Chi dorme non prende cazzi
May. 26th, 2018 07:51 pm![[personal profile]](https://www.dreamwidth.org/img/silk/identity/user.png)
Titolo: Chi dorme non prende cazzi
Rating: Rosso
Genere: Erotico
Personaggi: Broll Bearmantle, Emrak (OC!Druido), Naralex, Zingib (OC!Druido)
Wordcount: 4098 (wordcounter)
Prompt: Federica - #01. Voyeur per il MMOM 2018 e Voyeur per la quarta settimana delle BadWrong Weeks 2018 @ Lande Di Fandom
Timeline: Ambientata durante l'espansione "Legion".
Note: Handjob, Lemon, Threesome, Voyeur, Yaoi
«Piuttosto, domani mattina andiamo insieme ad aprire il baule?» domandò Zingib.
Ormai erano arrivati a destinazione. I due Troll si fermarono al centro dell’alcova, laddove l’erba era schiacciata.
«Io sono stanco. Domani penso che dormirò. Ci vediamo al baule verso… errhm… le dieci?» domandò Emrak.
«Che dormiglione che sei!» lo prese in giro Zingib dandogli una leggera gomitata nel fianco «D’accordo, dieci siano».
Un’altra settimana di guerra contro la Legione era passata e nel Bosco dei Sogni i druidi stavano cominciando a ritirarsi dopo l’ennesima - è ormai abituale - orgia serale richiesta dagli Arcidruidi a capo dell’Enclave.
Emrak e Zingib furono gli ultimi ad abbandonare il luogo in cui avevano consumato assieme ai loro seguaci. La coppia di Troll passeggiava tranquilla in direzione del loro giaciglio, che altro non era che un punto in cui il prato cresceva più rigoglioso e morbido.
Le lunghe e molteplici trecce di capelli arancio vivo di Zingib oscillavano nella brezza notturna, così come il ciuffo leggermente arricciato di capelli bianchi di Emrak; ciononostante i due non sembravano avere minimamente freddo.
«Chesta serata è stata buona assai. Hamuul tiene nu potenziale nascosto sotto chella sua tunica» commentò con una certa soddisfazione Zingib, lanciando un’occhiata d’intesa al suo compagno. Era da tanto che sperava di riuscire a convincere Hamuul ad unirsi a loro e finalmente quella sera c’era riuscito.
Emrak non sembrava particolarmente preso dai commenti del compagno, tanto che sbadigliò vistosamente per tutta risposta.
«Domani è mercoledì, Zingib. Teniamo nu oggetto speciale nel baule dell’Enclave per le sfide di chesta settimana» ponderò Emrak a voce alta, cambiando totalmente argomento.
«Giusto! Spero di trovarci na tunica nuova, chesta ormai è da buttare» replicò l’altro, tirando leggermente la stoffa dell’abito che indossava, una lunga veste di cuoio marrone liso in diversi punti.
I due Arcidruidi erano intanto arrivati dinanzi all’ingresso di un’alcova protetta da viticci di legno e nella quale l’erba era più rigogliosa. Al centro si trovava una zona in cui il prato era stato schiacciato, il punto dove solitamente la coppia di druidi riposava.
«È nu pezzo di equipaggiamento vecchio assai ma le condizioni sue sono colpa tua che ‘o tieni male» lo rimproverò Emrak mentre entravano nella loro zona privata.
«È na tunica! Si rovina presto assai» brontolò Zingib per contro con aria stizzita. Emrak non faticava affatto a credergli, specialmente conoscendo la sua indole esuberante.
«Piuttosto, domani mattina andiamo insieme ad aprire il baule?» domandò Zingib.
Ormai erano arrivati a destinazione. I due Troll si fermarono al centro dell’alcova, laddove l’erba era schiacciata.
«Io sono stanco. Domani penso che dormirò. Ci vediamo al baule verso… errhm… le dieci?» domandò Emrak.
«Che dormiglione che sei!» lo prese in giro Zingib dandogli una leggera gomitata nel fianco «D’accordo, dieci siano».
L’altro allora si trasformò in orso. I suoi Artigli di Ursol avevano mutato la sua normale metamorfosi in orso, per cui adesso non sfoggiava più sul dorso una cresta di pelo bianco né tantomeno le grosse zanne che gli fuoriuscivano dai lati della bocca e che lo identificavano come Troll. Era più simile ad un semplice orso ma con il pelo composto di rocce. L’unica parte rimasta morbida era l’addome, ricoperto da una pelliccia folta e cespugliosa.
A Zingib non piaceva quella metamorfosi, dato che in tale modo non poteva riscaldarsi durante la notte appoggiandosi contro di lui; tuttavia, non l’avrebbe costretto a cambiare aspetto.
A sua volta si trasformò in animale. Le Zanne di Grigiomanto - i due pugnali che portava in vita - lo fecero tramutare senza difficoltà in un incrocio tra un leone ed uno smilodonte. Il corpo agile e snello era fatto di legno di un marrone scolorito, simile a quello degli alberi in autunno. La criniera e il ciuffo di pelo in fondo alla coda erano simili a foglie di uno sgargiante arancione. Rametti contorti affioravano dalla criniera sul suo dorso e lunghe zanne rivolte verso il basso sbucavano dalle sue fauci.
Emrak emise un ruggito svogliato mentre si sedeva sul giaciglio per poi abbandonarsi su un fianco, esponendo l’ampia pancia pelosa. Il grosso gatto di legno saltellò attorno all’orso senza fare rumore, quindi andò ad accovacciarsi contro il folto pelo addominale del compagno. Si produsse in una specie di miagolio cupo mentre strofinava un lato della sua testa contro di lui; dopodiché si abbassò e si addormentò.
Il giorno dopo, Zingib si risvegliò sentendo il pesante corpo al suo fianco rotolare verso di lui. Agilmente si mise in piedi e balzò via dalla sua posizione. Si tolse appena in tempo: voltandosi, vide Emrak rotolare sulla pancia e giacere placido nell’erba ronfando sommessamente. Era evidente che aveva bisogno di dormire più di lui, altrimenti era certo che non si sarebbe svegliato in tempo per salvarsi.
Zingib sbadigliò vistosamente, spalancando le fauci piene di denti aguzzi e scosse il capo, quindi tornò alla sua forma di Troll. Si stiracchiò e decise di andare a mangiare qualcosa in attesa che arrivasse l’ora dell’appuntamento con Emrak.
Si allontanò dalla loro alcova e si diresse lentamente verso il cuore dell’Enclave, sperando di incontrare qualcuno degli altri druidi che fosse così gentile da approntargli la colazione. Lui non era assolutamente in grado di cucinare alcunché e se fosse stato per lui avrebbe mangiato selvaggina cruda cacciata di fresco. Adorava inseguire gli animali nel bosco, acchiapparli ed ucciderli con zanne ed artigli era una vera soddisfazione. Purtroppo Emrak aveva cominciato a vietargli la caccia, adducendo come scusa il fatto che mangiare carne cruda da cadaveri di animali non fosse salutare.
Si spinse fino alla piazza centrale dell’Enclave, nel punto in cui sorgeva una specie di gazebo in legno senza tetto nel quale erano collocate quattro statue intagliate rappresentanti ciascuna la divinità selvatica di una delle quattro vie di specializzazione dei druidi.
Non c’era anima viva nei dintorni. Zingib oltrepassò il gazebo per andare verso la bacheca cui solitamente appendeva le missioni per gli altri seguaci del Circolo Cenariano. Lì si trovava una specie di locanda e sperava che potesse anche trovarvi un’anima buona che gli preparasse la colazione. Purtroppo arrivando alla porta la trovò chiusa.
Sospirando affranto, si allontanò in direzione del baule. Si trovava lungo un lato della piazza e non era troppo difficile da vedere dato che era piuttosto grosso.
Zingib camminò verso di esso e si fermò in prossimità udendo l’inconfondibile rumore di qualcuno che stava russando. Si guardò intorno ma non vide nessuno nei paraggi, eppure chiunque stesse dormendo stava continuando a farlo poiché continuava a sentire lo stesso russare placido. Allora Zingib si avvicinò al forziere e si rese conto che il rumore lì era più forte. Evidentemente proveniva da lì.
Il Troll arrivò fino dinanzi allo scrigno e si sporse a guardare oltre. Un sorrisetto soddisfatto gli incurvò le labbra realizzando di aver trovato il colpevole: un druido in forma di Lunagufo dormiva profondamente steso nel piccolo pezzo di prato delimitato posteriormente dal tronco di un grosso albero.
Zingib rimase a fissarlo per qualche momento, poi emise un verso simile al ringhio di un animale con il preciso scopo di svegliare l’incauto druido appisolato in quel luogo così anomalo.
Non successe niente. In forma di Lunagufo tutti i druidi erano identici, non c’era nessuna differenza nel piumaggio o nella forma delle corna né tantomeno nella presenza di zanne anomale. I Troll erano identici agli Elfi della Notte così come ai Tauren; tuttavia, le abitudini di ogni druido erano peculiari e tipiche del suo modo di essere. Il fatto che il ringhio non avesse prodotto alcun tipo di risultato e il russare profondo del soggetto non lasciarono spazio a dubbi riguardo la sua identità.
«Naralex?» chiamò a voce abbastanza alta, sporgendosi su di lui da sopra il forziere.
Il diretto interessato continuò a dormire beato, al che l’Arcidruido ferino si prodigò in un richiamo più intenso: «Naralex!».
Nel gridare si avvicinò pericolosamente con le zanne al suo viso. Se lo sfortunato si fosse alzato di scatto uno dei suoi occhi sarebbe stato infilzato dalla zanna destra di Zingib.
Il Lunagufo tremò rimanendo sdraiato - lasciando al Troll il tempo di rialzarsi - e poi si tramutò di colpo, tornando alla sua forma umanoide.
«Sono sveglio! Sono sveglio!» gridò l’Elfo della Notte, sgranando gli occhi argentei. Era ancora nudo dall’orgia della notte avanti. Sicuramente si era addormentato prima di riuscire ad incamminarsi verso il suo rifugio: Naralex era rimasto così a lungo assopito nei recessi della Caverna dei Lamenti che adesso faceva veramente fatica a rimanere vigile e sveglio.
Dato che l’Elfo della Notte era completamente nudo, per Zingib non fu difficile notare che in quel momento era particolarmente eccitato.
«Ti sei appisolato accà ieri notte» commentò semplicemente il Troll, studiandolo con improvviso interesse «E sembra proprio che tu tenga bisogno di ‘na mano per occuparti di nu problema grosso assai» aggiunse, indicando la sua erezione.
Naralex era ancora talmente stordito dalla dormita che non si rese immediatamente conto di ciò a cui l’Arcidruido stava alludendo. Fu solo quando si accorse del morboso sguardo di desiderio fisso verso il suo bacino che parve realizzare cosa stava per succedere. Immediatamente si alzò in piedi cercando di coprirsi le pudenda con le mani mentre arretrava pian piano.
«Arcidruido Zingib… davvero… non è un problema urgente...» cercò di spiegare Naralex a disagio. La sua fuga fu prematuramente bloccata dal grosso albero che si trovava dietro il forziere e contro il quale si addossò nella vana speranza di passarci attraverso.
Il Troll era però di parere del tutto contrario.
«Nun puoi andartene in giro con chella erezione accussì grossa» gli disse mentre saliva carponi sul grosso baule che li separava «Ti aiuto volentieri a liberartene...» sogghignò l'Arcidruido, voltandosi per mostrargli il posteriore. Indossava ancora gli abiti, per cui Naralex non poté godere di un primo piano dettagliato del suo fondoschiena.
«Potresti infilarla accà» gli suggerì Zingib, sventolandogli sotto al naso il posteriore. Nel suo tono di voce era palese una vena di impazienza e Naralex - come molti degli altri druidi del Circolo Cenariano che si erano raccolti presso il Bosco dei Sogni - aveva imparato a capire che ciò accadeva unicamente quando si toccava l'argomento "sesso".
Zingib era incredibilmente incline alle prestazioni sessuali con chiunque fosse dotato di un fallo all'interno dell'Enclave, indipendentemente dalla razza e persino dalla forma in cui si trovava: spesso e volentieri infatti l'intero Circolo si era ritrovato impegnato in orge in forma animale. Pur essendo ovvio che tra Zingib ed Emrak ci fosse un legame molto più profondo di quanto dessero a vedere normalmente, il secondo non pareva minimamente interessato a imporre all'altro uno stile di vita più morigerato; anzi, spesso e volentieri si univa a lui nel coinvolgere gli altri druidi in lunghe sessioni di sesso praticamente a qualsiasi ora del giorno e della notte.
Naralex si guardò furtivamente attorno mentre esclamava: «Arcidruido non pensa che... sia un po' presto per questo?».
«Nun è mai troppo presto per scopare» tagliò corto il Troll con tono risoluto, sedendosi sul baule e cominciando a spogliarsi. Quando si tolse la tunica fu immediatamente ovvio il perché di tanta insistenza: lui stesso sfoggiava un'erezione di tutto rispetto che aveva decisamente bisogno di ricevere attenzioni.
L'Elfo della Notte, allarmato per la piega che stava prendendo la situazione, sperò che qualche altro membro del Circolo passasse di lì e riuscisse a dissuadere l'Arcidruido dai suoi nefandi propositi. Per sua fortuna le sue silenziose preghiere furono udite, poiché vide transitare al centro della piazza un altro Elfo della Notte. Le corna che fuoriuscivano dalla sua fronte, seppur non imponenti come quelle dell'Arcidruido Malfurion Stormrage, non lasciavano dubbi riguardo alla sua identità e Naralex non esitò minimamente a chiamarlo in causa.
«Broll! Ah, che sorpresa vederti in piedi così presto!» esclamò a voce alta, cercando non solo di attirare l'attenzione del collega, ma anche di distrarre Zingib da lui e dalla sua scomoda erezione.
Broll Bearmantle si fermò e si volse verso di loro corrugando le folte sopracciglia nel notare che entrambi erano già nudi; tuttavia, invece di far notare loro la cosa - molto probabilmente per Zingib era uno stato voluto - si premurò di rispondere: «Solamente per te le dieci del mattino sono ancora "presto", Naralex».
C'era del palese sarcasmo nella sua voce che colpì Naralex nel profondo. Il druido si sforzò di non reagire e continuò con tono stentatamente pacato: «Sì, be'... non ti sembra un po' presto per un'altra orgia come quella di ieri sera? L'Arcidruido non sembra d'accordo... e ci sono degli incarichi da svolgere con urgenza...».
Sperava di ricevere supporto da Broll nel convincere Zingib a rimandare l'ennesima scopata di gruppo. Bearmantle si accostò a loro e passò lo sguardo dall'uno all'altro per qualche istante con aria scettica, fino a che i suoi occhi non si posarono sul membro turgido del Troll.
La sua espressione si rasserenò di colpo. Aggirò il baule e si posizionò tra l'Arcidruido e Naralex, quindi esclamò: «Non è mai troppo presto per il sesso, Naralex».
Le speranze del secondo Elfo della Notte andarono in frantumi come se fossero fatte di cristallo mentre sul volto di Zingib si apriva un sorrisetto soddisfatto.
«Broll tiene ragione, Naralex» esclamò, allargando le gambe e facendo un cenno al nuovo arrivato di avvicinarsi «Tieni voglia di occuparti del problema mio, Broll?».
«Con immenso piacere, Arcidruido» fu la pronta risposta dell'interpellato.
Sotto lo sguardo attonito di Naralex, Broll si spogliò rapidamente delle braghe e dei pezzi di cuoio che gli coprivano i fianchi e le spalle, quindi si accostò a Zingib e cominciò a masturbarlo con la mano, aiutandolo a mantenere l'equilibrio poggiandogli una mano sul fianco. Il Troll iniziò a mugolare quasi subito, come se non avesse aspettato che quel momento.
Naralex era sconcertato dalla piega che aveva improvvisamente preso la situazione. Una parte di lui gli stava urlando di scappare finché poteva, eludendo almeno per quella volta le attenzioni dell'Arcidruido; dall'altra i versi di struggente piacere che udiva lo stavano eccitando più di quanto lui stesso fosse disposto ad ammettere.
«Broll muoviti... sai che preferisco dietro» commentò il Troll, allargando meglio le gambe magre e lunghe per dargli maggior spazio di manovra.
«Sì, lo so...» esclamò Bearmantle con fare paziente, come se stesse trattando con un bambino capriccioso. In effetti la maggior parte degli atteggiamenti di Zingib ricordava esattamente l'attitudine di un ragazzino in piena esplosione ormonale.
L'Elfo della Notte continuò a masturbarlo ancora un poco prima di lasciar perdere il suo membro per dedicarsi ad un'altra parte del suo corpo. Broll si mise indice e medio in bocca, li ricoprì di saliva e poi li avvicinò al fondoschiena dell'Arcidruido. Si fece spazio tra le sue natiche ossute e dopo una breve ricerca dell'orifizio spinse entrambe le falangi al suo interno.
Zingib si sdraiò sul duro e scomodo coperchio del baule tenendo piegate le gambe verso l'alto e verso il petto, in maniera che Broll potesse lavorare meglio con il suo deretano.
Naralex non riusciva a muovere un muscolo e tutta la sua fretta di andarsene sembrava essere svanita di colpo dinanzi a quel perverso spettacolo. Benché si peritasse ad ammetterlo, alla fine era come gli altri druidi: anche a lui piaceva terribilmente il sesso di gruppo. Si appoggiò al tronco alle sue spalle e cominciò a masturbarsi per rendere di nuovo tosto il suo membro, che si era un poco ammorbidito mentre osservava Broll che preparava il fondoschiena di Zingib all'ingresso della sua erezione.
In realtà non fu necessaria una preparazione molto intensa: il Troll era abituato ad accogliere dentro di sé molto di più dell'erezione di un singolo Elfo della Notte, per cui la stimolazione della muscolatura operata da Broll servì solo in misura limitata, poiché l'orifizio cedette molto facilmente.
Quando estrasse le dita, Zingib emise un verso di scontento; tuttavia, ad esso subentrò quasi immediatamente un gemito accorato d'estasi nel momento stesso in cui Bearmantle tornò a riempirgli il culo con qualcosa di più grosso di un paio di dita.
Naralex non riuscì più a trattenersi a quel punto. Rimanere in disparte e lasciare a Broll tutto il divertimento non gli sembrava per niente giusto. Si staccò di slancio dall'albero contro cui si era appoggiato in precedenza per masturbarsi e andò verso gli altri due. Adesso la sua espressione era ben lungi dal manifestare sonnolenza o disagio: i suoi occhi argentei brillavano di una liquida scintilla di lussuria.
«Non potete divertirvi solamente voi qui...!» brontolò con fare leggermente goffo, aggirando il baule per raggiungere la testa dell'Arcidruido, che ciondolava leggermente oltre il bordo ricurvo del suo insolito sostegno.
Continuando a masturbarsi un poco durante l'intero movimento per mantenere dura l'erezione, Naralex si piegò leggermente sulle ginocchia e spinse la cima verso la bocca del Troll, il quale la spalancò subito per accogliere il suo membro. Passò la lingua tutt'attorno alla cima e poi sulla lunghezza, lentamente e con metodo, man mano che Naralex spingeva all'interno il suo fallo.
Il Kaldorei si esibì in una scandalosa serie di osceni versi di piacere quasi femminili che riuscirono a stuzzicare persino Broll, che sino ad allora era stato completamente concentrato sui preliminari e sul ritmo con cui affondava nel fondoschiena di Zingib.
Quest'ultimo si stava dando piacevolmente da fare oscillando per andare incontro alle spinte da un lato e per dare piacere con la bocca dall'altro. Dall'espressione di piacere quasi ebete che portava stampata in faccia sembrava trovarsi nella sua condizione ideale e perfetta, tanto che dopo poco - grazie all'aiuto della mano di Broll - riuscì ad arrivare all'orgasmo. Il suo sperma schizzò verso l'alto e nessuno di loro si curò di dove potesse cadere o di eventuali tracce che potesse lasciare. Del resto, non era certo un mistero che nel Bosco dei Sogni si praticassero spesso e volentieri sessioni di sesso di gruppo un po' ovunque.
All'insaputa dei tre druidi, troppo impegnati a godersi il momento per prestare la benché minima attenzione all'ambiente circostante, un quarto membro dell'Enclave si era aggiunto al loro idillio.
L'Arcidruido Emrak si era svegliato da poco e la prima cosa di cui si era accorto era la mancanza al suo fianco di Zingib. Memore del loro "appuntamento" presso il baule situato nella piazza principale dell'Enclave, si era alzato in fretta per raggiungerlo; tuttavia, non si sarebbe mai aspettato di trovarsi di fronte ad uno spettacolo come quello che stavano offrendo Naralex, Broll e Zingib già durante la mattinata.
Nella fretta di raggiungere il compagno, Emrak aveva deliberatamente ignorato il principio di erezione con cui si era destato, anche perché solitamente era Zingib a preoccuparsi di essa. Vedere quei tre impegnati in tale maniera accentuò la sua libidine, specialmente per l'espressione di depravata beatitudine che il suo partner recava in volto. Non era per niente geloso del fatto che gli piacesse divertirsi anche insieme agli altri druidi, però era anche vero che non riusciva a trattenersi quando percepiva il suo desiderio. Pur non essendo più in forma d'orso, Emrak aveva sviluppato una speciale affinità con la sua parte animale e selvaggia che gli consentiva di percepire cose che andavano al di là della portata di coloro che non praticavano l'arte druidica. I suoi sensi riuscivano a captare la libidine di Zingib come se fosse un'aura palpabile e chiaramente visibile e ciò rendeva Emrak impaziente e desideroso di soddisfare i suoi bassi istinti.
Acquattato dietro un cespuglio, il Troll si aprì i bottoni delle braghe e le abbassò leggermente, quel tanto necessario a portare alla luce il suo pene. La mancanza di attenzioni aveva fatto sì che tornasse flaccido durante il tragitto dall'alcova fin lì, anche se adesso era di nuovo un poco duro. Non aveva intenzione di farsi avanti e prendere parte all'azione senza che fosse ben turgido, per cui iniziò a masturbarsi in silenzio rimanendo nascosto. I suoi occhi non perdevano di vista il gruppetto se non per i pochi attimi necessari a sbattere le palpebre.
Ben presto il desiderio cominciò a consumarlo al punto tale che iniziò ad ansimare impercettibilmente, come se fosse affaticato. Voleva raggiungere Zingib e gli altri due il prima possibile.
Vide Broll spingersi con un colpo più deciso nel posteriore del suo compagno e udì distintamente i grugniti di piacere di quest'ultimo, segno che l'Elfo della Notte era venuto dentro di lui; ciononostante, riprese a muoversi freneticamente dopo la manciata di secondi che gli occorsero ad eiaculare completamente.
Il fatto che Zingib fosse ancora così recettivo la diceva lunga sulla quantità di seme che Broll era riuscito ad emettere: quando facevano sesso in forma animale, ad Emrak bastava un solo orgasmo a riempire il compagno a tal punto da farlo sembrare gravido. Le dimensioni del suo fallo da orso erano spettacolari e sicuramente il pene di un Kaldorei - per quanto fisicamente ben piazzato come Bearmantle - non poteva competere in alcun modo.
Il pensiero di essere l'unico che poteva soddisfare da solo e a pieno la libido di Zingib spronò Emrak a masturbarsi con ancora maggiore enfasi.
Vide Naralex piegarsi sopra il corpo di Zingib, appoggiandosi con entrambe le mani sul baule e serrarle a pugno mentre gemeva in maniera indecente, muovendo il bacino avanti e indietro forsennatamente. Sembrava che la cosa gli creasse dolore oltre che piacere e lo sottoponesse ad uno sforzo fisico notevole. Emrak non se ne stupì affatto: i lunghi anni trascorsi dormendo all'interno delle Caverne dei Lamenti, imprigionato nell'Incubo di Smeraldo, avevano preteso il loro tributo da Naralex e il suo fisico adesso non riusciva a sostenere prestazioni prolungate nel tempo, di qualsiasi natura esse fossero. Forse era anche quello il motivo per cui il Kaldorei cadeva addormentato spesso e volentieri praticamente ovunque.
L'espressione sul suo viso mista ai suoi gemiti e a quelli degli altri due spinsero Emrak fin quasi all'orgasmo. Sentendo che era quasi arrivato al culmine del piacere, il Troll balzò fuori dal suo nascondiglio e corse verso gli altri druidi. Nessuno di loro si aspettava che un altro si unisse alla cosa; tuttavia, era anche vero che erano tutti abbastanza impegnati da non far troppo caso al nuovo arrivato.
Emrak spinse via Naralex con una brusca spallata che mandò il Kaldorei a terra e si affrettò a infilare la sua erezione in bocca a Zingib, il quale riuscì solamente a rivolgere all'altro una brevissima espressione di sorpresa prima di tornare al lavoro. Prese a succhiare con enfasi, muovendo la testa per enfatizzare il gesto ed assicurarsi di includere all'interno della bocca tutta la notevole lunghezza del suo membro.
La sua bravura con la bocca era ben nota a tutti all'interno dell'Enclave e specialmente ad Emrak, anche se in quel caso era del tutto superflua: il suo compagno era in uno stato tale per cui dopo appena pochi secondi venne senza alcuna difficoltà, distendendo la lunga schiena curva ed emettendo un verso di sollievo che somigliava molto a quello che avrebbe potuto emettere un orso.
Naralex giaceva sul prato, esausto per i diversi orgasmi che era riuscito a fare in sequenza, ed era sul punto di addormentarsi. Non gli importava di essere stato rimpiazzato; anzi, forse avrebbe dovuto ringraziare l'Arcidruido per averlo fatto, altrimenti sarebbe sicuramente collassato in maniera pietosa nel giro di pochi minuti.
Nel mentre che Emrak riversava il suo seme nella gola di Zingib, Broll eiaculò ancora una volta. La "vittima", se così poteva essere definita, inarcò di colpo il busto producendo un verso gutturale mentre portava entrambe le mani sulla propria erezione per rimpiazzare quella che Bearmantle aveva momentaneamente tolto per aiutarsi ad affondare meglio nel culo del Troll. Pochi brevi movimenti dopo venne a sua volta, indirizzando lo sperma verso Emrak e riuscendo a farne schizzare un po' sulla sua casacca prima di abbandonarsi ansimando sul baule.
Broll, ormai stanco dopo i numerosi orgasmi, estrasse lentamente il suo pene dal deretano di Zingib e si fece silenziosamente da parte per lasciare i due Arcidruidi da soli. Immaginava che volessero avere un po' di privacy ora che si erano riuniti e che il sesso era finito.
Per quanto riguardava Naralex, era inutile preoccuparsi che li disturbasse: si era rannicchiato su un fianco sul prato e si era nuovamente addormentato. Probabilmente sarebbero passate delle ore prima che qualcuno riuscisse a svegliarlo.
«Nun tengo scuse valide per essere arrivato tardi» se ne uscì Emrak all'improvviso, estraendo dalla bocca del partner il suo pene, ora di nuovo flaccido «Ti chiedo scusa, cumpà».
Zingib si prese un momento per assaporare il gusto dello sperma che aveva appena inghiottito prima di replicare: «Nun preoccuparti, cumpà. Ho trovato 'a maniera di passare il tempo in attesa tua... e mo' ti sei anche fatto perdonare...».
I due si scambiarono un sorrisetto d'intesa, quindi Emrak aiutò l'altro a rialzarsi. Zingib dovette tenere ben serrate le natiche per evitare che il seme uscisse non appena fu di nuovo in posizione eretta; tuttavia, aveva fatto buona pratica trattenendo una quantità ben maggiore quando era Emrak a penetrarlo, perciò lo sforzo fu tutto sommato minimo.
«Mo' vediamo che c'è nel baule oggi...» suggerì, lasciando al compagno ritardatario l'onore di sbirciare per primo. Dal suo modo di fare sembrava che niente di particolare fosse accaduto quella mattina.
Rating: Rosso
Genere: Erotico
Personaggi: Broll Bearmantle, Emrak (OC!Druido), Naralex, Zingib (OC!Druido)
Wordcount: 4098 (wordcounter)
Prompt: Federica - #01. Voyeur per il MMOM 2018 e Voyeur per la quarta settimana delle BadWrong Weeks 2018 @ Lande Di Fandom
Timeline: Ambientata durante l'espansione "Legion".
Note: Handjob, Lemon, Threesome, Voyeur, Yaoi
«Piuttosto, domani mattina andiamo insieme ad aprire il baule?» domandò Zingib.
Ormai erano arrivati a destinazione. I due Troll si fermarono al centro dell’alcova, laddove l’erba era schiacciata.
«Io sono stanco. Domani penso che dormirò. Ci vediamo al baule verso… errhm… le dieci?» domandò Emrak.
«Che dormiglione che sei!» lo prese in giro Zingib dandogli una leggera gomitata nel fianco «D’accordo, dieci siano».
Un’altra settimana di guerra contro la Legione era passata e nel Bosco dei Sogni i druidi stavano cominciando a ritirarsi dopo l’ennesima - è ormai abituale - orgia serale richiesta dagli Arcidruidi a capo dell’Enclave.
Emrak e Zingib furono gli ultimi ad abbandonare il luogo in cui avevano consumato assieme ai loro seguaci. La coppia di Troll passeggiava tranquilla in direzione del loro giaciglio, che altro non era che un punto in cui il prato cresceva più rigoglioso e morbido.
Le lunghe e molteplici trecce di capelli arancio vivo di Zingib oscillavano nella brezza notturna, così come il ciuffo leggermente arricciato di capelli bianchi di Emrak; ciononostante i due non sembravano avere minimamente freddo.
«Chesta serata è stata buona assai. Hamuul tiene nu potenziale nascosto sotto chella sua tunica» commentò con una certa soddisfazione Zingib, lanciando un’occhiata d’intesa al suo compagno. Era da tanto che sperava di riuscire a convincere Hamuul ad unirsi a loro e finalmente quella sera c’era riuscito.
Emrak non sembrava particolarmente preso dai commenti del compagno, tanto che sbadigliò vistosamente per tutta risposta.
«Domani è mercoledì, Zingib. Teniamo nu oggetto speciale nel baule dell’Enclave per le sfide di chesta settimana» ponderò Emrak a voce alta, cambiando totalmente argomento.
«Giusto! Spero di trovarci na tunica nuova, chesta ormai è da buttare» replicò l’altro, tirando leggermente la stoffa dell’abito che indossava, una lunga veste di cuoio marrone liso in diversi punti.
I due Arcidruidi erano intanto arrivati dinanzi all’ingresso di un’alcova protetta da viticci di legno e nella quale l’erba era più rigogliosa. Al centro si trovava una zona in cui il prato era stato schiacciato, il punto dove solitamente la coppia di druidi riposava.
«È nu pezzo di equipaggiamento vecchio assai ma le condizioni sue sono colpa tua che ‘o tieni male» lo rimproverò Emrak mentre entravano nella loro zona privata.
«È na tunica! Si rovina presto assai» brontolò Zingib per contro con aria stizzita. Emrak non faticava affatto a credergli, specialmente conoscendo la sua indole esuberante.
«Piuttosto, domani mattina andiamo insieme ad aprire il baule?» domandò Zingib.
Ormai erano arrivati a destinazione. I due Troll si fermarono al centro dell’alcova, laddove l’erba era schiacciata.
«Io sono stanco. Domani penso che dormirò. Ci vediamo al baule verso… errhm… le dieci?» domandò Emrak.
«Che dormiglione che sei!» lo prese in giro Zingib dandogli una leggera gomitata nel fianco «D’accordo, dieci siano».
L’altro allora si trasformò in orso. I suoi Artigli di Ursol avevano mutato la sua normale metamorfosi in orso, per cui adesso non sfoggiava più sul dorso una cresta di pelo bianco né tantomeno le grosse zanne che gli fuoriuscivano dai lati della bocca e che lo identificavano come Troll. Era più simile ad un semplice orso ma con il pelo composto di rocce. L’unica parte rimasta morbida era l’addome, ricoperto da una pelliccia folta e cespugliosa.
A Zingib non piaceva quella metamorfosi, dato che in tale modo non poteva riscaldarsi durante la notte appoggiandosi contro di lui; tuttavia, non l’avrebbe costretto a cambiare aspetto.
A sua volta si trasformò in animale. Le Zanne di Grigiomanto - i due pugnali che portava in vita - lo fecero tramutare senza difficoltà in un incrocio tra un leone ed uno smilodonte. Il corpo agile e snello era fatto di legno di un marrone scolorito, simile a quello degli alberi in autunno. La criniera e il ciuffo di pelo in fondo alla coda erano simili a foglie di uno sgargiante arancione. Rametti contorti affioravano dalla criniera sul suo dorso e lunghe zanne rivolte verso il basso sbucavano dalle sue fauci.
Emrak emise un ruggito svogliato mentre si sedeva sul giaciglio per poi abbandonarsi su un fianco, esponendo l’ampia pancia pelosa. Il grosso gatto di legno saltellò attorno all’orso senza fare rumore, quindi andò ad accovacciarsi contro il folto pelo addominale del compagno. Si produsse in una specie di miagolio cupo mentre strofinava un lato della sua testa contro di lui; dopodiché si abbassò e si addormentò.
Il giorno dopo, Zingib si risvegliò sentendo il pesante corpo al suo fianco rotolare verso di lui. Agilmente si mise in piedi e balzò via dalla sua posizione. Si tolse appena in tempo: voltandosi, vide Emrak rotolare sulla pancia e giacere placido nell’erba ronfando sommessamente. Era evidente che aveva bisogno di dormire più di lui, altrimenti era certo che non si sarebbe svegliato in tempo per salvarsi.
Zingib sbadigliò vistosamente, spalancando le fauci piene di denti aguzzi e scosse il capo, quindi tornò alla sua forma di Troll. Si stiracchiò e decise di andare a mangiare qualcosa in attesa che arrivasse l’ora dell’appuntamento con Emrak.
Si allontanò dalla loro alcova e si diresse lentamente verso il cuore dell’Enclave, sperando di incontrare qualcuno degli altri druidi che fosse così gentile da approntargli la colazione. Lui non era assolutamente in grado di cucinare alcunché e se fosse stato per lui avrebbe mangiato selvaggina cruda cacciata di fresco. Adorava inseguire gli animali nel bosco, acchiapparli ed ucciderli con zanne ed artigli era una vera soddisfazione. Purtroppo Emrak aveva cominciato a vietargli la caccia, adducendo come scusa il fatto che mangiare carne cruda da cadaveri di animali non fosse salutare.
Si spinse fino alla piazza centrale dell’Enclave, nel punto in cui sorgeva una specie di gazebo in legno senza tetto nel quale erano collocate quattro statue intagliate rappresentanti ciascuna la divinità selvatica di una delle quattro vie di specializzazione dei druidi.
Non c’era anima viva nei dintorni. Zingib oltrepassò il gazebo per andare verso la bacheca cui solitamente appendeva le missioni per gli altri seguaci del Circolo Cenariano. Lì si trovava una specie di locanda e sperava che potesse anche trovarvi un’anima buona che gli preparasse la colazione. Purtroppo arrivando alla porta la trovò chiusa.
Sospirando affranto, si allontanò in direzione del baule. Si trovava lungo un lato della piazza e non era troppo difficile da vedere dato che era piuttosto grosso.
Zingib camminò verso di esso e si fermò in prossimità udendo l’inconfondibile rumore di qualcuno che stava russando. Si guardò intorno ma non vide nessuno nei paraggi, eppure chiunque stesse dormendo stava continuando a farlo poiché continuava a sentire lo stesso russare placido. Allora Zingib si avvicinò al forziere e si rese conto che il rumore lì era più forte. Evidentemente proveniva da lì.
Il Troll arrivò fino dinanzi allo scrigno e si sporse a guardare oltre. Un sorrisetto soddisfatto gli incurvò le labbra realizzando di aver trovato il colpevole: un druido in forma di Lunagufo dormiva profondamente steso nel piccolo pezzo di prato delimitato posteriormente dal tronco di un grosso albero.
Zingib rimase a fissarlo per qualche momento, poi emise un verso simile al ringhio di un animale con il preciso scopo di svegliare l’incauto druido appisolato in quel luogo così anomalo.
Non successe niente. In forma di Lunagufo tutti i druidi erano identici, non c’era nessuna differenza nel piumaggio o nella forma delle corna né tantomeno nella presenza di zanne anomale. I Troll erano identici agli Elfi della Notte così come ai Tauren; tuttavia, le abitudini di ogni druido erano peculiari e tipiche del suo modo di essere. Il fatto che il ringhio non avesse prodotto alcun tipo di risultato e il russare profondo del soggetto non lasciarono spazio a dubbi riguardo la sua identità.
«Naralex?» chiamò a voce abbastanza alta, sporgendosi su di lui da sopra il forziere.
Il diretto interessato continuò a dormire beato, al che l’Arcidruido ferino si prodigò in un richiamo più intenso: «Naralex!».
Nel gridare si avvicinò pericolosamente con le zanne al suo viso. Se lo sfortunato si fosse alzato di scatto uno dei suoi occhi sarebbe stato infilzato dalla zanna destra di Zingib.
Il Lunagufo tremò rimanendo sdraiato - lasciando al Troll il tempo di rialzarsi - e poi si tramutò di colpo, tornando alla sua forma umanoide.
«Sono sveglio! Sono sveglio!» gridò l’Elfo della Notte, sgranando gli occhi argentei. Era ancora nudo dall’orgia della notte avanti. Sicuramente si era addormentato prima di riuscire ad incamminarsi verso il suo rifugio: Naralex era rimasto così a lungo assopito nei recessi della Caverna dei Lamenti che adesso faceva veramente fatica a rimanere vigile e sveglio.
Dato che l’Elfo della Notte era completamente nudo, per Zingib non fu difficile notare che in quel momento era particolarmente eccitato.
«Ti sei appisolato accà ieri notte» commentò semplicemente il Troll, studiandolo con improvviso interesse «E sembra proprio che tu tenga bisogno di ‘na mano per occuparti di nu problema grosso assai» aggiunse, indicando la sua erezione.
Naralex era ancora talmente stordito dalla dormita che non si rese immediatamente conto di ciò a cui l’Arcidruido stava alludendo. Fu solo quando si accorse del morboso sguardo di desiderio fisso verso il suo bacino che parve realizzare cosa stava per succedere. Immediatamente si alzò in piedi cercando di coprirsi le pudenda con le mani mentre arretrava pian piano.
«Arcidruido Zingib… davvero… non è un problema urgente...» cercò di spiegare Naralex a disagio. La sua fuga fu prematuramente bloccata dal grosso albero che si trovava dietro il forziere e contro il quale si addossò nella vana speranza di passarci attraverso.
Il Troll era però di parere del tutto contrario.
«Nun puoi andartene in giro con chella erezione accussì grossa» gli disse mentre saliva carponi sul grosso baule che li separava «Ti aiuto volentieri a liberartene...» sogghignò l'Arcidruido, voltandosi per mostrargli il posteriore. Indossava ancora gli abiti, per cui Naralex non poté godere di un primo piano dettagliato del suo fondoschiena.
«Potresti infilarla accà» gli suggerì Zingib, sventolandogli sotto al naso il posteriore. Nel suo tono di voce era palese una vena di impazienza e Naralex - come molti degli altri druidi del Circolo Cenariano che si erano raccolti presso il Bosco dei Sogni - aveva imparato a capire che ciò accadeva unicamente quando si toccava l'argomento "sesso".
Zingib era incredibilmente incline alle prestazioni sessuali con chiunque fosse dotato di un fallo all'interno dell'Enclave, indipendentemente dalla razza e persino dalla forma in cui si trovava: spesso e volentieri infatti l'intero Circolo si era ritrovato impegnato in orge in forma animale. Pur essendo ovvio che tra Zingib ed Emrak ci fosse un legame molto più profondo di quanto dessero a vedere normalmente, il secondo non pareva minimamente interessato a imporre all'altro uno stile di vita più morigerato; anzi, spesso e volentieri si univa a lui nel coinvolgere gli altri druidi in lunghe sessioni di sesso praticamente a qualsiasi ora del giorno e della notte.
Naralex si guardò furtivamente attorno mentre esclamava: «Arcidruido non pensa che... sia un po' presto per questo?».
«Nun è mai troppo presto per scopare» tagliò corto il Troll con tono risoluto, sedendosi sul baule e cominciando a spogliarsi. Quando si tolse la tunica fu immediatamente ovvio il perché di tanta insistenza: lui stesso sfoggiava un'erezione di tutto rispetto che aveva decisamente bisogno di ricevere attenzioni.
L'Elfo della Notte, allarmato per la piega che stava prendendo la situazione, sperò che qualche altro membro del Circolo passasse di lì e riuscisse a dissuadere l'Arcidruido dai suoi nefandi propositi. Per sua fortuna le sue silenziose preghiere furono udite, poiché vide transitare al centro della piazza un altro Elfo della Notte. Le corna che fuoriuscivano dalla sua fronte, seppur non imponenti come quelle dell'Arcidruido Malfurion Stormrage, non lasciavano dubbi riguardo alla sua identità e Naralex non esitò minimamente a chiamarlo in causa.
«Broll! Ah, che sorpresa vederti in piedi così presto!» esclamò a voce alta, cercando non solo di attirare l'attenzione del collega, ma anche di distrarre Zingib da lui e dalla sua scomoda erezione.
Broll Bearmantle si fermò e si volse verso di loro corrugando le folte sopracciglia nel notare che entrambi erano già nudi; tuttavia, invece di far notare loro la cosa - molto probabilmente per Zingib era uno stato voluto - si premurò di rispondere: «Solamente per te le dieci del mattino sono ancora "presto", Naralex».
C'era del palese sarcasmo nella sua voce che colpì Naralex nel profondo. Il druido si sforzò di non reagire e continuò con tono stentatamente pacato: «Sì, be'... non ti sembra un po' presto per un'altra orgia come quella di ieri sera? L'Arcidruido non sembra d'accordo... e ci sono degli incarichi da svolgere con urgenza...».
Sperava di ricevere supporto da Broll nel convincere Zingib a rimandare l'ennesima scopata di gruppo. Bearmantle si accostò a loro e passò lo sguardo dall'uno all'altro per qualche istante con aria scettica, fino a che i suoi occhi non si posarono sul membro turgido del Troll.
La sua espressione si rasserenò di colpo. Aggirò il baule e si posizionò tra l'Arcidruido e Naralex, quindi esclamò: «Non è mai troppo presto per il sesso, Naralex».
Le speranze del secondo Elfo della Notte andarono in frantumi come se fossero fatte di cristallo mentre sul volto di Zingib si apriva un sorrisetto soddisfatto.
«Broll tiene ragione, Naralex» esclamò, allargando le gambe e facendo un cenno al nuovo arrivato di avvicinarsi «Tieni voglia di occuparti del problema mio, Broll?».
«Con immenso piacere, Arcidruido» fu la pronta risposta dell'interpellato.
Sotto lo sguardo attonito di Naralex, Broll si spogliò rapidamente delle braghe e dei pezzi di cuoio che gli coprivano i fianchi e le spalle, quindi si accostò a Zingib e cominciò a masturbarlo con la mano, aiutandolo a mantenere l'equilibrio poggiandogli una mano sul fianco. Il Troll iniziò a mugolare quasi subito, come se non avesse aspettato che quel momento.
Naralex era sconcertato dalla piega che aveva improvvisamente preso la situazione. Una parte di lui gli stava urlando di scappare finché poteva, eludendo almeno per quella volta le attenzioni dell'Arcidruido; dall'altra i versi di struggente piacere che udiva lo stavano eccitando più di quanto lui stesso fosse disposto ad ammettere.
«Broll muoviti... sai che preferisco dietro» commentò il Troll, allargando meglio le gambe magre e lunghe per dargli maggior spazio di manovra.
«Sì, lo so...» esclamò Bearmantle con fare paziente, come se stesse trattando con un bambino capriccioso. In effetti la maggior parte degli atteggiamenti di Zingib ricordava esattamente l'attitudine di un ragazzino in piena esplosione ormonale.
L'Elfo della Notte continuò a masturbarlo ancora un poco prima di lasciar perdere il suo membro per dedicarsi ad un'altra parte del suo corpo. Broll si mise indice e medio in bocca, li ricoprì di saliva e poi li avvicinò al fondoschiena dell'Arcidruido. Si fece spazio tra le sue natiche ossute e dopo una breve ricerca dell'orifizio spinse entrambe le falangi al suo interno.
Zingib si sdraiò sul duro e scomodo coperchio del baule tenendo piegate le gambe verso l'alto e verso il petto, in maniera che Broll potesse lavorare meglio con il suo deretano.
Naralex non riusciva a muovere un muscolo e tutta la sua fretta di andarsene sembrava essere svanita di colpo dinanzi a quel perverso spettacolo. Benché si peritasse ad ammetterlo, alla fine era come gli altri druidi: anche a lui piaceva terribilmente il sesso di gruppo. Si appoggiò al tronco alle sue spalle e cominciò a masturbarsi per rendere di nuovo tosto il suo membro, che si era un poco ammorbidito mentre osservava Broll che preparava il fondoschiena di Zingib all'ingresso della sua erezione.
In realtà non fu necessaria una preparazione molto intensa: il Troll era abituato ad accogliere dentro di sé molto di più dell'erezione di un singolo Elfo della Notte, per cui la stimolazione della muscolatura operata da Broll servì solo in misura limitata, poiché l'orifizio cedette molto facilmente.
Quando estrasse le dita, Zingib emise un verso di scontento; tuttavia, ad esso subentrò quasi immediatamente un gemito accorato d'estasi nel momento stesso in cui Bearmantle tornò a riempirgli il culo con qualcosa di più grosso di un paio di dita.
Naralex non riuscì più a trattenersi a quel punto. Rimanere in disparte e lasciare a Broll tutto il divertimento non gli sembrava per niente giusto. Si staccò di slancio dall'albero contro cui si era appoggiato in precedenza per masturbarsi e andò verso gli altri due. Adesso la sua espressione era ben lungi dal manifestare sonnolenza o disagio: i suoi occhi argentei brillavano di una liquida scintilla di lussuria.
«Non potete divertirvi solamente voi qui...!» brontolò con fare leggermente goffo, aggirando il baule per raggiungere la testa dell'Arcidruido, che ciondolava leggermente oltre il bordo ricurvo del suo insolito sostegno.
Continuando a masturbarsi un poco durante l'intero movimento per mantenere dura l'erezione, Naralex si piegò leggermente sulle ginocchia e spinse la cima verso la bocca del Troll, il quale la spalancò subito per accogliere il suo membro. Passò la lingua tutt'attorno alla cima e poi sulla lunghezza, lentamente e con metodo, man mano che Naralex spingeva all'interno il suo fallo.
Il Kaldorei si esibì in una scandalosa serie di osceni versi di piacere quasi femminili che riuscirono a stuzzicare persino Broll, che sino ad allora era stato completamente concentrato sui preliminari e sul ritmo con cui affondava nel fondoschiena di Zingib.
Quest'ultimo si stava dando piacevolmente da fare oscillando per andare incontro alle spinte da un lato e per dare piacere con la bocca dall'altro. Dall'espressione di piacere quasi ebete che portava stampata in faccia sembrava trovarsi nella sua condizione ideale e perfetta, tanto che dopo poco - grazie all'aiuto della mano di Broll - riuscì ad arrivare all'orgasmo. Il suo sperma schizzò verso l'alto e nessuno di loro si curò di dove potesse cadere o di eventuali tracce che potesse lasciare. Del resto, non era certo un mistero che nel Bosco dei Sogni si praticassero spesso e volentieri sessioni di sesso di gruppo un po' ovunque.
All'insaputa dei tre druidi, troppo impegnati a godersi il momento per prestare la benché minima attenzione all'ambiente circostante, un quarto membro dell'Enclave si era aggiunto al loro idillio.
L'Arcidruido Emrak si era svegliato da poco e la prima cosa di cui si era accorto era la mancanza al suo fianco di Zingib. Memore del loro "appuntamento" presso il baule situato nella piazza principale dell'Enclave, si era alzato in fretta per raggiungerlo; tuttavia, non si sarebbe mai aspettato di trovarsi di fronte ad uno spettacolo come quello che stavano offrendo Naralex, Broll e Zingib già durante la mattinata.
Nella fretta di raggiungere il compagno, Emrak aveva deliberatamente ignorato il principio di erezione con cui si era destato, anche perché solitamente era Zingib a preoccuparsi di essa. Vedere quei tre impegnati in tale maniera accentuò la sua libidine, specialmente per l'espressione di depravata beatitudine che il suo partner recava in volto. Non era per niente geloso del fatto che gli piacesse divertirsi anche insieme agli altri druidi, però era anche vero che non riusciva a trattenersi quando percepiva il suo desiderio. Pur non essendo più in forma d'orso, Emrak aveva sviluppato una speciale affinità con la sua parte animale e selvaggia che gli consentiva di percepire cose che andavano al di là della portata di coloro che non praticavano l'arte druidica. I suoi sensi riuscivano a captare la libidine di Zingib come se fosse un'aura palpabile e chiaramente visibile e ciò rendeva Emrak impaziente e desideroso di soddisfare i suoi bassi istinti.
Acquattato dietro un cespuglio, il Troll si aprì i bottoni delle braghe e le abbassò leggermente, quel tanto necessario a portare alla luce il suo pene. La mancanza di attenzioni aveva fatto sì che tornasse flaccido durante il tragitto dall'alcova fin lì, anche se adesso era di nuovo un poco duro. Non aveva intenzione di farsi avanti e prendere parte all'azione senza che fosse ben turgido, per cui iniziò a masturbarsi in silenzio rimanendo nascosto. I suoi occhi non perdevano di vista il gruppetto se non per i pochi attimi necessari a sbattere le palpebre.
Ben presto il desiderio cominciò a consumarlo al punto tale che iniziò ad ansimare impercettibilmente, come se fosse affaticato. Voleva raggiungere Zingib e gli altri due il prima possibile.
Vide Broll spingersi con un colpo più deciso nel posteriore del suo compagno e udì distintamente i grugniti di piacere di quest'ultimo, segno che l'Elfo della Notte era venuto dentro di lui; ciononostante, riprese a muoversi freneticamente dopo la manciata di secondi che gli occorsero ad eiaculare completamente.
Il fatto che Zingib fosse ancora così recettivo la diceva lunga sulla quantità di seme che Broll era riuscito ad emettere: quando facevano sesso in forma animale, ad Emrak bastava un solo orgasmo a riempire il compagno a tal punto da farlo sembrare gravido. Le dimensioni del suo fallo da orso erano spettacolari e sicuramente il pene di un Kaldorei - per quanto fisicamente ben piazzato come Bearmantle - non poteva competere in alcun modo.
Il pensiero di essere l'unico che poteva soddisfare da solo e a pieno la libido di Zingib spronò Emrak a masturbarsi con ancora maggiore enfasi.
Vide Naralex piegarsi sopra il corpo di Zingib, appoggiandosi con entrambe le mani sul baule e serrarle a pugno mentre gemeva in maniera indecente, muovendo il bacino avanti e indietro forsennatamente. Sembrava che la cosa gli creasse dolore oltre che piacere e lo sottoponesse ad uno sforzo fisico notevole. Emrak non se ne stupì affatto: i lunghi anni trascorsi dormendo all'interno delle Caverne dei Lamenti, imprigionato nell'Incubo di Smeraldo, avevano preteso il loro tributo da Naralex e il suo fisico adesso non riusciva a sostenere prestazioni prolungate nel tempo, di qualsiasi natura esse fossero. Forse era anche quello il motivo per cui il Kaldorei cadeva addormentato spesso e volentieri praticamente ovunque.
L'espressione sul suo viso mista ai suoi gemiti e a quelli degli altri due spinsero Emrak fin quasi all'orgasmo. Sentendo che era quasi arrivato al culmine del piacere, il Troll balzò fuori dal suo nascondiglio e corse verso gli altri druidi. Nessuno di loro si aspettava che un altro si unisse alla cosa; tuttavia, era anche vero che erano tutti abbastanza impegnati da non far troppo caso al nuovo arrivato.
Emrak spinse via Naralex con una brusca spallata che mandò il Kaldorei a terra e si affrettò a infilare la sua erezione in bocca a Zingib, il quale riuscì solamente a rivolgere all'altro una brevissima espressione di sorpresa prima di tornare al lavoro. Prese a succhiare con enfasi, muovendo la testa per enfatizzare il gesto ed assicurarsi di includere all'interno della bocca tutta la notevole lunghezza del suo membro.
La sua bravura con la bocca era ben nota a tutti all'interno dell'Enclave e specialmente ad Emrak, anche se in quel caso era del tutto superflua: il suo compagno era in uno stato tale per cui dopo appena pochi secondi venne senza alcuna difficoltà, distendendo la lunga schiena curva ed emettendo un verso di sollievo che somigliava molto a quello che avrebbe potuto emettere un orso.
Naralex giaceva sul prato, esausto per i diversi orgasmi che era riuscito a fare in sequenza, ed era sul punto di addormentarsi. Non gli importava di essere stato rimpiazzato; anzi, forse avrebbe dovuto ringraziare l'Arcidruido per averlo fatto, altrimenti sarebbe sicuramente collassato in maniera pietosa nel giro di pochi minuti.
Nel mentre che Emrak riversava il suo seme nella gola di Zingib, Broll eiaculò ancora una volta. La "vittima", se così poteva essere definita, inarcò di colpo il busto producendo un verso gutturale mentre portava entrambe le mani sulla propria erezione per rimpiazzare quella che Bearmantle aveva momentaneamente tolto per aiutarsi ad affondare meglio nel culo del Troll. Pochi brevi movimenti dopo venne a sua volta, indirizzando lo sperma verso Emrak e riuscendo a farne schizzare un po' sulla sua casacca prima di abbandonarsi ansimando sul baule.
Broll, ormai stanco dopo i numerosi orgasmi, estrasse lentamente il suo pene dal deretano di Zingib e si fece silenziosamente da parte per lasciare i due Arcidruidi da soli. Immaginava che volessero avere un po' di privacy ora che si erano riuniti e che il sesso era finito.
Per quanto riguardava Naralex, era inutile preoccuparsi che li disturbasse: si era rannicchiato su un fianco sul prato e si era nuovamente addormentato. Probabilmente sarebbero passate delle ore prima che qualcuno riuscisse a svegliarlo.
«Nun tengo scuse valide per essere arrivato tardi» se ne uscì Emrak all'improvviso, estraendo dalla bocca del partner il suo pene, ora di nuovo flaccido «Ti chiedo scusa, cumpà».
Zingib si prese un momento per assaporare il gusto dello sperma che aveva appena inghiottito prima di replicare: «Nun preoccuparti, cumpà. Ho trovato 'a maniera di passare il tempo in attesa tua... e mo' ti sei anche fatto perdonare...».
I due si scambiarono un sorrisetto d'intesa, quindi Emrak aiutò l'altro a rialzarsi. Zingib dovette tenere ben serrate le natiche per evitare che il seme uscisse non appena fu di nuovo in posizione eretta; tuttavia, aveva fatto buona pratica trattenendo una quantità ben maggiore quando era Emrak a penetrarlo, perciò lo sforzo fu tutto sommato minimo.
«Mo' vediamo che c'è nel baule oggi...» suggerì, lasciando al compagno ritardatario l'onore di sbirciare per primo. Dal suo modo di fare sembrava che niente di particolare fosse accaduto quella mattina.