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[personal profile] fiamma_drakon
Titolo: Il Re della Catena Alimentare
Rating: Arancione
Genere: Generale, Romantico, Slice of Life
Personaggi: Jaina Proudmoore, Thrall
Wordcount: 7508 (wordcounter)
Note: Drunk Sex, Het, Monster Hunter World!AU. Scritta per il Camp Nanowrimo (Luglio 2018).
L'ultima volta che avevano parlato, lei gli aveva accennato qualcosa riguardo all'andare in cerca di materiali per cucinare. Gli aveva menzionato vari posti nel Nuovo Mondo, ma si era soffermata con maggiore enfasi sull'abbondanza di piante commestibili presenti nella Foresta Antica.
Thrall raggelò di colpo, bloccandosi nel punto e nella postura in cui si trovava, impallidendo leggermente.
La Foresta Antica, il luogo che gli Analisti gli avevano confermato essere l'ultima regione in cui il Deviljho era stato avvistato.


Eccolo lì. Gli Analisti della Gilda non avevano tardato a fare il loro dovere, proprio come gli avevano promesso ed infatti in mezzo alle altre missioni, tra le taglie, le missioni a tempo limitato e quelle extra per ottenere strumenti dedicati e ingredienti nuovi per la mensa, campeggiava un bigliettino con il disegno stilizzato di un Deviljho. In un angolo del biglietto c’era una piccolissima nota che riportava la dicitura: “Per Thrall”.
Thrall era solo un cacciatore della Quinta Flotta, aveva da poco cominciato a cacciare i mostri potenziati a seguito del dirottamento dello Zorah Magdaros in pieno oceano e studiare i cambiamenti nell’ambiente che il passaggio dell’immenso drago anziano vulcanico aveva causato. Altri cacciatori con più esperienza di lui sicuramente avrebbero potuto affrontare meglio la caccia al Deviljho; eppure toccava a lui. Gli Analisti gli avevano detto che gli avrebbero riferito i dettagli degli spostamenti del Deviljho nella Foresta Antica in modo che lui potesse abbatterlo.
L’Orco doveva ammettere che aveva avuto non poche difficoltà nel portare a compimento le ultime missioni a causa delle continue interferenze di quel drago a forma di cetriolo gigante: quando arrivava nei paraggi mentre lui si stava occupando della caccia di un qualsiasi altro mostro, indipendentemente da cosa esso fosse lo aggrediva brutalmente. Le dispute territoriali da cui Thrall era dovuto scappare per non divenire una vittima collaterale erano più di quelle che riusciva a ricordare e spesso e volentieri il Deviljho aveva deliberatamente abbandonato sul campo la sua preda per inseguirlo attraverso l’intera regione, costringendolo ad acquattarsi nei cespugli o rintanarsi negli accampamenti disseminati per tutto il Nuovo Mondo.
Era stanco di essere braccato. Lui era un Orco e come tale non era intenzionato a piegare la testa dinanzi a nessuno, men che mai ad una potenziale fonte di cibo e di materiali per la forgiatura.
Percorse i pochi passi che lo separavano dalla bacheca e strappò il biglietto con l’incarico speciale di caccia al Deviljho.
«Va bene, andiamo!» esclamò a mezza voce, senza rivolgersi ad un particolare interlocutore. Vicino a lui la sua compagna Felyne Snowsong emise un lungo miagolio determinato, saltellando sul posto.
Thrall le sorrise, lieto che fosse entusiasta all’idea della caccia impegnativa che li attendeva, quindi si diresse a passo deciso verso la zona di Astera dove gli Analisti avevano allestito la loro base operativa, per controllare le informazioni che aveva fino ad allora raccolto sul Deviljho in merito alle sue debolezze elementali, in modo da potersi preparare al meglio allo scontro.
Passò dalla Forgia per sistemare il suo equipaggiamento nella maniera più appropriata concessa dal suo budget. Non aveva ancora molti zenny da parte ma era certo che la spesa di quel momento si sarebbe rivelata utile anche per il futuro. Si premurò di migliorare anche l’equipaggiamento di Snowsong, in modo che fosse all’altezza del combattimento che li aspettava.
Una volta fuori della Forgia controllò presso il baule vicino all’ingresso che il suo inventario fosse completo di tutto ciò che gli era indispensabile alla sopravvivenza nelle selvagge terre appena oltre i confini di Astera - pozioni, razioni e quant’altro - per poi dirigersi a passo deciso verso il terzo piano dell’insediamento, completamente riservato alla mensa.
Quello era il posto in assoluto preferito da quasi tutti i cacciatori della Commissione di Ricerca nel Nuovo Mondo: mangiare cibi cucinati dagli abili cuochi Felyne ai comandi dello Chef Miauscoloso ricordava a tutti il vecchio continente. Oltre ad essere il posto dell'accampamento solitamente più affollato, era anche il luogo dove l'Assistente di Thrall amava trascorrere praticamente tutto il suo tempo tra una caccia e l'altra.
L'Orco sperava di poterle parlare mentre aspettava di mangiare uno dei più ricchi piatti sul menù dello Chef. Aveva bisogno di energie per cacciare il Deviljho ma anche di un buon incoraggiamento e non c'era nessuno in tutto il Nuovo Mondo che riuscisse in ciò meglio della sua Assistente.
Thrall salì gli ultimi gradini che lo separavano dalla mensa quasi correndo, ansioso di vederla; tuttavia, le sue speranze andarono infrante non appena la sua testa piena di lunghi capelli neri superò il livello del pavimento roccioso e i suoi occhi si posarono sulla sedia che solitamente era occupata dalla snella figura della sua Assistente e che in quel momento era invece completamente vuota.
Il cacciatore si fermò di colpo, perplesso per la sua assenza. Era davvero un avvenimento assurdo: fin dal loro arrivo nel Nuovo Mondo - ormai molti mesi addietro - Jaina non aveva mai abbandonato il suo posto alla mensa se non per accompagnarlo a caccia o in una spedizione. Mangiava e studiava sempre lì, allo stesso tavolo e sulla stessa sedia, da mesi. Una strana sensazione di vuoto si insinuò nel cuore dell'Orco mentre lentamente percorreva i pochi metri che lo separavano dal tavolo vuoto. Proprio adesso che aveva bisogno di confrontarsi con lei e di sentirla tessere le sue lodi in maniera esagerata ed imbarazzante per le sue imprese straordinarie nel Nuovo Mondo, Jaina era sparita.
Si fermò accanto alla sua minuta sedia, ricavata da una pietra levigata, e fece scorrere la punta delle dita guantate sulla superficie leggermente ruvida del tavolo. Sapeva che stava attirando l'attenzione di buona parte degli altri cacciatori e dei Felyne presenti alla mensa, ma non aveva mai fatto niente per nascondere il suo interesse nei confronti della sua Assistente e certamente non avrebbe iniziato a farlo adesso. Jaina era una buona amica e anche se durante le cacce non si era mai rivelata una risorsa su cui fare affidamento nella lotta, la sua presenza era una costante ormai imprescindibile nella routine di Thrall.
Al vuoto lasciato dall'assenza della sua compagna di avventure si sostituì prepotentemente una strana ed inquietante sensazione, una specie di cattivo presagio che per quanto l'Orco si impegnasse non riusciva a scacciare dalla sua mente: nei giorni precedenti Jaina gli aveva spesso accennato alla sua famiglia, alle aspettative dei suoi parenti che aveva lasciato nel Vecchio Mondo e gli aveva persino chiesto diverse volte perché si fosse imbarcato come membro della Quinta Flotta. Gli era sembrata insicura come mai prima di allora, eppure aveva stupidamente pensato che fosse solo un momento di riflessione passeggero. E adesso Jaina era sparita.
Il suo errore di valutazione poteva davvero trasformarsi in qualcosa che non si sarebbe mai perdonato.
L'ultima volta che avevano parlato, lei gli aveva accennato qualcosa riguardo all'andare in cerca di materiali per cucinare. Gli aveva menzionato vari posti nel Nuovo Mondo, ma si era soffermata con maggiore enfasi sull'abbondanza di piante commestibili presenti nella Foresta Antica.
Thrall raggelò di colpo, bloccandosi nel punto e nella postura in cui si trovava, impallidendo leggermente.
La Foresta Antica, il luogo che gli Analisti gli avevano confermato essere l'ultima regione in cui il Deviljho era stato avvistato.
Il suo sesto senso da cacciatore si accese con la stessa assordante forza del ruggito di un Bazelgeuse. Se davvero Jaina era uscita da sola nella Foresta Antica, allora era in pericolo: lui non aveva ancora avuto modo di informarla della presenza del Deviljho.
I suoi muscoli ripresero a muoversi bruscamente e dolorosamente. Si rese conto che era addirittura rimasto in apnea durante l'intera ricostruzione mentale degli ultimi avvenimenti.
Si girò di scatto e corse verso la mensa. A malapena si accorse del salto che Snowsong aveva fatto al suo fianco nel vederlo improvvisamente muoversi con tanta fretta, ma non aveva tempo per preoccuparsene.
Si sedette sullo sgabello più vicino abbandonandocisi sopra con tutto il notevole peso del suo corpo massiccio e della sua armatura fatta di scaglie e metallo. La testa del suo pesante martello sbatté debolmente contro la pietra, producendo un rumore abbastanza forte da attirare l'attenzione dello Chef Miauscoloso.
Il Felyne era impegnato a controllare il cuoco addetto alla zuppa e nel voltarsi e vedere l'espressione cupa sul viso di Thrall capì che aveva un impegno urgente cui assolvere e decise di dargli la precedenza su tutte le altre sue mansioni.
«Il piatto del giorno» esclamò semplicemente il cacciatore dalla pelle verde, senza neppure aspettare che gli venisse domandato che cosa desiderasse mangiare.
Lo Chef emise un miagolio roco e piuttosto virile, richiamando l'attenzione dei suoi assistenti. Evidentemente aveva anche dato l'ordine per il cibo, poiché tutti si precipitarono verso la grande tavola di pietra al centro della mensa, appena oltre il banco cui solitamente mangiavano i cacciatori prima di partire in missione.
Thrall, che solitamente li osservava con interesse e piacere mentre sfilettavano il pesce e tagliavano carne e verdura, in quel momento aveva la testa completamente da un'altra parte e non badò minimamente a loro. Quando lo Chef gli mise davanti il vassoio stracolmo di cibo, l'Orco iniziò ad abbuffarsi voracemente e con selvaggio abbandono, come se l’atto del mangiare potesse riuscire ad alleviare in qualche modo la sua preoccupazione.
Doveva partire il più in fretta possibile. Se a Jaina fosse accaduto qualcosa là fuori, non se lo sarebbe mai perdonato.

Lo Pterowyvern portò Thrall all'accampamento situato nell'estremità sud-ovest della Foresta Antica in un batter d'occhio. L'Orco piombò a terra senza nemmeno aspettare che il suo "mezzo di trasporto" lo depositasse: la sua preoccupazione per l'incolumità della sua Assistente anziché placarsi e rimanere entro livelli accettabili era cresciuta esponenzialmente nel breve lasso di tempo che aveva impiegato per ingurgitare il suo pasto.
Non appena fu al suolo si guardò attorno e il suo stato d'animo non ne trasse per niente giovamento: l'accampamento era deserto. Era tutto al suo posto: la tenda, la zona ristoro e persino la cassa di scorte. L'unica cosa che mancava era Jaina.
Cercando di mantenere l'autocontrollo e non farsi sopraffare da un panico dilagante che l'avrebbe reso incapace di agire, l'Orco afferrò la gabbietta di Insetti Guida che portava alla cintura dell'armatura e l'aprì, liberandoli. Una serpeggiante scia verde luminosa partì dalla gabbia, inoltrandosi nella Foresta Antica senza che lui dovesse dare alcun ordine. Si limitò a fermarsi a recuperare razioni e pozioni dalla cassa delle scorte e poi seguì la traccia degli insetti.
Gli Analisti avevano sottoposto agli Insetti Guida abbastanza tracce del Deviljho - tutte raccolte da lui in precedenza - perché fossero in grado di portarlo al luogo in cui il mostro si trovava, risparmiandogli di girare a vuoto per gli intricati meandri della regione.
L'Orco passò attraverso la zona costiera della Foresta Antica, calandosi rapidamente lungo le pareti rocciose più alte e saltando direttamente giù da quelle più basse, inseguendo gli insetti alla massima velocità consentitagli dalla sua stazza e dalla sua resistenza fisica allo sforzo.
Il grosso martello che portava in vita sembrava improvvisamente molto più leggero da trasportare rispetto al solito, anche se probabilmente la sensazione era imputabile all'angoscia e all'urgenza che percepiva tumultuose dentro di sé.
Si inerpicò su per la salita che conduceva alla zona più a nord-ovest della regione, un'ampia radura in cui solitamente si riunivano piccoli gruppi di Aptonoth in cerca di erba da mangiare. Semplici dislivelli rocciosi nella metà più a nord delimitavano la radura, nella quale era possibile trovare resti di ossa, erbe e molti funghi. Era una parte di foresta che poteva essere a dir poco perfetta per procacciarsi del cibo, specialmente per un bestione come il Deviljho, che a detta degli Analisti aveva un costante e insaziabile appetito.
Arrivato in cima alla china, Thrall finalmente la vide: Jaina era inginocchiata in mezzo al prato ed era tutta intenta a raccogliere erbe e funghi per riempire un generoso cestino poggiato vicino a lei. Non sembrava essersi minimamente accorta del suo arrivo: non aveva occhi che per le piante che stava raccogliendo.
Il suo cuore si gonfiò di gioia e sollievo nel constatare che era sana e salva e che non sembrava essere in pericolo; tuttavia, non doveva dimenticare che il Deviljho era in zona... e che erano stati proprio gli Insetti Guida addestrati a riconoscere le tracce del mostro a condurlo lì.
Ebbe a malapena il tempo di realizzare il fatto e l'inevitabile conseguenza che questa si materializzò dinanzi ai suoi occhi, incarnazione del peggiore degli incubi. L'Orco impallidì e rimase pietrificato dove si trovava vedendo apparire da dietro un enorme albero frondoso il muso tondeggiante ed irto di denti del Deviljho, diretto proprio verso Jaina - il cui cestino era appena stato adocchiato da un Aptonoth che stava cercando cibo nei dintorni.
La saliva che gocciolava dall'enorme bocca del Deviljho indicava che era affamato e che aveva puntato una preda. Il panico che Thrall aveva così tanto temuto e cercato di tenere a bada si impadronì di lui; tuttavia, al contrario di quel che aveva immaginato, non lo rese inabile all'azione ma gli diede una scarica di adrenalina che lo spinse fuori dalla momentanea trance in cui era scivolato.
Senza minimamente pensare alle conseguenze, inalò a fondo aria nei polmoni e cacciò una delle grida più acute della sua vita: «JAINA SCAPPA!».
La ragazza sobbalzò per lo spavento e alzò lo sguardo verso l'Orco, individuandolo senza alcun problema, dato che si trovava esattamente dinanzi a lei. Quel momento di distrazione le costò il fungo che stava cercando di salvare dalla bocca di un fastidioso Aptonoth e al quale dovette rinunciare. In quel preciso momento un ruggito proveniente da dietro di lei la costrinse a tapparsi le orecchie per evitare che i suoi poveri timpani esplodessero. Non dovette neanche voltarsi per vedere chi l'aveva prodotto: l'enorme bocca del Deviljho si chiuse attorno al corpo dell'Aptonoth accanto a lei e sollevò il povero erbivoro.
Il cuore di Jaina mancò un battito vedendo il predatore così vicino a lei e con il terrore negli occhi rimase a guardare mentre l'Aptonoth veniva sbattuto e trascinato barbaramente a terra per poi essere smembrato con un unico morso sull'addome.
La brutalità del Deviljho era terrificante e nonostante la paura e la certezza di essere la prossima vittima della sua fame infinita, Jaina non riusciva a trovare la forza per scappare. Atterrita dallo spavento, a malapena riusciva a ricordarsi come si respirava.
Thrall era rimasto a sua volta stupito dallo spettacolo offerto dall'enorme predatore ma la sua principale preoccupazione continuava ad essere la salvezza della sua Assistente.
Urlare di nuovo avrebbe sicuramente peggiorato la situazione, che già al momento era piuttosto delicata; tuttavia, l'Orco sentiva l'urgenza di intervenire perché Jaina si allontanasse da lì prima che l'attenzione del Deviljho si spostasse dal suo "spuntino" su di lei.
Non trovando una soluzione che gli consentisse di risvegliare la sua Assistente da quella specie di shock attonito in cui era caduta, il cacciatore decise di passare immediatamente ai fatti. Era andato lì con lo scopo di cacciare il Deviljho ed era esattamente ciò che avrebbe fatto.
Impugnò il suo enorme martello con entrambe le mani e ne sollevò la pesante testa portandola all'indietro mentre caricava verso la bestia. Se questa fosse rimasta concentrata sul suo pasto avrebbe potuto approfittare dell'effetto sorpresa per assestargli qualche colpo sul cranio e sperare di stordirlo e buttarlo a terra. Purtroppo per lui, la sua occasione di apertura sfumò di lì a pochi secondi, quando il muso pieno di denti sporchi di sangue del mostro si sollevò dai miseri resti dell'Aptonoth per rivolgersi verso Jaina. Thrall vide i suoi piccoli occhi appuntarsi sull'esile figura della ragazza ma era ancora troppo lontano per riuscire ad intervenire in tempo; per questo decise di attirare la sua attenzione prima che fosse troppo tardi.
L'Umana era certa della sua fine incombente, riusciva a leggerlo nei minuscoli occhi iniettati di sangue del Deviljho, eppure il suo corpo continuava a rifiutarsi di obbedire al più semplice impulso alla sopravvivenza: la fuga. Le sue gambe tremavano e il respiro le usciva rantolando dalla bocca. Non riusciva a staccare lo sguardo da quello del mostro.
Era stata una stupida ad uscire da Astera senza avvisare Thrall e senza farsi accompagnare e adesso ne avrebbe pagato le conseguenze. Sarebbe stata la prima Assistente a perdere la vita nel Nuovo Mondo e nessuno della sua famiglia avrebbe potuto renderle l'ultimo omaggio, a meno che qualcuno non avesse recuperato i suoi resti dalle feci di quell'immenso predatore.
Un latrato di guerra così forte da far voltare lo stesso Deviljho eruppe nell'intera radura, spezzando la trance in cui Jaina era rimasta intrappolata fino ad allora. L'Umana distolse lo sguardo appena in tempo per vedere Thrall piombare sul Deviljho con una poderosa martellata che lo colpì in pieno sulla grande mandibola tondeggiante e piena di denti sporgenti e grondanti saliva e sangue.
Il colpo fu talmente forte che il Deviljho venne scaraventato via rotolando e investendo col suo enorme peso un tronco pieno di rampicanti non molto lontano. Le liane si attorcigliarono attorno al suo corpo, trattenendolo a terra.
Un ruggito di rabbia e frustrazione si levò dal mostro mentre tentava di liberarsi usando le corte zampette anteriori e i più poderosi arti inferiori.
Jaina poté così ammirare il suo salvatore, che si ergeva dinanzi a lei ansimando leggermente per la corsa e sostenendo la sua arma con ambo le mani, pronto ad utilizzarla di nuovo contro il suo nemico. La sua ampia stazza gettava un'ombra su di lei che la copriva completamente.
Era stato lui a gridare, salvandola dal Deviljho ad un passo dalla fine.
«Thrall... come hai... fatto a trov...?» borbottò con un fil di voce.
«Non c'è tempo per parlare adesso. Va' all'accampamento, lì sarai al sicuro» la interruppe l'Orco in tono greve, continuando a guardare il Deviljho e tenendosi pronto ad intervenire se si fosse rialzato prima che la sua compagna si fosse messa in salvo «Sbrigati! Non hai ancora molto tempo!» la esortò in tono rabbioso.
L'avrebbe portata via di peso lui stesso se non avesse avuto un enorme mostro sbavante e furioso di cui occuparsi.
«Io...»
«Va' via, ora!» tuonò Thrall, e Jaina finalmente trovò la forza per alzarsi da terra. Tremando ancora visibilmente, prese il suo cestino e si affrettò nella direzione da cui il suo salvatore era arrivato, sperando di non trovare altri predatori lungo la breve strada che li separava dall'accampamento.
L'Orco la sentì correre via e si sentì improvvisamente sollevato: ora che Jaina era lontana dal Deviljho, non aveva niente di cui preoccuparsi ad eccezione della caccia in sé.
In quel momento il suo bersaglio riuscì a liberarsi dalle liane e a rimettersi in piedi, voltandosi verso di lui.
«Ora veniamo a noi due» mormorò mentre caricava di nuovo il mostro.

Jaina era rimasta all’accampamento tutto il tempo, da sola e senza sapere cosa ne fosse stato di Thrall. Non era mai tornato né svenuto su un carretto né tantomeno sulle sue gambe. La cosa doveva rincuorarla e rassicurarla riguardo l’esito della caccia ma sperava di poter avere conferma direttamente dall’Orco.
Nonostante la carenza di informazioni e la tensione, la paura trattenne Jaina entro il perimetro dell’accampamento, dove sapeva essere completamente al sicuro.
Dopo un lasso di tempo apparentemente infinito, Thrall fece capolino dal varco di fogliame dirimpetto all’accampamento. Il suo martello era appeso alle cinghie sulla sua schiena e lui e la sua armatura erano sporchi di fango, erba e sangue.
Vedendolo finalmente arrivare, Jaina mandò alle ortiche ogni prudenza e si lanciò contro di lui. Aveva l’espressione provata ma nei suoi occhi azzurri c’era anche una scintilla di soddisfazione che non sfuggì all’attenzione della ragazza.
«È… andato?» chiese quest’ultima in tono esitante e speranzoso.
La faccia del suo interlocutore era piena di schizzi rossi e marroni che facevano contrasto con la sua pelle verde e che andavano a mescolarsi al sudore. Sembrava che indossasse una maschera tant’era lo strato di sporco accumulato, per cui fu quasi sorprendente vedere le sue labbra distendersi in un sorriso rassicurante.
«Sì, è morto» confermò Thrall con voce appena tremante per l’emozione e il sollievo. Era stata una caccia intensa e ora che il mostro era morto e l’adrenalina stava scemando il suo corpo cominciava a non reggere più. Ma prima di poter riposare doveva tornare ad Astera insieme a Jaina.
La ragazza saltellò di fronte a lui e, incurante degli strati di sporco che aveva accumulato, gli balzò al collo abbracciandolo forte.
«Ce l’hai fatta! Ce l’hai fatta!» esultò gridando «Hai ucciso un Deviljho! Incredibile! Tutti ad Astera vorranno sapere cosa è successo!».
Thrall le prese le braccia delicatamente e allentò la sua stretta, spostandola un poco indietro con fare impacciato.
«Grazie… ma prima credo sia meglio che… mi dia una sistemata… comincio ad avere la nausea della mia stessa puzza...» disse, evidentemente a disagio.
Jaina lo fissò perplessa, poi scoppiò a ridere.
«Va bene, direi che si può fare» commentò, continuando a sorridere.
Nonostante la stanchezza e gli innumerevoli pericoli che aveva corso per riuscire nell’impresa, Thrall era contento di averlo fatto. Jaina era salva e alla fine era quello l’importante.

Mezz’ora più tardi, l’Orco finalmente era nei suoi alloggi, sporco e sfinito. Non appena aveva rimesso piede ad Astera, gli Analisti lo avevano subito preso d’assalto e persino il Comandante Varok Saurfang e la Caposquadra Thura l’avevano raggiunto sull’ingresso dell’insediamento per complimentarsi. Un Deviljho abbattuto completamente da solo era un’impresa di cui essere fieri; tuttavia, Thrall aveva gentilmente accettato i complimenti e declinato gli inviti a bere e mangiare per narrare la sua avventura in favore di una cosa che gli premeva enormemente fare.
Con un enorme sospiro attraversò la sala principale del suo alloggio per andare fino in bagno a preparare la vasca. Preparò l’acqua e versò all’interno così tanto sapone che avrebbe potuto affogarci, quindi tornò nell’altra stanza per togliersi l’armatura imbrattata di sangue e saliva rappresi. Il suo attendente Felyne avrebbe dovuto sgobbare duro per ripulirgli l’armatura quella volta.
Trovava disgustoso il tanfo del suo corpo e nonostante il bagno non fosse ancora pronto fu costretto a rimanere vicino alla vasca per poter usufruire del piacevole aroma di sapone e pulito che emanava dall’enorme quantità di schiuma che si stava formando.
Non dovette attendere molto: pur non essendo piena d’acqua la vasca, dovette chiudere il rubinetto per evitare che la schiuma esondasse. Entrò rapidamente e iniziò immediatamente a sfregarsi il corpo e i capelli per togliersi il sudiciume che sentiva ovunque.
Fu il momento più rilassante e piacevole dell’intera giornata. C’erano pochissime altre cose al mondo che riuscissero a farlo sentire così bene come un bel bagno ristoratore dopo una caccia andata bene, e tra di esse c’era ovviamente Jaina.
Una volta che si fu ripulito a fondo, Thrall uscì dal suo bagno con indosso solo un asciugamano avvolto attorno ai fianchi e si diresse verso il baule in cui teneva tutto il suo equipaggiamento. Voleva indossare qualcosa di pulito per cena, specialmente considerato che sarebbe stato al centro delle attenzioni di tutti quanti ad Astera.
Voleva essere presentabile e vista la quantità di birra e altro che immaginava gli sarebbero stati offerti, desiderava anche essere a suo agio e libero di togliersi uno o due strati di abbigliamento se si fosse presentato il bisogno.
Non pensava che ci sarebbero stati festeggiamenti come per la vittoria sullo Zorah Magdaros, però era anche sicuro che il Comandante Saurfang e gli Analisti non avrebbero potuto ignorare la sua battuta di caccia di quel giorno.
Il suo baule era pieno di pezzi di armatura funzionali ma scomodi per trascorrere una serata di quiete ad Astera, per cui decise di ripiegare su qualcosa che solitamente preferiva tenere in disparte per le occasioni speciali. In realtà non l'aveva mai indossato prima di allora se non per assicurarsi che fossero state rispettate le sue misure, per cui non era del tutto certo che fosse una buona idea; tuttavia, non aveva molto altro tra cui scegliere e così prese il suo completo elegante dal fondo del baule e lo mise sul letto.
Si diede una rapida asciugata con il telo che indossava, avendo cura di strofinare per bene soprattutto i capelli, onde evitare di bagnare gli abiti puliti, quindi indossò della biancheria e si accinse a mettere il suo completo.
La cosa richiese più tempo di quanto inizialmente preventivato e gli fece realizzare quanto effettivamente la caccia al Deviljho avesse preteso come tributo dal suo corpo. Sentiva le gambe pesanti e un certo desiderio di stendersi sul suo letto e dormire almeno fino al pranzo del giorno successivo, se non addirittura oltre. Purtroppo a ciò si opponeva la necessità fisiologica di reintegrare quanto prima l'energia spesa nella caccia, fatto che il suo stomaco esplicitò in maniera fin troppo chiara diverse volte mentre si vestiva.
Una volta pronto, si sistemò meglio i capelli ed uscì dal suo alloggio lasciando indietro il suo martello, certo che non gli sarebbe servito nelle prossime ore.

Jaina era già al suo solito tavolo dinanzi alla mensa, con la differenza che stavolta mancavano completamente le solite diverse grosse pile di libri ad occuparne una buona metà.
Dinanzi a lei si trovava un enorme vassoio strapieno di cibo di cui sembrava particolarmente orgogliosa. La portata principale era una grossa bistecca ben cotta che esibiva un notevole osso dalla vaga forma ad "Y" lungo un lato. Anche se di solito la carne di quel tipo era fatta per essere cotta poco, a Thrall piaceva di più se la cottura era prolungata - al contrario della stragrande maggioranza degli Orchi - per cui l'aveva lasciata a rosolare sulla griglia per più tempo. Un denso sugo vagamente ambrato e disseminato di sottili foglioline aghiformi di rosmarino ricopriva la superficie della bistecca, sprigionando un aroma intenso e appetitoso che stuzzicava in maniera quasi fastidiosa l'olfatto della giovane Umana.
Attorno al piatto con la bistecca si trovavano altre pietanze: un piccolo tagliere con del salame accompagnato da formaggio e miele, una scodella di dimensioni discrete contenente un brodo di carne con una densa matassa di spaghetti che galleggiava al centro e una grossa padella che conteneva riso speziato e condito con altri bocconcini di carne e verdure. Tre grossi bastoncini da spiedo in metallo erano infilzati in un mezzo ananas e sostenevano altri pezzi di carne più o meno cotti. In ciotole più piccole allineate tutte alla perfezione lungo il bordo sinistro del vassoio si trovavano varie porzioni di minore importanza: patate arrosto, gamberetti, verdure al vapore e svariati tipi di salse per inzuppare tutto il resto. Oltre tutto ciò si trovavano diverse grosse brocche contenenti birra ed un bel boccale in peltro.
All'apparenza poteva somigliare al tipico pasto preparato dallo Chef Miauscoloso per i cacciatori che dovevano partire per la caccia; tuttavia, ad occhi esperti come quelli di Jaina risultava palese che non fosse così. Le pietanze erano molto più elaborate e soprattutto le porzioni erano decisamente più abbondanti.
La giovane Umana aveva l'acquolina in bocca al sentire l'odore del lauto pasto che aveva vicino e ciò la rendeva ancora più orgogliosa: era stata una faticaccia ma era tutta opera sua ed era certa che a Thrall sarebbe piaciuto.
Non vedeva l'ora che l'Orco uscisse dai suoi alloggi per potergli offrire il suo ringraziamento per il suo tempestivo intervento nella Foresta Antica. Non avrebbe mai potuto rendergli il favore per averle salvato la vita e sperava che almeno la cena che aveva preparato appositamente per lui riuscisse almeno in parte a dimostrare quanto gli fosse grata per ciò che aveva fatto.
Il resto della mensa pullulava di membri della Commissione di Ricerca che si erano riuniti tutti lì ansiosi di ascoltare il racconto dell'Orco che era riuscito da solo a cacciare ed abbattere un Deviljho. Ovviamente tra di loro c'erano anche il Comandante Saurfang e la Caposquadra Thura, sua nipote.
Lo Chef Miauscoloso e il suo seguito di Felyne era impegnato ad approntare abbastanza cibo per tutti quanti e lavorava senza sosta correndo da una parte all'altra dei forni e controllando che tutto procedesse alla perfezione. Era un lavoro duro ma sembrava molto più contento del solito ed in fondo quello era abbastanza.
Jaina stava cominciando a chiedersi quando il suo salvatore avrebbe deciso di mostrarsi al suo pubblico quando la sua figura si manifestò nel varco in legno che conduceva alle passerelle per gli alloggi. E mentre dal resto della folla si levava un'ovazione accompagnata da fischi e applausi, l'Umana si alzò in piedi e si portò entrambe le mani a coprire la metà inferiore del viso. I suoi occhi si allargarono, ricolmi di emozione, posandosi sulla figura di Thrall familiare e resa allo stesso tempo quasi sconosciuta dall'inusuale abbigliamento.
Era la prima volta in vita sua che lo vedeva con indosso l'uniforme della Gilda e non riusciva a trovare aggettivi che riuscissero a descrivere compitamente l'effetto che faceva sul suo corpo largo e muscoloso.
La casacca allacciata sul petto era tesa sui suoi pettorali tonici e le spalline rigide con le estremità rivolte verso l'alto davano alle sue già notevoli spalle un aspetto ancora più immenso. Due placchette d'argento recanti il simbolo della Gilda pendevano dalle spalline. Un foulard era avvolto attorno al colletto alto e stretto della camicia sottostante la casacca. La coda di quest'ultima gli arrivava fino alle ginocchia, abbracciandogli la vita e i fianchi. Da sotto la cintura, in corrispondenza della fibbia, facevano capolino le due punte bianche della camicia - fatte appositamente per quello - e i pantaloni aderenti che portava avevano delle protezioni in metallo che dalle cosce coprivano fino al risvolto degli stivali - che gli coprivano per intero i polpacci. Il completo era rosso scuro rifinito in oro e nonostante a primo impatto potesse sembrare altrimenti, era esattamente della sua taglia.
Dopo un primo momento di contemplazione, Jaina gli corse incontro superando in rapidità tutti gli altri presenti che non aspettavano altro che di poter avere l'Orco tutto per loro per farsi raccontare le sue vicissitudini.
«Thrall!».
La voce di Jaina attirò immediatamente l'attenzione del cacciatore, distraendolo dall'imbarazzo di trovarsi di nuovo a distanza di breve tempo al centro dell'attenzione di tutti. Non ebbe nemmeno il tempo di guardarsi intorno in cerca della sua figura minuta e snella che questa gli arrivò incontro con le braccia tese verso il suo collo.
La sua reazione fu istintiva: aprì le braccia e la strinse delicatamente a sé, sollevandola appena da terra per permetterle di abbracciarlo meglio.
L'Umana sospirò beata affondando la faccia nella sua uniforme pulita e respirando a fondo il profumo di sapone e pulito dei suoi capelli per qualche istante. Non era di certo una novità che a Thrall piacesse fare il bagno con una enorme quantità di sapone; tuttavia, era anche vero che le piaceva molto sentirlo profumare ogni volta di qualcosa di diverso ma ugualmente gradevole.
Rimasero abbracciati per alcuni secondi, incuranti della platea schiamazzante; dopodiché Thrall la liberò dalla sua stretta e la depositò di nuovo a terra. A quel punto si scambiarono una lunga occhiata carica d'intesa e si sorrisero a vicenda con una punta di imbarazzo.
Dalla folla si levò una voce femminile che in maniera estremamente diretta e rozza disse: «Vieni a bere qualcosa, Thrall! Vogliamo sapere del Deviljho!».
Jaina ignorò il richiamo ed anche il diretto interessato; tuttavia, la ragazza era pronta a scommettere che fosse stata Thura. L'Orchessa nipote del Comandante non sembrava volersi rassegnare all'evidente attrazione che c'era tra loro due. Continuava a mettersi in mezzo e a cercare di sedurre il suo Orco in ogni modo e benché il suo bersaglio fosse piuttosto ingenuo riguardo le sue avances, a Jaina non piaceva affatto che ci provasse così spudoratamente.
Sarebbe arrivato il giorno in cui l'avrebbe affrontata direttamente, annichilendo con sua immensa soddisfazione ogni suo tentativo di approcciarsi a Thrall.
Prima che il suo partner decidesse stupidamente di invischiarsi con Thura, che di certo non si sarebbe più staccata da lui per il resto della serata, Jaina decise di fare la sua mossa: «Ti ho preparato la cena... per ringraziarti di avermi salvata dal Deviljho».
Vide gli occhi azzurri dell'Orco dilatarsi appena alle sue parole e le sue guance diventare un po' più colorite alla blanda luce delle torce. Aveva fatto centro.
«N-non serviva... ho dovuto farlo, dopotutto sei la mia Assistente...» commentò Thrall, grattandosi la nuca imbarazzato.
«Andiamo, smettetela di bisbigliare! Vogliamo sentire anche noi!».
Stavolta la voce era maschile e con inequivocabile accento Zandali. Molto probabilmente apparteneva a Vol'jin, anche se non era certamente l'unico Troll ad aver viaggiato fino al Nuovo Mondo.
«Be'... mi sarei sentita in colpa se non avessi fatto niente almeno per sdebitarmi in piccola parte» ammise con un mezzo sorriso la ragazza. Con un gesto fluido e lesto si posizionò al fianco del suo cacciatore e si aggrappò con entrambe le mani al suo enorme braccio fasciato di stoffa, guidandolo verso il suo tavolo.
Thrall rimase stupito nel vedere il vassoio che troneggiava sulla superficie in pietra. Era enorme e pieno di pietanze succulente che emanavano un aroma talmente intenso da farlo salivare in maniera quasi preoccupante.
Sapeva bene che a Jaina piaceva mangiare e piaceva anche cucinare; ciononostante, era la prima volta che si cimentava nella preparazione di una tale mole di cibo.
Vedendo la sua espressione un po' stupita, la ragazza provò all'istante un senso di profonda gratificazione. Era sicura che ovunque fosse, Thura stesse assistendo alla scena e si stesse rodendo il fegato al pensiero di essere del tutto incapace di riprodurre anche solo lontanamente un simile banchetto.
«È tutto tuo» disse l'Umana all'Orco, esortandolo ad accomodarsi.
Thrall non se lo fece certamente ripetere due volte: prese posto sulla piccola roccia che funzionava da sedia - un po' troppo minuta per la sua stazza - e si avventò sul cibo quasi famelico, come se fosse a digiuno da giorni.
A quel punto Jaina si ritrovò schiacciata improvvisamente contro il tavolo dalla ressa che tentava di avvicinarsi il più possibile alla star della serata per sapere della sua caccia. Vide il Comandante Varok recuperare una sedia e posizionarsi sul fianco libero del cacciatore, accompagnato dalla sua odiosa nipote. Jaina fu lesta a sottrarle la sedia più vicina a Thrall ed usarla per sé, costringendo la sua "avversaria" a rimanere in piedi vicino allo zio.
Le cibarie arrivarono insieme a fiumi di alcolici e tutti presero posto dove capitava, mangiando e brindando mentre il Comandante esortava Thrall a raccontare l'intero svolgersi della sua caccia. Era chiaro come il sole che il diretto interessato era molto più propenso a concentrarsi sul cibo piuttosto che sul racconto, dando ulteriore motivo di vanto a Jaina. Thrall passava più tempo con la bocca piena di cibo o birra di quanto ne impiegava a parlare e spesso e volentieri la foga nel nutrirsi lo costringeva a bloccarsi per il singhiozzo o per sopprimere uno o più rutti.
Jaina era talmente assorbita dallo spettacolo offerto dal suo partner da ignorare quasi del tutto la sua stessa cena. Fino a che non impugnava il suo martello, nessuno avrebbe potuto definire Thrall come un Orco "minaccioso" e questa sua caratteristica era ancora più marcata durante i pasti. Per l'Umana non c'era niente di meglio che godersi la sua compagnia a pranzo o a cena, dato che vederlo rimpinzarsi fino ad essere completamente sazio era più che sufficiente a farla eccitare.
Una parte di lei desiderava che quel momento non finisse mai; dall'altra invece sperava che la cena terminasse in fretta per potersi unire al suo compagno di caccia nei suoi alloggi e ringraziarlo ancora una volta per il suo salvataggio. La sua capacità di autocontrollarsi in certi frangenti era veramente pessima ed era più che altro la sua biancheria a farne le spese.
Thrall si prese il suo tempo per spazzolarsi tutto quanto il contenuto del vassoio. Pur ingurgitando buona parte del contenuto a velocità incredibile, le quantità erano tali per cui ad un certo punto dovette iniziare a rallentare il ritmo e fermarsi a bere più volte perché cominciava ad essere pieno. Non voleva lasciare nemmeno le briciole su quel vassoio visto che era tutta opera di Jaina e che molto probabilmente ci aveva messo parecchio tempo per cucinare tutta quella roba, ed era disposto a rimanere lì fino a notte fonda pur di raggiungere il suo obiettivo.
Avendo saputo a priori che l'attendeva un pasto del genere, avrebbe evitato di indossare dei vestiti di stoffa così aderenti: dopo aver finito l'intera bistecca, aver ripulito gli spiedi, svuotato metà delle ciotole di contorni e salse e aver dato fondo alla grossa scodella di spaghetti in brodo, i laccetti che gli tenevano chiusa la casacca sul torace cominciavano a tirare in maniera spiacevole nel tentativo di rimanere chiusi - per non parlare della camicia.
Con un certo imbarazzo, l'Orco interruppe la cena e la narrazione per occuparsi del problema finché era ancora in grado di farlo. Dopo essersi rozzamente pulito le mani leccandosi i polpastrelli unti, allentò un laccio alla volta fino ad aprire completamente la casacca e poi andò a fare lo stesso coi bottoni nella metà inferiore della camicia. Con la liberazione del suo stomaco dalla costrizione degli indumenti, non riuscì a trattenere un grugnito di sollievo.
Prima che altri oltre Jaina, Thura e il Comandante fossero in grado di "ammirare" il suo ventre leggermente arrotondato e nudo, Thrall tornò a piegarsi sulla tavola per mangiare e riprese in tutta fretta a raccontare da dove si era interrotto.
Se per la sua Umana era già complicato impedire alla sua eccitazione di prendere il sopravvento su di lei e spingerla a commettere qualcosa di disdicevole in pubblico solamente vedendolo rimpinzarsi, assistere mentre l'Orco doveva allentare l'uniforme della Gilda a causa dello stomaco pieno fu un colpo basso che non si era aspettata di ricevere. Sperando di non essere vista, dovette suo malgrado far sparire una mano sotto il tavolo per andare a toccarsi il cavallo dei pantaloni. L'umido dei suoi umori era riuscito a valicare il labile confine delle sue mutandine, inzuppandole anche l'uniforme.
Avrebbe potuto masturbarsi attraverso i vestiti senza nessun problema per la quantità di lubrificante naturale che Thrall le aveva fatto produrre; ciononostante, preferiva continuare ad aspettare. Non voleva rovinare i suoi programmi per il resto della nottata.
Fu una cena lunghissima ed un'attesa quasi esasperante; tuttavia, ne valse la pena. Alla fine Jaina era talmente eccitata che sarebbe potuta balzare addosso a Thrall e fare sesso dinanzi a tutti quasi senza alcuna vergogna e l'Orco era talmente pieno di cibo e di birra che quando si alzò da tavola barcollò pericolosamente rischiando di investire il Comandante. Per sua fortuna, Varok aveva ancora i riflessi pronti e lo afferrò prima che fosse troppo tardi, sostenendolo mentre la sua Assistente correva a sistemarsi sotto il suo braccio per tenerlo in piedi.
Il Comandante la aiutò a rimettere Thrall ben dritto prima di rivolgersi a tutti quanti gli astanti: «Credo che abbiamo festeggiato abbastanza per stanotte... è ora di andare a riposare, tutti quanti! Domani è un altro giorno e nuovi mostri da cacciare ci aspettano!».
Thrall sollevò un braccio ed emise una specie di grugnito che pareva la copia mal riuscita di un grido di vittoria o esultanza, poi ricadde ciondolando leggermente in avanti e Jaina sollevò una mano per evitargli di rotolare a terra.
«Ehi, tranquillo... ora ti riporto al tuo alloggio» gli disse a mezza voce.
Dopo una serie di borbottii incoerenti, la ragazza lo sentì distintamente mormorare: «Mmmh... sono strapieno... ho sonno...».
«Comandante, lo porto via prima che si faccia male...» esclamò Jaina rivolgendosi a Saurfang, il quale annuì con un breve cenno del capo, congedandoli.
A dispetto della sua esile e minuta figura, la ragazza riuscì ad accompagnare senza problemi il suo partner di caccia al suo alloggio. Ogni tanto l'Orco si fermava e si lamentava per la pancia piena e la stanchezza e a Jaina toccava esortarlo a procedere ancora con le buone e un po' trascinandolo quasi di peso per indurlo a muoversi. Il tragitto sulle passerelle non le era mai sembrato così lungo come in quell'occasione e fu grata di non doverlo portare fino al suo alloggio, che era più distante di quello dell'Orco.
Gli frugò nella bisaccia appesa alla cintura alla ricerca della chiave mentre Thrall si abbandonava contro la porta e a niente valsero i tentativi dell'Umana di trattenerlo in postura eretta, tanto che quando riuscì ad aprire il battente l'Orco capitombolò all'interno finendo lungo disteso sul pavimento.
«Thrall! Ti avevo detto di aspettare un momento!» brontolò lei preoccupata, aggirandolo per afferrargli un braccio «Andiamo, ti aiuto a rialzarti!».
Per tutta risposta ottenne una specie di mugolio lamentoso seguito da un poderoso rutto che l'Orco non cercò minimamente di nascondere. Molto probabilmente nelle sue attuali condizioni non ne era più in grado.
Jaina rimase momentaneamente stupita dinanzi a quella palese mancanza di educazione da parte sua. Era talmente abituata al suo pudore che non credeva fosse capace di fare simili cose neanche contro la sua volontà.
Alla sua libidine andò ad aggiungersi un senso di pietà e tenerezza nei confronti dell'Orco che le resero ancora più difficile ignorare ciò che il suo istinto le suggeriva di fare. Puntò i piedi contro il pavimento e cercò di tirarlo su con tutte le sue forze senza ottenere alcun risultato.
«Sono... stanco...» brontolò sommessamente l'Orco, rimanendo disteso prono dove si trovava «E... urgh... lo stomaco...».
«Se stai sdraiato così per forza che hai mal di stomaco!» gli fece notare in tono stizzito Jaina «Almeno vai a stenderti sul letto!».
Le sue parole ci misero un poco a fare breccia nel velo di ubriachezza che ottenebrava il pensiero di Thrall. Quando riuscì ad interpretarne il significato, si mosse lentamente per mettersi carponi e allora la sua Assistente lo aiutò a riacquistare la postura eretta e lo scortò al letto. Lo fece sedere sul bordo e si offrì di togliergli l'uniforme. Il cacciatore non rifiutò e l'Umana trascorse i successivi minuti piacevolmente mentre lo spogliava un pezzo alla volta, senza alcuna fretta.
Thrall la lasciò fare, accompagnando il momento con occasionali grugniti e rutti a volume più o meno alto che allietarono la sua compagna. I pantaloni furono l'ultima cosa che venne tolta, visto che prevedeva che il proprietario sollevasse il suo largo deretano dal materasso. A quel punto Thrall si mosse per andare a stendersi al centro del letto, completamente nudo e supino, emettendo un sospiro beato.
Jaina non riusciva a credere che fosse finalmente giunto quel momento. Con mano leggermente tremante si spogliò dei suoi abiti - constatando che le sue mutandine erano fradice ed irrecuperabili - e si portò fino al fianco del suo compare, inginocchiandosi lì ed accarezzando morbidamente la sua pancia, che adesso era leggermente morbida intorno all'ombelico.
«Spero la mia cenetta ti sia piaciuta...» commentò con un sorrisetto «Vederti soddisfatto è molto piacevole...».
L'Orco le rivolse un mezzo sorriso ebete e rimase in silenzio, al che la sua Assistente proseguì decisa: «Non riesco più a resistere».
Si sporse verso il viso dell'altro e lo baciò con impeto sulle labbra, ignorando il tanfo di birra e quelle che parevano delle blande proteste, che vennero rapidamente messe a tacere. Quando si staccò dalla sua bocca, si prese la libertà di sistemarsi a cavalcioni sopra il suo bacino, strusciando la sua vagina bagnata sulla lunghezza del suo pene, che sarebbe rimasto flaccido ancora per poco.
Thrall emise un sospiro e grugnì di piacere al contatto, fissandola negli occhi con espressione innocente e sottomessa.
«Ora ci divertiamo» gli promise la ragazza, accennando un sorrisetto malizioso.

L'indomani mattina, il cacciatore si risvegliò con la vista offuscata e la sensazione di non aver dormito che per pochissime ore. Era indolenzito in diversi punti e sentiva le membra talmente pesanti che a fatica riuscì a mettersi seduto, appellandosi alla sua forza di volontà.
Sbadigliò e si stiracchiò, cercando di mettere a fuoco ciò che aveva attorno. Era nel suo alloggio senza alcun dubbio, ma non ricordava di esserci arrivato.
Aveva memoria della cena, dello sforzo che gli aveva richiesto riuscire ad ingurgitare tutto il cibo che Jaina gli aveva preparato e la quantità di birra che aveva dovuto accompagnarci per riuscire a buttar giù tutto; dopodiché aveva un blackout che svaniva di nuovo dopo un indefinito lasso di tempo, consentendogli di ricordare cosa fosse accaduto durante la notte.
Le sue guance presero fuoco mentre ripercorreva l'imbarazzante scena di sesso notturno dalla sua prospettiva. Se avesse dovuto trovare un aggettivo che lo descrivesse in quel frangente, probabilmente "penoso" sarebbe stato quello più calzante. Rimpiangeva tutta la birra che aveva tracannato durante l'intera serata e che gli aveva creato talmente tanta aria nello stomaco che durante il sesso con Jaina non aveva fatto altro che ruttare.
Scosse piano il capo ed affondò il viso tra le mani, terribilmente imbarazzato nonostante a Jaina fosse piaciuto. Avrebbe dovuto trovare il modo di farsi perdonare per quella mancanza di rispetto ed educazione, anche se non sapeva ancora come. Forse avrebbe potuto farle un regalo...?
«Mmmmh... Thrall?» sentì mugolare vicino a sé.
Dalla matassa di coperte vide far capolino la testa della sua Assistente, i capelli biondi arruffati e gli occhi gonfi di sonno, a malapena socchiusi nel tentativo di aprire le palpebre.
L'Orco si affrettò a piegarsi su di lei, spostando le coperte per farsi vedere.
«Sono qui...» mormorò piano, accarezzandole una guancia con la mano «Dormito bene?».
Jaina posò una mano minuta sul dorso di quella enorme dell'Orco e strofinò il viso contro il suo palmo, mugolando estasiata.
«Benissimo» rispose, aprendo finalmente gli occhi per guardarlo.
E nonostante il suo sguardo sereno e innocente, Thrall si sentì in assoluto dovere di rimediare alle gaffe di quella notte.

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