Notte del riscaldamento
Feb. 11th, 2017 09:22 pm![[personal profile]](https://www.dreamwidth.org/img/silk/identity/user.png)
Titolo: Notte del riscaldamento
Rating: Rosso
Genere: Erotico
Personaggi: Durotan, Orgrim Doomhammer
Wordcount: 4136 (
fiumidiparole)
Prompt: Attesa per la Missione 1 (settimana 2) del team Ysmaros per il COW-T #7 @
maridichallenge
Timeline: Ambientata prima degli eventi descritti nel libro "Durotan".
Note: Blowjob, Fisting, Lemon, Rimming, Yaoi
«Orgrim... sei ancora sveglio?» domandò Durotan dopo un lasso di tempo apparentemente infinito, la voce ridotta ad un borbottio. Si era girato a dare le spalle all'altro nel mentre e ruotò il busto a metà per tornare a guardarlo.
Un mugolio da parte del suo amico gli segnalò che aveva udito il quesito: «Spiegami come faccio a dormire... così...».
Durotan si mise seduto, raddrizzandosi.
«Freddo? O fame?» chiese abbozzando un sorriso.
«Di nuovo a tagliare legna...» sbuffò Orgrim con tono esasperato, gettando l'accetta nella spessa coltre di neve con un gesto stizzito. Si caricò un fascio di rami appena abbattuti su una enorme spalla, dirigendosi verso il suo lupo. Morso aspettava paziente dove il suo padrone l'aveva lasciato, le borse che aveva attaccate ai lati della sella già abbastanza appesantite.
«Perché per una volta non possiamo andare a caccia? Non siamo più bambini!» continuò a protestare Orgrim mentre scaricava il fardello dalla spalla.
«Forse vogliono punirti perché continui a lamentarti di questo compito... ci hai pensato?» lo prese in giro il suo amico Durotan, sogghignando al suo indirizzo.
«Anche tu ti sei lamentato in passato» puntualizzò Doomhammer «Quindi ci stanno punendo entrambi» rise.
«Già...» Durotan assicurò la chiusura dell'ultima sacca che aveva riempito, poi diede una carezza sul muso di Zannaguzza e si voltò verso il suo compagno.
«Dovremmo tornare al villaggio... è quasi il tramonto» commentò.
Orgrim annuì.
«Fammi prendere l'ultimo carico di legna, così Morso avrà il peso delle borse distribuito equamente sul dorso» rispose quest'ultimo, tornando verso il punto in cui aveva abbandonato poco prima l'accetta.
Durotan lo lasciò fare. Capiva che era importante per mantenere l'equilibrio del lupo. Nel mentre si assicurò che Zannaguzza avesse le borse ben fissate alla sella e che non fossero troppo cariche per lui. Era sicuro della potenza del corpo del suo lupo, ma allo stesso tempo voleva anche evitare di farlo soffrire inutilmente se poteva. Se ci fosse stato bisogno avrebbe potuto chiedere se una parte del carico poteva trasportarla Morso.
Il cielo era già coperto di nubi chiare che facevano presagire una intensa nevicata notturna. Non era niente di eccezionale nella Landa di Fuocogelo: Durotan e Orgrim erano abituati a tali intemperie. I Lupi Bianchi erano un clan che si era temprato nei climi rigidi della regione e i due giovani Orchi erano vestiti in maniera adeguata ad affrontare l'eventualità di una nevicata.
Doomhammer stava finendo di abbattere gli ultimi rami quando iniziò a cadere la neve. Dopo poco e senza alcun preavviso si levò un vento intenso e in breve i due si ritrovarono nel bel mezzo di una tempesta di neve in piena regola.
Durotan aiutò Orgrim con gli ultimi pezzi di legna, quindi salirono in groppa ai loro lupi.
«Non ce la faremo a tornare fino al villaggio con questa tempesta!» gridò Doomhammer, cercando di sovrastare il frastuono sibilante del vento gelido.
Durotan annuì con un forte cenno del capo.
«Ho visto una caverna qui vicino! Possiamo accamparci lì ad aspettare che la tempesta si plachi!» disse.
Il suo compagno assentì a sua volta e guidò Morso dietro Zannaguzza, visto che era stato Durotan a scorgere la caverna.
Quest'ultimo si spinse un poco più a fondo nella foresta, seguendo la direzione che aveva percorso non molto tempo prima per tagliare la legna. Il suo senso dell'orientamento era piuttosto sviluppato; infatti, a dispetto della tempesta in atto, i due Orchi si ritrovarono in breve dinanzi ad una modesta apertura all'interno di una specie di collinetta rocciosa nascosta sotto una spessa coltre di neve.
Smontarono dai lupi ed insieme a loro si misero al riparo. All'interno la caverna era piccola e l'aria era gelida, ma almeno non erano esposti al vento.
Durotan e Orgrim accompagnarono Morso e Zannaguzza nella parte più interna, sganciando dai loro dorsi le selle, in maniera che potessero riposare liberamente.
I due giovani Orchi si sedettero vicino ai loro compagni a quattro zampe, riscaldandosi con il reciproco calore corporeo. Speravano che la tempesta finisse in fretta; ciononostante era palese ad entrambi che la furia degli elementi fosse destinata a perdurare.
Rimasero in silenziosa attesa. Orgrim cercava di non concentrarsi sull'ingresso alla caverna, cosa che invece stava facendo Durotan. Quest'ultimo sembrava stare studiando la neve che turbinava all'esterno come se fissandola abbastanza a lungo potesse farla scomparire.
I respiri dei quattro si condensavano in nuvolette bianche spesse che si dissolvevano solo dopo alcuni secondi nell'aria fredda.
«Dovremmo prendere in considerazione l'idea di trascorrere qui la notte» brontolò Orgrim improvvisamente, spezzando il silenzio nervoso che regnava nella grotta. Dal tono era evidentemente contrariato per la sua stessa ipotesi.
«Non ti sfugge nulla, amico mio» commentò in tono piuttosto ironico l'altro, lanciandogli un'occhiata di traverso.
«Te lo dico da anni che sono più intelligente di te» sbuffò Orgrim, dandogli una gomitata lieve nel fianco «E tu continui a dubitarne».
Risero entrambi, insieme. L'eco si riverberò contro le pareti, restituendo il suono ai proprietari. All'improvviso ad esso si unì anche un rumore, un brontolio cupo e prolungato proveniente dallo stomaco di Doomhammer.
Durotan si zittì e fissò perplesso l'amico. Orgrim sostenne il suo sguardo, ma non senza arrossire un poco.
«C-cosa c'è? È sera ormai, è normale avere fame, no? Scommetto che anche tu hai fame!» sbottò irritato.
Come in risposta al suo appello, anche lo stomaco di Durotan si fece sentire chiaro e forte; ciononostante, il successivo brontolio della pancia di Orgrim riuscì a coprirlo quasi del tutto.
«Ho fame, sì... ma a quanto pare tu ne hai più di me» sogghignò Durotan.
Orgrim digrignò i denti, aggrottando le sopracciglia, senza distogliere lo sguardo dal viso del suo interlocutore.
«Significa che ho lavorato più di te» sbottò per contro, intrecciando le braccia robuste sul suo largo torace.
«Oppure vuol soltanto dire che sei più grosso e che hai bisogno di mangiare di più per tenere piena la pancia» rise Durotan, dandogli una amichevole pacca sulla spalla «Comunque non abbiamo provviste, quindi temo che dovrai lasciar protestare il tuo stomaco fino a che non facciamo ritorno al villaggio».
Doomhammer grugnì a bassa voce, frustrato.
«Immaginavo...» borbottò, rannicchiandosi contro Morso, tirando a sé le gambe muscolose «E immagino che non possiamo nemmeno accendere il fuoco... visto che siamo in una grotta così piccola».
«Purtroppo...» disse Durotan «Il fumo si raccoglierebbe contro il soffitto e poi scenderebbe... e non vorrei soffocare nel sonno» spiegò.
«Sarebbe una morte stupida e indegna» brontolò Orgrim, totalmente d'accordo con lui «Morti soffocati dal fumo per non morire congelati. Nessuno comporrebbe mai un lok'vadnod per una cosa del genere».
Doomhammer rabbrividì leggermente e si strinse nella pelliccia che gli copriva la metà superiore del corpo. Non si lamentò del freddo che si stava facendo pungente a causa della mancanza di movimento. Non era nella natura dei Lupi Bianchi lamentarsi; inoltre, il suo stomaco protestava già abbastanza per entrambi.
Il tempo trascorreva lentamente e la tempesta non si placava. Scese la notte e con essa la temperatura si fece sensibilmente più bassa, con somma gioia di entrambi.
Orgrim e Durotan si erano rannicchiati contro il fianco del rispettivo lupo, affondando il più possibile nel folto pelo per tenersi al caldo. Le pellicce e i pantaloni pesanti non erano sufficienti a schermarli dal gelo notturno.
I morsi della fame si erano fatti più intensi da parte di entrambi. I gorgoglii si erano intensificati ed erano divenuti più frequenti. Ogni tanto uno sbuffo simile ad una risata trapelava dalle labbra dei due in risposta ai brontolii più ridicoli, ma col trascorrere del tempo smisero di farlo. Le punte delle loro dita e le labbra stavano cambiando tonalità in maniera preoccupante.
«Orgrim... sei ancora sveglio?» domandò Durotan dopo un lasso di tempo apparentemente infinito, la voce ridotta ad un borbottio. Si era girato a dare le spalle all'altro nel mentre e ruotò il busto a metà per tornare a guardarlo.
Un mugolio da parte del suo amico gli segnalò che aveva udito il quesito: «Spiegami come faccio a dormire... così...».
Durotan si mise seduto, raddrizzandosi.
«Freddo? O fame?» chiese abbozzando un sorriso.
Doomhammer scrollò le spalle piano, abbassando lo sguardo mentre rispondeva: «Bah, non saprei... ma che differenza fa? Dobbiamo comunque aspettare per poter tornare al villaggio».
Il sorriso del suo amico si tramutò lentamente in un ghigno. Si portò carponi vicino a Orgrim e gli accarezzò con una mano fredda la cintura dei pantaloni, andando a soffermarsi vicino alla fibbia.
«Durotan...?» chiamò l'altro, aggrottando le sopracciglia in un cipiglio confuso «Che ti sta passando per la testa?».
«Visto che entrambi non riusciamo a dormire... e che fa così freddo...» il giovane figlio del clan dei Lupi Bianchi s'interruppe brevemente, roteando verso l'alto gli occhi «Be', potremmo cercare di riscaldarci a vicenda mentre aspettiamo che la tempesta finisca».
Il suo tono di voce non lasciava posto per alcun tipo di dubbio in merito a quali fossero le sue intenzioni.
Orgrim rise, mettendosi seduto a sua volta. Separarsi dal folto pelo di Morso lo fece tremare appena, ma ignorò deliberatamente la cosa.
«Vuoi davvero fare l'amore qui? Nudi in questa grotta gelata?» domandò con aria scettica. Sembrava dubitare della sua intelligenza.
«Saremo nudi, è vero... ma non staremo troppo al freddo».
Il sogghigno di Durotan incuriosì Orgrim, spingendolo a chiedere: «Cos'hai in mente?».
Il suo compagno si alzò in piedi e gli tese la mano per aiutarlo a fare altrettanto.
«Lasciami fare» disse, senza fornire ulteriori spiegazioni; ciononostante, Orgrim si fidava abbastanza di Durotan da dargli comunque ascolto. Si alzò e si fece da parte per lasciargli spazio.
«Ho bisogno della tua pelliccia» chiese Durotan, togliendosi di dosso la sua. Un brivido ben visibile lo percorse dalla testa ai piedi ma lui lo ignorò bellamente.
Orgrim obbedì senza protestare. Se il suo amico era in grado di sopportare il freddo in maniera tanto spavalda, lui poteva senz'altro fare lo stesso.
Durotan fece spostare Zannaguzza, facendolo accucciare vicino a Morso in maniera tale che tra i due grossi lupi rimanesse uno spazio esiguo, nel quale stese le pellicce. In tal modo creò una specie di giaciglio artigianale nel quale la possibilità di riscaldarsi era molto migliore rispetto a prima.
Doomhammer sgranò gli occhi dinanzi all'opera dell'amico, compiaciuto dall'enorme quantità di pelo che era riuscito a mettere insieme.
«Che te ne pare? Adesso hai voglia di scaldarci un po'...?» chiese Durotan, girandosi per metà verso il suo compagno.
«Ricordami di non darti mai più dell'idiota...» disse Orgrim per tutta risposta, cominciando a slacciarsi la cintura.
Durotan rise e lo imitò lesto. Per essere due Orchi infreddoliti, si spogliarono piuttosto velocemente. Orgrim si lanciò letteralmente sul giaciglio improvvisato, sdraiandosi a pancia in su e puntellando a terra i piedi, piegando le gambe verso l'alto per allargarle. Esalò un lieve mugolio di apprezzamento: tutto quel pelo intorno a lui e sotto di lui era piacevole al tatto e trasmetteva - almeno per il momento - un bel tepore.
«Godi addirittura così tanto?» lo prese in giro Durotan, inginocchiandosi nello spazio tra le sue gambe «Di solito ci vuole di più per farti mugolare a questi livelli» brontolò in tono quasi offeso.
Orgrim gli scoccò un'occhiataccia di sbieco, emettendo un grugnito.
«Non stavo godendo in quel senso» replicò stizzito «Non ancora» puntualizzò subito dopo, abbozzando un sorrisetto sghembo.
Durotan sogghignò al suo indirizzo.
«Menomale» disse mentre si metteva carponi sopra l'amico, appoggiandosi con le mani poco sopra le sue spalle. Si chinò a baciarlo sulle labbra, puntellandosi sui gomiti per stare più comodo.
Doomhammer lo abbracciò stretto, facendogli perdere l'equilibrio senza alcuno sforzo, e Durotan gli franò addosso, sdraiandosi prono sopra il suo torace - che rispetto al suo era più largo data la stazza massiccia del suo amico.
Continuarono a baciarsi con movimenti frenetici della testa, le lingue che si alternavano per dare ad entrambi il divertimento di compiere brevi incursioni nella bocca dell'altro, esplorarla e regalare piacere. I loro respiri si fecero più rapidi e la condensa divenne più chiara ed effimera a causa del calore che i loro due corpi uniti e frementi di desiderio emanavano.
I capelli lunghi e scuri di Durotan cadevano a formare una specie di tenda che isolava il loro bacio dalla vista di eventuali spettatori. Morso e Zannaguzza sonnecchiavano, lieti di percepire l'umore dei loro compagni sensibilmente migliorato.
Il bacio fu lungo e passionale e quando Durotan si staccò con un rumore di risucchio, Orgrim lo guardò con cipiglio meravigliato.
«Per gli Antenati...! È stato... oh, era da un sacco che non ci mettevi così tanta foga!» esclamò.
«Spero che tu non abbia da lamentarti anche delle trascorse relazioni, perché ti lascio a congelarti il culo da solo» rispose a tono Durotan, sbuffando con un lieve affanno.
Doomhammer gli ghermì con presa salda le natiche, stringendole con fare possessivo ed utilizzandole poi per trattenere il suo partner contro il suo corpo.
«Non ti azzardare nemmeno a pensarlo, chiaro?» minacciò guardando dritto negli occhi Durotan «Diventi un fuoco quando scopiamo» sogghignò con fare perverso.
Il figlio del Capoclan dei Lupi Bianchi rimase a fissarlo per qualche istante, poi gli batté una pacca sul pettorale destro e cercò di divincolarsi dalla sua morsa.
«E allora tappati quella bocca e lasciami lavorare» disse, raddrizzandosi sopra di lui.
Lo sguardo di Orgrim brillò di lussuria mentre sorrideva ancora. Si conoscevano da una vita e quasi sempre gesti e sguardi erano sufficienti ad entrambi per comunicare, senza bisogno di sprecare parole. In quei momenti però Durotan stentava a sfruttare quel loro strano e unico canale di comunicazione.
Aggrottò le sopracciglia e attese che l'altro esplicitasse cosa il suo cervello aveva prodotto.
«Perché non me la tappi te la bocca?» domandò Orgrim, senza abbandonare quello sguardo quasi malsano. Una volta finito di parlare non richiuse le labbra; piuttosto, le aprì lentamente in atto deliberatamente provocatorio.
Il senso delle sue parole gli fu chiaro solo allora, investendolo con la forza di un branco di mammuceronti alla carica. Come aveva fatto a non capirlo subito?!
Ovviamente Orgrim non poteva lasciarsi sfuggire l'occasione di una provocazione del genere e lui si sentiva un vero idiota, per ben due motivi: gli aveva dato l'esca perfetta e non era stato in grado di riconoscerlo per conto proprio.
Sorrise al suo partner, staccandosi dal suo bacino per cambiare posizione. Ruotò facendo attenzione a non dare calci non desiderati al suo compagno, invertendo la posizione. Adesso si trovava carponi con il pene che ciondolava parzialmente rigido sopra la bocca ancora aperta di Doomhammer e il viso rivolto verso le cosce di quest'ultimo.
«Sarà un vero piacere» esclamò, abbassandosi sulla sua faccia. Piegò le gambe e le allargò per darsi una maggiore stabilità, appoggiandosi con le cosce sopra i polpacci.
Orgrim lasciò che il fallo del suo partner gli scendesse nella bocca. A quel punto chiuse le labbra attorno ad esso e cominciò a succhiarlo forte. I testicoli di Durotan gli coprivano il naso, impedendogli di respirare correttamente; tuttavia, il suo compagno cambiò svelto posizione dopo aver esalato un roco grugnito di piacere e il suo scroto non fu più un problema rilevante.
Durotan si allungò sul torso nudo dell'altro, appoggiandosi contro la gamba sinistra con la spalla. Il supporto era solido, caldo e piacevole. Con la mano destra masturbò il pene ancora flaccido di Doomhammer fino a che non lo ebbe reso tosto abbastanza da poterlo accogliere in bocca.
Udì Orgrim mugolare contro la sua erezione, aumentando il ritmo sensibilmente. Durotan non si fece mettere fretta e continuò a leccare e succhiare mentre con la mano destra si aiutava a mantenere il ritmo e il turgore. Sapeva che il suo amico si sarebbe fatto impaziente e che avrebbe recalcitrato e protestato, ma poi sarebbe venuto in abbondanza e sarebbe stato molto più soddisfatto di quanto lo sarebbe stato con un orgasmo raggiunto in tutta fretta.
Godersi la tensione sessuale che cresceva era parte del gioco.
Il giovane figlio di Garad tirò via la pelle che ancora copriva in parte il glande del suo compagno e leccò la corona di questo, ricoprendola di abbondante saliva. Era ben consapevole di quanto fosse sensibile quella zona e il movimento improvviso - simile ad una scossa di terremoto - del corpo di Orgrim gli fece capire che il gesto non era passato inosservato.
Durotan grugnì all'improvviso, colto di sorpresa dalla morsa dei denti di Orgrim attorno alla sua erezione; tuttavia la cosa gli piacque.
Vennero pressoché nello stesso momento, riempiendo l'aria di gemiti e mugolii mentre ingurgitavano il frutto del rispettivo lavoro. Lo sperma era tiepido e viscoso e forse sarebbe servito a placare un poco i loro stomaci vuoti.
Durotan si staccò per primo, rimanendo appoggiato contro la gamba del suo partner, ansimando piano: non era ancora contento, voleva di più. Non voleva del sesso canonico, ma qualcosa di strano, qualcosa che lo facesse godere così tanto da sfinirlo. L'erezione di Orgrim, spompata dal recente orgasmo, non gli sarebbe bastata quella volta per riempirlo, lo sentiva.
«Orgrim...» bofonchiò, sollevando leggermente il capo dalla sua gamba «Lubrificami».
«Ti manca così tanto il mio cazzo?» gongolò Doomhammer in tono compiaciuto. Sapeva di essere un fenomeno ed era ben felice di sfruttare la sua speciale dotazione per soddisfare la libidine del suo amico di infanzia.
«Voglio... qualcosa di più grosso...» rispose Durotan, mandando in frantumi la sicurezza e l'arroganza del suo partner.
«Come sarebbe a dire "più grosso"?! Il mio cazzo non ti basta?!» ringhiò Orgrim, sentendosi profondamente offeso «Non è abbastanza grosso?».
Durotan smontò dal suo corpo, stendendosi su un lato con la schiena contro il fianco di Zannaguzza, e si girò a guardare il suo interlocutore da oltre una spalla, scoccandogli un'occhiata che era insieme di rimprovero e supplica.
«Non hai solo quello grosso» brontolò con disappunto «Sei più grosso della media degli Orchi, Orgrim... sono sicuro che qualche altra cosa per sostituirlo la trovi».
Chiuse gli occhi un attimo, esitando alla ricerca delle parole migliori per descrivergli ciò che desiderava; infine si pronunciò con un semplice: «Sfondami, Orgrim». Per sottolineare il suo intento, tornò a mettersi carponi, ma stavolta tenne solo il fondoschiena sollevato bene in alto, nella direzione del suo compagno. Il busto era inclinato verso il basso, i gomiti utilizzati come unico sostegno.
Orgrim lo fissò attonito, mettendosi seduto. Non aveva idea di come fare per esaudire la richiesta di Durotan senza utilizzare la sua erezione. Rimase a rimuginare per qualche momento, poi ebbe una specie di illuminazione e sorrise.
«Morso, vieni qui...» chiamò, facendo un segnale con la mano al suo lupo.
«Orgrim... che stai combinando? Morso a che ti serve?» chiese in tono preoccupato Durotan.
«Aspetta e sentirai» rise il suo amico, senza dare ulteriori informazioni.
Durotan fece per protestare e spostarsi quando quello che senza ombra di dubbio era il muso di un lupo - Morso presumibilmente - gli venne schiacciato tra le chiappe, in corrispondenza del suo orifizio. Subito dopo si sentì la lingua del lupo che gli leccava il buco e poi si intrufolava all'interno.
L'Orco cacciò un grido prima di potersi trattenere, sottraendosi leggermente: la lingua era spessa, bagnata, ruvida e incredibilmente lunga. Dopo un primo momento di sorpresa e disgusto si rese conto che l'intrusione non era poi così male come aveva pensato inizialmente. La leccata profonda lo stava lasciando eccitando di nuovo e lo stava lubrificando in maniera decisamente abbondante.
«M-Morso...!» esalò, la voce più simile ad un gemito che ad un lamento. Ansimò con maggiore trasporto, socchiudendo gli occhi e leccandosi le labbra.
Con la mano destra andò ad afferrarsi il pene e iniziò a masturbarsi.
«Mi pare di capire che ti piaccia» lo prese in giro Orgrim, sentendolo mugolare e gemere. Era contento che la sua idea stesse avendo successo. Accarezzò Morso dietro il collo, spingendogli il muso contro il sedere del compagno.
«Da bravo, Morso... lo senti Durotan come è contento?» disse per incitarlo.
«Il... tuo lupo ha la lingua... ohw!... così lunga...» commentò Durotan per contro «Tu non ci arrivi mai... così in profondità».
«Vedrai quando Morso avrà finito di lubrificarti. Mi implorerai di non andare ancora più a fondo» sogghignò Doomhammer, ridendo sommessamente alla prospettiva di quel che voleva fare.
«Non vedo l'ora» replicò il suo amico semplicemente.
Morso continuò a leccarlo ancora per un paio di minuti, poi Orgrim lo rimise a cuccia e si sostituì a lui con due dita. Il sedere di Durotan era abbastanza allenato che un solo dito non l'avrebbe nemmeno sentito.
Spinse le dita all'interno, allargandole con fatica per cercare di allentare la muscolatura del suo orifizio, poi cominciò ad estrarle e reinserirle ripetutamente. Un grugnito prolungato e acuto fuoriuscì dalla gola di Durotan mentre inarcava leggermente la schiena in risposta al piacevole stimolo.
«Di più» gemette quest'ultimo in tono di richiesta, divaricando le gambe un poco e flettendosi per andare incontro alla mano di Orgrim.
«Un momento» rise Doomhammer «Non avere troppa fretta».
Un terzo dito si unì agli altri due, poi un quarto. Durotan le accolse con versi di accorato piacere nonostante sentisse anche un po' dolore ad ogni atto penetrativo. Di fatto non gli importava. Voleva sentirsi il culo bello pieno, anche a costo di avere dolore per giorni.
Orgrim affondava la mano tenendo rigide le quattro dita, fermandosi alle nocche e poi estraendole e ripetendo.
«Ne vuoi di più?» chiese d'un tratto, dopo un po' che replicava sempre lo stesso gesto. A furia di tenere le dita unite e tese gli stava facendo male la mano.
«Sì» rantolò Durotan, accompagnando la risposta con un cenno del capo «Infila tutto».
Doomhammer rise e fece spallucce.
«Come vuoi» disse «Sei davvero insaziabile stanotte...» aggiunse, poi gli spinse con un gesto brusco l'intera mano dentro il sedere.
Durotan raddrizzò la schiena di colpo, lanciando un urlo roco e sgranando gli occhi.
«S-sì» ansimò, cercando di masturbarsi con maggiore vigore «Oooh... è così... grosso» mugolò, cercando di andargli incontro. Chiuse gli occhi e si morse con forza il labbro inferiore.
«Sono contento che almeno questo lo apprezzi» sbuffò Orgrim, aggiustando il suo ritmo di penetrazione per sincronizzarsi con le oscillazioni dell'amico.
Quest'ultimo si ritrovò ad ansimare con la bocca aperta, lasciando andare a briglia sciolta ogni verso che gli risaliva spontaneamente su per la gola. Estrasse la lingua e la lasciò penzolare di fuori. Aveva urgenza di manifestare il suo piacere o temeva che sarebbe esploso.
Il culo gli faceva male ma al tempo stesso la sensazione di essere pieno fino al suo limite massimo lo eccitava in maniera indecente, provocandogli un piacere come non ne aveva mai sentito prima.
Cercò di aumentare ulteriormente la foga del gesto schiacciandosi con maggiore veemenza sull'arto di Orgrim, ottenendo altro dolore e altro piacere.
Gridò ancora, sempre più forte, fino a far seccare la gola.
Quando venne tremò da capo a piedi e si riversò in avanti, sulla pelliccia. Si chiuse tempestivamente la cima del pene con la pelle in eccesso, evitando così di sporcare le loro pellicce. Continuò a pompare con la mano, ma più piano.
Trattenne il respiro mentre terminava di eiaculare, poi espirò pesantemente tutto in un colpo solo.
«Accidenti, Durotan! Dovevi sentire che contrazioni ha fatto il tuo culo mentre venivi!» esclamò sorpreso Orgrim.
«Esci... piano» disse l'altro «Ti prego».
«Ci provo».
Doomhammer mosse la mano delicatamente per i suoi standard, estraendola con cautela e lentezza, onde evitare dolore indesiderato. Durotan si astenne dal mettere fretta al compagno, nonostante avesse impellenza di liberarsi dello sperma accumulato nella sacca improvvisata in cima al pene.
L'operazione richiese un certo tempo e una volta che Durotan fu libero si alzò rapidamente per andare a scaricare.
«Fermo lì!» lo bloccò Orgrim, afferrandogli una gamba.
Il suo compagno lo guardò, perplesso.
«Devo andare a scaricare lo sp...» esordì, ma si interruppe quando Orgrim aprì la bocca piazzandosi sotto il suo pene.
«Sono stato bravo, no? Mi meriterò pur un premio...» disse.
Durotan rise e lasciò uscire il suo seme. Doomhammer ingoiò tutto, lappando il pene per assicurarsi di non aver lasciato alcuna traccia.
«Ah, così va meglio» esclamò Orgrim «Almeno non sento più i morsi della fame».
«Menomale» rispose Durotan, sedendosi di nuovo.
Orgrim gli batté una pacca sulla spalla.
«Sai che domani avrai dolore al culo, vero?» domandò.
«Temo di sì» replicò il figlio di Garad «Che ne dici adesso di provare a dormire?» propose.
«Magari prima rimettiamo i pantaloni» fece presente Orgrim, accennando ai vestiti lasciati in disparte sulla roccia «Giusto per non infreddolirci ancora di più».
Durotan annuì. Si rivestirono e tornarono a sdraiarsi sulle pellicce sistemate tra i loro lupi. Si stesero su un fianco, Orgrim rivolto verso l'esterno e Durotan dietro di lui, rannicchiato a seguire la curva tracciata dal suo corpo parzialmente rannicchiato. Gli gettò un braccio oltre il bacino, accarezzandogli con le dita l'addome piatto e tonico.
«Grazie...» mormorò il figlio del Capoclan dei Lupi Bianchi.
Il suo amico sbuffò con fare arrogante.
«Non c'è bisogno che mi ringrazi. So di essere bravo a farti divertire» rispose «Ma la prossima volta non voglio sentire storie, la precedenza al cazzo».
Durotan rise.
«Va bene. Speriamo solo che la prossima volta succeda in una capanna calda e non in una caverna gelida» disse.
«Facciamo che la prossima volta che ci mandano a tagliare legna facciamo più in fretta e torniamo al villaggio prima del tramonto... per sicurezza» esclamò con voce più greve Orgrim, portando una mano a coprire quella di Durotan appoggiata sul suo addome.
«Sono pienamente d'accordo».
Rating: Rosso
Genere: Erotico
Personaggi: Durotan, Orgrim Doomhammer
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Note: Blowjob, Fisting, Lemon, Rimming, Yaoi
«Orgrim... sei ancora sveglio?» domandò Durotan dopo un lasso di tempo apparentemente infinito, la voce ridotta ad un borbottio. Si era girato a dare le spalle all'altro nel mentre e ruotò il busto a metà per tornare a guardarlo.
Un mugolio da parte del suo amico gli segnalò che aveva udito il quesito: «Spiegami come faccio a dormire... così...».
Durotan si mise seduto, raddrizzandosi.
«Freddo? O fame?» chiese abbozzando un sorriso.
«Di nuovo a tagliare legna...» sbuffò Orgrim con tono esasperato, gettando l'accetta nella spessa coltre di neve con un gesto stizzito. Si caricò un fascio di rami appena abbattuti su una enorme spalla, dirigendosi verso il suo lupo. Morso aspettava paziente dove il suo padrone l'aveva lasciato, le borse che aveva attaccate ai lati della sella già abbastanza appesantite.
«Perché per una volta non possiamo andare a caccia? Non siamo più bambini!» continuò a protestare Orgrim mentre scaricava il fardello dalla spalla.
«Forse vogliono punirti perché continui a lamentarti di questo compito... ci hai pensato?» lo prese in giro il suo amico Durotan, sogghignando al suo indirizzo.
«Anche tu ti sei lamentato in passato» puntualizzò Doomhammer «Quindi ci stanno punendo entrambi» rise.
«Già...» Durotan assicurò la chiusura dell'ultima sacca che aveva riempito, poi diede una carezza sul muso di Zannaguzza e si voltò verso il suo compagno.
«Dovremmo tornare al villaggio... è quasi il tramonto» commentò.
Orgrim annuì.
«Fammi prendere l'ultimo carico di legna, così Morso avrà il peso delle borse distribuito equamente sul dorso» rispose quest'ultimo, tornando verso il punto in cui aveva abbandonato poco prima l'accetta.
Durotan lo lasciò fare. Capiva che era importante per mantenere l'equilibrio del lupo. Nel mentre si assicurò che Zannaguzza avesse le borse ben fissate alla sella e che non fossero troppo cariche per lui. Era sicuro della potenza del corpo del suo lupo, ma allo stesso tempo voleva anche evitare di farlo soffrire inutilmente se poteva. Se ci fosse stato bisogno avrebbe potuto chiedere se una parte del carico poteva trasportarla Morso.
Il cielo era già coperto di nubi chiare che facevano presagire una intensa nevicata notturna. Non era niente di eccezionale nella Landa di Fuocogelo: Durotan e Orgrim erano abituati a tali intemperie. I Lupi Bianchi erano un clan che si era temprato nei climi rigidi della regione e i due giovani Orchi erano vestiti in maniera adeguata ad affrontare l'eventualità di una nevicata.
Doomhammer stava finendo di abbattere gli ultimi rami quando iniziò a cadere la neve. Dopo poco e senza alcun preavviso si levò un vento intenso e in breve i due si ritrovarono nel bel mezzo di una tempesta di neve in piena regola.
Durotan aiutò Orgrim con gli ultimi pezzi di legna, quindi salirono in groppa ai loro lupi.
«Non ce la faremo a tornare fino al villaggio con questa tempesta!» gridò Doomhammer, cercando di sovrastare il frastuono sibilante del vento gelido.
Durotan annuì con un forte cenno del capo.
«Ho visto una caverna qui vicino! Possiamo accamparci lì ad aspettare che la tempesta si plachi!» disse.
Il suo compagno assentì a sua volta e guidò Morso dietro Zannaguzza, visto che era stato Durotan a scorgere la caverna.
Quest'ultimo si spinse un poco più a fondo nella foresta, seguendo la direzione che aveva percorso non molto tempo prima per tagliare la legna. Il suo senso dell'orientamento era piuttosto sviluppato; infatti, a dispetto della tempesta in atto, i due Orchi si ritrovarono in breve dinanzi ad una modesta apertura all'interno di una specie di collinetta rocciosa nascosta sotto una spessa coltre di neve.
Smontarono dai lupi ed insieme a loro si misero al riparo. All'interno la caverna era piccola e l'aria era gelida, ma almeno non erano esposti al vento.
Durotan e Orgrim accompagnarono Morso e Zannaguzza nella parte più interna, sganciando dai loro dorsi le selle, in maniera che potessero riposare liberamente.
I due giovani Orchi si sedettero vicino ai loro compagni a quattro zampe, riscaldandosi con il reciproco calore corporeo. Speravano che la tempesta finisse in fretta; ciononostante era palese ad entrambi che la furia degli elementi fosse destinata a perdurare.
Rimasero in silenziosa attesa. Orgrim cercava di non concentrarsi sull'ingresso alla caverna, cosa che invece stava facendo Durotan. Quest'ultimo sembrava stare studiando la neve che turbinava all'esterno come se fissandola abbastanza a lungo potesse farla scomparire.
I respiri dei quattro si condensavano in nuvolette bianche spesse che si dissolvevano solo dopo alcuni secondi nell'aria fredda.
«Dovremmo prendere in considerazione l'idea di trascorrere qui la notte» brontolò Orgrim improvvisamente, spezzando il silenzio nervoso che regnava nella grotta. Dal tono era evidentemente contrariato per la sua stessa ipotesi.
«Non ti sfugge nulla, amico mio» commentò in tono piuttosto ironico l'altro, lanciandogli un'occhiata di traverso.
«Te lo dico da anni che sono più intelligente di te» sbuffò Orgrim, dandogli una gomitata lieve nel fianco «E tu continui a dubitarne».
Risero entrambi, insieme. L'eco si riverberò contro le pareti, restituendo il suono ai proprietari. All'improvviso ad esso si unì anche un rumore, un brontolio cupo e prolungato proveniente dallo stomaco di Doomhammer.
Durotan si zittì e fissò perplesso l'amico. Orgrim sostenne il suo sguardo, ma non senza arrossire un poco.
«C-cosa c'è? È sera ormai, è normale avere fame, no? Scommetto che anche tu hai fame!» sbottò irritato.
Come in risposta al suo appello, anche lo stomaco di Durotan si fece sentire chiaro e forte; ciononostante, il successivo brontolio della pancia di Orgrim riuscì a coprirlo quasi del tutto.
«Ho fame, sì... ma a quanto pare tu ne hai più di me» sogghignò Durotan.
Orgrim digrignò i denti, aggrottando le sopracciglia, senza distogliere lo sguardo dal viso del suo interlocutore.
«Significa che ho lavorato più di te» sbottò per contro, intrecciando le braccia robuste sul suo largo torace.
«Oppure vuol soltanto dire che sei più grosso e che hai bisogno di mangiare di più per tenere piena la pancia» rise Durotan, dandogli una amichevole pacca sulla spalla «Comunque non abbiamo provviste, quindi temo che dovrai lasciar protestare il tuo stomaco fino a che non facciamo ritorno al villaggio».
Doomhammer grugnì a bassa voce, frustrato.
«Immaginavo...» borbottò, rannicchiandosi contro Morso, tirando a sé le gambe muscolose «E immagino che non possiamo nemmeno accendere il fuoco... visto che siamo in una grotta così piccola».
«Purtroppo...» disse Durotan «Il fumo si raccoglierebbe contro il soffitto e poi scenderebbe... e non vorrei soffocare nel sonno» spiegò.
«Sarebbe una morte stupida e indegna» brontolò Orgrim, totalmente d'accordo con lui «Morti soffocati dal fumo per non morire congelati. Nessuno comporrebbe mai un lok'vadnod per una cosa del genere».
Doomhammer rabbrividì leggermente e si strinse nella pelliccia che gli copriva la metà superiore del corpo. Non si lamentò del freddo che si stava facendo pungente a causa della mancanza di movimento. Non era nella natura dei Lupi Bianchi lamentarsi; inoltre, il suo stomaco protestava già abbastanza per entrambi.
Il tempo trascorreva lentamente e la tempesta non si placava. Scese la notte e con essa la temperatura si fece sensibilmente più bassa, con somma gioia di entrambi.
Orgrim e Durotan si erano rannicchiati contro il fianco del rispettivo lupo, affondando il più possibile nel folto pelo per tenersi al caldo. Le pellicce e i pantaloni pesanti non erano sufficienti a schermarli dal gelo notturno.
I morsi della fame si erano fatti più intensi da parte di entrambi. I gorgoglii si erano intensificati ed erano divenuti più frequenti. Ogni tanto uno sbuffo simile ad una risata trapelava dalle labbra dei due in risposta ai brontolii più ridicoli, ma col trascorrere del tempo smisero di farlo. Le punte delle loro dita e le labbra stavano cambiando tonalità in maniera preoccupante.
«Orgrim... sei ancora sveglio?» domandò Durotan dopo un lasso di tempo apparentemente infinito, la voce ridotta ad un borbottio. Si era girato a dare le spalle all'altro nel mentre e ruotò il busto a metà per tornare a guardarlo.
Un mugolio da parte del suo amico gli segnalò che aveva udito il quesito: «Spiegami come faccio a dormire... così...».
Durotan si mise seduto, raddrizzandosi.
«Freddo? O fame?» chiese abbozzando un sorriso.
Doomhammer scrollò le spalle piano, abbassando lo sguardo mentre rispondeva: «Bah, non saprei... ma che differenza fa? Dobbiamo comunque aspettare per poter tornare al villaggio».
Il sorriso del suo amico si tramutò lentamente in un ghigno. Si portò carponi vicino a Orgrim e gli accarezzò con una mano fredda la cintura dei pantaloni, andando a soffermarsi vicino alla fibbia.
«Durotan...?» chiamò l'altro, aggrottando le sopracciglia in un cipiglio confuso «Che ti sta passando per la testa?».
«Visto che entrambi non riusciamo a dormire... e che fa così freddo...» il giovane figlio del clan dei Lupi Bianchi s'interruppe brevemente, roteando verso l'alto gli occhi «Be', potremmo cercare di riscaldarci a vicenda mentre aspettiamo che la tempesta finisca».
Il suo tono di voce non lasciava posto per alcun tipo di dubbio in merito a quali fossero le sue intenzioni.
Orgrim rise, mettendosi seduto a sua volta. Separarsi dal folto pelo di Morso lo fece tremare appena, ma ignorò deliberatamente la cosa.
«Vuoi davvero fare l'amore qui? Nudi in questa grotta gelata?» domandò con aria scettica. Sembrava dubitare della sua intelligenza.
«Saremo nudi, è vero... ma non staremo troppo al freddo».
Il sogghigno di Durotan incuriosì Orgrim, spingendolo a chiedere: «Cos'hai in mente?».
Il suo compagno si alzò in piedi e gli tese la mano per aiutarlo a fare altrettanto.
«Lasciami fare» disse, senza fornire ulteriori spiegazioni; ciononostante, Orgrim si fidava abbastanza di Durotan da dargli comunque ascolto. Si alzò e si fece da parte per lasciargli spazio.
«Ho bisogno della tua pelliccia» chiese Durotan, togliendosi di dosso la sua. Un brivido ben visibile lo percorse dalla testa ai piedi ma lui lo ignorò bellamente.
Orgrim obbedì senza protestare. Se il suo amico era in grado di sopportare il freddo in maniera tanto spavalda, lui poteva senz'altro fare lo stesso.
Durotan fece spostare Zannaguzza, facendolo accucciare vicino a Morso in maniera tale che tra i due grossi lupi rimanesse uno spazio esiguo, nel quale stese le pellicce. In tal modo creò una specie di giaciglio artigianale nel quale la possibilità di riscaldarsi era molto migliore rispetto a prima.
Doomhammer sgranò gli occhi dinanzi all'opera dell'amico, compiaciuto dall'enorme quantità di pelo che era riuscito a mettere insieme.
«Che te ne pare? Adesso hai voglia di scaldarci un po'...?» chiese Durotan, girandosi per metà verso il suo compagno.
«Ricordami di non darti mai più dell'idiota...» disse Orgrim per tutta risposta, cominciando a slacciarsi la cintura.
Durotan rise e lo imitò lesto. Per essere due Orchi infreddoliti, si spogliarono piuttosto velocemente. Orgrim si lanciò letteralmente sul giaciglio improvvisato, sdraiandosi a pancia in su e puntellando a terra i piedi, piegando le gambe verso l'alto per allargarle. Esalò un lieve mugolio di apprezzamento: tutto quel pelo intorno a lui e sotto di lui era piacevole al tatto e trasmetteva - almeno per il momento - un bel tepore.
«Godi addirittura così tanto?» lo prese in giro Durotan, inginocchiandosi nello spazio tra le sue gambe «Di solito ci vuole di più per farti mugolare a questi livelli» brontolò in tono quasi offeso.
Orgrim gli scoccò un'occhiataccia di sbieco, emettendo un grugnito.
«Non stavo godendo in quel senso» replicò stizzito «Non ancora» puntualizzò subito dopo, abbozzando un sorrisetto sghembo.
Durotan sogghignò al suo indirizzo.
«Menomale» disse mentre si metteva carponi sopra l'amico, appoggiandosi con le mani poco sopra le sue spalle. Si chinò a baciarlo sulle labbra, puntellandosi sui gomiti per stare più comodo.
Doomhammer lo abbracciò stretto, facendogli perdere l'equilibrio senza alcuno sforzo, e Durotan gli franò addosso, sdraiandosi prono sopra il suo torace - che rispetto al suo era più largo data la stazza massiccia del suo amico.
Continuarono a baciarsi con movimenti frenetici della testa, le lingue che si alternavano per dare ad entrambi il divertimento di compiere brevi incursioni nella bocca dell'altro, esplorarla e regalare piacere. I loro respiri si fecero più rapidi e la condensa divenne più chiara ed effimera a causa del calore che i loro due corpi uniti e frementi di desiderio emanavano.
I capelli lunghi e scuri di Durotan cadevano a formare una specie di tenda che isolava il loro bacio dalla vista di eventuali spettatori. Morso e Zannaguzza sonnecchiavano, lieti di percepire l'umore dei loro compagni sensibilmente migliorato.
Il bacio fu lungo e passionale e quando Durotan si staccò con un rumore di risucchio, Orgrim lo guardò con cipiglio meravigliato.
«Per gli Antenati...! È stato... oh, era da un sacco che non ci mettevi così tanta foga!» esclamò.
«Spero che tu non abbia da lamentarti anche delle trascorse relazioni, perché ti lascio a congelarti il culo da solo» rispose a tono Durotan, sbuffando con un lieve affanno.
Doomhammer gli ghermì con presa salda le natiche, stringendole con fare possessivo ed utilizzandole poi per trattenere il suo partner contro il suo corpo.
«Non ti azzardare nemmeno a pensarlo, chiaro?» minacciò guardando dritto negli occhi Durotan «Diventi un fuoco quando scopiamo» sogghignò con fare perverso.
Il figlio del Capoclan dei Lupi Bianchi rimase a fissarlo per qualche istante, poi gli batté una pacca sul pettorale destro e cercò di divincolarsi dalla sua morsa.
«E allora tappati quella bocca e lasciami lavorare» disse, raddrizzandosi sopra di lui.
Lo sguardo di Orgrim brillò di lussuria mentre sorrideva ancora. Si conoscevano da una vita e quasi sempre gesti e sguardi erano sufficienti ad entrambi per comunicare, senza bisogno di sprecare parole. In quei momenti però Durotan stentava a sfruttare quel loro strano e unico canale di comunicazione.
Aggrottò le sopracciglia e attese che l'altro esplicitasse cosa il suo cervello aveva prodotto.
«Perché non me la tappi te la bocca?» domandò Orgrim, senza abbandonare quello sguardo quasi malsano. Una volta finito di parlare non richiuse le labbra; piuttosto, le aprì lentamente in atto deliberatamente provocatorio.
Il senso delle sue parole gli fu chiaro solo allora, investendolo con la forza di un branco di mammuceronti alla carica. Come aveva fatto a non capirlo subito?!
Ovviamente Orgrim non poteva lasciarsi sfuggire l'occasione di una provocazione del genere e lui si sentiva un vero idiota, per ben due motivi: gli aveva dato l'esca perfetta e non era stato in grado di riconoscerlo per conto proprio.
Sorrise al suo partner, staccandosi dal suo bacino per cambiare posizione. Ruotò facendo attenzione a non dare calci non desiderati al suo compagno, invertendo la posizione. Adesso si trovava carponi con il pene che ciondolava parzialmente rigido sopra la bocca ancora aperta di Doomhammer e il viso rivolto verso le cosce di quest'ultimo.
«Sarà un vero piacere» esclamò, abbassandosi sulla sua faccia. Piegò le gambe e le allargò per darsi una maggiore stabilità, appoggiandosi con le cosce sopra i polpacci.
Orgrim lasciò che il fallo del suo partner gli scendesse nella bocca. A quel punto chiuse le labbra attorno ad esso e cominciò a succhiarlo forte. I testicoli di Durotan gli coprivano il naso, impedendogli di respirare correttamente; tuttavia, il suo compagno cambiò svelto posizione dopo aver esalato un roco grugnito di piacere e il suo scroto non fu più un problema rilevante.
Durotan si allungò sul torso nudo dell'altro, appoggiandosi contro la gamba sinistra con la spalla. Il supporto era solido, caldo e piacevole. Con la mano destra masturbò il pene ancora flaccido di Doomhammer fino a che non lo ebbe reso tosto abbastanza da poterlo accogliere in bocca.
Udì Orgrim mugolare contro la sua erezione, aumentando il ritmo sensibilmente. Durotan non si fece mettere fretta e continuò a leccare e succhiare mentre con la mano destra si aiutava a mantenere il ritmo e il turgore. Sapeva che il suo amico si sarebbe fatto impaziente e che avrebbe recalcitrato e protestato, ma poi sarebbe venuto in abbondanza e sarebbe stato molto più soddisfatto di quanto lo sarebbe stato con un orgasmo raggiunto in tutta fretta.
Godersi la tensione sessuale che cresceva era parte del gioco.
Il giovane figlio di Garad tirò via la pelle che ancora copriva in parte il glande del suo compagno e leccò la corona di questo, ricoprendola di abbondante saliva. Era ben consapevole di quanto fosse sensibile quella zona e il movimento improvviso - simile ad una scossa di terremoto - del corpo di Orgrim gli fece capire che il gesto non era passato inosservato.
Durotan grugnì all'improvviso, colto di sorpresa dalla morsa dei denti di Orgrim attorno alla sua erezione; tuttavia la cosa gli piacque.
Vennero pressoché nello stesso momento, riempiendo l'aria di gemiti e mugolii mentre ingurgitavano il frutto del rispettivo lavoro. Lo sperma era tiepido e viscoso e forse sarebbe servito a placare un poco i loro stomaci vuoti.
Durotan si staccò per primo, rimanendo appoggiato contro la gamba del suo partner, ansimando piano: non era ancora contento, voleva di più. Non voleva del sesso canonico, ma qualcosa di strano, qualcosa che lo facesse godere così tanto da sfinirlo. L'erezione di Orgrim, spompata dal recente orgasmo, non gli sarebbe bastata quella volta per riempirlo, lo sentiva.
«Orgrim...» bofonchiò, sollevando leggermente il capo dalla sua gamba «Lubrificami».
«Ti manca così tanto il mio cazzo?» gongolò Doomhammer in tono compiaciuto. Sapeva di essere un fenomeno ed era ben felice di sfruttare la sua speciale dotazione per soddisfare la libidine del suo amico di infanzia.
«Voglio... qualcosa di più grosso...» rispose Durotan, mandando in frantumi la sicurezza e l'arroganza del suo partner.
«Come sarebbe a dire "più grosso"?! Il mio cazzo non ti basta?!» ringhiò Orgrim, sentendosi profondamente offeso «Non è abbastanza grosso?».
Durotan smontò dal suo corpo, stendendosi su un lato con la schiena contro il fianco di Zannaguzza, e si girò a guardare il suo interlocutore da oltre una spalla, scoccandogli un'occhiata che era insieme di rimprovero e supplica.
«Non hai solo quello grosso» brontolò con disappunto «Sei più grosso della media degli Orchi, Orgrim... sono sicuro che qualche altra cosa per sostituirlo la trovi».
Chiuse gli occhi un attimo, esitando alla ricerca delle parole migliori per descrivergli ciò che desiderava; infine si pronunciò con un semplice: «Sfondami, Orgrim». Per sottolineare il suo intento, tornò a mettersi carponi, ma stavolta tenne solo il fondoschiena sollevato bene in alto, nella direzione del suo compagno. Il busto era inclinato verso il basso, i gomiti utilizzati come unico sostegno.
Orgrim lo fissò attonito, mettendosi seduto. Non aveva idea di come fare per esaudire la richiesta di Durotan senza utilizzare la sua erezione. Rimase a rimuginare per qualche momento, poi ebbe una specie di illuminazione e sorrise.
«Morso, vieni qui...» chiamò, facendo un segnale con la mano al suo lupo.
«Orgrim... che stai combinando? Morso a che ti serve?» chiese in tono preoccupato Durotan.
«Aspetta e sentirai» rise il suo amico, senza dare ulteriori informazioni.
Durotan fece per protestare e spostarsi quando quello che senza ombra di dubbio era il muso di un lupo - Morso presumibilmente - gli venne schiacciato tra le chiappe, in corrispondenza del suo orifizio. Subito dopo si sentì la lingua del lupo che gli leccava il buco e poi si intrufolava all'interno.
L'Orco cacciò un grido prima di potersi trattenere, sottraendosi leggermente: la lingua era spessa, bagnata, ruvida e incredibilmente lunga. Dopo un primo momento di sorpresa e disgusto si rese conto che l'intrusione non era poi così male come aveva pensato inizialmente. La leccata profonda lo stava lasciando eccitando di nuovo e lo stava lubrificando in maniera decisamente abbondante.
«M-Morso...!» esalò, la voce più simile ad un gemito che ad un lamento. Ansimò con maggiore trasporto, socchiudendo gli occhi e leccandosi le labbra.
Con la mano destra andò ad afferrarsi il pene e iniziò a masturbarsi.
«Mi pare di capire che ti piaccia» lo prese in giro Orgrim, sentendolo mugolare e gemere. Era contento che la sua idea stesse avendo successo. Accarezzò Morso dietro il collo, spingendogli il muso contro il sedere del compagno.
«Da bravo, Morso... lo senti Durotan come è contento?» disse per incitarlo.
«Il... tuo lupo ha la lingua... ohw!... così lunga...» commentò Durotan per contro «Tu non ci arrivi mai... così in profondità».
«Vedrai quando Morso avrà finito di lubrificarti. Mi implorerai di non andare ancora più a fondo» sogghignò Doomhammer, ridendo sommessamente alla prospettiva di quel che voleva fare.
«Non vedo l'ora» replicò il suo amico semplicemente.
Morso continuò a leccarlo ancora per un paio di minuti, poi Orgrim lo rimise a cuccia e si sostituì a lui con due dita. Il sedere di Durotan era abbastanza allenato che un solo dito non l'avrebbe nemmeno sentito.
Spinse le dita all'interno, allargandole con fatica per cercare di allentare la muscolatura del suo orifizio, poi cominciò ad estrarle e reinserirle ripetutamente. Un grugnito prolungato e acuto fuoriuscì dalla gola di Durotan mentre inarcava leggermente la schiena in risposta al piacevole stimolo.
«Di più» gemette quest'ultimo in tono di richiesta, divaricando le gambe un poco e flettendosi per andare incontro alla mano di Orgrim.
«Un momento» rise Doomhammer «Non avere troppa fretta».
Un terzo dito si unì agli altri due, poi un quarto. Durotan le accolse con versi di accorato piacere nonostante sentisse anche un po' dolore ad ogni atto penetrativo. Di fatto non gli importava. Voleva sentirsi il culo bello pieno, anche a costo di avere dolore per giorni.
Orgrim affondava la mano tenendo rigide le quattro dita, fermandosi alle nocche e poi estraendole e ripetendo.
«Ne vuoi di più?» chiese d'un tratto, dopo un po' che replicava sempre lo stesso gesto. A furia di tenere le dita unite e tese gli stava facendo male la mano.
«Sì» rantolò Durotan, accompagnando la risposta con un cenno del capo «Infila tutto».
Doomhammer rise e fece spallucce.
«Come vuoi» disse «Sei davvero insaziabile stanotte...» aggiunse, poi gli spinse con un gesto brusco l'intera mano dentro il sedere.
Durotan raddrizzò la schiena di colpo, lanciando un urlo roco e sgranando gli occhi.
«S-sì» ansimò, cercando di masturbarsi con maggiore vigore «Oooh... è così... grosso» mugolò, cercando di andargli incontro. Chiuse gli occhi e si morse con forza il labbro inferiore.
«Sono contento che almeno questo lo apprezzi» sbuffò Orgrim, aggiustando il suo ritmo di penetrazione per sincronizzarsi con le oscillazioni dell'amico.
Quest'ultimo si ritrovò ad ansimare con la bocca aperta, lasciando andare a briglia sciolta ogni verso che gli risaliva spontaneamente su per la gola. Estrasse la lingua e la lasciò penzolare di fuori. Aveva urgenza di manifestare il suo piacere o temeva che sarebbe esploso.
Il culo gli faceva male ma al tempo stesso la sensazione di essere pieno fino al suo limite massimo lo eccitava in maniera indecente, provocandogli un piacere come non ne aveva mai sentito prima.
Cercò di aumentare ulteriormente la foga del gesto schiacciandosi con maggiore veemenza sull'arto di Orgrim, ottenendo altro dolore e altro piacere.
Gridò ancora, sempre più forte, fino a far seccare la gola.
Quando venne tremò da capo a piedi e si riversò in avanti, sulla pelliccia. Si chiuse tempestivamente la cima del pene con la pelle in eccesso, evitando così di sporcare le loro pellicce. Continuò a pompare con la mano, ma più piano.
Trattenne il respiro mentre terminava di eiaculare, poi espirò pesantemente tutto in un colpo solo.
«Accidenti, Durotan! Dovevi sentire che contrazioni ha fatto il tuo culo mentre venivi!» esclamò sorpreso Orgrim.
«Esci... piano» disse l'altro «Ti prego».
«Ci provo».
Doomhammer mosse la mano delicatamente per i suoi standard, estraendola con cautela e lentezza, onde evitare dolore indesiderato. Durotan si astenne dal mettere fretta al compagno, nonostante avesse impellenza di liberarsi dello sperma accumulato nella sacca improvvisata in cima al pene.
L'operazione richiese un certo tempo e una volta che Durotan fu libero si alzò rapidamente per andare a scaricare.
«Fermo lì!» lo bloccò Orgrim, afferrandogli una gamba.
Il suo compagno lo guardò, perplesso.
«Devo andare a scaricare lo sp...» esordì, ma si interruppe quando Orgrim aprì la bocca piazzandosi sotto il suo pene.
«Sono stato bravo, no? Mi meriterò pur un premio...» disse.
Durotan rise e lasciò uscire il suo seme. Doomhammer ingoiò tutto, lappando il pene per assicurarsi di non aver lasciato alcuna traccia.
«Ah, così va meglio» esclamò Orgrim «Almeno non sento più i morsi della fame».
«Menomale» rispose Durotan, sedendosi di nuovo.
Orgrim gli batté una pacca sulla spalla.
«Sai che domani avrai dolore al culo, vero?» domandò.
«Temo di sì» replicò il figlio di Garad «Che ne dici adesso di provare a dormire?» propose.
«Magari prima rimettiamo i pantaloni» fece presente Orgrim, accennando ai vestiti lasciati in disparte sulla roccia «Giusto per non infreddolirci ancora di più».
Durotan annuì. Si rivestirono e tornarono a sdraiarsi sulle pellicce sistemate tra i loro lupi. Si stesero su un fianco, Orgrim rivolto verso l'esterno e Durotan dietro di lui, rannicchiato a seguire la curva tracciata dal suo corpo parzialmente rannicchiato. Gli gettò un braccio oltre il bacino, accarezzandogli con le dita l'addome piatto e tonico.
«Grazie...» mormorò il figlio del Capoclan dei Lupi Bianchi.
Il suo amico sbuffò con fare arrogante.
«Non c'è bisogno che mi ringrazi. So di essere bravo a farti divertire» rispose «Ma la prossima volta non voglio sentire storie, la precedenza al cazzo».
Durotan rise.
«Va bene. Speriamo solo che la prossima volta succeda in una capanna calda e non in una caverna gelida» disse.
«Facciamo che la prossima volta che ci mandano a tagliare legna facciamo più in fretta e torniamo al villaggio prima del tramonto... per sicurezza» esclamò con voce più greve Orgrim, portando una mano a coprire quella di Durotan appoggiata sul suo addome.
«Sono pienamente d'accordo».