Lontano da tutti
Mar. 2nd, 2016 07:56 am![[personal profile]](https://www.dreamwidth.org/img/silk/identity/user.png)
Titolo: Lontano da tutti
Rating: Arancione
Genere: Erotico, Romantico, Slice of life
Personaggi: Jaina Proudmoore, Thrall
Wordcount: 2505 (
fiumidiparole)
Prompt: Isola & Cambiamento (almeno 500 parole) per la Lezione Settimanale del team Lunacciaio per il COW-T #6 @
maridichallenge
Note: Het
Quando Thrall si fu liberato del pesante fardello che trasportava in spalla fletté la schiena fino a far scricchiolare le vertebre. Un roco sospiro di sollievo si accompagnò al rumore.
Jaina sopraggiunse alle sue spalle e gli poggiò entrambe le mani sulle grandi scapole leggermente umide.
«Il bagno è pronto... vogliamo andare?» esclamò a mezza voce in tono vagamente sensuale, scendendo ad accarezzargli il lieve solco in corrispondenza della spina dorsale coi polpastrelli.
Il peso dell'ascia era qualcosa cui Thrall non era abituato. L'arma che pendeva dal suo fianco era così leggera se confrontata con il ben più grosso e familiare fardello del Martello del Fato che era come se non ci fosse.
L'unica cosa che gli dava tangibile prova della sua presenza era la cima inferiore della lama che occasionalmente premeva contro la sua robusta coscia.
Il Capoguerra indossava abiti alquanto singolari per la sua posizione: un paio di robusti pantaloni di jeans blu scuro che gli stavano talmente aderenti da tendersi al minimo guizzo dei suoi possenti muscoli, un cinturone di cuoio per sostenerli e una camicia a quadri rossa con le maniche corte. Il tessuto era leggero e conteneva il suo petto ampio e solcato delle strie dei muscoli sviluppati senza aderire troppo né soffocarlo. Lo stesso non si poteva dire delle maniche: benché le estremità fossero rinforzate, ogni volta che Thrall compiva uno sforzo che richiedeva l'uso degli arti superiori subito la stoffa si gonfiava e si tendeva e sentiva le braccia stritolate appena sopra il gomito.
Era solo questione di tempo prima che le cuciture si arrendessero all'evidente incapacità di contenere i suoi muscoli e cedessero.
Ai piedi l'orco calzava stivali neri con le suole alte e solcate da lineari depressioni che le rendevano più adatte ai terreni impervi.
Jaina non era riuscita a trovare abiti che corrispondessero maggiormente al suo ideale di abbigliamento. Affinché non attirassero per sbaglio la curiosità di eventuali navigatori che li avessero avvistati passando per sbaglio vicino a quella misera isoletta, la maga aveva suggerito di indossare abiti il più normale possibili e - nel suo caso specifico - atteggiarsi come un orco qualsiasi.
Il che si traduceva in parole povere nell'abbandonare la sua tipica postura eretta - troppo caratteristica perché potesse passare inosservata - per adottare quella comune agli altri maschi della sua razza.
Per sua fortuna Thrall usciva dalla loro casetta solo quando c'erano cose urgenti di cui occuparsi, come fare provvista della legna da ardere: stare ingobbito gli faceva venire male alla schiena.
In quel frangente tuttavia la postura gli veniva quasi naturale: i ciocchi di legna che aveva abbattuto faticosamente nell'ultima ora - non aveva le abilità necessarie per essere un buon taglialegna - gravavano sulle sue spalle, costringendolo a stare chino in avanti.
La resina si era appiccicata sulla sua faccia, sui vestiti e addirittura sulle lunghe trecce di capelli neri, per non parlare del sudore freddo che gli teneva appiccicata la camicia alla schiena. Per chiunque mai avesse potuto puntare il cannocchiale verso l'isola e l'avesse scorto sarebbe passato per il rappresentante d'eccellenza del taglialegna medio.
Giunse ben presto in prossimità della casa che lui e Jaina avevano edificato facendo affidamento sulle loro sole abilità personali. Era semplice ma dotata di ogni comfort, semplicemente perfetta per vivere in pace la loro relazione clandestina.
Un sorrisetto increspò le sue labbra nel pensare che a quell'ora avrebbe dovuto essere impegnato in una noiosissima revisione delle armi e delle armature dei grunt di stanza ad Orgrimmar. Il suo sorriso si accentuò nel pensare al biglietto che aveva lasciato nelle sue stanze prima di andarsene e al fatto che sicuramente Vol'jin sarebbe stato molto più capace di lui nel gestire l'incarico.
Quel troll non si era mai lamentato neppure una volta delle sue scappatelle annunciate all'ultimo istante tramite lettera, con le quali lasciava sempre a lui il comando in via temporanea, e Thrall gli era grato di ciò. L'orco era convinto che il suo silenzio sarebbe durato finché avesse continuato ad occuparsi in prima persona degli impegni più importanti, cosa che non si sarebbe mai sognato di delegare a nessuno finché lui fosse stato il Capoguerra in carica.
Grazie alla sua vista acuta riuscì a vedere Jaina uscire dalla porta e guardare nella sua direzione. Lo stava palesemente aspettando.
Era vestita semplicemente, con una tunica leggera con maniche larghe e lunghe semitrasparenti. I capelli biondi erano raccolti dietro la testa, in modo che non le dessero fastidio.
Vederla lì che lo aspettava gli riscaldò il cuore e lo spinse ad accelerare il passo per tornare da lei.
Non avrebbero dovuto frequentarsi, se gli altri capi le loro fazioni l'avessero scoperto li avrebbero messi alla gogna pubblicamente, indipendentemente dalle loro posizioni di potere.
Quando Jaina finalmente lo scorse sul suo volto comparve un sorriso affettuoso: ogni volta che Thrall usciva per andare a prendere la legna tornava inevitabilmente ricoperto di resina dalla testa ai piedi. Era troppo abituato alla guerra per non potare ed abbattere gli alberi senza metterci tutto l'impegno di un guerriero in prima linea al fronte, col risultato che la resina schizzava ovunque, specialmente su di lui. Così a lei non rimaneva che preparargli un bel bagno caldo perché potesse ripulirsi.
«Ecco la legna» disse l'orco, raggiungendola.
«Vieni, posala al solito posto vicino al caminetto...» replicò la maga, facendosi da parte per lasciarlo passare.
Il Capoguerra eseguì e Lady Proudmoore rimase a fissarlo con ammirazione: il suo fisico era talmente prestante che non riusciva a non rimanere meravigliata ogni volta che lo vedeva abbigliato in quella maniera.
Anche se dall'esterno poteva sembrare piccola, in realtà la casetta era stata dotata di ogni comfort. Era quasi migliore dei luoghi di residenza dei due proprietari.
Jaina era sempre più contenta di aver proposto di trovare un luogo alternativo ai loro alloggi privati dove incontrarsi. Lì c'era sempre il rischio che venissero colti in flagrante qualora si fossero verificate delle emergenze.
Non era mai capitato; tuttavia erano tempi difficili e non si poteva mai sapere cosa il destino avrebbe potuto riservare loro.
Era stato faticoso trovare un'isola che fosse sperduta abbastanza perché non corressero il rischio di essere beccati e la fatica non si era fermata lì. La costruzione della casa era stata altrettanto lunga ed impegnativa, specialmente perché avevano deciso di occuparsene interamente da soli.
Quel cambiamento nel loro luogo d'incontro preferenziale era stata la soluzione più azzeccata: adesso potevano incontrarsi con calma, senza l'angoscia né il timore continuo di poter essere scoperti.
Quando Thrall si fu liberato del pesante fardello che trasportava in spalla fletté la schiena fino a far scricchiolare le vertebre. Un roco sospiro di sollievo si accompagnò al rumore.
Jaina sopraggiunse alle sue spalle e gli poggiò entrambe le mani sulle grandi scapole leggermente umide.
«Il bagno è pronto... vogliamo andare?» esclamò a mezza voce in tono vagamente sensuale, scendendo ad accarezzargli il lieve solco in corrispondenza della spina dorsale coi polpastrelli.
Thrall sobbalzò leggermente a quel contatto e chiuse gli occhi. Solo in quel momento parve accorgersi di quanto l'uscita lo avesse stancato.
«Arrivo, dammi il tempo di spo...»
«Ci pensiamo in bagno ai vestiti, non ti preoccupare» lo interruppe prontamente l'incantatrice, sospingendolo gentilmente verso il bagno.
Thrall avrebbe potuto facilmente opporre resistenza piantando a terra i piedi se davvero non avesse voluto farlo. La forza fisica di Jaina non sarebbe mai stata in grado da sola di spostare un corpo della sua stazza e del suo peso.
L'orco in realtà non desiderava altro che lavarsi e tornare libero da quei vestiti.
La stanza da bagno era più grande di quelle normali e l'avevano dotata di tutti i servizi igienici. Thrall era avvezzo all'impiego delle latrine ad Orgrimmar ed in generale negli accampamenti orcheschi; Jaina invece si era rifiutata categoricamente di installare una latrina fuori di casa ed aveva insistito perché il wc fosse posizionato in bagno.
La maggior parte della stanza era occupata da una grande vasca scavata in una pietra bianca e levigata e rivestita esternamente di legno. Il bordo era più alto delle vasche normali per permettere a Thrall di immergersi in acqua per buona parte. L'intero pezzo era stato studiato e creato per poter agevolmente accogliere un uomo della taglia di un orco.
Lady Proudmoore per entrare necessitava di una panchetta con due gradini mentre a Thrall bastava solo mettersi in punta di piedi per riuscire a scavalcare.
Quest'ultimo si fermò in mezzo alla stanza e la sua partner gentilmente lo indusse a voltarsi nella sua direzione.
Come ad un tacito segno d'intesa, lui iniziò ad aprire i bottoni della camicia mentre lei scendeva a slacciargli la cintura e i pantaloni.
Il suo tocco leggero sul pene fece rabbrividire impercettibilmente Thrall nonostante il tessuto dei jeans fosse spesso abbastanza da mascherare la maggior parte del contatto.
Il Capoguerra fece fatica a reprimere l'impulso di correre in suo soccorso solo per poter mettere a nudo il suo pene leggermente inturgidito.
Una volta calati i calzoni fino alle ginocchia la donna gli sfilò gli stivali e li mise da parte per potergli denudare completamente le gambe.
Nel vedere le sue cosce toniche emergere fu tentata di spingere una mano al suo posteriore e palparlo. Il suo sedere era accattivante e tonico tanto quanto i muscoli che aveva sul lato anteriore, se non addirittura di più. Si trattenne per mera forza di volontà.
Una volta finito con la camicia, Thrall si dedicò ai capelli, sciogliendo con attenzione le trecce. I capelli gli si srotolarono in ondulate ciocche fin sotto i pettorali.
Una volta nudo entrò nella vasca piena di acqua ancora fumante. Esitò un momento, dato che dall'aspetto l'acqua sembrava ustionante, poi si fece forza e la toccò, scoprendo che era soltanto piacevolmente calda.
Facendo attenzione a non scivolare, oltrepassò il bordo e si accomodò all'interno della vasca. L'acqua gli arrivava fino ai capezzoli e fu un vero sollievo per il suo corpo.
Si abbandonò contro un lato e si lasciò scivolare un po', esalando un sospiro di immenso sollievo quando il calore arrivò a coprirgli le imponenti spalle.
I lunghi capelli neri si erano disposti attorno a lui a mo' di raggiera rimanendo in superficie.
Jaina si rimboccò le maniche mentre lui si godeva un po' di meritato riposo; dopodiché prese sapone e spugna e si arrampicò sulla sua panchetta, strategicamente posizionata alle spalle dell'orco.
Gettò un po' del sapone liquido dal flacone nella vasca ed un po' sulla grande spugna che stringeva in una mano.
Il lieve strofinio sulla spalla fece uscire Thrall dallo stato di momentanea trance in cui era caduto, facendolo ritornare alla realtà.
Si scostò dal margine della vasca, permettendo così a Jaina di avere a disposizione l'intera ed enorme area della schiena. Non aveva voglia di lavarsi ma d'altro canto anche rimanere sporco non gli piaceva, men che mai di resina appiccicosa. In aggiunta a ciò c'era il fatto che Jaina lo preferiva pulito e profumato per quando si fossero ritirati in camera da letto, dopo cena. Non le avrebbe mai dato alcun pretesto di rifiutarlo a letto se poteva evitarlo.
Le mani di Jaina e la spugna imbevuta d'acqua e sapone che sfregavano sulla sua pelle erano un vero toccasana per la sua stanchezza. Era veramente rilassante affidarsi alle sue cure.
Mescolò l'acqua con le mani perché affiorasse in superficie la schiuma, quindi cominciò a lavarsi raccogliendo con le grandi mani aperte la schiuma e passandosela addosso.
Il profumo di sapone si levò svelto a saturare l'aria, contribuendo ad alleviare la sensazione di spossatezza fisica dell'orco.
Quest'ultimo si prodigò nel rimuovere la resina dalla faccia con l'aiuto delle unghie e con un po' d'olio di gomito prima di passare ai capelli, per i quali serviva - se possibile - ancor più impegno.
«Puoi passarmi il pettine?» domandò porgendo una mano aperta alla sua partner.
Jaina si allontanò per soddisfare la sua richiesta e tornò da lui mettendogli in mano un robusto pettine bianco con i denti radi.
Thrall lo prese ed iniziò a pettinarsi con una certa cura, badando a non farsi prendere dalla fretta e districare la matassa di capelli senza strapparli.
Prestava sempre grande attenzione allo stato della sua capigliatura e Jaina ne andava fiera come se fosse suo figlio: era una delle peculiarità che lo distinguevano dagli altri orchi.
Aiutarlo ad occuparsi dell'igiene personale era un impegno del quale si faceva carico con piacere sotto diversi punti di vista. Lo spettacolo era di suo gradimento e stimolò la sua fantasia ed il suo corpo di donna in una maniera che non le dispiacque affatto.
Terminò di strofinare energicamente la sua schiena, quindi si allontanò per permettergli di sciacquarsi e silenziosamente si spogliò.
Thrall le dava le spalle e non si avvide di ciò che la sua partner stava facendo finché non sentì scricchiolare leggermente la vasca dietro di lui. Nello stesso momento vide una gamba rosea e nuda appoggiarsi sulla sua spalla ed entrare nel suo campo visivo.
«Mi aiuti ad entrare?».
La voce vellutata e gentile dell'incantatrice, unita a quel piacevole spettacolo, indusse l'orco a voltarsi nella sua direzione.
Le sue guance si fecero rosse e calde e la bocca si aprì in un'espressione sorpresa ed ammirata insieme: Jaina nuda lo fissava dall'alto, seduta sul margine della vasca con una mano gentilmente protesa verso di lui.
Gli occhi azzurri di Thrall si soffermarono sui seni soffici e le punte appena turgide rivolte all'insù per poi scendere all'addome piatto e spingersi appena più in basso.
Si riprese pochi istanti dopo. Scosse vigorosamente la testa e si spostò per farle spazio, porgendole la mano perché lo raggiungesse.
La donna strinse forte la sua mano e si spinse oltre il bordo con energia, lanciandosi verso di lui. Nonostante la sorpresa iniziale, i suoi riflessi furono abbastanza rapidi da permettergli di afferrarla al volo.
Lady Proudmoore sorrise ed emise un gridolino mentre l'acqua le spruzzava addosso. Si strinse al torace dell'orco d'istinto, premendogli i seni sui pettorali.
Thrall la sentì sedersi sulla sua coscia e sobbalzò leggermente.
«È bello fare il bagno insieme...» commentò Jaina, appoggiando la testa sulla sua spalla umida ma priva di sapone. Con un dito seguì il solco del pettorale opposto a quello cui era appoggiata, risalendo fino alla gola.
Quella stretta vicinanza stava mettendo a dura prova l'autocontrollo del Capoguerra, che avrebbe voluto aspettare di cenare prima di dedicarsi a certe attività.
«Thrall... ti stai eccitando...?» gli chiese in tono malizioso, spostando una gamba a strusciare contro il suo inguine.
L'orco sobbalzò leggermente al contatto tra il suo ginocchio ed il suo pene, che nonostante i suoi tentativi di ignorare il suo desiderio si era inevitabilmente inturgidito in parte.
Grugnì, leggermente a disagio. Era impossibile mentirle in un simile frangente.
«Anche tu sei eccitata?» domandò a sua volta Thrall con voce leggermente incerta.
Jaina gli lasciò un succhiotto sul collo.
«Perché non lo scopri...?» replicò, lasciandosi sfuggire una risatina maliziosa.
Guidò la mano del Capoguerra verso un seno, coprendolo per intero e premendovi il palmo.
Il suo partner lo palpò e non riuscì a resistere oltre ad una tentazione tanto spudorata: con un altro grugnito si spostò contro il bordo della vasca e posizionò la sua compagna a cavallo del suo bacino, poco sopra la sua parziale erezione.
«Oh, Thrall...!» esclamò, aggrappandosi alle sue spalle «Se non sbaglio... qui non l'abbiamo mai fatto...».
Si strusciò contro il suo corpo massiccio, provocandolo spudoratamente.
«Direi che è l'occasione giusta per rimediare» controbatté Thrall prontamente, prima di baciarla con trasporto.
La cena ed il riposo avrebbero dovuto aspettare ancora un po'.
Rating: Arancione
Genere: Erotico, Romantico, Slice of life
Personaggi: Jaina Proudmoore, Thrall
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Prompt: Isola & Cambiamento (almeno 500 parole) per la Lezione Settimanale del team Lunacciaio per il COW-T #6 @
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Note: Het
Quando Thrall si fu liberato del pesante fardello che trasportava in spalla fletté la schiena fino a far scricchiolare le vertebre. Un roco sospiro di sollievo si accompagnò al rumore.
Jaina sopraggiunse alle sue spalle e gli poggiò entrambe le mani sulle grandi scapole leggermente umide.
«Il bagno è pronto... vogliamo andare?» esclamò a mezza voce in tono vagamente sensuale, scendendo ad accarezzargli il lieve solco in corrispondenza della spina dorsale coi polpastrelli.
Il peso dell'ascia era qualcosa cui Thrall non era abituato. L'arma che pendeva dal suo fianco era così leggera se confrontata con il ben più grosso e familiare fardello del Martello del Fato che era come se non ci fosse.
L'unica cosa che gli dava tangibile prova della sua presenza era la cima inferiore della lama che occasionalmente premeva contro la sua robusta coscia.
Il Capoguerra indossava abiti alquanto singolari per la sua posizione: un paio di robusti pantaloni di jeans blu scuro che gli stavano talmente aderenti da tendersi al minimo guizzo dei suoi possenti muscoli, un cinturone di cuoio per sostenerli e una camicia a quadri rossa con le maniche corte. Il tessuto era leggero e conteneva il suo petto ampio e solcato delle strie dei muscoli sviluppati senza aderire troppo né soffocarlo. Lo stesso non si poteva dire delle maniche: benché le estremità fossero rinforzate, ogni volta che Thrall compiva uno sforzo che richiedeva l'uso degli arti superiori subito la stoffa si gonfiava e si tendeva e sentiva le braccia stritolate appena sopra il gomito.
Era solo questione di tempo prima che le cuciture si arrendessero all'evidente incapacità di contenere i suoi muscoli e cedessero.
Ai piedi l'orco calzava stivali neri con le suole alte e solcate da lineari depressioni che le rendevano più adatte ai terreni impervi.
Jaina non era riuscita a trovare abiti che corrispondessero maggiormente al suo ideale di abbigliamento. Affinché non attirassero per sbaglio la curiosità di eventuali navigatori che li avessero avvistati passando per sbaglio vicino a quella misera isoletta, la maga aveva suggerito di indossare abiti il più normale possibili e - nel suo caso specifico - atteggiarsi come un orco qualsiasi.
Il che si traduceva in parole povere nell'abbandonare la sua tipica postura eretta - troppo caratteristica perché potesse passare inosservata - per adottare quella comune agli altri maschi della sua razza.
Per sua fortuna Thrall usciva dalla loro casetta solo quando c'erano cose urgenti di cui occuparsi, come fare provvista della legna da ardere: stare ingobbito gli faceva venire male alla schiena.
In quel frangente tuttavia la postura gli veniva quasi naturale: i ciocchi di legna che aveva abbattuto faticosamente nell'ultima ora - non aveva le abilità necessarie per essere un buon taglialegna - gravavano sulle sue spalle, costringendolo a stare chino in avanti.
La resina si era appiccicata sulla sua faccia, sui vestiti e addirittura sulle lunghe trecce di capelli neri, per non parlare del sudore freddo che gli teneva appiccicata la camicia alla schiena. Per chiunque mai avesse potuto puntare il cannocchiale verso l'isola e l'avesse scorto sarebbe passato per il rappresentante d'eccellenza del taglialegna medio.
Giunse ben presto in prossimità della casa che lui e Jaina avevano edificato facendo affidamento sulle loro sole abilità personali. Era semplice ma dotata di ogni comfort, semplicemente perfetta per vivere in pace la loro relazione clandestina.
Un sorrisetto increspò le sue labbra nel pensare che a quell'ora avrebbe dovuto essere impegnato in una noiosissima revisione delle armi e delle armature dei grunt di stanza ad Orgrimmar. Il suo sorriso si accentuò nel pensare al biglietto che aveva lasciato nelle sue stanze prima di andarsene e al fatto che sicuramente Vol'jin sarebbe stato molto più capace di lui nel gestire l'incarico.
Quel troll non si era mai lamentato neppure una volta delle sue scappatelle annunciate all'ultimo istante tramite lettera, con le quali lasciava sempre a lui il comando in via temporanea, e Thrall gli era grato di ciò. L'orco era convinto che il suo silenzio sarebbe durato finché avesse continuato ad occuparsi in prima persona degli impegni più importanti, cosa che non si sarebbe mai sognato di delegare a nessuno finché lui fosse stato il Capoguerra in carica.
Grazie alla sua vista acuta riuscì a vedere Jaina uscire dalla porta e guardare nella sua direzione. Lo stava palesemente aspettando.
Era vestita semplicemente, con una tunica leggera con maniche larghe e lunghe semitrasparenti. I capelli biondi erano raccolti dietro la testa, in modo che non le dessero fastidio.
Vederla lì che lo aspettava gli riscaldò il cuore e lo spinse ad accelerare il passo per tornare da lei.
Non avrebbero dovuto frequentarsi, se gli altri capi le loro fazioni l'avessero scoperto li avrebbero messi alla gogna pubblicamente, indipendentemente dalle loro posizioni di potere.
Quando Jaina finalmente lo scorse sul suo volto comparve un sorriso affettuoso: ogni volta che Thrall usciva per andare a prendere la legna tornava inevitabilmente ricoperto di resina dalla testa ai piedi. Era troppo abituato alla guerra per non potare ed abbattere gli alberi senza metterci tutto l'impegno di un guerriero in prima linea al fronte, col risultato che la resina schizzava ovunque, specialmente su di lui. Così a lei non rimaneva che preparargli un bel bagno caldo perché potesse ripulirsi.
«Ecco la legna» disse l'orco, raggiungendola.
«Vieni, posala al solito posto vicino al caminetto...» replicò la maga, facendosi da parte per lasciarlo passare.
Il Capoguerra eseguì e Lady Proudmoore rimase a fissarlo con ammirazione: il suo fisico era talmente prestante che non riusciva a non rimanere meravigliata ogni volta che lo vedeva abbigliato in quella maniera.
Anche se dall'esterno poteva sembrare piccola, in realtà la casetta era stata dotata di ogni comfort. Era quasi migliore dei luoghi di residenza dei due proprietari.
Jaina era sempre più contenta di aver proposto di trovare un luogo alternativo ai loro alloggi privati dove incontrarsi. Lì c'era sempre il rischio che venissero colti in flagrante qualora si fossero verificate delle emergenze.
Non era mai capitato; tuttavia erano tempi difficili e non si poteva mai sapere cosa il destino avrebbe potuto riservare loro.
Era stato faticoso trovare un'isola che fosse sperduta abbastanza perché non corressero il rischio di essere beccati e la fatica non si era fermata lì. La costruzione della casa era stata altrettanto lunga ed impegnativa, specialmente perché avevano deciso di occuparsene interamente da soli.
Quel cambiamento nel loro luogo d'incontro preferenziale era stata la soluzione più azzeccata: adesso potevano incontrarsi con calma, senza l'angoscia né il timore continuo di poter essere scoperti.
Quando Thrall si fu liberato del pesante fardello che trasportava in spalla fletté la schiena fino a far scricchiolare le vertebre. Un roco sospiro di sollievo si accompagnò al rumore.
Jaina sopraggiunse alle sue spalle e gli poggiò entrambe le mani sulle grandi scapole leggermente umide.
«Il bagno è pronto... vogliamo andare?» esclamò a mezza voce in tono vagamente sensuale, scendendo ad accarezzargli il lieve solco in corrispondenza della spina dorsale coi polpastrelli.
Thrall sobbalzò leggermente a quel contatto e chiuse gli occhi. Solo in quel momento parve accorgersi di quanto l'uscita lo avesse stancato.
«Arrivo, dammi il tempo di spo...»
«Ci pensiamo in bagno ai vestiti, non ti preoccupare» lo interruppe prontamente l'incantatrice, sospingendolo gentilmente verso il bagno.
Thrall avrebbe potuto facilmente opporre resistenza piantando a terra i piedi se davvero non avesse voluto farlo. La forza fisica di Jaina non sarebbe mai stata in grado da sola di spostare un corpo della sua stazza e del suo peso.
L'orco in realtà non desiderava altro che lavarsi e tornare libero da quei vestiti.
La stanza da bagno era più grande di quelle normali e l'avevano dotata di tutti i servizi igienici. Thrall era avvezzo all'impiego delle latrine ad Orgrimmar ed in generale negli accampamenti orcheschi; Jaina invece si era rifiutata categoricamente di installare una latrina fuori di casa ed aveva insistito perché il wc fosse posizionato in bagno.
La maggior parte della stanza era occupata da una grande vasca scavata in una pietra bianca e levigata e rivestita esternamente di legno. Il bordo era più alto delle vasche normali per permettere a Thrall di immergersi in acqua per buona parte. L'intero pezzo era stato studiato e creato per poter agevolmente accogliere un uomo della taglia di un orco.
Lady Proudmoore per entrare necessitava di una panchetta con due gradini mentre a Thrall bastava solo mettersi in punta di piedi per riuscire a scavalcare.
Quest'ultimo si fermò in mezzo alla stanza e la sua partner gentilmente lo indusse a voltarsi nella sua direzione.
Come ad un tacito segno d'intesa, lui iniziò ad aprire i bottoni della camicia mentre lei scendeva a slacciargli la cintura e i pantaloni.
Il suo tocco leggero sul pene fece rabbrividire impercettibilmente Thrall nonostante il tessuto dei jeans fosse spesso abbastanza da mascherare la maggior parte del contatto.
Il Capoguerra fece fatica a reprimere l'impulso di correre in suo soccorso solo per poter mettere a nudo il suo pene leggermente inturgidito.
Una volta calati i calzoni fino alle ginocchia la donna gli sfilò gli stivali e li mise da parte per potergli denudare completamente le gambe.
Nel vedere le sue cosce toniche emergere fu tentata di spingere una mano al suo posteriore e palparlo. Il suo sedere era accattivante e tonico tanto quanto i muscoli che aveva sul lato anteriore, se non addirittura di più. Si trattenne per mera forza di volontà.
Una volta finito con la camicia, Thrall si dedicò ai capelli, sciogliendo con attenzione le trecce. I capelli gli si srotolarono in ondulate ciocche fin sotto i pettorali.
Una volta nudo entrò nella vasca piena di acqua ancora fumante. Esitò un momento, dato che dall'aspetto l'acqua sembrava ustionante, poi si fece forza e la toccò, scoprendo che era soltanto piacevolmente calda.
Facendo attenzione a non scivolare, oltrepassò il bordo e si accomodò all'interno della vasca. L'acqua gli arrivava fino ai capezzoli e fu un vero sollievo per il suo corpo.
Si abbandonò contro un lato e si lasciò scivolare un po', esalando un sospiro di immenso sollievo quando il calore arrivò a coprirgli le imponenti spalle.
I lunghi capelli neri si erano disposti attorno a lui a mo' di raggiera rimanendo in superficie.
Jaina si rimboccò le maniche mentre lui si godeva un po' di meritato riposo; dopodiché prese sapone e spugna e si arrampicò sulla sua panchetta, strategicamente posizionata alle spalle dell'orco.
Gettò un po' del sapone liquido dal flacone nella vasca ed un po' sulla grande spugna che stringeva in una mano.
Il lieve strofinio sulla spalla fece uscire Thrall dallo stato di momentanea trance in cui era caduto, facendolo ritornare alla realtà.
Si scostò dal margine della vasca, permettendo così a Jaina di avere a disposizione l'intera ed enorme area della schiena. Non aveva voglia di lavarsi ma d'altro canto anche rimanere sporco non gli piaceva, men che mai di resina appiccicosa. In aggiunta a ciò c'era il fatto che Jaina lo preferiva pulito e profumato per quando si fossero ritirati in camera da letto, dopo cena. Non le avrebbe mai dato alcun pretesto di rifiutarlo a letto se poteva evitarlo.
Le mani di Jaina e la spugna imbevuta d'acqua e sapone che sfregavano sulla sua pelle erano un vero toccasana per la sua stanchezza. Era veramente rilassante affidarsi alle sue cure.
Mescolò l'acqua con le mani perché affiorasse in superficie la schiuma, quindi cominciò a lavarsi raccogliendo con le grandi mani aperte la schiuma e passandosela addosso.
Il profumo di sapone si levò svelto a saturare l'aria, contribuendo ad alleviare la sensazione di spossatezza fisica dell'orco.
Quest'ultimo si prodigò nel rimuovere la resina dalla faccia con l'aiuto delle unghie e con un po' d'olio di gomito prima di passare ai capelli, per i quali serviva - se possibile - ancor più impegno.
«Puoi passarmi il pettine?» domandò porgendo una mano aperta alla sua partner.
Jaina si allontanò per soddisfare la sua richiesta e tornò da lui mettendogli in mano un robusto pettine bianco con i denti radi.
Thrall lo prese ed iniziò a pettinarsi con una certa cura, badando a non farsi prendere dalla fretta e districare la matassa di capelli senza strapparli.
Prestava sempre grande attenzione allo stato della sua capigliatura e Jaina ne andava fiera come se fosse suo figlio: era una delle peculiarità che lo distinguevano dagli altri orchi.
Aiutarlo ad occuparsi dell'igiene personale era un impegno del quale si faceva carico con piacere sotto diversi punti di vista. Lo spettacolo era di suo gradimento e stimolò la sua fantasia ed il suo corpo di donna in una maniera che non le dispiacque affatto.
Terminò di strofinare energicamente la sua schiena, quindi si allontanò per permettergli di sciacquarsi e silenziosamente si spogliò.
Thrall le dava le spalle e non si avvide di ciò che la sua partner stava facendo finché non sentì scricchiolare leggermente la vasca dietro di lui. Nello stesso momento vide una gamba rosea e nuda appoggiarsi sulla sua spalla ed entrare nel suo campo visivo.
«Mi aiuti ad entrare?».
La voce vellutata e gentile dell'incantatrice, unita a quel piacevole spettacolo, indusse l'orco a voltarsi nella sua direzione.
Le sue guance si fecero rosse e calde e la bocca si aprì in un'espressione sorpresa ed ammirata insieme: Jaina nuda lo fissava dall'alto, seduta sul margine della vasca con una mano gentilmente protesa verso di lui.
Gli occhi azzurri di Thrall si soffermarono sui seni soffici e le punte appena turgide rivolte all'insù per poi scendere all'addome piatto e spingersi appena più in basso.
Si riprese pochi istanti dopo. Scosse vigorosamente la testa e si spostò per farle spazio, porgendole la mano perché lo raggiungesse.
La donna strinse forte la sua mano e si spinse oltre il bordo con energia, lanciandosi verso di lui. Nonostante la sorpresa iniziale, i suoi riflessi furono abbastanza rapidi da permettergli di afferrarla al volo.
Lady Proudmoore sorrise ed emise un gridolino mentre l'acqua le spruzzava addosso. Si strinse al torace dell'orco d'istinto, premendogli i seni sui pettorali.
Thrall la sentì sedersi sulla sua coscia e sobbalzò leggermente.
«È bello fare il bagno insieme...» commentò Jaina, appoggiando la testa sulla sua spalla umida ma priva di sapone. Con un dito seguì il solco del pettorale opposto a quello cui era appoggiata, risalendo fino alla gola.
Quella stretta vicinanza stava mettendo a dura prova l'autocontrollo del Capoguerra, che avrebbe voluto aspettare di cenare prima di dedicarsi a certe attività.
«Thrall... ti stai eccitando...?» gli chiese in tono malizioso, spostando una gamba a strusciare contro il suo inguine.
L'orco sobbalzò leggermente al contatto tra il suo ginocchio ed il suo pene, che nonostante i suoi tentativi di ignorare il suo desiderio si era inevitabilmente inturgidito in parte.
Grugnì, leggermente a disagio. Era impossibile mentirle in un simile frangente.
«Anche tu sei eccitata?» domandò a sua volta Thrall con voce leggermente incerta.
Jaina gli lasciò un succhiotto sul collo.
«Perché non lo scopri...?» replicò, lasciandosi sfuggire una risatina maliziosa.
Guidò la mano del Capoguerra verso un seno, coprendolo per intero e premendovi il palmo.
Il suo partner lo palpò e non riuscì a resistere oltre ad una tentazione tanto spudorata: con un altro grugnito si spostò contro il bordo della vasca e posizionò la sua compagna a cavallo del suo bacino, poco sopra la sua parziale erezione.
«Oh, Thrall...!» esclamò, aggrappandosi alle sue spalle «Se non sbaglio... qui non l'abbiamo mai fatto...».
Si strusciò contro il suo corpo massiccio, provocandolo spudoratamente.
«Direi che è l'occasione giusta per rimediare» controbatté Thrall prontamente, prima di baciarla con trasporto.
La cena ed il riposo avrebbero dovuto aspettare ancora un po'.