvisamente in un sorrisetto alquanto malizioso che mise in allerta l'altro. 
«Perché sorridi in quel modo?» domandò burbero Dante, non riuscendo a capire cosa potesse averlo indotto a cambiare espressione così inaspettatamente. 
«Io dico che non è stato un vero incubo...» disse il più giovane, sporgendosi leggermente verso il suo interlocutore con cipiglio improvvisamente inquisitorio. 
«Che vuoi dire? Certo che...!» 
«Credo piuttosto che ti sia piaciuto un sacco» lo interruppe Nero con l'aria di qualcuno che si stava divertendo veramente tanto «Che quindi non sia stato un incubo ma piuttosto... un sogno» aggiunse. 
Il viso di Dante divenne porpora fino alle orecchie: possibile che se ne fosse accorto persino lui?! Ancora faceva fatica ad ammetterlo lui stesso. 
«Non è vero!» insistette in tono di protesta il diretto interessato, alzandosi in piedi con impeto tale da rovesciare all'indietro la sedia. 
Lo sguardo che Nero gli rivolse gli fece capire di essersi appena smascherato da solo. 
«Perché ti scaldi tanto?» lo sfotté il ragazzo, alzandosi in piedi a sua volta per fronteggiarlo direttamente. 
Dante ammutolì, cosa piuttosto strana per i suoi standard, confermando in via definitiva i sospetti del suo compagno. 
«Mi procurerò dell'intimo femminile per la prossima volta che hai voglia di fare giochini strani...» asserì il ragazzo, intrecciando le braccia sul torace, voltandosi e andandosene. 
«N-non ho detto di volermi vestire da donna!» si lamentò il più anziano, alzando la voce per farsi sentire «Ehi, aspetta! E la colazione?!». 
I biscotti erano ancora nel piatto, intoccati, e i resti delle brioche giacevano su un piccolo vassoio poco più in là. Le due tazze vuote sembravano solo aspettare di essere prese e messe nel lavello. 
«Lascio a te l'onore di sparecchiare oggi, signorina!» esclamò Nero dalla porta, ridacchiando in maniera perfettamente udibile, prima di lasciare la stanza. 
Dante digrignò i denti, infuriato. 
«Adesso non iniziare a rompere le palle, chiaro?!» abbaiò, affrettandosi a seguirlo «Era solamente un maledetto sogno!».

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