fiamma_drakon: (Maid_Gardevoir)
[personal profile] fiamma_drakon
Titolo: In sostituzione del sesso classico
Rating: Rosso
Genere: Erotico, Romantico, Slice of life
Personaggi: Aggra, Thrall (Go'el)
Wordcount: 2669 ([livejournal.com profile] fiumidiparole)
Prompt: Preg-sex per la Badwrong Week #4 @ [livejournal.com profile] maridichallenge
Note: Het, Lemon, Preg-sex, Sex toys
L'Orco femmina si spostò leggermente, addossandosi contro il largo torace solido di Thrall. Quest'ultimo la guidò nel movimento e sobbalzò quando il gomito di lei andò ad appoggiarsi proprio all'altezza del suo inguine, nel lieve avvallamento dove le sue cosce si univano.
«Go'el!» saltò su lei, scoccandogli un'occhiata di sbieco, affrettandosi a togliere il braccio.
L'Orco maschio non poté nascondere di aver apprezzato lo sfregamento.


«Come stai? Hai bisogno di qualcosa?».
Thrall era diventato molto più apprensivo nei riguardi di Aggra negli ultimi mesi. Le sue attenzioni verso la moglie erano cresciute di pari passo con l'accrescimento del ventre di lei e quindi l'avanzamento della gravidanza.
Non era ancora arrivato ad essere ossessivo o paranoico, però aveva ancora cinque mesi per evolvere ulteriormente il suo stato emotivo.
Seduto sotto le coperte di pelliccia nel giaciglio che divideva con Aggra, l'ex Capoguerra dell'Orda si era spostato verso la sua compagna e le cingeva amorevolmente le spalle.
«Va tutto bene, Go'el. Abbiamo cenato poco fa, non ho bisogno di niente» esclamò Aggra in tono rassicurante, posando con affetto una mano sul ventre arrotondato e l'altra su quella di suo marito.
L'Orco femmina stava vivendo bene la sua prima gravidanza, molto meglio di quanto lei stessa immaginava. Riusciva a tenere sotto controllo l'eccesso d'appetito e le nausee mattutine erano sporadiche. Suo marito, a parte l'apprensione quasi morbosa, la stava vivendo in maniera molto peggiore: spesso lo aveva notato mentre si sfregava infastidito un'erezione palese della quale non poteva occuparsi e al mattino si alzava molto prima di lei e spariva per lungo tempo cercando di nascondere al meglio il suo inguine.
Gli mancava l'intimità del matrimonio, nonostante facesse di tutto per tenere nascosto il suo bisogno. Anche Aggra doveva ammettere che le mancava percepire certe manifestazioni corporali del suo compagno.
L'Orco femmina si spostò leggermente, addossandosi contro il largo torace solido di Thrall. Quest'ultimo la guidò nel movimento e sobbalzò quando il gomito di lei andò ad appoggiarsi proprio all'altezza del suo inguine, nel lieve avvallamento dove le sue cosce si univano.
«Go'el!» saltò su lei, scoccandogli un'occhiata di sbieco, affrettandosi a togliere il braccio.
L'Orco maschio non poté nascondere di aver apprezzato lo sfregamento.
Si sentì imbarazzato per l'incidente, ma fino ad un certo punto.
«Non era mia intenzione fartelo notare, te l'assicuro!» si difese prontamente Thrall, senza però spostare sua moglie di un centimetro.
Quest'ultima si girò verso di lui meglio che poté. Provava pena per lui e sapeva che il non poter dare sfogo a certi istinti doveva essere certamente molto frustrante; era per quello che non riusciva ad arrabbiarsi davvero.
«Ne abbiamo già parlato. Quando la gravidanza sarà finita...» Aggra si interruppe spontaneamente alla vista dell'espressione atterrita del suo compagno. Aveva resistito già quattro mesi abbondanti rischiando più di una volta di perdere il controllo, non poteva pretendere che facesse altrettanto per altri cinque mesi. Era veramente troppo persino per la sua poderosa forza di volontà.
«Non puoi chiedermelo davvero» esalò alla fine, esasperato e rassegnato insieme.
Aggra gli prese una mano e la strinse.
«Sai perché non voglio farlo» gli ricordò paziente.
Thrall divenne più scuro in viso per il disagio a quell'affermazione.
«Sì, temi che io possa fare dei danni al bambino... se entrassi...» disse, e non senza distogliere momentaneamente lo sguardo «Però...».
Aggra lo guardò interessata.
«Sì...?» chiese in tono quasi provocatorio.
Thrall aggrottò le sopracciglia e brontolò: «Potresti almeno darmi una mano».
La particolare inflessione sulle ultime due parole fece chiaramente intendere all'Orco femmina a cosa si stesse riferendo. Fu il tono a non piacerle.
«Credevo che al mattino sparissi perché desideravi assolvere all'incombenza da solo. Se volevi il mio aiuto bastava chiedere».
Si discostò dal suo compagno: si stava arrabbiando e non era un bene.
A Thrall non piaceva litigare con Aggra. Si costrinse a fare un respiro profondo e calmarsi.
«È vero» dichiarò «Però credevo non ti fossi accorta...».
«Penso tu abbia un'idea di quello che mi ritrovo schiacciato addosso ogni mattina» asserì la sua partner, ancora stizzita «Credo sia difficile non accorgersene».
Le guance dell'Orco maschio si fecero nuovamente più scure. Dovette ammettere che sua moglie aveva ragione. Una stupida forse non avrebbe potuto accorgersi di un simile problema e Aggra non lo era di certo.
Cadde un teso silenzio tra i due. La femmina stava per sistemarsi per dormire quando il suo compagno finalmente ruppe quello spiacevole momento di stallo: «Se io non entrassi da... uhm... "l'entrata principale"... potremmo farlo?».
Aggra lo fissò stupita e Thrall ne approfittò per aggiungere: «Da dietro non avrò modo di arrivare al bambino...».
L'Orco femmina assunse un'espressione pensosa e commentò: «Non lo so, effettivamente non ci avevo mai pensato, anche se... non pensi di essere un po' troppo ingombrante per entrare da dietro...? Insomma... quello non è fatto per certe cose...».
Interiormente Thrall esultò: non gli aveva risposto con un "no" secco. Contemplava la possibilità, ergo poteva sperare. Doveva solamente riuscire a convincerla.
«Lo so... ma per questo c'è una soluzione» rispose prontamente Thrall.
Aggra lo studiò sospettosa mentre l'Orco si levava e andava a recuperare qualcosa dalla cassapanca dove riponevano alcuni dei loro oggetti.
Non poté negare che lo spettacolo fosse di suo gradimento: Thrall era solito dormire completamente nudo, dato che per riscaldarlo bastavano ed avanzavano le pellicce, senza dover includere anche una qualche sorta di abiti. Allontanandosi dal giaciglio offrì a sua moglie una panoramica decisamente allettante della sua poderosa schiena e del fondoschiena.
Aggra sorrise senza essere notata.
L'Orco maschio si inginocchiò dinanzi alla cassapanca e vi frugò per un poco all'interno; dopodiché tornò a sedersi sul letto reggendo tra le mani una piccola scatola di legno.
«Che c'è lì dentro?» chiese subito l'Orco femmina, impaziente e curiosa.
Thrall volse l'oggetto verso di lei e sollevò il coperchio, rivelandole il contenuto.
Sul momento Aggra rimase a fissare l'oggetto perplessa: si trattava di un tappo - non aveva trovato niente che fosse più somigliante - di forma vagamente fallica e in verità piuttosto lungo. Il materiale di cui era fatto le era totalmente sconosciuto, ma il colore rosso acceso e l'apparenza liscia e levigata le suggerì che fosse stato creato con l'aiuto di qualche tipo di scienza a lei ignoto. Pregava solo che suo marito non avesse deciso di iniziare a fidarsi delle scoperte dei Goblin.
«Con questo dovrei riuscire ad agevolare il passaggio per...» Thrall s'interruppe e lanciò una fugace occhiata verso il basso, lasciandole intendere la fine della frase.
Aggra studiò l'oggetto per qualche attimo, una smorfia diffidente sul viso. Passò lo sguardo dall'attrezzo alla faccia di suo marito: l'ex Capoguerra sembrava riporre in quella specie di tappo modificato molte più speranze di quelle che lei potesse mai avere.
Non le piaceva variare dal sesso canonico. Trovava che il semplice contatto intimo che un rapporto sessuale normale comportava fosse più che sufficiente se due persone si amavano sul serio; ciononostante, la circostanza richiedeva che lei si adattasse in qualche maniera per andare incontro a quelli che erano i naturali bisogni del suo compagno.
Fu più che altro per il suo desiderio di alleviare il tormento di Thrall che sospirò: «Va bene, possiamo farlo».
Il sorriso carico di entusiasmo e gratitudine che si dipinse sul volto dell'Orco maschio la ripagò del sacrificio che aveva fatto accettando; tuttavia si ritrovò costretta a puntualizzare in tono aspro: «Cerca di non esagerare però, intesi? Penso tu abbia a cuore la salute di tuo figlio più del tuo desiderio di sfogo sessuale».
Thrall assentì vigorosamente col capo.
«Avrei prestato le dovute attenzioni anche senza il tuo avvertimento» dichiarò.
Aggra si sistemò in maniera tale da poter agevolmente sfilare la lunga e larga veste che indossava. Suo marito le andò rapidamente in aiuto, liberandola dall'indumento e aiutandola a stendersi supina sul giaciglio.
«Cosa dovrei fare?» chiese la femmina. Non aveva idea di come doversi comportare.
Thrall si sedette vicino a lei e le accarezzò il ventre amorevolmente, scendendo poi più in basso.
«Temo di aver bisogno di un po' del tuo lubrificante speciale» disse, assumendo un contegno vagamente colpevole mentre con la punta dell'indice scendeva ad accarezzarle morbidamente l'ingresso per il suo corpo.
Al contatto con il suo clitoride, l'Orco femmina sobbalzò visibilmente ed emise un gemito di piacere. Si rese conto che forse anche il suo corpo desiderava le stesse attenzioni che richiedeva quello di Thrall, nonostante fosse una necessità che non si palesava apertamente, come era invece per quella del marito.
Aggra divaricò meglio le gambe, puntando i piedi per fletterle - l'angolo era ovviamente tale da non avere pressioni sull'addome. Così facendo il piacere fisico regalatole dal suo partner si fece molto più intenso.
La femmina si aggrappò con le mani alla pelliccia sotto di sé e grugnì ancora, ansimando anche.
Il suo compagno percepiva tangibilmente ciò che quei versi significavano: tra le sue labbra gli umori fuoriuscivano abbondanti, ricoprendogli i polpastrelli. I suoi movimenti si fecero più veloci e allora l'Orco si concentrò completamente sul clitoride di sua moglie. Voleva darle più piacere possibile, in modo da avere lubrificante in abbondanza da utilizzare.
Aggra iniziò ad inarcare la schiena ritmicamente e il pene di Thrall si inturgidì ulteriormente per tutta risposta.
Non desiderava che Aggra venisse per il momento. Gli servivano solo i suoi umori; pertanto si fermò una volta che si fu bagnato l'indice adeguatamente.
«Adesso stai ferma, va bene...?» esclamò Thrall, muovendo il dito verso il basso.
Aggra dovette appellarsi a tutto il suo autocontrollo per non sobbalzare quando avvertì la falange del suo partner che faceva capolino nel suo fondoschiena; ciononostante, non riuscì a non emettere un grido di sorpresa.
La disgustosa e fastidiosa sensazione di umido era tuttavia seconda in importanza alle fitte provocate dall'intrusione di Thrall. Aggra digrignò i denti per cercare di resistere. Aveva sopportato cose ben peggiori in vita sua, non c'erano dubbi in proposito, perciò non aveva intenzione di cedere e chiedere pietà al suo partner. Doveva dimostrarsi forte. Poteva farcela.
Thrall non si spinse troppo a fondo e rimase all'interno solo per poco tempo, il tempo necessario a lubrificare l'ingresso.
Quando uscì Aggra si lasciò sfuggire un labile sospiro che dal suo partner non venne udito.
Quest'ultimo prese il tappo artificiale e ne passò l'estremità tra le labbra ancora bagnate di Aggra, quindi lo spinse delicatamente nel suo sedere.
L'Orco femmina sentì dolore ma molto meno rispetto a poco prima. L'oggetto era più affusolato e stretto rispetto alle dita di suo marito. Benché ad un certo punto avesse un rigonfiamento leggero, rimaneva comunque meno ingombrante dell'indice dell'ex Capoguerra.
Lentamente, Thrall lo lasciò scivolare dentro di lei fino a che la base, slargata e piatta, non arrivò ad incastrarsi leggermente tra le sue natiche.
A quel punto cominciò a muoverlo, estraendolo e reinserendolo piano. Con la mano libera riprese a stuzzicare il clitoride di Aggra, mitigando in tal modo le brevi ma frequenti fitte al posteriore.
«Ti fa ancora male?» s'interessò Thrall, le sopracciglia corrugate in un'espressione apprensiva. Nonostante gli sforzi di sua moglie, le sue smorfie di dolore non erano passate inosservate ai suoi occhi.
Aggra digrignò leggermente i denti e scosse appena il capo.
«Muovi di più quel dito!» l'ammonì con una sfumatura rabbiosa nella voce. Thrall ridacchiò, lieto che si stesse godendo il momento nonostante le sue delicate condizioni.
Lui senz'altro era particolarmente eccitato e stava facendo del suo meglio per trattenersi e pazientare fino a che il sedere di Aggra non fosse stato pronto.
Quest'ultima venne emettendo un rantolo di sollievo, il respiro che le raschiava la gola nel fuoriuscire e rientrare. Si inarcò meglio che poté e allargò le gambe, impartendo un lievissimo movimento oscillatorio al bacino per aumentare lo sfregamento tra il polpastrello fradicio di Thrall e la sua zona sensibile.
L'Orco maschio si morse un poco il labbro inferiore, desideroso di poter tornare ai consueti rapporti sessuali. Si costrinse a non pensarci e godersi semplicemente ciò che stava accadendo.
«Aggra... adesso devi salire seduta su di me» spiegò il suo partner, tendendole la mano pulita per aiutarla ad alzarsi.
L'Orco femmina ansimava e sembrava stanca; ciononostante fece come le era stato detto. Afferrò la mano del marito e la utilizzò per mettersi seduta sulle pellicce.
Thrall approfittò del nuovo spazio creatosi sul giaciglio per distendersi supino su di esso, l'erezione che svettava sollevata e turgida come a voler richiamare le attenzioni della femmina.
Aggra rivolse ad essa solo un'occhiata rapida prima di muoversi cautamente - sempre seguita dalla mano di Thrall, pronta ad offrirle supporto qualora ne avesse bisogno - e andare a sedersi appena al di sotto dell'ombelico di suo marito.
Quest'ultimo portò una mano oltre il suo corpo, andando a rimuovere il tappo ancora presente tra le sue natiche. A quel punto prese la sua erezione e la guidò verso il posteriore libero di Aggra.
«Devi piegarti un po' in avanti» diede istruzioni l'ex Capoguerra.
La sua partner eseguì di nuovo, flettendosi a malapena in avanti, portando in tal modo il suo orifizio anale ad un'altezza sufficiente affinché l'erezione di Thrall potesse entrarvi facilmente.
La punta varcò l'ingresso facilmente dato il lubrificante residuo sulle pareti; il resto fu più doloroso da accogliere. Aggra si appoggiò con i pugni serrati sul petto di Thrall, digrignando i denti mentre l'Orco maschio si faceva strada dentro di lei. Non la stava forzando: procedeva piano, rallentando ulteriormente o fermandosi proprio quando la sentiva opporre resistenza al passaggio.
Un sospiro di sollievo e appagamento indicò ad Aggra quando Thrall riuscì a penetrarla interamente.
«Ti piace sul serio?!» domandò la femmina perplessa.
Thrall le carezzò la guancia e sorrise beato.
«E simile a quando lo facciamo normalmente... ma meno umido» commentò.
«Quindi adesso devo muovermi io?» lo interrogò ancora Aggra.
«Faccio io. Tu dimmi solo se ti faccio male».
Uno sbuffo sonoro fece presente al maschio che la sua compagna non aveva gradito la velata insinuazione alla sua incapacità di sopportare il dolore fisico. Semplicemente, fece perno sul solido appoggio costituito dal loro giaciglio e cominciò ad impartire spinte energiche col bacino.
Aggra si meravigliò della mancanza di atroci fitte al fondoschiena: il dolore c'era ma era contenuto e facile da sostenere e in aggiunta ad esso provava anche uno strano piacere corporale che non riusciva a spiegarsi.
Non credeva che sarebbe riuscita ad apprezzare un simile rapporto, eppure stava accadendo. Non era ovviamente niente a confronto con ciò che provava facendo sesso classico con Thrall, però quantomeno le faceva ben tollerare il cambiamento. In quella maniera non sarebbe mai venuta, poco ma sicuro.
Thrall al contrario apprezzava molto più di quanto la sua espressione estatica lasciasse intendere. Invero, stava arrivando piuttosto velocemente all'orgasmo, complice probabilmente la lunga attesa per preparare il corpo della sua partner al suo ingresso.
Trovava bellissima la stretta dei muscoli attorno alla sua erezione, così come il calore interno del corpo di Aggra.
Sospirò pesantemente e calò a mezz'asta le palpebre, rivolgendo allo stesso tempo gli occhi verso l'alto mentre si avvicinava all'orgasmo.
Aggra ebbe a malapena modo di notare il cambio d'espressione prima di percepire il suo seme che le schizzava dentro, troppo in profondità perché potesse ignorarlo.
Grugnì e reagì affondando le unghie nei pettorali di Thrall, biascicando qualcosa che all'Orco maschio sfuggì.
Quest'ultimo continuò a muoversi sospinto dal piacere dell'orgasmo e sua moglie continuò a ghermirgli la carne con forza.
«Go'el!» esclamò ad un certo punto, furiosa.
Il diretto interessato parve riprendere coscienza di sé. Sbatté le palpebre e la fissò, giacendo immobile sotto di lei.
La sua espressione rabbiosa lo costrinse a mormorare: «Scusami, Aggra. Mi sono... lasciato trasportare...».
«L'ho notato» ringhiò lei, lasciando la presa sui suoi pettorali. Piccole mezzelune scure indicavano i punti in cui aveva affondato le dita nella pelle.
Il dolore di quelle piccole ferite ci mise un po' a manifestarsi a causa dell'adrenalina che scorreva ancora nel corpo dell'ex Capoguerra.
«Spero che tu ti sia sfogato adesso...» commentò brusca Aggra.
«Immagino tu voglia fare un bagno prima di coricarci...» replicò Thrall, puntellandosi sui gomiti per sollevare il torace.
«Immagini giusto, Go'el» asserì sua moglie.
«Allora ti accompagno...» disse Thrall, offrendole aiuto per farla scendere.
Quando l'erezione del suo partner fuoriuscì provò la sgradevole sensazione di qualcosa di viscoso che le gocciolava tra le natiche, scendendole poi lungo le cosce.
Cercò di ignorare la cosa e si issò in piedi. Thrall fece la stessa cosa, quindi le mise sulle spalle una pelliccia e l'accompagnò fuori, verso la pozza lastricata che si trovava all'esterno della loro capanna e che riservavano per l'igiene personale.

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