Love is in the air
Mar. 24th, 2016 10:30 am![[personal profile]](https://www.dreamwidth.org/img/silk/identity/user.png)
Titolo: Love is in the air
Rating: Giallo
Genere: Romantico, Slice of life
Personaggi: Jaina Proudmoore, Thrall
Wordcount: 3469 (
fiumidiparole)
Timeline: ambientata tra le espansioni "The Wrath of the Lich King" e "Cataclysm".
Note: Het
Quella sera si sarebbe incontrato con la sua partner, come accadeva di frequente. Stavolta però l'incontro era dettato dalla romantica circostanza più che dalla reale necessità di vedersi.
L'orco non era pratico delle usanze umane così come non lo era di quelle puramente orchesche; tuttavia poteva immaginare senza alcuno sforzo di fantasia che Jaina avrebbe desiderato un dono per la festa. Le femmine sembravano particolarmente sensibili quando si trattava dei regali per le festività ed essendo quella dedicata nello specifico alle coppie, era certo che non avrebbe reagito bene se quella sera si fosse presentato a mani vuote.
Thrall presupponeva di essere stato abbastanza bravo quella mattina: aveva passato intere ore seduto sulla rigida e scomoda sedia in pelle situata nella sala per le udienze ai cittadini di Orgrimmar senza mai alzarsi né manifestare il minimo cenno d'insofferenza.
Adesso però aveva la schiena a pezzi e le gambe intorpidite. Temeva che se si fosse alzato di scatto sarebbe rovinato a terra come un sacco di patate se non avesse fatto qualcosa per riattivare le estremità inferiori.
Come se tutto ciò non fosse sufficiente, ad infierire sulle sue gambe c'era anche la bassa temperatura che regnava nella sala.
Il Capoguerra spostò appena le gambe per avere conferma che fossero ancora in grado di funzionare, ma senza distogliere la sua attenzione dall'orco che gli stava esponendo i suoi problemi con la sua fattoria.
Quand'ebbe terminato si pronunciò in merito, cercando di andargli incontro il più possibile. Se avesse fatto incondizionatamente gli interessi di tutti i coltivatori che andavano da lui per questo o quel problema ne sarebbe uscito con più grane di quante fosse riuscito a risolverne.
Il contadino lo ringraziò per l'udienza e per l'aiuto offertogli.
Thrall lo congedò ed una volta che se ne fu andato si alzò lentamente ma con immenso sollievo dalla sedia, emettendo un basso grugnito che sperò potesse essere interpretato dai grunt di guardia all'ingresso solo come una manifestazione di semplice stanchezza.
Fletté la schiena fino a far scricchiolare le vertebre e mosse qualche passo per riadattarsi alla postura eretta, quindi uscì dalla sala e si diresse verso la porta che conduceva fuori, ad Orgrimmar.
Non vedeva l'ora di terminare gli impegni della giornata come Capoguerra: aveva altre cose più urgenti di cui occuparsi.
Una volta all'aperto inspirò profondamente e si guardò intorno: la città si stava vestendo di rosa e rosso e si riusciva già a sentire l'atmosfera squisitamente romantica che accompagnava sempre l'arrivo dell'Amore è nell'aria, l'evento più romantico dell'anno. L'indomani sarebbero iniziate le due settimane più melense e sentimentali di tutto l'anno e Thrall si era già preparato a vedere gli orchi e i troll di Orgrimmar correr dietro alle avvenenti femmine Sin'dorei armati di speranza e bouquet di rose.
Ghirlande di fiori e catene di cuori pendevano dovunque e i goblin facevano quello che amavano di più: piegare lo spirito festivo e asservirlo alle regole del mercato.
C'erano bancarelle goblin sparse per tutta Orgrimmar e i cittadini si fermavano a vedere questo o quell'articolo, affascinati dall'abile parlantina dei goblin.
Thrall passeggiava lungo la via, sbirciando le varie bancarelle ma cercando di non dare troppo nell'occhio: ufficialmente lui era ancora single.
Nessuno sapeva - né doveva sapere - che in realtà una compagna l'aveva eccome, perché si trattava di Lady Jaina Proudmoore. Benché al momento Orda e Alleanza non fossero in guerra, i rapporti erano ugualmente tesi ed una relazione simile avrebbe potuto comprometterli irrimediabilmente.
Né Thrall né tantomeno Jaina aspiravano ad una simile evoluzione degli eventi ma non erano nemmeno intenzionati a lasciarsi; pertanto avevano deciso di proseguire il loro rapporto in gran segreto.
Quella sera si sarebbe incontrato con la sua partner, come accadeva di frequente. Stavolta però l'incontro era dettato dalla romantica circostanza più che dalla reale necessità di vedersi.
L'orco non era pratico delle usanze umane così come non lo era di quelle puramente orchesche; tuttavia poteva immaginare senza alcuno sforzo di fantasia che Jaina avrebbe desiderato un dono per la festa. Le femmine sembravano particolarmente sensibili quando si trattava dei regali per le festività ed essendo quella dedicata nello specifico alle coppie, era certo che non avrebbe reagito bene se quella sera si fosse presentato a mani vuote.
Temeva profondamente che per ripicca si negasse a lui per chissà quanto tempo e la sola idea di poterla solamente vedere senza avere il permesso di toccare lo rendeva nervoso.
Era un orco adulto e gli ormoni funzionavano ancora a pieno regime. Aveva bisogno di avere una vita sessuale attiva. Non voleva diventare irritabile né tantomeno essere costantemente arrabbiato e nervoso. Di certo il suo ruolo come Capoguerra ne avrebbe grandemente risentito.
D'altro canto, lui non aveva la minima idea riguardo a cosa regalarle.
Jaina era una donna intelligente e molto curiosa e di sicuro non avrebbe apprezzato un regalo frivolo come poteva essere un abito o un gioiello, nonostante tra le bancarelle Thrall ne avesse adocchiati alcuni che a suo parere sarebbero stati perfetti sul suo corpo snello e minuto.
Non poteva neanche regalarle un libro, in primo luogo perché ne aveva letti un sacco, dei quali molti erano per lui sconosciuti, e quindi non avrebbe saputo dire se fossero nuovi o meno per lei; in secondo luogo, Orgrimmar non era tra le capitali che più si dedicavano allo studio e alla lettura. Trovare un mercante di libri sarebbe stata un'impresa anche per lui stesso, che ormai Orgrimmar la conosceva come il palmo della sua mano.
Thrall si arrestò spontaneamente nei pressi di una bancarella che vendeva armi decorate a tema amoroso. Al contrario degli altri stand - che attiravano molto l'attenzione dei civili di passaggio - quello era il principale polo d'attrazione per i grunt, specialmente quelli di sesso femminile, che studiavano con interesse le spade, le asce e le lance adorne di cristalli luccicanti e di cuoricini rossi.
Si avvicinò leggermente, attirato da un bastone appeso alle spalle della goblin proprietaria: era chiaramente un bastone da maghi in ferro battuto, con un rozzo ricciolo ricavato da una pietra azzurra dal quale partivano numerosi raggi sinuosi. Pareva quasi un sole ghiacciato.
Al di sotto di esso si trovava una corona di aguzze e robuste spine - o forse erano zanne? - poste a mo' di protezione del vessillo.
Lungo l'asta erano stati incastonati dei cristalli trasparenti intagliati a forma di cuore che riflettevano leggermente la luce del sole.
Alla base si trovava un pomello rotondo anch'esso irto di spine.
Era di una foggia piuttosto singolare; tuttavia, Jaina era solita portarsi sempre appresso un bastone da utilizzare come canalizzatore per indirizzare il lancio degli incantesimi o come estrema protezione in caso fosse rimasta a corto d'energia magica.
Fece per accostarsi ulteriormente, incuriosito, ma una grunt si voltò in quel momento e si accorse che stava guardando in quella direzione.
«Capoguerra!» esclamò imbarazzata a voce alta, attirando l'attenzione di tutte le compagne, che si affrettarono a ricomporsi e salutare in segno di rispetto.
Thrall sobbalzò leggermente, maledicendo la sua posizione e fece loro cenno di abbassare le mani prima di affrettarsi a dileguarsi lungo la via, onde evitare di essere riconosciuto da altri grunt.
Era imbarazzante non poter nemmeno andare in giro per la capitale di cui era reggente a guardare bancarelle senza essere salutato e riverito da ogni soldato di pattuglia che incrociava, specialmente se era sua intenzione cercare di fare compere con un minimo di privacy.
Continuò ad aggirarsi lungo la via principale di Orgrimmar, fermandosi a contemplare quasi tutti gli stand pur mantenendosi ad una certa distanza. Ad una certa ora iniziò ad avvertire i morsi della fame, segno che si stava avvicinando l'ora di pranzo.
Si fermò presso una locanda - sforzandosi di apparire tranquillo come al solito - per potersi rifocillare. La proprietaria, felice di poter offrire la sua ospitalità al Capoguerra in persona, gli offrì la più completa e libera scelta del tavolo tra quelli disponibili. Thrall ne scelse uno particolarmente in disparte, desideroso di mangiare in tranquillità, quindi si accomodò e attese che la donna gli portasse il suo pasto.
L'attesa non fu troppo lunga e nel giro di un quarto d'ora Thrall si ritrovò alle prese con un'ottima bistecca contornata di verdure e patate ed accompagnata da un buon boccale di birra.
Mentre mangiava con una certa sollecitudine, l'orco stava mentalmente passando al setaccio ciò che aveva visto in città, prendendo in considerazione ogni cosa che potesse anche solo vagamente essere collegata con la sua Jaina.
Purtroppo per lui non riuscì a trovare niente che sentisse particolarmente adatto alla festività e a lei; così una volta che ebbe finito di mangiare decise di tornare a dare un'occhiata, sperando di avere una qualche illuminazione cammin facendo.
Nel pomeriggio sembrava che tutta Orgrimmar si fosse riversata nelle strade, rendendo ancor più ardua l'impresa prefissatasi dal Capoguerra. La calca gli impedì di potersi avvicinare alle bancarelle e di guardare con calma la merce esposta per la vendita, ma lui non si arrese e le ore trascorsero rapide mentre si muoveva tra orchi, troll e tauren in cerca del regalo giusto per Jaina.
Solo quando il sole non fu più alto nel cielo e la luce iniziò a sparire inghiottita dal crepuscolo si rese conto che non aveva più tanto tempo per decidere cosa portare in dono alla sua partner.
Si bloccò dove si trovava e si guardò intorno, ponderando se ce l'avrebbe fatta a fare un altro giro senza arrivare in ritardo all'appuntamento. La folla andava scemando, creando buchi sul sentiero che avrebbe potuto sfruttare per accelerare la ricognizione; tuttavia era anche vero che non aveva ancora un obiettivo preciso da perseguire, quindi la ricerca sarebbe stata ancora una volta dispersiva e - molto probabilmente - infruttuosa.
«Non posso andare da lei a mani vuote» si rifiutò scuotendo la testa, continuando a perlustrare i dintorni con una certa urgenza.
Caso volle che in quel momento si trovasse a due passi dalla bancarella che aveva attirato la sua attenzione quella mattina. Il bastone che aveva adocchiato era ancora lì e lui non aveva altre opzioni valide al momento.
In un momento attraversò la porzione di strada che lo separava dalla sua meta e raggiunse la goblin, che sobbalzò leggermente nel vedersi comparire dinanzi un orco così grosso con tanta fretta - che solo in seconda battuta riconobbe come l'attuale Capoguerra dell'Orda.
«Vorrei quello» esclamò Thrall impaziente, accennando al bastone alle sue spalle «E vorrei che me lo incartasse» soggiunse pochi secondi dopo, estraendo da una piccola borsa che portava appesa alla cintura tre monete d'oro e appoggiandole sul bancone.
La goblin sgranò gli occhi per l'inatteso grosso guadagno - molto più del costo effettivo dell'oggetto in questione - e si affrettò a fare come le era stato richiesto.
L'orco afferrò il pacchetto che gli veniva porto dopo diversi minuti e se ne andò senza aspettare che gli venisse restituito il resto, sperando con tutto il cuore di farcela a prepararsi in tempo per il suo incontro.
Thrall non si era mai sentito così nervoso come in quel frangente. Era quasi peggiore dell'attesa dell'inizio di una guerra o di una riunione di diplomatici.
Si controllò per l'ennesima volta, lisciandosi una piega inesistente nel leggero tessuto della tunica bianca che indossava per poi passare a torturare il ciuffo all'estremità di una treccia in un futile tentativo di placare l'agitazione crescente.
L'ora convenuta era passata da quasi dieci minuti e ancora non c'era nessuna traccia di Jaina. La maga era solita avere qualche minuto di ritardo nei loro incontri, ma non aveva mai ritardato così tanto.
Thrall temette di essersi perso un qualche messaggio da parte della ragazza che lo informava che non avrebbero potuto vedersi quella sera e cercò di rimanere calmo. Non era mai accaduto che disdicesse un appuntamento all'ultimo e di certo non l'avrebbe fatto quella volta.
Sarebbe arrivata, ne era certo. Doveva solo pazientare ancora un poco...
Un crepitio ed un piccolo schiocco riecheggiarono nella stanza, facendolo sobbalzare mentre la figura di Jaina Proudmoore si materializzava a pochi metri da lui.
Thrall scattò in piedi emettendo un verso sorpreso mentre le sue guance si coloravano di porpora e i suoi occhi indugiavano sull'esile corporatura dell'umana.
Aveva messo un abito lungo con un corsetto rigido rosso laccato, privo di spalline e maniche. I seni floridi sembravano leggermente compressi ma erano anche tutto ciò che impediva al vestito di cadere. La gonna era morbida e fatta di diversi strati sovrapposti di tessuto rosso filigranato e le copriva le scarpe.
Una mantellina leggera rosso carminio punteggiata di pailettes di un bel color fuoco era poggiata sulle sue spalle minute. Era un drappo semplice con un foro praticato perché vi entrasse solo la testa. Il velo era talmente sottile che non faceva niente per nascondere ciò che lei indossava.
I capelli biondi erano raccolti in una elegante treccia laterale che portava poggiata sulla spalla sinistra.
Thrall si sentì improvvisamente inadeguato nella sua tunica bianca da cerimonia, priva di maniche ed aperta sul torace a mostrare i pettorali scolpiti dalle fatiche del suo passato.
«Scusami per il ritardo» esclamò Jaina, assumendo uno sguardo contrito «Ci ho messo un po' più del previsto per preparare... questo».
Nel pronunciare l'ultima parola manifestò un piccolo pacchetto rettangolare che era stato palesemente avvolto in carta bianca e rossa con una gran fatica.
L'orco tese la mano per prendere il regalo che Jaina gli stava offrendo con un sorriso dolce.
Lo scartò delicatamente, per evitare di fare dei danni: non sapendo cosa c'era dentro, non poteva dire se fosse fragile o meno.
Si trovò a maneggiare un flaconcino contenente un liquido colorato ed un eiettore a spruzzo.
«Oh...» commentò, e fu tutto ciò che riuscì a dire. Non si era aspettato alcun regalo, ma se proprio doveva esserci sperava in qualcosa di più... mascolino.
«Spero che ti piaccia» disse la donna, un po' intimidita.
L'altro rivolse l'eiettore verso se stesso e spruzzò un po' del liquido. La nuvola vaporizzata gli finì direttamente nel naso e in bocca, facendolo starnutire e tossire insieme.
L'odore era penetrante ed eccessivamente dolce per i suoi gusti. Non gli piaceva affatto; tuttavia, la sua partner era troppo speranzosa del contrario per dirglielo.
Vincendo il suo disgusto, se ne spruzzò un'abbondante dose attorno al collo e andò vicino a Jaina. Voleva che lo sentisse e che notasse quanto lo aveva apprezzato.
«È buono» mentì in maniera convinta, prendendole le mani nelle sue «Grazie» aggiunse.
D'ora in avanti avrebbe dovuto metterlo ogni qualvolta si incontravano. La sola idea lo faceva star male, specialmente perché aveva un olfatto abbastanza sviluppato. Sperava vivamente che quel dannato flaconcino finisse in fretta.
«Il profumo di fiori ti si addice molto» asserì la maga, abbracciandolo ed affondando il viso nel suo largo petto.
Thrall la cinse con un robusto braccio, lottando con tutte le sue forze contro il suo impulso a mandare la mano un po' più giù della schiena normale per "tastare il terreno". Immaginava che Jaina non l'avrebbe presa bene se avesse interrotto così volgarmente quel loro momento colmo di romanticismo, per cui si astenne forzatamente.
Solo allora fece un passo indietro, tornando verso il suo letto.
«Anch'io ho una sorpresa per te» dichiarò in tono volutamente laconico, stuzzicando la curiosità della maga.
«Davvero? Cos'è...?!» volle sapere subito, vedendo il suo compagno che si voltava a posare il suo regalo da parte e si piegava a prendere qualcosa nascosto nella zona buia sotto il letto, mascherata dai lembi delle coperte.
Nascondere il pacco là sotto era stata la miglior idea di quella giornata e Thrall ne andava particolarmente fiero. In tal modo l'avrebbe potuto tenere sotto diretto controllo e averlo a portata di mano non appena si fosse presentata l'occasione di darlo a Jaina - come poi stava accadendo.
Thrall estrasse il lungo pacchetto incartato con cura e lo mostrò alla sua partner prima di consegnarglielo.
Quest'ultima lo soppesò con entrambe le mani, constatando che non era molto pesante. A quel punto decise che aveva aspettato anche troppo e si accinse ad aprirlo.
Sciolse il fiocchetto e rimosse il nastro, quindi con le unghie s'insinuò in un lembo ripiegato della carta e la divelse senza alcuna cura, rivelando una scatola. Sollevò il coperchio piena d'emozione e guardò all'interno.
«Oh...» commentò a sua volta, sbattendo le palpebre mentre estraeva quello che sembrava una via di mezzo tra una mazza ed un bastone. Il cristallo azzurro ad un'estremità dava ragione al fatto che si trattasse di un bastone, ma le spine robuste gettavano l'ombra del dubbio sulla sua ipotesi.
Per fortuna Thrall le andò incontro nello spazzare via ogni dubbio, anche se con ogni probabilità lo fece in maniera del tutto inconscia: «Spero che sia maneggevole tanto quanto il tuo attuale bastone...».
Jaina studiò l'arma con cipiglio stupito: l'impronta dell'Orda in quel bastone era inequivocabile. Nessuno avrebbe potuto credere che una cosa del genere potesse essere stata partorita da una mente diversa da quella di un orco. Era tipico della razza usare certe impressionanti spine come decorazioni e protezioni per... be', per qualsiasi cosa.
Bastava guardare gli edifici di Orgrimmar per rendersene conto.
Jaina non era mai stata una fan di certi dettagli estetici e quel bastone le sembrò improvvisamente molto più pericoloso per se stessa che per qualsivoglia nemico: le sarebbe bastato un movimento sbagliato per potersi cavare un occhio con una delle aguzze appendici.
La maga sfiorò una delle spine, poi scese ad accarezzare l'asta nuda e solo allora, mentre la esaminava più da vicino, si rese conto che i cristalli che vi erano incastonati erano a forma di cuore.
Trovava che quei cuoricini fossero così fuori luogo su un'arma talmente rozza da risultare estremamente teneri. Thrall non le aveva regalato un bastone scelto casualmente in una qualsiasi armeria di Orgrimmar, bensì uno creato appositamente per la festività.
«Chissà quanto ci ha messo a trovarlo...» rifletté tra sé mentre in cuor suo l'apprezzamento per quell'arnese letale subiva un brusco incremento.
Thrall la guardava, in attesa di vedere una reazione che gli comunicasse se il regalo le era piaciuto o meno. Per il momento non ne sembrava poi così entusiasta e si sentì sprofondare in una voragine: tutte quelle ore passate a girare per la città e alla fine non era riuscito a combinare nulla di buono. Doveva essere veramente negato per certe cose, altrimenti non sarebbe riuscito a spiegarselo.
«Mi dispiace non essere riuscito a trovare niente di meglio...» si affrettò a scusarsi con un sospiro mortificato «Avevo pensato di regalarti qualche altra cosa ma non so...».
Non riuscì a terminare la frase che Jaina gli saltò al collo in un inatteso esubero di entusiasmo. Riuscì stranamente ad abbracciarlo senza trafiggerlo con il suo dono, ancora stretto saldamente nella sua mano destra.
«Oh, Thrall...! È bellissimo!» esclamò piena di sentimento.
Era ancora ben stretta a lui; pertanto non poté vedere la ridicola espressione stupefatta e fissa nel vuoto che comparve sul viso del Capoguerra nel sentirle fare un apprezzamento del genere al suo regalo.
Vista la sua iniziale mancanza di reazioni aveva creduto di aver preso una colossale cantonata e si era preparato a cercare di porre in ogni modo rimedio al suo errore.
«Davvero...?!» chiese, afferrandola gentilmente per i fianchi e staccandola da sé per poterla guardare in viso.
La maga sgusciò via agilmente dalla sua presa e si protese a baciare il suo labbro inferiore e sporgente, mordicchiandolo come soleva fare di solito.
«Sì! Immagino che non sia stato facile da trovare...» disse una volta che si fu staccata dalla sua bocca.
L'orco abbassò lo sguardo, sperando di non darle l'impressione di chi volesse vedere riconosciuti ed esaltati i suoi incommensurabili sforzi.
«Ci è voluto un po' in effetti...» ammise.
Jaina lo guardò dritto negli occhi e sorrise radiosa prima di allungarsi a baciarlo, stavolta sul serio.
Thrall rimase fermo nonostante le piacevoli ondate di calore che gli stavano riscaldando i lombi ed il desiderio che quel contatto diventasse molto più intimo. Non voleva rischiare di nuocerle con le zanne.
Sperò che la sua partner desiderasse varcare le arcate dentali ed insinuare la lingua nella sua bocca tanto quanto lo voleva lui. Per sua fortuna non passò molto prima che ciò accadesse e Thrall si ritrovò curvo su di lei per facilitarle l'accesso alla sua bocca.
Il suo corpo fremeva mentre le sue braccia lunghe e robuste andavano a cingerle gli esili fianchi. Stavolta non riuscì a trattenersi e scese ad accarezzarle una natica, distintamente percepibile attraverso la gonna.
«Thrall!» gemette lei, al che l'orco riprese bruscamente il controllo e balzò indietro come se si fosse bruciato.
Forse aveva corso troppo.
«Scusami, è che... stasera sei ancora più bella del solito» disse, serrando le mani a pugno e nascondendole dietro la schiena.
Lady Proudmoore rise.
«Non era un rimprovero» dichiarò, guardandolo con espressione dolce, prendendogli un braccio e riportando la mano sul suo sedere.
Thrall si sentì arroventare mentre con la sua piccola mano imprimeva una debole stretta alle sue dita, mimando una palpatina.
«Spero che la cena possa aspettare...» disse a mezza voce in tono alquanto provocatorio, lasciando cadere a terra il bastone per iniziare a sospingere il Capoguerra verso il letto alle sue spalle.
Thrall cadde disteso oltre il fondo rialzato del letto e Jaina balzò agilmente su di lui, gli occhi verdi illuminati di desiderio mentre si accingeva a slacciargli l'ingombrante cintura. L'orco sbatté le palpebre, perplesso dall'insperata ma decisamente gradita piega che la serata aveva appena preso, prima di offrirle il suo aiuto per rimuovere l'ostacolo.
Rating: Giallo
Genere: Romantico, Slice of life
Personaggi: Jaina Proudmoore, Thrall
Wordcount: 3469 (
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Timeline: ambientata tra le espansioni "The Wrath of the Lich King" e "Cataclysm".
Note: Het
Quella sera si sarebbe incontrato con la sua partner, come accadeva di frequente. Stavolta però l'incontro era dettato dalla romantica circostanza più che dalla reale necessità di vedersi.
L'orco non era pratico delle usanze umane così come non lo era di quelle puramente orchesche; tuttavia poteva immaginare senza alcuno sforzo di fantasia che Jaina avrebbe desiderato un dono per la festa. Le femmine sembravano particolarmente sensibili quando si trattava dei regali per le festività ed essendo quella dedicata nello specifico alle coppie, era certo che non avrebbe reagito bene se quella sera si fosse presentato a mani vuote.
Thrall presupponeva di essere stato abbastanza bravo quella mattina: aveva passato intere ore seduto sulla rigida e scomoda sedia in pelle situata nella sala per le udienze ai cittadini di Orgrimmar senza mai alzarsi né manifestare il minimo cenno d'insofferenza.
Adesso però aveva la schiena a pezzi e le gambe intorpidite. Temeva che se si fosse alzato di scatto sarebbe rovinato a terra come un sacco di patate se non avesse fatto qualcosa per riattivare le estremità inferiori.
Come se tutto ciò non fosse sufficiente, ad infierire sulle sue gambe c'era anche la bassa temperatura che regnava nella sala.
Il Capoguerra spostò appena le gambe per avere conferma che fossero ancora in grado di funzionare, ma senza distogliere la sua attenzione dall'orco che gli stava esponendo i suoi problemi con la sua fattoria.
Quand'ebbe terminato si pronunciò in merito, cercando di andargli incontro il più possibile. Se avesse fatto incondizionatamente gli interessi di tutti i coltivatori che andavano da lui per questo o quel problema ne sarebbe uscito con più grane di quante fosse riuscito a risolverne.
Il contadino lo ringraziò per l'udienza e per l'aiuto offertogli.
Thrall lo congedò ed una volta che se ne fu andato si alzò lentamente ma con immenso sollievo dalla sedia, emettendo un basso grugnito che sperò potesse essere interpretato dai grunt di guardia all'ingresso solo come una manifestazione di semplice stanchezza.
Fletté la schiena fino a far scricchiolare le vertebre e mosse qualche passo per riadattarsi alla postura eretta, quindi uscì dalla sala e si diresse verso la porta che conduceva fuori, ad Orgrimmar.
Non vedeva l'ora di terminare gli impegni della giornata come Capoguerra: aveva altre cose più urgenti di cui occuparsi.
Una volta all'aperto inspirò profondamente e si guardò intorno: la città si stava vestendo di rosa e rosso e si riusciva già a sentire l'atmosfera squisitamente romantica che accompagnava sempre l'arrivo dell'Amore è nell'aria, l'evento più romantico dell'anno. L'indomani sarebbero iniziate le due settimane più melense e sentimentali di tutto l'anno e Thrall si era già preparato a vedere gli orchi e i troll di Orgrimmar correr dietro alle avvenenti femmine Sin'dorei armati di speranza e bouquet di rose.
Ghirlande di fiori e catene di cuori pendevano dovunque e i goblin facevano quello che amavano di più: piegare lo spirito festivo e asservirlo alle regole del mercato.
C'erano bancarelle goblin sparse per tutta Orgrimmar e i cittadini si fermavano a vedere questo o quell'articolo, affascinati dall'abile parlantina dei goblin.
Thrall passeggiava lungo la via, sbirciando le varie bancarelle ma cercando di non dare troppo nell'occhio: ufficialmente lui era ancora single.
Nessuno sapeva - né doveva sapere - che in realtà una compagna l'aveva eccome, perché si trattava di Lady Jaina Proudmoore. Benché al momento Orda e Alleanza non fossero in guerra, i rapporti erano ugualmente tesi ed una relazione simile avrebbe potuto comprometterli irrimediabilmente.
Né Thrall né tantomeno Jaina aspiravano ad una simile evoluzione degli eventi ma non erano nemmeno intenzionati a lasciarsi; pertanto avevano deciso di proseguire il loro rapporto in gran segreto.
Quella sera si sarebbe incontrato con la sua partner, come accadeva di frequente. Stavolta però l'incontro era dettato dalla romantica circostanza più che dalla reale necessità di vedersi.
L'orco non era pratico delle usanze umane così come non lo era di quelle puramente orchesche; tuttavia poteva immaginare senza alcuno sforzo di fantasia che Jaina avrebbe desiderato un dono per la festa. Le femmine sembravano particolarmente sensibili quando si trattava dei regali per le festività ed essendo quella dedicata nello specifico alle coppie, era certo che non avrebbe reagito bene se quella sera si fosse presentato a mani vuote.
Temeva profondamente che per ripicca si negasse a lui per chissà quanto tempo e la sola idea di poterla solamente vedere senza avere il permesso di toccare lo rendeva nervoso.
Era un orco adulto e gli ormoni funzionavano ancora a pieno regime. Aveva bisogno di avere una vita sessuale attiva. Non voleva diventare irritabile né tantomeno essere costantemente arrabbiato e nervoso. Di certo il suo ruolo come Capoguerra ne avrebbe grandemente risentito.
D'altro canto, lui non aveva la minima idea riguardo a cosa regalarle.
Jaina era una donna intelligente e molto curiosa e di sicuro non avrebbe apprezzato un regalo frivolo come poteva essere un abito o un gioiello, nonostante tra le bancarelle Thrall ne avesse adocchiati alcuni che a suo parere sarebbero stati perfetti sul suo corpo snello e minuto.
Non poteva neanche regalarle un libro, in primo luogo perché ne aveva letti un sacco, dei quali molti erano per lui sconosciuti, e quindi non avrebbe saputo dire se fossero nuovi o meno per lei; in secondo luogo, Orgrimmar non era tra le capitali che più si dedicavano allo studio e alla lettura. Trovare un mercante di libri sarebbe stata un'impresa anche per lui stesso, che ormai Orgrimmar la conosceva come il palmo della sua mano.
Thrall si arrestò spontaneamente nei pressi di una bancarella che vendeva armi decorate a tema amoroso. Al contrario degli altri stand - che attiravano molto l'attenzione dei civili di passaggio - quello era il principale polo d'attrazione per i grunt, specialmente quelli di sesso femminile, che studiavano con interesse le spade, le asce e le lance adorne di cristalli luccicanti e di cuoricini rossi.
Si avvicinò leggermente, attirato da un bastone appeso alle spalle della goblin proprietaria: era chiaramente un bastone da maghi in ferro battuto, con un rozzo ricciolo ricavato da una pietra azzurra dal quale partivano numerosi raggi sinuosi. Pareva quasi un sole ghiacciato.
Al di sotto di esso si trovava una corona di aguzze e robuste spine - o forse erano zanne? - poste a mo' di protezione del vessillo.
Lungo l'asta erano stati incastonati dei cristalli trasparenti intagliati a forma di cuore che riflettevano leggermente la luce del sole.
Alla base si trovava un pomello rotondo anch'esso irto di spine.
Era di una foggia piuttosto singolare; tuttavia, Jaina era solita portarsi sempre appresso un bastone da utilizzare come canalizzatore per indirizzare il lancio degli incantesimi o come estrema protezione in caso fosse rimasta a corto d'energia magica.
Fece per accostarsi ulteriormente, incuriosito, ma una grunt si voltò in quel momento e si accorse che stava guardando in quella direzione.
«Capoguerra!» esclamò imbarazzata a voce alta, attirando l'attenzione di tutte le compagne, che si affrettarono a ricomporsi e salutare in segno di rispetto.
Thrall sobbalzò leggermente, maledicendo la sua posizione e fece loro cenno di abbassare le mani prima di affrettarsi a dileguarsi lungo la via, onde evitare di essere riconosciuto da altri grunt.
Era imbarazzante non poter nemmeno andare in giro per la capitale di cui era reggente a guardare bancarelle senza essere salutato e riverito da ogni soldato di pattuglia che incrociava, specialmente se era sua intenzione cercare di fare compere con un minimo di privacy.
Continuò ad aggirarsi lungo la via principale di Orgrimmar, fermandosi a contemplare quasi tutti gli stand pur mantenendosi ad una certa distanza. Ad una certa ora iniziò ad avvertire i morsi della fame, segno che si stava avvicinando l'ora di pranzo.
Si fermò presso una locanda - sforzandosi di apparire tranquillo come al solito - per potersi rifocillare. La proprietaria, felice di poter offrire la sua ospitalità al Capoguerra in persona, gli offrì la più completa e libera scelta del tavolo tra quelli disponibili. Thrall ne scelse uno particolarmente in disparte, desideroso di mangiare in tranquillità, quindi si accomodò e attese che la donna gli portasse il suo pasto.
L'attesa non fu troppo lunga e nel giro di un quarto d'ora Thrall si ritrovò alle prese con un'ottima bistecca contornata di verdure e patate ed accompagnata da un buon boccale di birra.
Mentre mangiava con una certa sollecitudine, l'orco stava mentalmente passando al setaccio ciò che aveva visto in città, prendendo in considerazione ogni cosa che potesse anche solo vagamente essere collegata con la sua Jaina.
Purtroppo per lui non riuscì a trovare niente che sentisse particolarmente adatto alla festività e a lei; così una volta che ebbe finito di mangiare decise di tornare a dare un'occhiata, sperando di avere una qualche illuminazione cammin facendo.
Nel pomeriggio sembrava che tutta Orgrimmar si fosse riversata nelle strade, rendendo ancor più ardua l'impresa prefissatasi dal Capoguerra. La calca gli impedì di potersi avvicinare alle bancarelle e di guardare con calma la merce esposta per la vendita, ma lui non si arrese e le ore trascorsero rapide mentre si muoveva tra orchi, troll e tauren in cerca del regalo giusto per Jaina.
Solo quando il sole non fu più alto nel cielo e la luce iniziò a sparire inghiottita dal crepuscolo si rese conto che non aveva più tanto tempo per decidere cosa portare in dono alla sua partner.
Si bloccò dove si trovava e si guardò intorno, ponderando se ce l'avrebbe fatta a fare un altro giro senza arrivare in ritardo all'appuntamento. La folla andava scemando, creando buchi sul sentiero che avrebbe potuto sfruttare per accelerare la ricognizione; tuttavia era anche vero che non aveva ancora un obiettivo preciso da perseguire, quindi la ricerca sarebbe stata ancora una volta dispersiva e - molto probabilmente - infruttuosa.
«Non posso andare da lei a mani vuote» si rifiutò scuotendo la testa, continuando a perlustrare i dintorni con una certa urgenza.
Caso volle che in quel momento si trovasse a due passi dalla bancarella che aveva attirato la sua attenzione quella mattina. Il bastone che aveva adocchiato era ancora lì e lui non aveva altre opzioni valide al momento.
In un momento attraversò la porzione di strada che lo separava dalla sua meta e raggiunse la goblin, che sobbalzò leggermente nel vedersi comparire dinanzi un orco così grosso con tanta fretta - che solo in seconda battuta riconobbe come l'attuale Capoguerra dell'Orda.
«Vorrei quello» esclamò Thrall impaziente, accennando al bastone alle sue spalle «E vorrei che me lo incartasse» soggiunse pochi secondi dopo, estraendo da una piccola borsa che portava appesa alla cintura tre monete d'oro e appoggiandole sul bancone.
La goblin sgranò gli occhi per l'inatteso grosso guadagno - molto più del costo effettivo dell'oggetto in questione - e si affrettò a fare come le era stato richiesto.
L'orco afferrò il pacchetto che gli veniva porto dopo diversi minuti e se ne andò senza aspettare che gli venisse restituito il resto, sperando con tutto il cuore di farcela a prepararsi in tempo per il suo incontro.
Thrall non si era mai sentito così nervoso come in quel frangente. Era quasi peggiore dell'attesa dell'inizio di una guerra o di una riunione di diplomatici.
Si controllò per l'ennesima volta, lisciandosi una piega inesistente nel leggero tessuto della tunica bianca che indossava per poi passare a torturare il ciuffo all'estremità di una treccia in un futile tentativo di placare l'agitazione crescente.
L'ora convenuta era passata da quasi dieci minuti e ancora non c'era nessuna traccia di Jaina. La maga era solita avere qualche minuto di ritardo nei loro incontri, ma non aveva mai ritardato così tanto.
Thrall temette di essersi perso un qualche messaggio da parte della ragazza che lo informava che non avrebbero potuto vedersi quella sera e cercò di rimanere calmo. Non era mai accaduto che disdicesse un appuntamento all'ultimo e di certo non l'avrebbe fatto quella volta.
Sarebbe arrivata, ne era certo. Doveva solo pazientare ancora un poco...
Un crepitio ed un piccolo schiocco riecheggiarono nella stanza, facendolo sobbalzare mentre la figura di Jaina Proudmoore si materializzava a pochi metri da lui.
Thrall scattò in piedi emettendo un verso sorpreso mentre le sue guance si coloravano di porpora e i suoi occhi indugiavano sull'esile corporatura dell'umana.
Aveva messo un abito lungo con un corsetto rigido rosso laccato, privo di spalline e maniche. I seni floridi sembravano leggermente compressi ma erano anche tutto ciò che impediva al vestito di cadere. La gonna era morbida e fatta di diversi strati sovrapposti di tessuto rosso filigranato e le copriva le scarpe.
Una mantellina leggera rosso carminio punteggiata di pailettes di un bel color fuoco era poggiata sulle sue spalle minute. Era un drappo semplice con un foro praticato perché vi entrasse solo la testa. Il velo era talmente sottile che non faceva niente per nascondere ciò che lei indossava.
I capelli biondi erano raccolti in una elegante treccia laterale che portava poggiata sulla spalla sinistra.
Thrall si sentì improvvisamente inadeguato nella sua tunica bianca da cerimonia, priva di maniche ed aperta sul torace a mostrare i pettorali scolpiti dalle fatiche del suo passato.
«Scusami per il ritardo» esclamò Jaina, assumendo uno sguardo contrito «Ci ho messo un po' più del previsto per preparare... questo».
Nel pronunciare l'ultima parola manifestò un piccolo pacchetto rettangolare che era stato palesemente avvolto in carta bianca e rossa con una gran fatica.
L'orco tese la mano per prendere il regalo che Jaina gli stava offrendo con un sorriso dolce.
Lo scartò delicatamente, per evitare di fare dei danni: non sapendo cosa c'era dentro, non poteva dire se fosse fragile o meno.
Si trovò a maneggiare un flaconcino contenente un liquido colorato ed un eiettore a spruzzo.
«Oh...» commentò, e fu tutto ciò che riuscì a dire. Non si era aspettato alcun regalo, ma se proprio doveva esserci sperava in qualcosa di più... mascolino.
«Spero che ti piaccia» disse la donna, un po' intimidita.
L'altro rivolse l'eiettore verso se stesso e spruzzò un po' del liquido. La nuvola vaporizzata gli finì direttamente nel naso e in bocca, facendolo starnutire e tossire insieme.
L'odore era penetrante ed eccessivamente dolce per i suoi gusti. Non gli piaceva affatto; tuttavia, la sua partner era troppo speranzosa del contrario per dirglielo.
Vincendo il suo disgusto, se ne spruzzò un'abbondante dose attorno al collo e andò vicino a Jaina. Voleva che lo sentisse e che notasse quanto lo aveva apprezzato.
«È buono» mentì in maniera convinta, prendendole le mani nelle sue «Grazie» aggiunse.
D'ora in avanti avrebbe dovuto metterlo ogni qualvolta si incontravano. La sola idea lo faceva star male, specialmente perché aveva un olfatto abbastanza sviluppato. Sperava vivamente che quel dannato flaconcino finisse in fretta.
«Il profumo di fiori ti si addice molto» asserì la maga, abbracciandolo ed affondando il viso nel suo largo petto.
Thrall la cinse con un robusto braccio, lottando con tutte le sue forze contro il suo impulso a mandare la mano un po' più giù della schiena normale per "tastare il terreno". Immaginava che Jaina non l'avrebbe presa bene se avesse interrotto così volgarmente quel loro momento colmo di romanticismo, per cui si astenne forzatamente.
Solo allora fece un passo indietro, tornando verso il suo letto.
«Anch'io ho una sorpresa per te» dichiarò in tono volutamente laconico, stuzzicando la curiosità della maga.
«Davvero? Cos'è...?!» volle sapere subito, vedendo il suo compagno che si voltava a posare il suo regalo da parte e si piegava a prendere qualcosa nascosto nella zona buia sotto il letto, mascherata dai lembi delle coperte.
Nascondere il pacco là sotto era stata la miglior idea di quella giornata e Thrall ne andava particolarmente fiero. In tal modo l'avrebbe potuto tenere sotto diretto controllo e averlo a portata di mano non appena si fosse presentata l'occasione di darlo a Jaina - come poi stava accadendo.
Thrall estrasse il lungo pacchetto incartato con cura e lo mostrò alla sua partner prima di consegnarglielo.
Quest'ultima lo soppesò con entrambe le mani, constatando che non era molto pesante. A quel punto decise che aveva aspettato anche troppo e si accinse ad aprirlo.
Sciolse il fiocchetto e rimosse il nastro, quindi con le unghie s'insinuò in un lembo ripiegato della carta e la divelse senza alcuna cura, rivelando una scatola. Sollevò il coperchio piena d'emozione e guardò all'interno.
«Oh...» commentò a sua volta, sbattendo le palpebre mentre estraeva quello che sembrava una via di mezzo tra una mazza ed un bastone. Il cristallo azzurro ad un'estremità dava ragione al fatto che si trattasse di un bastone, ma le spine robuste gettavano l'ombra del dubbio sulla sua ipotesi.
Per fortuna Thrall le andò incontro nello spazzare via ogni dubbio, anche se con ogni probabilità lo fece in maniera del tutto inconscia: «Spero che sia maneggevole tanto quanto il tuo attuale bastone...».
Jaina studiò l'arma con cipiglio stupito: l'impronta dell'Orda in quel bastone era inequivocabile. Nessuno avrebbe potuto credere che una cosa del genere potesse essere stata partorita da una mente diversa da quella di un orco. Era tipico della razza usare certe impressionanti spine come decorazioni e protezioni per... be', per qualsiasi cosa.
Bastava guardare gli edifici di Orgrimmar per rendersene conto.
Jaina non era mai stata una fan di certi dettagli estetici e quel bastone le sembrò improvvisamente molto più pericoloso per se stessa che per qualsivoglia nemico: le sarebbe bastato un movimento sbagliato per potersi cavare un occhio con una delle aguzze appendici.
La maga sfiorò una delle spine, poi scese ad accarezzare l'asta nuda e solo allora, mentre la esaminava più da vicino, si rese conto che i cristalli che vi erano incastonati erano a forma di cuore.
Trovava che quei cuoricini fossero così fuori luogo su un'arma talmente rozza da risultare estremamente teneri. Thrall non le aveva regalato un bastone scelto casualmente in una qualsiasi armeria di Orgrimmar, bensì uno creato appositamente per la festività.
«Chissà quanto ci ha messo a trovarlo...» rifletté tra sé mentre in cuor suo l'apprezzamento per quell'arnese letale subiva un brusco incremento.
Thrall la guardava, in attesa di vedere una reazione che gli comunicasse se il regalo le era piaciuto o meno. Per il momento non ne sembrava poi così entusiasta e si sentì sprofondare in una voragine: tutte quelle ore passate a girare per la città e alla fine non era riuscito a combinare nulla di buono. Doveva essere veramente negato per certe cose, altrimenti non sarebbe riuscito a spiegarselo.
«Mi dispiace non essere riuscito a trovare niente di meglio...» si affrettò a scusarsi con un sospiro mortificato «Avevo pensato di regalarti qualche altra cosa ma non so...».
Non riuscì a terminare la frase che Jaina gli saltò al collo in un inatteso esubero di entusiasmo. Riuscì stranamente ad abbracciarlo senza trafiggerlo con il suo dono, ancora stretto saldamente nella sua mano destra.
«Oh, Thrall...! È bellissimo!» esclamò piena di sentimento.
Era ancora ben stretta a lui; pertanto non poté vedere la ridicola espressione stupefatta e fissa nel vuoto che comparve sul viso del Capoguerra nel sentirle fare un apprezzamento del genere al suo regalo.
Vista la sua iniziale mancanza di reazioni aveva creduto di aver preso una colossale cantonata e si era preparato a cercare di porre in ogni modo rimedio al suo errore.
«Davvero...?!» chiese, afferrandola gentilmente per i fianchi e staccandola da sé per poterla guardare in viso.
La maga sgusciò via agilmente dalla sua presa e si protese a baciare il suo labbro inferiore e sporgente, mordicchiandolo come soleva fare di solito.
«Sì! Immagino che non sia stato facile da trovare...» disse una volta che si fu staccata dalla sua bocca.
L'orco abbassò lo sguardo, sperando di non darle l'impressione di chi volesse vedere riconosciuti ed esaltati i suoi incommensurabili sforzi.
«Ci è voluto un po' in effetti...» ammise.
Jaina lo guardò dritto negli occhi e sorrise radiosa prima di allungarsi a baciarlo, stavolta sul serio.
Thrall rimase fermo nonostante le piacevoli ondate di calore che gli stavano riscaldando i lombi ed il desiderio che quel contatto diventasse molto più intimo. Non voleva rischiare di nuocerle con le zanne.
Sperò che la sua partner desiderasse varcare le arcate dentali ed insinuare la lingua nella sua bocca tanto quanto lo voleva lui. Per sua fortuna non passò molto prima che ciò accadesse e Thrall si ritrovò curvo su di lei per facilitarle l'accesso alla sua bocca.
Il suo corpo fremeva mentre le sue braccia lunghe e robuste andavano a cingerle gli esili fianchi. Stavolta non riuscì a trattenersi e scese ad accarezzarle una natica, distintamente percepibile attraverso la gonna.
«Thrall!» gemette lei, al che l'orco riprese bruscamente il controllo e balzò indietro come se si fosse bruciato.
Forse aveva corso troppo.
«Scusami, è che... stasera sei ancora più bella del solito» disse, serrando le mani a pugno e nascondendole dietro la schiena.
Lady Proudmoore rise.
«Non era un rimprovero» dichiarò, guardandolo con espressione dolce, prendendogli un braccio e riportando la mano sul suo sedere.
Thrall si sentì arroventare mentre con la sua piccola mano imprimeva una debole stretta alle sue dita, mimando una palpatina.
«Spero che la cena possa aspettare...» disse a mezza voce in tono alquanto provocatorio, lasciando cadere a terra il bastone per iniziare a sospingere il Capoguerra verso il letto alle sue spalle.
Thrall cadde disteso oltre il fondo rialzato del letto e Jaina balzò agilmente su di lui, gli occhi verdi illuminati di desiderio mentre si accingeva a slacciargli l'ingombrante cintura. L'orco sbatté le palpebre, perplesso dall'insperata ma decisamente gradita piega che la serata aveva appena preso, prima di offrirle il suo aiuto per rimuovere l'ostacolo.