Sorprese dal passato
Oct. 30th, 2018 02:49 pm![[personal profile]](https://www.dreamwidth.org/img/silk/identity/user.png)
Titolo: Sorprese dal passato
Rating: Verde
Genere: Fluff, Slice of Life
Personaggi: Kedrana (OC!Cacciatrice), Rusalka (OC!Maga)
Wordcount: 3226 (wordcounter)
Prompt: 22. Shock per il thINKtober 2018 @ Lande Di Fandom
Timeline: Ambientata durante l'espansione "Battle for Azeroth".
Note: Shoujo-ai
Le sue mani cominciarono a tremare senza che riuscisse a controllarsi mentre ne allungava una verso l'anello in questione. Non riuscì a toccarlo, si fermò a pochi centimetri dalla sua superficie, come se ci fosse una specie di bolla protettiva invisibile attorno ad esso.
«A-Altezza... lo avete tenuto... per tutto questo tempo...?» chiese con voce appena tremante.
«Certamente, avevi promesso che l'avresti finito. Non avevo alcun motivo di buttarlo prima che fosse terminato» fece notare Rusalka con il tono di chi ribadisce qualcosa di ovvio.
Il sole splendeva alto sulle piramidi che componevano l’enorme capitale Zandalari di Dazar’alor. La città ferveva di attività ad ogni livello e le enormi strade lastricate di pietre levigate erano percorse da mercanti, cittadini, carovane di Brutosauri e persino dai minuscoli e fastidiosi Sauridi cleptomani, i figli del Loa degli Sciacalli.
Lungo la scalinata principale che scendeva dalla Terrazza degli Oratori fino al Porto di Dazar’alor, una coppia di Elfe del Sangue scendeva lentamente gli infiniti gradini a piedi.
Una di loro vestiva una lunga tunica di stoffa nera rifinita in bordeaux in stile Pandaren che presentava una profonda scollatura che terminava tra i suoi morbidi seni rotondi di moderate dimensioni e dalla quale partiva poi una linea che scendeva fino al margine inferiore e ai cui lati si trovavano i bottoni che tenevano chiuso l’abito. Le maniche erano lunghe e partivano aderenti dalle sue spalle esili per poi allargarsi arrivate ai polsi.
Una cascata di capelli rossi e ondulati le avvolgeva il volto dai tratti raffinati ed esili, con un grosso ciuffo che le copriva per buona parte una metà del viso. Gli occhi brillavano dello stesso lucore malsano di due pozzi carichi di energia vile.
Portava fissato sulla schiena un lungo bastone che sembrava essere stato intagliato nel ghiaccio, con l'estremità che si diramava in una complessa trama di riccioli che componeva una fiamma... che stava effettivamente bruciando di un fuoco magico inestinguibile che pareva non dare il minimo fastidio alla proprietaria dell'arma.
L'altra Elfa del Sangue invece vestiva un completo in maglia dei colori delle foreste in autunno. Sopra un primo strato in cotta di maglia di un marrone scuro si trovavano diverse placche distanziate tra loro di una tonalità più tendente al rosso, situate nei punti che necessitavano di maggiore protezione: petto, avambracci e fianchi. Arabeschi dorati adornavano i bordi delle singole placche e la parte centrale. Un cappuccio marrone celava completamente la metà superiore del viso della Sin'dorei e solo le lunghe orecchie appuntite facevano capolino attraverso dei pratici fori realizzati successivamente sui lati.
Sulla schiena portava un grande arco che pareva essere stato ricavato dall'assemblaggio di diverse parti di scarto d'ingegneria. Al suo fianco svolazzava sereno e tranquillo un grosso Dragofalco rosso, che seguiva mansueto la sua padrona mantenendosi ad una certa distanza dalla coppia.
«Dove mi stai accompagnando, Kedrana?».
L'Arcimaga Rusalka parlò in tono infastidito e stanco insieme, rivolgendo un'occhiata alla sua amica e fermandosi a metà dell'ultima rampa di scale. Sembrava che non volesse compiere neanche un solo ulteriore passo verso la loro destinazione senza aver ricevuto prima un'adeguata risposta.
La cacciatrice si arrestò pochi gradini più avanti, voltandosi indietro a rivolgerle uno sguardo quasi supplichevole.
«Rus... Altezza» si corresse immediatamente, ricordando di essere in un luogo pubblico e per giunta piuttosto affollato «Le ho detto che vorrei fosse una sorpresa...» soggiunse, sperando che come deterrente fosse piuttosto buono e soprattutto che la diretta interessata non si sentisse offesa in alcun modo dalla sua insistenza a volerla portare presso una destinazione a lei sconosciuta.
Purtroppo, la spiegazione non fu sufficiente. Rusalka intrecciò le braccia sottili sul letto e sollevò il mento con fare snob, voltando altrove lo sguardo. Sembrava una ragazza imbronciata per qualche stupido torto subito; tuttavia, per quanto dolce e quasi ridicolo il suo atteggiamento potesse sembrare ai più, per Kedrana fu come ricevere una coltellata nel cuore.
«Altezza... per favore, si fidi di me. Sono sicura che sarà un luogo che le piacerà moltissimo... le chiedo solo di avere ancora un poco di pazienza...» l'Elfa del Sangue aveva la voce che tremava appena mentre cercava di trovare la maniera di rimediare al disappunto che aveva causato nella sua compagna.
Da sotto il suo cappuccio, ruotò gli occhi attorno a sé in maniera quasi frenetica per cercare qualcosa da poter utilizzare per convincere la maga a seguirla ancora per un poco. Non le serviva molto tempo ancora, erano quasi arrivate.
Caso volle che in quel momento al fondo alle scale si avvicinasse un Peone del Porto, intento a scaricare alcune provviste appena giunte dalle imbarcazioni provenienti da Kalimdor. L'Orco era talmente impegnato a non far cadere l'ingombrante e pesante carico tra le sue braccia che non badò minimamente alle due Elfe a pochi metri da lui; ciononostante, alla Signora della Caccia fu sufficiente vederlo per pensare alla migliore "scusa" esistente su tutta Azeroth per invogliare Rusalka a seguirla in un qualsiasi luogo.
Senza alcun indugio disse: «Se Sua Altezza vorrà seguirmi ancora, la porterò in una zona del porto... priva di Troll e Orchi».
A quelle parole le lunghe orecchie di Rusalka vibrarono letteralmente mentre la maga si voltava bruscamente a fissarla, socchiudendo appena le palpebre in un cipiglio diffidente.
«Non avevi accennato a questo particolare prima...» fece notare «... nemmeno uno?».
Kedrana sorrise istintivamente alla sua replica e le servì tutto il suo autocontrollo per riuscire a contenersi, riducendo la sua reazione ad un semplice incurvare le labbra. Non voleva che Rusalka si arrabbiasse pensando che stesse ridendo di lei. Non si sarebbe mai permessa di farlo, neanche se ci fosse stato un qualche motivo.
Era semplicemente felice di essere riuscita a sfruttare a proprio vantaggio il ribrezzo e il disprezzo che Rusalka nutriva da sempre nei confronti di Troll e Orchi, razze che lei reputava adatte solo ai lavori più pesanti e meno impegnativi per quanto concerneva l'impiego dell'intelletto. Era una convinzione comune a molti Elfi del Sangue del passato e Rusalka continuava a vivere nell'illusione che la sua razza - la loro razza - non potesse essere "degradata" a ricoprire il ruolo di semplici guerrieri da immolare sul campo di battaglia nel nome dell'Orda.
Non a caso aveva deciso di studiare l'antica arte della magia.
«Forse ci saranno alcuni Troll nei paraggi... ma non nel punto in cui ci fermeremo» garantì Kedrana con un cenno del capo.
Non poteva assicurare che nel raggio di chilometri non ci fosse nemmeno uno Zandalari visto che quella era la loro isola ormai da secoli, però sperava di riuscire a spuntarla lo stesso, anche perché non aveva altri assi nella manica da tirar fuori all'ultimo momento.
Rusalka parve rifletterci su per qualche istante, come se stesse davvero soppesando la rivelazione appena fatta dalla cacciatrice. Dopo quella che alla diretta interessata parve quasi un'eternità, finalmente l'Arcimaga si decise a rispondere: «Allora sbrighiamoci. Tutte queste scale stanno cominciando a stancarmi...».
Kedrana stavolta sorrise soddisfatta, senza neanche pensare di nasconderlo, quindi annuì.
«Certamente Altezza» e le porse la mano per aiutarla a riprendere la discesa.
Tenendo con una mano sollevata la stretta ma pur sempre intralciante gonna della sua tunica, Rusalka porse alla sua accompagnatrice la mano libera con un gesto raffinato ed elegante prima di riprendere a scendere i gradini.
Dazar'alor aveva un che di maestoso e sfarzoso nel modo in cui era stata progettata ed eretta e persino le pietre levigate e le incisioni curate al dettaglio nei mattoncini che costituivano ogni edificio avevano un che di austero e contribuivano all'atmosfera generale di potere della capitale degli Zandalari. Eppure, Rusalka non riusciva a cogliere tutto questo, né tantomeno ad apprezzarlo. Per lei era come camminare attraverso il villaggio dei Lanciascura sulle Isole dell'Eco, costituito da una semplice accozzaglia di capanne fatte di legna e paglia.
A maggior ragione trovava odioso il luogo per la sua vastità, che la costringeva a vagare in lungo e largo per raggiungere i mercanti che le interessavano. Almeno Dalaran - la città in cui aveva trascorso buona parte del suo tempo negli ultimi due anni - era di proporzioni più modeste e quindi migliore dal punto di vista degli spostamenti.
Una volta giunte in fondo all'ultima dannata scala, Rusalka decise di evocare il suo Cercastelle Luminoso, una Panthara di Argus capace di variare il colore della sua pelliccia - che in quel momento era dorata con sfumature violacee alle estremità della criniera, della coda e delle zampe.
«Abbiamo fatto tutta questa strada a piedi per "godere del panorama"... adesso possiamo arrivare a destinazione in fretta? Qualsiasi panorama ci fosse da ammirare... be', adesso vedo solamente Orchi in attesa di partire per il fronte, Troll che sgobbano... e insulsi Peoni...».
I suoi occhi si affilarono e le sue belle labbra piene e rosse si distorsero in una smorfia di inequivocabile disgusto mentre il suo sguardo sdegnoso passava in rassegna le piccole squadre di Grunt radunate nei pressi del portale che conduceva agli Altopiani d'Arathi. Non le piaceva per niente dover stare così vicina a razze che reputava inferiori alla sua.
«Come desidera, Altezza» disse Kedrana e senza ulteriore indugio prestò aiuto alla maga per farla salire sulla sella del Cercastelle Luminoso fermo a pochi passi da lei.
Rusalka si issò sul dorso della creatura sedendosi di lato, con entrambe le gambe che pendevano lungo un fianco. Non avrebbe mai rischiato di rovinare la sua tunica per posizionarsi a cavalcioni della sella, come una qualsiasi altra persona avrebbe fatto.
Una volta che fu in sella, Kedrana evocò un altro Cercastelle Luminoso e balzò agilmente sul suo dorso, mettendosi nella corretta posizione per cavalcare - con una gamba su ciascun fianco dell'animale - quindi spronò la bestia a partire in direzione della Tortollinia, una zona del porto che ospitava unicamente Tortolliani.
Rusalka partì dietro di lei producendo un labile sospiro di sollievo nel veder scorrere via attorno a lei gli Orchi e i Troll al lavoro attorno al molo. Una volta terminato con Kedrana, avrebbe sempre potuto teletrasportarsi nuovamente al Gran Sigillo con un incantesimo per evitare di passare nuovamente da quel posto per lei orribile.
Oltrepassarono rapidamente il porto e risalirono una breve rampa di scale laterale per giungere in mezzo ai Tortolliani; tuttavia, non si fermarono lì: Kedrana puntò decisa verso un grosso varco nella parete che risultò essere l'ingresso di un lungo corridoio.
All'interno vi erano numerosi bracieri che i Tortolliani utilizzavano per cuocere il cibo, tant'era che nella metà superiore del passaggio l'aria era densa e formava una vera e propria cappa di vapore.
Rusalka si guardò attorno con espressione perplessa e curiosa insieme: era la prima volta che passava di lì pur essendo a conoscenza dell'esistenza di quel corridoio.
«Questa è la Vaporvia, Altezza» spiegò Kedrana «Non è molto lunga e dall'altra parte si trova la nostra meta».
«Finalmente...!» commentò l'Arcimaga, cacciando uno sbuffo leggero.
La Vaporvia curvò buscamente dopo diversi metri e così Rusalka ebbe modo di vedere stagliarsi dinanzi ai suoi occhi, in lontananza, quella che probabilmente era la loro destinazione: si trattava di un'ampia porzione di spiaggia completamente libera da qualsiasi tipo di edificio o altre strutture tipo le banchine.
Avanzando verso l’uscita della Vaporvia, fu evidente che quella che ad un primo sguardo pareva una semplice striscia di sabbia era in realtà una specie di insenatura nascosta e separata in toto dal porto. Kedrana aveva detto il vero riguardo al tipo di luogo, dava l’idea di un posto appartato e tranquillo, perfetto per loro due.
Quando le due Elfe del Sangue arrivarono in fondo alla Vaporvia, Rusalka fece fermare di colpo il suo Cercastelle Luminoso.
«Ci sono dei Troll!» esclamò in tono oltraggiato e ben udibile.
In effetti, sulla riva c’erano diversi Zandalari impegnati nella pesca e che - almeno in apparenza - non parevano dare alla loro presenza il benché minimo peso. Probabilmente erano abituati al viavai di avventurieri e avevano smesso di prestare attenzione a chi passava di là.
Kedrana interruppe la cavalcata pochi metri avanti a lei.
«La Spiaggia Acquanera è utilizzata perlopiù dai pescatori» spiegò la cacciatrice in tono pacato «Comunque la nostra meta è poco più avanti, Altezza. Questi Troll non le daranno alcun fastidio».
Ciò detto, riprese ad andare, anche se piano. Stava evidentemente aspettando che l’Arcimaga la seguisse - cosa che quest’ultima fece pochi secondi dopo con un’espressione di leggera diffidenza.
Costeggiarono la spiaggia passando a ridosso delle pendici dell’enorme montagna che sormontava tutta la regione di Zuldazar e che delimitava l’insenatura su tutti i lati. Proseguirono per pochi metri oltre la fine della Spiaggia Acquanera prima che Kedrana si fermasse di nuovo, stavolta di sua iniziativa.
«È questo il luogo, Altezza» esclamò in tono pacato e fermo, smontando dal suo Cercastelle Luminoso e congedando la sua cavalcatura.
Rusalka rimase invece in sella, osservando i dintorni: si trovavano tra due estreme propaggini della montagna che creavano una specie di piccola conca sulla spiaggia. Era un posto sicuramente appartato e deserto, cosa che la maga apprezzava ancora di più dopo la folla a Dazar’alor.
A largo - non molto distante dalla riva - si vedeva la più vicina delle due isole utilizzate come porti d’attacco per l’enorme flotta di Zandalar.
Compiaciuta dal luogo, Rusalka scese dalla sua cavalcatura e la congedò con un rapido movimento della mano, quindi si avvicinò a Kedrana e chiese: «Dunque? Per quale motivo mi hai portata qui? Cosa c’è qui che non potevo vedere in città o al Gran Sigillo?».
La Signora della Caccia abbassò prontamente lo sguardo con espressione imbarazzata mentre le sue guance si imporporavano fino ad assumere una tinta molto vivida. Rusalka non ricordava di averle mai visto il viso di un colorito simile.
«Ho insistito per portarla qui perché mi sembrava un buon posto per... darle un regalo, Altezza» rispose, cercando di nascondere l’emozione che iniziava ad incrinarle la voce. Nonostante i suoi sforzi, Rusalka percepì il suo crescente disagio.
«Un regalo?» ripeté, inarcando le lunghe e sottili sopracciglia rosse. Non si aspettava una simile motivazione dietro tutto il mistero che Kedrana aveva insistito per mantenere attorno alla questione. Doveva essere qualcosa di importante se aveva deciso di condurla fin laggiù per darglielo. In cuor suo era curiosa di sapere di cosa si trattasse, soprattutto considerato che era da parte di Kedrana; tuttavia, non avrebbe mai lasciato trapelare alcun tipo di emozione o attesa in merito. Non era un atteggiamento consono.
«Esatto... ora glielo consegno, Altezza».
Così dicendo, la cacciatrice si mise a frugare in una delle sue sacche magiche alla ricerca di qualcosa di specifico.
Rusalka rimase a fissarla per tutto il tempo. Osservandola trafficare alla ricerca del suo dono, il cuore dell’Arcimaga cominciò ad accelerare il suo battito, tanto che la diretta interessata temette che si potesse udire.
Dopo alcuni interminabili secondi d’attesa, finalmente Kedrana tirò fuori qualcosa dalla sua sacca. Era stretto nel suo pugno chiuso, segno che doveva trattarsi di una cosa piuttosto piccola.
Lentamente la cacciatrice protese la mano verso la sua accompagnatrice, la ruotò con le dita rivolte verso l'alto ed aprì il pugno, rivelando un piccolo anello con incastonata una pietra rotonda e levigata che emanava un caldo bagliore dorato. La montatura era lavorata semplicemente, in maniera da non togliere attenzioni dalla pietra preziosa che la adornava.
Rusalka rimase stupita dinanzi all'oggetto. Non si aspettava di ricevere una cosa del genere da Kedrana; eppure sapeva che era un'orefice discretamente brava - soprattutto considerato che era lei stessa a fornirle i minerali per ottenere le gemme.
Ricavare pietre dai depositi sparsi per i continenti non era esattamente la professione più adatta ad un'Arcimaga Sin'dorei come lei ed erano molte le occasioni in cui si era lamentata dello sforzo fisico che l'attività di estrazione le richiedeva e a cui era tutt'altro che abituata; tuttavia, era fermamente convinta che qualsiasi persona al di fuori di se stessa fosse inadeguata a ricoprire il ruolo di fornitore di materia prima per Kedrana.
Quest'ultima era palesemente agitata; ciononostante, quando parlò lo fece con voce ferma: «Questo è per lei, Altezza. L'ho realizzato per aiutarla a lanciare più velocemente i suoi incantesimi. Spero che le sarà utile».
Rusalka allungò semplicemente la mano e raccolse l'anellino dal palmo aperto della sua compagna. Un tumulto di sensazioni contrastanti le si agitava nel petto e non riusciva a dargli né forma né espressione. Era contenta ma allo stesso tempo arrabbiata, emozionata e delusa.
Il pensiero di Kedrana per lei era un gesto apprezzato e la maga non vedeva l'ora di mettere a frutto il dono andando a massacrare qualche sporco e viscido membro dell'Alleanza, eppure alla vista dell'anello un pensiero quasi ossessivo si era impadronito della sua mente.
«Ti ringrazio per il regalo, Kedrana. Sono sicura che mi sarà utile molto presto» e nel dire ciò tolse l'anello di qualità scadente che portava all'anulare sinistro per sostituirlo «Tuttavia, non capisco perché tu mi abbia regalato un anello del tutto nuovo...».
La cacciatrice rimase a fissarla perplessa mentre l'altra metteva mano ad una delle sue sacche magiche. Frugò all'interno per qualche istante e poi materializzò un oggetto.
Gli occhi della Signora della Caccia si spalancarono di colpo nel momento in cui si posarono su ciò che Rusalka le stava mostrando: si trattava di un altro anello, stavolta il metallo di partenza era chiaramente di qualità inferiore e la montatura aveva una fattura un po' più rozza. C'era stato anche un tentativo di decorazione attorno al castone in cui scintillava una pietra bianca che emanava una specie di soffuso bagliore perlaceo.
Per Kedrana, ormai esperta in oreficeria, non c'erano dubbi sulla natura di quell'anello... e nemmeno sull'artefice.
«Questo non è ancora finito. Perché crearne un altro?» chiese in tono pacato l'Arcimaga.
L'altra Elfa del Sangue rimase a fissare l'oggetto senza essere in grado di rispondere. Lo shock nell'apprendere che per tutti quegli anni Rusalka aveva tenuto con sé quell'anello - il primo che lei le aveva donato quando ancora stavano combattendo per debellare l'Orda di Ferro e Garrosh dalla Draenor "alternativa" - era stato tale da farle momentaneamente perdere l'uso della parola.
Ora come ora era un oggetto inutile e anche se lo avesse finito di modellare non sarebbe migliorato poi molto. Il fatto che Rusalka l'avesse tenuto con sé significava che per lei era un ricordo importante e ciò riempì di gioia e di emozione Kedrana.
Le sue mani cominciarono a tremare senza che riuscisse a controllarsi mentre ne allungava una verso l'anello in questione. Non riuscì a toccarlo, si fermò a pochi centimetri dalla sua superficie, come se ci fosse una specie di bolla protettiva invisibile attorno ad esso.
«A-Altezza... lo avete tenuto... per tutto questo tempo...?» chiese con voce appena tremante.
«Certamente, avevi promesso che l'avresti finito. Non avevo alcun motivo di buttarlo prima che fosse terminato» fece notare Rusalka con il tono di chi ribadisce qualcosa di ovvio.
Il cuore di Kedrana batteva così forte che l'Elfa temeva che esplodesse da un momento all'altro. Avrebbe voluto abbracciarla e baciare quelle sue meravigliose labbra perfette e rosse ma si trattenne, esercitando un ferreo autocontrollo sui suoi impulsi. Se avesse chiesto il permesso era probabile che Rusalka glielo avrebbe accordato, specialmente visto che nei paraggi non c'era anima viva che potesse vederle; tuttavia, era assolutamente certa che se l'avesse fatto non sarebbe riuscita ad impedire al suo corpo di reagire in maniera sconveniente per un luogo che non fosse una camera privata di una locanda.
«Lo completerò e ve lo restituirò quanto prima, Altezza» disse, annuendo con un deciso cenno del capo «Voglia comunque accettare l'altro anello, sicuramente più utile e bello di questo considerato il suo livello...».
Rusalka sollevò di poco la mano sinistra e fece oscillare le dita in modo tale da far luccicare la pietra gialla del suo nuovo gioiello.
«Non posso darti torto, è davvero ben fatto» ammise con tono soddisfatto «Grazie Kedrana».
La cacciatrice chinò appena il capo nella sua direzione, a mo' di inchino, quindi le rivolse un sorriso luminoso.
«Il mio dovere è proteggerla, Altezza... in ogni modo».

Rating: Verde
Genere: Fluff, Slice of Life
Personaggi: Kedrana (OC!Cacciatrice), Rusalka (OC!Maga)
Wordcount: 3226 (wordcounter)
Prompt: 22. Shock per il thINKtober 2018 @ Lande Di Fandom
Timeline: Ambientata durante l'espansione "Battle for Azeroth".
Note: Shoujo-ai
Le sue mani cominciarono a tremare senza che riuscisse a controllarsi mentre ne allungava una verso l'anello in questione. Non riuscì a toccarlo, si fermò a pochi centimetri dalla sua superficie, come se ci fosse una specie di bolla protettiva invisibile attorno ad esso.
«A-Altezza... lo avete tenuto... per tutto questo tempo...?» chiese con voce appena tremante.
«Certamente, avevi promesso che l'avresti finito. Non avevo alcun motivo di buttarlo prima che fosse terminato» fece notare Rusalka con il tono di chi ribadisce qualcosa di ovvio.
Il sole splendeva alto sulle piramidi che componevano l’enorme capitale Zandalari di Dazar’alor. La città ferveva di attività ad ogni livello e le enormi strade lastricate di pietre levigate erano percorse da mercanti, cittadini, carovane di Brutosauri e persino dai minuscoli e fastidiosi Sauridi cleptomani, i figli del Loa degli Sciacalli.
Lungo la scalinata principale che scendeva dalla Terrazza degli Oratori fino al Porto di Dazar’alor, una coppia di Elfe del Sangue scendeva lentamente gli infiniti gradini a piedi.
Una di loro vestiva una lunga tunica di stoffa nera rifinita in bordeaux in stile Pandaren che presentava una profonda scollatura che terminava tra i suoi morbidi seni rotondi di moderate dimensioni e dalla quale partiva poi una linea che scendeva fino al margine inferiore e ai cui lati si trovavano i bottoni che tenevano chiuso l’abito. Le maniche erano lunghe e partivano aderenti dalle sue spalle esili per poi allargarsi arrivate ai polsi.
Una cascata di capelli rossi e ondulati le avvolgeva il volto dai tratti raffinati ed esili, con un grosso ciuffo che le copriva per buona parte una metà del viso. Gli occhi brillavano dello stesso lucore malsano di due pozzi carichi di energia vile.
Portava fissato sulla schiena un lungo bastone che sembrava essere stato intagliato nel ghiaccio, con l'estremità che si diramava in una complessa trama di riccioli che componeva una fiamma... che stava effettivamente bruciando di un fuoco magico inestinguibile che pareva non dare il minimo fastidio alla proprietaria dell'arma.
L'altra Elfa del Sangue invece vestiva un completo in maglia dei colori delle foreste in autunno. Sopra un primo strato in cotta di maglia di un marrone scuro si trovavano diverse placche distanziate tra loro di una tonalità più tendente al rosso, situate nei punti che necessitavano di maggiore protezione: petto, avambracci e fianchi. Arabeschi dorati adornavano i bordi delle singole placche e la parte centrale. Un cappuccio marrone celava completamente la metà superiore del viso della Sin'dorei e solo le lunghe orecchie appuntite facevano capolino attraverso dei pratici fori realizzati successivamente sui lati.
Sulla schiena portava un grande arco che pareva essere stato ricavato dall'assemblaggio di diverse parti di scarto d'ingegneria. Al suo fianco svolazzava sereno e tranquillo un grosso Dragofalco rosso, che seguiva mansueto la sua padrona mantenendosi ad una certa distanza dalla coppia.
«Dove mi stai accompagnando, Kedrana?».
L'Arcimaga Rusalka parlò in tono infastidito e stanco insieme, rivolgendo un'occhiata alla sua amica e fermandosi a metà dell'ultima rampa di scale. Sembrava che non volesse compiere neanche un solo ulteriore passo verso la loro destinazione senza aver ricevuto prima un'adeguata risposta.
La cacciatrice si arrestò pochi gradini più avanti, voltandosi indietro a rivolgerle uno sguardo quasi supplichevole.
«Rus... Altezza» si corresse immediatamente, ricordando di essere in un luogo pubblico e per giunta piuttosto affollato «Le ho detto che vorrei fosse una sorpresa...» soggiunse, sperando che come deterrente fosse piuttosto buono e soprattutto che la diretta interessata non si sentisse offesa in alcun modo dalla sua insistenza a volerla portare presso una destinazione a lei sconosciuta.
Purtroppo, la spiegazione non fu sufficiente. Rusalka intrecciò le braccia sottili sul letto e sollevò il mento con fare snob, voltando altrove lo sguardo. Sembrava una ragazza imbronciata per qualche stupido torto subito; tuttavia, per quanto dolce e quasi ridicolo il suo atteggiamento potesse sembrare ai più, per Kedrana fu come ricevere una coltellata nel cuore.
«Altezza... per favore, si fidi di me. Sono sicura che sarà un luogo che le piacerà moltissimo... le chiedo solo di avere ancora un poco di pazienza...» l'Elfa del Sangue aveva la voce che tremava appena mentre cercava di trovare la maniera di rimediare al disappunto che aveva causato nella sua compagna.
Da sotto il suo cappuccio, ruotò gli occhi attorno a sé in maniera quasi frenetica per cercare qualcosa da poter utilizzare per convincere la maga a seguirla ancora per un poco. Non le serviva molto tempo ancora, erano quasi arrivate.
Caso volle che in quel momento al fondo alle scale si avvicinasse un Peone del Porto, intento a scaricare alcune provviste appena giunte dalle imbarcazioni provenienti da Kalimdor. L'Orco era talmente impegnato a non far cadere l'ingombrante e pesante carico tra le sue braccia che non badò minimamente alle due Elfe a pochi metri da lui; ciononostante, alla Signora della Caccia fu sufficiente vederlo per pensare alla migliore "scusa" esistente su tutta Azeroth per invogliare Rusalka a seguirla in un qualsiasi luogo.
Senza alcun indugio disse: «Se Sua Altezza vorrà seguirmi ancora, la porterò in una zona del porto... priva di Troll e Orchi».
A quelle parole le lunghe orecchie di Rusalka vibrarono letteralmente mentre la maga si voltava bruscamente a fissarla, socchiudendo appena le palpebre in un cipiglio diffidente.
«Non avevi accennato a questo particolare prima...» fece notare «... nemmeno uno?».
Kedrana sorrise istintivamente alla sua replica e le servì tutto il suo autocontrollo per riuscire a contenersi, riducendo la sua reazione ad un semplice incurvare le labbra. Non voleva che Rusalka si arrabbiasse pensando che stesse ridendo di lei. Non si sarebbe mai permessa di farlo, neanche se ci fosse stato un qualche motivo.
Era semplicemente felice di essere riuscita a sfruttare a proprio vantaggio il ribrezzo e il disprezzo che Rusalka nutriva da sempre nei confronti di Troll e Orchi, razze che lei reputava adatte solo ai lavori più pesanti e meno impegnativi per quanto concerneva l'impiego dell'intelletto. Era una convinzione comune a molti Elfi del Sangue del passato e Rusalka continuava a vivere nell'illusione che la sua razza - la loro razza - non potesse essere "degradata" a ricoprire il ruolo di semplici guerrieri da immolare sul campo di battaglia nel nome dell'Orda.
Non a caso aveva deciso di studiare l'antica arte della magia.
«Forse ci saranno alcuni Troll nei paraggi... ma non nel punto in cui ci fermeremo» garantì Kedrana con un cenno del capo.
Non poteva assicurare che nel raggio di chilometri non ci fosse nemmeno uno Zandalari visto che quella era la loro isola ormai da secoli, però sperava di riuscire a spuntarla lo stesso, anche perché non aveva altri assi nella manica da tirar fuori all'ultimo momento.
Rusalka parve rifletterci su per qualche istante, come se stesse davvero soppesando la rivelazione appena fatta dalla cacciatrice. Dopo quella che alla diretta interessata parve quasi un'eternità, finalmente l'Arcimaga si decise a rispondere: «Allora sbrighiamoci. Tutte queste scale stanno cominciando a stancarmi...».
Kedrana stavolta sorrise soddisfatta, senza neanche pensare di nasconderlo, quindi annuì.
«Certamente Altezza» e le porse la mano per aiutarla a riprendere la discesa.
Tenendo con una mano sollevata la stretta ma pur sempre intralciante gonna della sua tunica, Rusalka porse alla sua accompagnatrice la mano libera con un gesto raffinato ed elegante prima di riprendere a scendere i gradini.
Dazar'alor aveva un che di maestoso e sfarzoso nel modo in cui era stata progettata ed eretta e persino le pietre levigate e le incisioni curate al dettaglio nei mattoncini che costituivano ogni edificio avevano un che di austero e contribuivano all'atmosfera generale di potere della capitale degli Zandalari. Eppure, Rusalka non riusciva a cogliere tutto questo, né tantomeno ad apprezzarlo. Per lei era come camminare attraverso il villaggio dei Lanciascura sulle Isole dell'Eco, costituito da una semplice accozzaglia di capanne fatte di legna e paglia.
A maggior ragione trovava odioso il luogo per la sua vastità, che la costringeva a vagare in lungo e largo per raggiungere i mercanti che le interessavano. Almeno Dalaran - la città in cui aveva trascorso buona parte del suo tempo negli ultimi due anni - era di proporzioni più modeste e quindi migliore dal punto di vista degli spostamenti.
Una volta giunte in fondo all'ultima dannata scala, Rusalka decise di evocare il suo Cercastelle Luminoso, una Panthara di Argus capace di variare il colore della sua pelliccia - che in quel momento era dorata con sfumature violacee alle estremità della criniera, della coda e delle zampe.
«Abbiamo fatto tutta questa strada a piedi per "godere del panorama"... adesso possiamo arrivare a destinazione in fretta? Qualsiasi panorama ci fosse da ammirare... be', adesso vedo solamente Orchi in attesa di partire per il fronte, Troll che sgobbano... e insulsi Peoni...».
I suoi occhi si affilarono e le sue belle labbra piene e rosse si distorsero in una smorfia di inequivocabile disgusto mentre il suo sguardo sdegnoso passava in rassegna le piccole squadre di Grunt radunate nei pressi del portale che conduceva agli Altopiani d'Arathi. Non le piaceva per niente dover stare così vicina a razze che reputava inferiori alla sua.
«Come desidera, Altezza» disse Kedrana e senza ulteriore indugio prestò aiuto alla maga per farla salire sulla sella del Cercastelle Luminoso fermo a pochi passi da lei.
Rusalka si issò sul dorso della creatura sedendosi di lato, con entrambe le gambe che pendevano lungo un fianco. Non avrebbe mai rischiato di rovinare la sua tunica per posizionarsi a cavalcioni della sella, come una qualsiasi altra persona avrebbe fatto.
Una volta che fu in sella, Kedrana evocò un altro Cercastelle Luminoso e balzò agilmente sul suo dorso, mettendosi nella corretta posizione per cavalcare - con una gamba su ciascun fianco dell'animale - quindi spronò la bestia a partire in direzione della Tortollinia, una zona del porto che ospitava unicamente Tortolliani.
Rusalka partì dietro di lei producendo un labile sospiro di sollievo nel veder scorrere via attorno a lei gli Orchi e i Troll al lavoro attorno al molo. Una volta terminato con Kedrana, avrebbe sempre potuto teletrasportarsi nuovamente al Gran Sigillo con un incantesimo per evitare di passare nuovamente da quel posto per lei orribile.
Oltrepassarono rapidamente il porto e risalirono una breve rampa di scale laterale per giungere in mezzo ai Tortolliani; tuttavia, non si fermarono lì: Kedrana puntò decisa verso un grosso varco nella parete che risultò essere l'ingresso di un lungo corridoio.
All'interno vi erano numerosi bracieri che i Tortolliani utilizzavano per cuocere il cibo, tant'era che nella metà superiore del passaggio l'aria era densa e formava una vera e propria cappa di vapore.
Rusalka si guardò attorno con espressione perplessa e curiosa insieme: era la prima volta che passava di lì pur essendo a conoscenza dell'esistenza di quel corridoio.
«Questa è la Vaporvia, Altezza» spiegò Kedrana «Non è molto lunga e dall'altra parte si trova la nostra meta».
«Finalmente...!» commentò l'Arcimaga, cacciando uno sbuffo leggero.
La Vaporvia curvò buscamente dopo diversi metri e così Rusalka ebbe modo di vedere stagliarsi dinanzi ai suoi occhi, in lontananza, quella che probabilmente era la loro destinazione: si trattava di un'ampia porzione di spiaggia completamente libera da qualsiasi tipo di edificio o altre strutture tipo le banchine.
Avanzando verso l’uscita della Vaporvia, fu evidente che quella che ad un primo sguardo pareva una semplice striscia di sabbia era in realtà una specie di insenatura nascosta e separata in toto dal porto. Kedrana aveva detto il vero riguardo al tipo di luogo, dava l’idea di un posto appartato e tranquillo, perfetto per loro due.
Quando le due Elfe del Sangue arrivarono in fondo alla Vaporvia, Rusalka fece fermare di colpo il suo Cercastelle Luminoso.
«Ci sono dei Troll!» esclamò in tono oltraggiato e ben udibile.
In effetti, sulla riva c’erano diversi Zandalari impegnati nella pesca e che - almeno in apparenza - non parevano dare alla loro presenza il benché minimo peso. Probabilmente erano abituati al viavai di avventurieri e avevano smesso di prestare attenzione a chi passava di là.
Kedrana interruppe la cavalcata pochi metri avanti a lei.
«La Spiaggia Acquanera è utilizzata perlopiù dai pescatori» spiegò la cacciatrice in tono pacato «Comunque la nostra meta è poco più avanti, Altezza. Questi Troll non le daranno alcun fastidio».
Ciò detto, riprese ad andare, anche se piano. Stava evidentemente aspettando che l’Arcimaga la seguisse - cosa che quest’ultima fece pochi secondi dopo con un’espressione di leggera diffidenza.
Costeggiarono la spiaggia passando a ridosso delle pendici dell’enorme montagna che sormontava tutta la regione di Zuldazar e che delimitava l’insenatura su tutti i lati. Proseguirono per pochi metri oltre la fine della Spiaggia Acquanera prima che Kedrana si fermasse di nuovo, stavolta di sua iniziativa.
«È questo il luogo, Altezza» esclamò in tono pacato e fermo, smontando dal suo Cercastelle Luminoso e congedando la sua cavalcatura.
Rusalka rimase invece in sella, osservando i dintorni: si trovavano tra due estreme propaggini della montagna che creavano una specie di piccola conca sulla spiaggia. Era un posto sicuramente appartato e deserto, cosa che la maga apprezzava ancora di più dopo la folla a Dazar’alor.
A largo - non molto distante dalla riva - si vedeva la più vicina delle due isole utilizzate come porti d’attacco per l’enorme flotta di Zandalar.
Compiaciuta dal luogo, Rusalka scese dalla sua cavalcatura e la congedò con un rapido movimento della mano, quindi si avvicinò a Kedrana e chiese: «Dunque? Per quale motivo mi hai portata qui? Cosa c’è qui che non potevo vedere in città o al Gran Sigillo?».
La Signora della Caccia abbassò prontamente lo sguardo con espressione imbarazzata mentre le sue guance si imporporavano fino ad assumere una tinta molto vivida. Rusalka non ricordava di averle mai visto il viso di un colorito simile.
«Ho insistito per portarla qui perché mi sembrava un buon posto per... darle un regalo, Altezza» rispose, cercando di nascondere l’emozione che iniziava ad incrinarle la voce. Nonostante i suoi sforzi, Rusalka percepì il suo crescente disagio.
«Un regalo?» ripeté, inarcando le lunghe e sottili sopracciglia rosse. Non si aspettava una simile motivazione dietro tutto il mistero che Kedrana aveva insistito per mantenere attorno alla questione. Doveva essere qualcosa di importante se aveva deciso di condurla fin laggiù per darglielo. In cuor suo era curiosa di sapere di cosa si trattasse, soprattutto considerato che era da parte di Kedrana; tuttavia, non avrebbe mai lasciato trapelare alcun tipo di emozione o attesa in merito. Non era un atteggiamento consono.
«Esatto... ora glielo consegno, Altezza».
Così dicendo, la cacciatrice si mise a frugare in una delle sue sacche magiche alla ricerca di qualcosa di specifico.
Rusalka rimase a fissarla per tutto il tempo. Osservandola trafficare alla ricerca del suo dono, il cuore dell’Arcimaga cominciò ad accelerare il suo battito, tanto che la diretta interessata temette che si potesse udire.
Dopo alcuni interminabili secondi d’attesa, finalmente Kedrana tirò fuori qualcosa dalla sua sacca. Era stretto nel suo pugno chiuso, segno che doveva trattarsi di una cosa piuttosto piccola.
Lentamente la cacciatrice protese la mano verso la sua accompagnatrice, la ruotò con le dita rivolte verso l'alto ed aprì il pugno, rivelando un piccolo anello con incastonata una pietra rotonda e levigata che emanava un caldo bagliore dorato. La montatura era lavorata semplicemente, in maniera da non togliere attenzioni dalla pietra preziosa che la adornava.
Rusalka rimase stupita dinanzi all'oggetto. Non si aspettava di ricevere una cosa del genere da Kedrana; eppure sapeva che era un'orefice discretamente brava - soprattutto considerato che era lei stessa a fornirle i minerali per ottenere le gemme.
Ricavare pietre dai depositi sparsi per i continenti non era esattamente la professione più adatta ad un'Arcimaga Sin'dorei come lei ed erano molte le occasioni in cui si era lamentata dello sforzo fisico che l'attività di estrazione le richiedeva e a cui era tutt'altro che abituata; tuttavia, era fermamente convinta che qualsiasi persona al di fuori di se stessa fosse inadeguata a ricoprire il ruolo di fornitore di materia prima per Kedrana.
Quest'ultima era palesemente agitata; ciononostante, quando parlò lo fece con voce ferma: «Questo è per lei, Altezza. L'ho realizzato per aiutarla a lanciare più velocemente i suoi incantesimi. Spero che le sarà utile».
Rusalka allungò semplicemente la mano e raccolse l'anellino dal palmo aperto della sua compagna. Un tumulto di sensazioni contrastanti le si agitava nel petto e non riusciva a dargli né forma né espressione. Era contenta ma allo stesso tempo arrabbiata, emozionata e delusa.
Il pensiero di Kedrana per lei era un gesto apprezzato e la maga non vedeva l'ora di mettere a frutto il dono andando a massacrare qualche sporco e viscido membro dell'Alleanza, eppure alla vista dell'anello un pensiero quasi ossessivo si era impadronito della sua mente.
«Ti ringrazio per il regalo, Kedrana. Sono sicura che mi sarà utile molto presto» e nel dire ciò tolse l'anello di qualità scadente che portava all'anulare sinistro per sostituirlo «Tuttavia, non capisco perché tu mi abbia regalato un anello del tutto nuovo...».
La cacciatrice rimase a fissarla perplessa mentre l'altra metteva mano ad una delle sue sacche magiche. Frugò all'interno per qualche istante e poi materializzò un oggetto.
Gli occhi della Signora della Caccia si spalancarono di colpo nel momento in cui si posarono su ciò che Rusalka le stava mostrando: si trattava di un altro anello, stavolta il metallo di partenza era chiaramente di qualità inferiore e la montatura aveva una fattura un po' più rozza. C'era stato anche un tentativo di decorazione attorno al castone in cui scintillava una pietra bianca che emanava una specie di soffuso bagliore perlaceo.
Per Kedrana, ormai esperta in oreficeria, non c'erano dubbi sulla natura di quell'anello... e nemmeno sull'artefice.
«Questo non è ancora finito. Perché crearne un altro?» chiese in tono pacato l'Arcimaga.
L'altra Elfa del Sangue rimase a fissare l'oggetto senza essere in grado di rispondere. Lo shock nell'apprendere che per tutti quegli anni Rusalka aveva tenuto con sé quell'anello - il primo che lei le aveva donato quando ancora stavano combattendo per debellare l'Orda di Ferro e Garrosh dalla Draenor "alternativa" - era stato tale da farle momentaneamente perdere l'uso della parola.
Ora come ora era un oggetto inutile e anche se lo avesse finito di modellare non sarebbe migliorato poi molto. Il fatto che Rusalka l'avesse tenuto con sé significava che per lei era un ricordo importante e ciò riempì di gioia e di emozione Kedrana.
Le sue mani cominciarono a tremare senza che riuscisse a controllarsi mentre ne allungava una verso l'anello in questione. Non riuscì a toccarlo, si fermò a pochi centimetri dalla sua superficie, come se ci fosse una specie di bolla protettiva invisibile attorno ad esso.
«A-Altezza... lo avete tenuto... per tutto questo tempo...?» chiese con voce appena tremante.
«Certamente, avevi promesso che l'avresti finito. Non avevo alcun motivo di buttarlo prima che fosse terminato» fece notare Rusalka con il tono di chi ribadisce qualcosa di ovvio.
Il cuore di Kedrana batteva così forte che l'Elfa temeva che esplodesse da un momento all'altro. Avrebbe voluto abbracciarla e baciare quelle sue meravigliose labbra perfette e rosse ma si trattenne, esercitando un ferreo autocontrollo sui suoi impulsi. Se avesse chiesto il permesso era probabile che Rusalka glielo avrebbe accordato, specialmente visto che nei paraggi non c'era anima viva che potesse vederle; tuttavia, era assolutamente certa che se l'avesse fatto non sarebbe riuscita ad impedire al suo corpo di reagire in maniera sconveniente per un luogo che non fosse una camera privata di una locanda.
«Lo completerò e ve lo restituirò quanto prima, Altezza» disse, annuendo con un deciso cenno del capo «Voglia comunque accettare l'altro anello, sicuramente più utile e bello di questo considerato il suo livello...».
Rusalka sollevò di poco la mano sinistra e fece oscillare le dita in modo tale da far luccicare la pietra gialla del suo nuovo gioiello.
«Non posso darti torto, è davvero ben fatto» ammise con tono soddisfatto «Grazie Kedrana».
La cacciatrice chinò appena il capo nella sua direzione, a mo' di inchino, quindi le rivolse un sorriso luminoso.
«Il mio dovere è proteggerla, Altezza... in ogni modo».
