fiamma_drakon: (Bayonetta)
[personal profile] fiamma_drakon
Titolo: Mitigare la mana-dipendenza
Rating: Rosso
Genere: Erotico
Personaggi: Broll Bearmantle, Valeera Sanguinar
Wordcount: 3733 ([livejournal.com profile] fiumidiparole)
Prompt: Intercrural di [livejournal.com profile] p_will per la Notte Bianca #25 @ [livejournal.com profile] maridichallenge
Timeline: Ambientata durante il viaggio in nave verso Roccavento, dopo l'attacco dei Naga.
Note: Handjob, Het, Intercrural, Lemon
«Ho... bisogno di altro mana» rantolò, e stavolta non cercò di allontanarsi da Broll, piuttosto di saltargli addosso. Il Kaldorei fortunatamente aveva i riflessi pronti ed approfittò della situazione di penombra a suo vantaggio per bloccarla e rialzarsi, in maniera da poterla controllare meglio.
«Valeera, calmati» le sussurrò, attirandola a sé per poterla trattenere più saldamente «Posso aiutarti, se me lo permetti. Tutto ciò che devi fare è calmarti».


Quando Rehgar aveva deciso di prendere Lo'Gosh con sé e di allenarlo come gladiatore per ricomporre un team da tre con Broll e Valeera, l'Elfo della Notte non avrebbe mai immaginato che stringere amicizia con quell'Umano affetto da amnesia l'avrebbe portato sì a guadagnarsi la libertà dal giogo dell'Orco schiavista, ma anche ad attraversare il Grande Mare e combattere contro un esercito di Naga per impedire che Lo'Gosh - o meglio, re Varian Wrynn - venisse ucciso prima che potesse fare ritorno a Roccavento e riconquistare il suo legittimo posto sul trono.
Il mare al momento era calmo, a malapena increspato in superficie da una leggera brezza che frusciava tra i lunghi capelli verdi del Kaldorei, intento a fissare gli ultimi residui del sole che spariva oltre l'orizzonte. Sopra di lui il cielo stava assumendo le caratteristiche sfumature violacee del crepuscolo che avanzava.
Lo'Gosh, con l'aiuto dell'anziana Aegwynn, si stava occupando di dirigere la nave. La donna sperava che riprendendo familiarità col ruolo di comando forse sarebbe riuscito a ricordare qualcosa della sua vita passata e della sua identità e Broll si augurava con tutto il cuore che ciò fosse vero, per il bene del suo amico.
Ad impensierirlo di più al momento, tuttavia, non era Lo'Gosh o Varian - faceva ancora fatica ad adattarsi alla rivelazione fatta da Aegwynn - bensì Valeera. Da quando avevano sconfitto la strega Naga che aveva comandato l'attacco alla loro nave, la Sin'dorei si comportava in maniera decisamente strana perfino per i suoi standard. Normalmente Broll avrebbe rispettato il suo desiderio di rimanere spesso e volentieri da sola e ne sarebbe addirittura stato felice: altri delle loro razze si erano assicurati di inculcare loro sin dall'infanzia pregiudizi e nozioni relative agli elfi "nemici" che rendevano difficile e a volte addirittura insostenibile la reciproca vicinanza. In quel frangente invece il Kaldorei avrebbe voluto esserle di aiuto in qualche modo, poiché era evidente che c'era qualcosa che la turbava e la faceva soffrire.
Anche Lo'Gosh se ne era accorto e aveva cercato di scoprire di cosa si trattava nel modo più semplice e diretto possibile: chiedendo all'interessata. Valeera si era rifiutata di collaborare nella maniera più assoluta e si era rintanata nella cabina che le era stata assegnata come sua personale. Raramente la si vedeva uscire da lì. Spesso e volentieri neppure i pasti erano sufficienti a tirarla fuori da quella cabina e i suoi compagni avevano di comune accordo deciso di lasciarla stare, sperando che in futuro riuscisse ad aprirsi con loro riguardo i suoi problemi privati.
Broll la conosceva da molto più tempo di Lo'Gosh e in cuor suo sapeva che Valeera riusciva ad essere dannatamente testarda quando voleva. Non avrebbe mai ceduto, nemmeno sotto tortura.
Il Druido si girò, appoggiandosi con entrambe le braccia al parapetto della nave, rivolgendo lo sguardo verso il ponte: il suo fine udito aveva captato dei passi risalire i gradini che congiungevano la zona sottocoperta all'esterno. Erano passi con una cadenza piuttosto lenta ed erano anche un po' incerti. Bearmantle sapeva per certo a chi appartenessero ancora prima che l'esile figura vestita di rosso e oro di Valeera facesse capolino dalla cima della scala.
L'Elfa del Sangue uscì sopraccoperta e respirò a pieni polmoni l'aria salmastra, mantenendo gli occhi chiusi. Poi improvvisamente, come se avesse ricevuto un colpo nello stomaco a tradimento, spalancò gli occhi e li puntò inesorabile verso Broll.
Le sue pupille scintillavano del consueto colore verde dell'energia vile che aveva "avvelenato" da tempo il suo popolo; eppure in esse il Kaldorei scorse qualcosa di diverso e distorto. Sembrava quasi che quello sguardo lo stesse sondando internamente, svelando segreti che Broll desiderava rimanessero ancora tali, almeno per il momento.
L'Elfo della Notte rabbrividì leggermente e distolse momentaneamente i suoi occhi, come per proteggersi da quell'esame indesiderato. Quando li risollevò notò che l'espressione di Valeera era cambiata e adesso sul suo viso c'era un misto di rabbia e rimorso per qualcosa che lui non riusciva nemmeno lontanamente ad immaginare.
Il contatto visivo tra loro si interruppe bruscamente subito dopo: la Sin'dorei si volse e ridiscese la scala con una certa urgenza, come se bramasse mettere quanta più distanza possibile tra sé stessa e l'Elfo della Notte più in fretta che poteva.
Stavolta Broll non l'avrebbe lasciata andare a rinchiudersi nuovamente in cabina senza fare niente: in qualche modo a lui sconosciuto, quella fuga improvvisa era connessa con lui. Se Valeera aveva un problema che lo coinvolgeva così da vicino, avrebbero trovato la soluzione adesso, insieme.
Era stanco di aspettare una prima mossa da parte di lei che di quel passo non sarebbe mai arrivata.
Senza pensarci due volte e quasi senza accorgersene, corse via dalla sua attuale posizione in direzione delle scale. Le scese due gradini alla volta e a metà strada dovette curvarsi in avanti per evitare che le corna che gli spuntavano dalla fronte sbattessero contro il soffitto, impedendogli di proseguire oltre. C'erano momenti in cui essere un Elfo della Notte con la stazza robusta di un guerriero, i suoi due metri e più d'altezza - standard tipico per la sua razza - e per giunta munito di una impressionante impalcatura di corna di cervo a renderlo ancora più imponente era davvero snervante.
«Valeera!» chiamò a voce alta. La vedeva, molto più avanti rispetto a dove si trovava lui, decisamente a suo agio a muoversi in quel corridoio così stretto e basso grazie alla sua corporatura più snella e minuta. Sperava che chiamandola avrebbe rallentato almeno un poco, concedendogli di recuperare un po' del terreno perso in partenza.
Effettivamente, la Sin'dorei esitò e rallentò, voltandosi verso di lui con un cipiglio allarmato sul viso.
«Va' via, Broll!» esclamò scuotendo la testa e riprendendo a muoversi rapidamente.
Quel breve intermezzo fu tuttavia sufficiente al Kaldorei per accorciare la distanza che li separava di parecchio: a dispetto della sua corporatura, era molto agile. Essere un Druido aveva anche i suoi vantaggi.
L'Elfa del Sangue raggiunse la sua cabina appena pochi secondi prima che il suo inseguitore la raggiungesse. Fece per sbattere la porta alle sue spalle ma Bearmantle trovò la maniera di impiegare le sue ingombranti corna per qualcosa di utile: caricò la porta a testa bassa stringendo i denti in attesa di un dolore che non tardò ad arrivare.
L'impatto avrebbe potuto spezzare corna meno resistenti e ampie delle sue, le quali ressero il colpo egregiamente, al contrario della sua testa: il contraccolpo gli causò un'acuta fitta alle tempie che si sforzò di ignorare.
Valeera non aveva avuto il tempo necessario ad accendere la luce e al buio non riusciva a trovare la chiave, per cui stava cercando inutilmente di puntellare la porta col suo esile corpo.
«Vattene!» riuscì a gridare un momento prima che il battente cedesse all'impatto contro le corna di Broll, scaraventandola a terra poco più in là.
L'Elfo della Notte non riuscì a mantenere l'equilibrio a causa dell'eccessiva foga dello slancio. Barcollò in avanti e caracollò al suolo, schiacciando col busto le gambe di Valeera, che esalò un lamento.
«Togliti, Broll! Quanto pesi?!» protestò cercando di sfuggire al peso del compagno.
Quest'ultimo l'afferrò per un braccio prima di mettersi in ginocchio, ancora leggermente frastornato dal colpo inferto alla porta.
«Ora mi dici cosa c'è che non va!» disse in tono rigido, alzando gli occhi dorati per guardarla in viso «Perché sei scappata via quando mi hai visto?».
Valeera parve rinsavire improvvisamente e i suoi tentativi di divincolarsi si fecero più pressanti. Arrivò addirittura a scalciare contro il suo petto per cercare di allontanarlo.
«Vai via, n-non capisci! Non posso starti così... vicina!» esclamò disperata.
Broll resistette per qualche momento nella speranza che smettesse di opporglisi; tuttavia, vedendo che non si calmava, la strattonò per farla riprendere.
«Valeera!» urlò con voce ferma.
L'Elfa del Sangue continuò a tirare il braccio ma smise di tirare calci. Iniziò a tremare leggermente, abbassando il viso e distogliendo lo sguardo.
«Vattene, io-io... lo sento» emise un verso di esasperazione.
L'espressione di Bearmantle si fece interrogativa.
«Cosa senti?» chiese.
Valeera lo guardò di traverso, con aria schiva, poi borbottò: «Il richiamo... del mana... il tuo mana...».
Scosse il capo con vigore ed esalò un lamento mentre tentava un'ultima volta di ritrarsi tremando.
Broll corrugò le folte sopracciglia, reclinando di lato la testa: era noto che dalla distruzione del Pozzo Solare i Sin'dorei fossero diventati dipendenti dalla magia, ma Valeera non aveva mai manifestato una dipendenza dal mana tanto spiccata. Non l'aveva mai vista tremare così forte, come se cercasse di trattenersi disperatamente dal raggiungere qualcosa che desiderava con tutta l'anima.
Non aveva senso. Non era successo niente di così strano da acuire il suo bisogno ad un tale livello, a meno che...
«È stata quella strega Naga, vero? Quando l'hai sconfitta...» ipotizzò Broll cautamente.
L'Elfa del Sangue scosse con tale veemenza la testa che il suo cappuccio rosso le scivolò sulle spalle, liberando una cascata di capelli biondi.
«Tutto quel mana insieme... non ho mai percepito tanta energia magica concentrata...» commentò, lo sguardo momentaneamente perso nel vuoto.
Non durò a lungo: dopo poco tornò a posare le pupille verdi sul Druido e la sua espressione si fece quasi folle.
«Ho... bisogno di altro mana» rantolò, e stavolta non cercò di allontanarsi da Broll, piuttosto di saltargli addosso. Il Kaldorei fortunatamente aveva i riflessi pronti ed approfittò della situazione di penombra a suo vantaggio per bloccarla e rialzarsi, in maniera da poterla controllare meglio.
«Valeera, calmati» le sussurrò, attirandola a sé per poterla trattenere più saldamente «Posso aiutarti, se me lo permetti. Tutto ciò che devi fare è calmarti».
La Sin'dorei era praticamente addossata a lui e la sua chioma bionda si trovava poco più in basso del suo viso, proprio sotto il suo naso. Aveva un buon profumo e non se ne era mai accorto prima di allora. La constatazione lo mise a disagio ma si sforzò di concentrarsi su ciò che andava fatto.
Sanguinar gli diede ascolto. Smise di dibattersi e si abbandonò contro il suo petto, respirando con leggero affanno per lo sforzo che stava evidentemente compiendo nel tenere a bada una sete di mana che stava palesemente ignorando da tempo. Broll ammirava la sua determinazione. Lui stesso non avrebbe saputo dire se sarebbe stato in grado di imitarla qualora fosse stato lui a trovarsi nella sua stessa situazione.
Il Druido mormorò una formula a mezza voce e sopra di loro comparve un globo perlaceo simile ad una luna piena che illuminò la cabina in maniera che anche Valeera potesse vedere. A quel punto Broll concentrò tutte le sue energie nel canalizzare una parte del suo mana nel corpo della sua compagna.
Quest'ultima sospirò di piacere nel sentire il potere magico pervaderla, donandole di nuovo la pace dei sensi e la lucidità mentale che aveva perso ormai da diversi giorni. Fu un po' come ritornare ai tempi in cui il Pozzo Solare donava a quelli della sua razza tutto il potere di cui necessitavano per il loro sostentamento, anche se in misura notevolmente ridotta. Dopotutto, non poteva attingere da Broll fino a prosciugarlo e inoltre la sua energia magica non era di origine arcana. Si sarebbe dovuta accontentare di quella druidica fino a che qualche altra perfida strega Naga non li avesse aggrediti con l'intenzione di uccidere Lo'Gosh, fornendole così un ottimo pretesto per ammazzarla e abbeverarsi della sua energia arcana.
Sanguinar riaprì gli occhi - non si era neanche accorta di averli chiusi - e d'istinto si girò verso Broll e lo abbracciò forte. Il Druido fu colto di sorpresa dal gesto e lo ricambiò con parecchio scarto.
«È... una sensazione bellissima! Poter tornare finalmente a pensare lucidamente...» commentò Valeera emozionata, allontanandosi dal compagno di mezzo passo «Ma... sento ancora sete...» rivelò con una punta di rimorso «Non sarò mai libera da questa schiavitù».
Broll la guardò in viso con espressione calma. Non voleva farle notare lo sforzo che gli era servito per donarle una parte del suo mana, per non farla sentire troppo in colpa. Le accarezzò una spalla, scendendo lentamente a toccarle il braccio.
«Se vuoi posso cercare di... uhm... distrarti dalla tua dipendenza...» suggerì in tono quasi remissivo, come se si vergognasse a fare una simile proposta.
Valeera continuò a guardarlo in viso, stavolta con cipiglio incuriosito, specialmente per l'inflessione marcata che aveva dato alla parola "distrarti".
«E come vorresti fare?» volle sapere la Sin'dorei.
Broll si sentiva uno stupido a proporre un simile metodo; d'altro canto, era l'unico mezzo che reputava forte abbastanza da poter riuscire in quell'impresa.
«Prima di dire qualsiasi cosa, fammi finire di spiegare» esordì, ponendo le mani avanti come per proteggersi da una qualsivoglia reazione violenta da parte di lei. Tacque per alcuni secondi, per accertarsi che non volesse già interromperlo o protestare; dopodiché proseguì: «Ecco... magari con uno stimolo... sessuale adeguato rius...».
Non riuscì a terminare: Valeera balzò indietro allontanando bruscamente la sua mano, guardandolo esterrefatta e arrabbiata insieme.
«Non farò sesso con uno della tua razza!» ringhiò.
Broll sospirò, levando lo sguardo al cielo: ovviamente aveva frainteso tutto, nonostante si fosse raccomandato di farlo parlare fino in fondo.
«Neanche io voglio fare l'amore con te» puntualizzò il Druido con fermezza «Ma non era quello che intendevo!».
«Uno stimolo sessuale!» ripeté Valeera, usando le sue stesse parole «Che altro potevi intendere?!».
«Sesso intercrurale!» sbottò Broll «Che non è la stessa cosa dell'avere un rapporto vero e proprio!».
L'Elfa del Sangue sbatté confusa le palpebre alle sue parole: non aveva mai sentito parlare di una cosa del genere e una parte di lei era ancora propensa al voler rimanere all'oscuro. Di getto chiese: «Cosa sarebbe, una perversione di voi Druidi?!».
La faccia del Druido a quel punto divenne più scura, la maniera dei Kaldorei di arrossire. L'imbarazzo era tanto e non sapeva bene come spiegare a parole una cosa del genere senza scivolare in dettagli che poco avevano di innocente e che temeva l'avrebbero fatto passare per un pervertito senza redenzione. Sforzandosi di oltrepassare il suo innato senso del pudore, disse: «N-non è niente del genere! Si tratta di... un rapporto non penetrativo in cui...».
Dovette fare una pausa, le guance che gli stavano letteralmente prendendo fuoco.
«I due partner si strusciano... tra le gambe... per dare l'impressione di stare facendo sesso... anche se di fatto non lo stanno facendo» concluse. Si complimentò con se stesso per essere riuscito a finire senza dare ulteriore esibizione di debolezza e disagio.
Valeera continuava a guardarlo con diffidenza, come se fosse convinta che la sua spiegazione fosse fasulla. Broll sperava che non si arrabbiasse e per vendetta andasse a spifferare tutto a Lo'Gosh o - peggio - a Aegwynn. Essere etichettato come un pervertito persino da loro due sarebbe stato troppo da sopportare.
La Sin'dorei proseguiva a mantenere il suo silenzio, fatto che Bearmantle interpretò come un completo dissenso verso la sua proposta.
Probabilmente aveva sbagliato anche solo a proporgliela.
«D'accordo, non avrei dovuto nemmeno suggerirlo» esclamò in tono rassegnato, scrollando le spalle «Non aspettare di andare nuovamente in crisi la prossima volta che hai bisogno di un po' di mana...» aggiunse a mo' di saluto, voltandosi verso la porta.
Inaspettatamente, la voce dell'Elfa del Sangue lo richiamò: «Aspetta Broll!».
Il diretto interessato si girò nuovamente verso di lei: alla luce del globo lunare che stava ancora sospeso a mezz'aria vide l'espressione combattuta e colma di disagio che Valeera gli stava rivolgendo.
Quest'ultima si mordicchiò il labbro inferiore, incerta; dopodiché esclamò: «Se pensi che possa distrarmi davvero dalla mia dipendenza... facciamolo».
Il suo improvviso cambio di opinione colse totalmente alla sprovvista il Druido, il quale non riuscì a rispondere con niente più di un: «Credo che a questo punto dovremmo... spogliarci».
Col massimo impaccio, i due si diedero momentaneamente le spalle mentre si toglievano i vestiti, in silenzio, sforzandosi di superare lo scetticismo e la vergogna. Nessuno di loro avrebbe mai pensato che prima o poi si sarebbe giunti ad un momento simile.
Valeera fu la prima a finire, poiché gli indumenti che portava erano pochi e facili da rimuovere. Broll invece dovette togliere diversi strati d'abbigliamento prima di presentarsi completamente nudo alla vista della Sin'dorei, la quale lo esaminò da capo a piedi inarcando un fine sopracciglio con aria alquanto stupita.
Bearmantle spostò nervoso il peso del corpo da un piede all'altro.
«Che c'è da guardare?» borbottò.
«Be', presumo che per fare qualcosa il tuo amichetto laggiù debba... svegliarsi» commentò Sanguinar, accennando con l'esile indice al suo apparato riproduttore.
«Posso farlo da solo» si affrettò a rispondere Broll.
«Va bene, però non metterci troppo. Sento che sta tornando» asserì Valeera con una smorfia carica di frustrazione sul bel viso.
Per essere una che fino a pochi minuti prima pareva sul punto di linciarlo vivo anche solo per aver osato pensare ad una qualche unione fisica che li implicasse, era fin troppo impaziente di cominciare.
Bearmantle si andò a sedere sul bordo della cuccetta, quindi iniziò a masturbarsi. Il fatto che Valeera fosse lì a guardarlo non migliorava la situazione; anzi, contribuiva a rendere decisamente difficile ciò che stava cercando di fare. Trascorsero alcuni minuti senza che ottenesse alcun tipo di risultato.
Valeera sbuffò spazientita: non aveva intenzione di rimanere ad aspettare per chissà quanto. Prese in mano la situazione, letteralmente: si avvicinò all'Elfo della Notte e gli spostò con un gesto piuttosto brusco la mano con cui stringeva il suo pene, quindi la sostituì con la sua.
«Che cos-ah!».
Broll cacciò un versetto stridulo di piacere senza che riuscisse a contenersi.
«Cosa ti sembra che stia facendo?! Sto accelerando le cose» ribatté Valeera in tono indignato.
Il Kaldorei non credeva che fosse tanto brava a lavorare con le mani in frangenti del genere. Era anche vero che non si erano mai trovati prima di allora in situazioni che gli permettessero di scoprire certe sue abilità.
Nella capace presa della Sin'dorei il suo pene si fece più turgido e ingombrante. Si drizzò fin quasi a stare perpendicolare al suo corpo.
Valeera lo lasciò per osservare la sua opera con espressione orgogliosa, un sorrisetto compiaciuto e arrogante ad incurvarle le labbra.
«Bene, adesso? Come ci mettiamo?» volle sapere.
Broll ci pensò su un momento, poi si distese supino sulla cuccetta, tendendole una mano per aiutarla.
«Sopra di me» le disse semplicemente, in tono quasi indifferente.
L'Elfa del Sangue obbedì senza protestare e sfruttò la sua mano per inerpicarsi sopra di lui. Si posizionò seduta a cavalcioni del suo bacino, appena sotto la sua erezione.
Broll la ghermì con la maggior delicatezza possibile per i fianchi e la spostò un poco più su, in maniera tale che la lunghezza della sua erezione fosse a contatto con le sue labbra. Non era umida; tuttavia, era piacevole averla seduta proprio sopra l'inguine. Era calda e stranamente morbida.
Rimasero fermi e silenziosi per un po', guardandosi dritti negli occhi.
«Uhm... mi muovo io?» domandò ad un tratto Bearmantle, una punta di timidezza nella voce che stonava con il suo aspetto virile.
Sanguinar levò gli occhi al soffitto con aria spazientita e prese ad agitarsi.
Entrambi mugolarono sorpresi: lo sfregamento era molto più piacevole di quanto pensassero.
Broll le afferrò le cosce con le mani, spingendo le falangi fino all'attaccatura degli arti al resto del corpo. Tese la pelle, tirandola verso l'esterno per cercare di aprire completamente le sue labbra senza doverci mettere direttamente mano. Non era sicuro che Valeera avrebbe apprezzato una violazione della sua privacy così brusca.
La sua compagna parve contenta del suo gesto, a giudicare da come si piegò su di lui, aggrappandosi alle sue spalle e gemendo.
Continuò a muoversi. L'intimo abbraccio attorno al suo pene si fece rapidamente umido e bollente. A Broll piacque la piega che stava prendendo la cosa.
Lo sfregamento divenne più agevole con la secrezione di umori piuttosto abbondanti da parte di Valeera. Quest'ultima modificò progressivamente la postura, raddrizzando la schiena e poi inarcandola all'indietro, cercando di strofinare con più forza la parte del pube dove si trovava il clitoride.
Era da tantissimo tempo che non provava un piacere simile e non pensava che sarebbe stato un Elfo della Notte a donarglielo di nuovo.
Broll si lasciava sfuggire qualche gemito sporadico quando nella foga Valeera riusciva a tirare un poco la pelle attorno al suo glande, scoprendolo.
Dopo un lasso di tempo incerto, Valeera emise un gemito più forte degli altri e si le sue mani si strinsero con violenza attorno alle corna del Druido. I movimenti del suo bacino si fecero meno fluidi e molto più brutali, dettati dal puro e semplice bisogno di piacere.
Broll avvertì i suoi umori aumentare e gli ultimi esigui residui di attrito sparire del tutto. Seppe allora con certezza che era appena arrivata all'orgasmo.
Bearmantle chiuse gli occhi e serrò i denti, cercando di andarle incontro il più possibile nei movimenti: anche lui era vicino all'orgasmo, ma se Valeera una volta venuta del tutto si fosse fermata non sarebbe riuscito a farcela. Per sua fortuna il rapporto era piaciuto così tanto all'Elfa del Sangue che le ci volle un poco perché finisse, concedendo al Kaldorei il tempo necessario a recuperare lo "svantaggio".
Nel momento in cui realizzò che stava per eiaculare si apprestò a spostarla, facendola scivolare al suo fianco.
«Ehi!» protestò Valeera con una punta di stizza nella voce.
Broll non le diede ascolto: si afferrò l'erezione e si masturbò con foga, schizzandosi l'addome con il suo stesso seme. Trattenne il respiro tutto il tempo, fino a che non ebbe terminato. Solo allora esalò un lungo sospiro pesante e chiuse gli occhi, riprendendo a respirare con un leggero affanno.
«Ti è piaciuto davvero tanto...!» commentò Valeera col tono di chi era pronto a punzecchiare.
«Da che pulpito...! Sbaglio o sei venuta per prima?» rimbeccò Broll, mettendosi seduto lentamente.
L'Elfa del Sangue lo guardò di traverso con cipiglio truce. Per tutta risposta l'Elfo della Notte scrollò le spalle e disse: «Come va adesso? Con... la dipendenza intendo...».
Valeera sorrise.
«Anche se sento ancora la sete... mi sento più tranquilla» il suo sorriso si allargò «Posso farcela a resistere!».
Broll sorrise di rimando.
«Ottimo! Ti avevo detto che avrebbe funzionato!» esclamò.
La Sin'dorei fece per dargli una pacca sul braccio ma si fermò a metà del movimento e cambiò idea, preferendo un più classico abbraccio, specialmente in virtù di ciò che era appena accaduto tra di loro.
«Grazie» sussurrò all'orecchio di Broll.
Quest'ultimo ricambiò l'abbraccio facendo attenzione a non sporcarla col suo seme. Non aggiunse niente: il gesto da solo parlava per lui.

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