Big Green Baby
Mar. 28th, 2019 07:27 pm![[personal profile]](https://www.dreamwidth.org/img/silk/identity/user.png)
Titolo: Big Green Baby
Rating: Arancione
Genere: Comico, Introspettivo, Sentimentale
Personaggi: Alraune (OC!Paladina), Flynn Fairwind
Wordcount: 5600 (wordcounter)
Prompt: Verde per il team Ahm-Gi per la Missione 6 della Settimana 7 del COW-T #9 @ Lande Di Fandom
Timeline: Ambientata durante l'espansione "Battle for Azeroth".
Note: Het, UST
«Ahio! Sta' più attento con quell'aggeggio!» esclamò irritato Flynn mentre cercava di rimettersi in piedi pulendosi i pantaloni.
Alzò lo sguardo verso l'Orco che aveva inconsapevolmente cercato di decapitarlo e sgranò gli occhi nel notare che ciondolava in piedi sul posto, l'accetta abbandonata ai suoi piedi.
«Tutto a posto?» domandò, tendendogli una mano per scuoterlo, ma senza ottenere alcun effetto. Era come se fosse stato stordito da qualcosa che non era in vista... o forse sarebbe stato meglio dire qualcuno.
Erano passati alcuni giorni da quando Flynn Fairwind era venuto a conoscenza in maniera molto poco ortodossa del segreto che uno dei membri dell’Alleanza nascondeva. A quanto pareva una delle campionesse della fazione, nonché Gran Signora dell’ordine dei Paladini, nutriva un qualche morboso interesse nei confronti degli Orchi.
Era stata una scoperta del tutto casuale e per la quale lui non provava altro che una piccola sorpresa. Sicuramente era una notizia che avrebbe fatto incazzare molti tra quelli dell’Alleanza impegnati in prima linea nella guerra, i quali avrebbero persino potuto accusarla di alto tradimento; tuttavia, lui non era mai stato un tipo molto ligio alle regole, per cui non gliene importava poi molto. Come se ciò non bastasse, aveva visto così tante assurdità in vita sua che ci voleva molto più di questo per farlo rimanere di stucco.
Flynn si era invaghito di Alraune durante l’assalto alla Tesoreria di Dazar’alor. Prima di allora non si era mai accorto di lei, eppure da quel momento non aveva mai smesso di pensarla e persino dopo aver tentato di uscire con lei e aver fallito miseramente, continuava a non riuscire a togliersela dal cervello. Il fatto che l’avesse sentita confessare apertamente il suo apprezzamento nei confronti degli Orchi gli aveva dato nuova speranza laddove ormai pensava di non averne più.
Oltre a menzionare la sua curiosa inclinazione, Alraune aveva anche detto che dopo alcuni giorni - quando l’Orda avesse ripreso il controllo di Rivafosca e recuperato un tale Croz Bloodrage - si sarebbe recata nella zona davanti al Forte di Zannaguerra presso la Valle dei Sacraonda per catturare un Orco su cui “riversare le sue attenzioni”. Inutile dire che Flynn era molto interessato all’essere ricoperto di attenzioni dalla Draenei paladina, anche se purtroppo non possedeva i giusti requisiti.
Ciononostante, non era disposto a lasciar correre un’opportunità del genere. Doveva riuscire ad essere fuori dal Forte di Zannaguerra quando Alraune fosse andata a “caccia” e a spacciarsi per un Orco. Senza un aiuto esterno non sarebbe mai riuscito a farsi passare per uno di quegli energumeni dalla pelle verde: il suo fisico era gracile persino per gli standard Kul Tirani e neanche se avesse passato una settimana a cercare di metter su massa muscolare sarebbe arrivato ad averne la metà di quella con cui loro praticamente nascevano.
Per sua fortuna sapeva che esisteva un oggetto che si chiamava “Globo dell’Inganno” e che permetteva agli Umani di trasformarsi in Orchi. L’unico svantaggio era che l’effetto durava solo per pochi minuti e lui aveva bisogno che durasse almeno per delle ore, per poter avere il tempo di fare ciò che doveva senza preoccuparsi di essere smascherato a metà dell’opera.
L’esistenza del problema non lo scoraggiò minimamente; anzi, gli diede un’ulteriore motivazione per mettersi d’impegno nello scavalcarlo. Per farlo dovette andare a riscuotere un cospicuo numero di favori con molte vecchie conoscenze sparse non solo in tutta Boralus ma anche all’esterno della città, arrivando fino alla lontana e pericolosa Drustvar.
Riuscì con un po’ di fatica a procurarsi un Globo dell’Inganno e con ancor più impegno riuscì a raccogliere i materiali necessari ad un suo vecchio compare al Covo della Libertà a creare un incantamento sull’oggetto. Flynn lavorò alacremente al suo progetto, facendo avanti e indietro in giro per tutta l’isola e tornando costantemente a Boralus a controllare quanto tempo mancasse alla “liberazione” di Rivafosca dalla presenza dell’Alleanza.
Era talmente assorbito dal suo piano che non osò nemmeno avvicinarsi ad una taverna per non rischiare di essere tentato dall’alcol e finire col perdere del tempo prezioso ad ubriacarsi.
Quando Rivafosca fu riconquistata dall’Orda, tutto era pronto. Flynn si recò sull’altura nota come Riposo della Burrasca, che si affacciava sulla Radura Taglionetto lungo il fianco orientale. Era stato attento a passare inosservato agli sguardi dei Grunt di pattuglia e dei Peoni che sgobbavano nella Miniera di Pietrasalina e si era arrampicato fin sulla cima, andando a nascondersi dietro un piccolo agglomerato di cespugli.
A dispetto dell'elevata altitudine, sulla cima di Riposo della Burrasca c'era un immenso prato pieno di fiori in cui pascolavano numerosi caproni pelosi accompagnati da una moltitudine di grosse api ronzanti che si spostavano pacificamente in piccoli gruppi tra le diverse zone fiorite. Da lì si godeva un panorama assai gradevole per il quale Flynn non provava il benché minimo interesse. Dietro i cespuglietti cui si era posizionato aveva piantato una piccola tenda e aveva costruito un minuscolo accampamento. Del resto, se doveva trasformarsi in un Orco, da qualche parte avrebbe pur dovuto lasciare i suoi effetti personali e sicuramente quello era un punto più sicuro del tentare di utilizzare il suo Globo dell'Inganno Potenziato all'interno delle mura di Boralus per poi cercare di sgattaiolare via non visto. Da lì al Forte di Zannaguerra sarebbe stato un viaggio infernale in forma d'Orco; inoltre, non voleva correre il rischio di sprecare tempo prezioso nella sua versione magicamente alterata.
Era quasi l'ora di pranzo e Flynn sedeva dentro la sua tenda, osservando l'oggetto che aveva richiesto così tanto tempo ed energia per essere modificato. Guardandolo, si chiese che aspetto avrebbe avuto una volta che lo avesse attivato. Aveva visto gli Orchi che bazzicavano la Radura Taglionetto e nessuno, nemmeno quelli che parevano essere i più alti in grado, aveva un aspetto anche solo vagamente attraente. Sicuramente la trasformazione gli avrebbe sottratto il suo innegabile fascino; tuttavia, Alraune sembrava essere attratta dai loro corpi massicci, curvi e verdi, quindi era un sacrificio che doveva fare se voleva sperare di avere una chance con lei.
«Avanti, Flynn. Lo fai per un fine superiore!» si disse per farsi coraggio.
Prese un bel respiro e dopo un momento in cui assaporò fino in fondo l'apice della trepidazione attivò il Globo. L'oggetto cominciò a brillare tra le sue mani e la luce divenne accecante in pochi secondi, costringendo Flynn a chiudere gli occhi. Il suo corpo cominciò a formicolare e a mutare. Sentiva il suo fisico diventare gradualmente più massiccio e le ossa del suo volto modificarsi. La sua mandibola si allargò e si spostò verso l'esterno. Dall'interno della bocca, alle due estremità laterali e inferiori, spuntarono un paio di grosse zanne che rischiarono di ferirgli il labbro superiore.
Il primo timore nel sentire il suo petto ingrossarsi fu per i suoi indumenti, che temeva andassero distrutti nel processo; eppure non udì nessun rumore di tessuto stracciato. Il suo corpo fremeva e pulsava e la sua testa sembrava sul punto di esplodere, come se qualcosa stesse premendo dall'interno per uscire. Nel suo grande e "ingegnoso" piano per riuscire ad avere un appuntamento con Alraune non aveva messo in conto che la trasformazione potesse risultare così dolorosa per lui. Dovendo solamente variare il suo aspetto esteriore, immaginava che si trattasse di una specie di magia di camuffamento, non di un incantesimo mutante a tutti gli effetti.
Con un grugnito che uscì con una voce che non era del tutto la sua, Fairwind si accasciò sul piccolo tappetino che aveva disteso sul terreno sotto di sé, cercando di tenere stretto il Globo dell'Inganno - che adesso gli stava completamente nel palmo di una sola mano.
L'agonia si perpetrò per quelli che a Flynn parvero minuti interminabili e quando terminò la prima cosa che fece fu rotolarsi su un fianco, accertandosi che tutte le sue ossa fossero ancora intatte: dal modo in cui ogni centimetro esterno ed interno del suo corpo aveva sofferto, non era più neanche certo di essere del tutto in salute.
Lasciò cadere il Globo per poter utilizzare entrambe le mani per mettersi carponi. Muovendosi sentì una sensazione strana come non gli era mai successo nemmeno dopo nottate intere a far la spola tra una taverna e l'altra per tutta Boralus. Era come se non fosse abbastanza forte per spostare il suo stesso peso; inoltre, non appena si fu messo in ginocchio, ebbe un capogiro che rischiò di farlo cadere di nuovo prono a terra.
«Menomale che non ho bevuto prima di farlo...» commentò, tenendosi la testa con entrambe le mani «Uh?» gemette subito dopo, aprendo gli occhi di scatto, perplesso e confuso: il Globo dell'Inganno non aveva solamente alterato il suo aspetto, ma anche la sua voce, che adesso suonava molto più profonda, roca e persino virile rispetto a quella che aveva in origine. Era strano sentirla uscire dalla sua bocca quando parlava, quasi assurdo.
«Dovrò farci l'abitudine, almeno per il momento» esclamò, parlando lentamente un po' per la confusione ancora pressante e un po' per abituarsi a sentire il nuovo suono.
A quel punto la curiosità prese la meglio su di lui e abbassò lo sguardo verso il suo corpo. La prima cosa che vide furono le sue mani, enormi e completamente verdi. A vederle da così vicino non si sorprendeva affatto della capacità degli Orchi di brandire armi grosse almeno quanto il suo braccio umano senza alcuna fatica.
Subito dopo guardò il resto. Pareva che i suoi vestiti si fossero magicamente adattati alle sue nuove sembianze dato che non era nudo e che i suoi pantaloni e il suo maglioncino non lo stavano soffocando. La cosa più importante di tutte, ovvero il suo cappotto, adesso era grande quanto una coperta da mettere su un letto matrimoniale, ma riusciva ad abbracciare il suo torace enorme senza alcuna difficoltà.
Con le mani sondò il suo nuovo aspetto. Accarezzò i suoi pettorali massicci, soffermandosi un momento sui capezzoli insolitamente grandi e sporgenti, poi i muscoli che solcavano il suo ventre piatto e largo, quindi scese ancor più in basso ad accarezzare le sue cosce dure come rocce e poi risalì fino alle spalle, che trovò insolitamente dritte. La maggior parte degli Orchi che aveva visto nella Radura Taglionetto camminavano ingobbiti e solo una minoranza sembrava aver acquisito una postura completamente eretta. Non aveva idea di cosa ci fosse alla base della discriminazione e immaginava che nel suo caso dipendesse dal fatto che come Umano aveva la schiena diritta.
Doveva ammettere che con un fisico così possente e senza l'inconveniente della gobba forse avrebbe avuto delle chance anche con delle femmine di quella razza, ma non era incline alla sperimentazione in tal senso. Una volta terminata l'ispezione della zona al di sotto del collo, le dita della sua mano destra risalirono a toccare il suo viso. La prima cosa fuori posto che incontrarono fu una gran quantità di pelo laddove solitamente si rasava con una certa accuratezza.
Con un verso strozzato di sorpresa si protese in avanti e cominciò a cercare freneticamente dentro il suo zaino in cerca dell'unico accessorio che si era premurato di portare con sé proprio in vista di quello specifico momento: uno specchio.
Tra le sue "nuove mani" sembrava quasi minuscolo e Flynn dovette prenderlo e sollevarlo con estrema cautela, temendo di rompere il manico se avesse stretto troppo forte. Nel rimirare il suo riflesso gli sfuggì un verso di completo disappunto.
«Davvero sarebbe questa la mia faccia se fossi un Orco?!» sbottò indignato dinanzi alla sua immagine, come se questa avesse potuto rispondergli in qualche maniera.
Aveva la fronte ampia e le sopracciglia spesse, completamente glabre e decisamente troppo basse per i suoi gusti. Gli occhi erano abbastanza piccoli e apparivano incavati per paragone con la fronte sporgente e per giunta avevano una tonalità di verde chiaro e acceso che sembrava uniformarsi del tutto con quella della sua pelle. Il naso era grosso e schiacciato, con le narici bene in vista.
Tra la linea della bocca - che era segnata perlopiù dal labbro inferiore, più chiaro e ben sporgente - e il naso c'era uno spazio quasi infinito e del tutto glabro cinto da due solchi nasolabiali profondi e ben evidenti. I suoi adorati e sensuali baffi, che curava sempre con attenzione, erano del tutto scomparsi e la cosa lo ferì profondamente. A rimpiazzarli erano subentrate un paio di foltissime e smodatamente lunghe basette arruffate che scendevano ad abbracciargli anche buona parte della mandibola. Distaccato da queste ultime c'era un piccolo ciuffetto di pelo a formare un rigoglioso pizzetto che a Flynn ricordava molto quello di una capra.
Purtroppo i baffi non erano l'unica cosa che era stata spazzata via dalla trasformazione in Orco. Come aveva già avuto modo di constatare con i suoi occhi, la razza primigenia dell'Orda non pareva essere nota per avere delle chiome maestose tanto quanto le setole che gli crescevano sulla metà inferiore della faccia e purtroppo la cosa si era ripercossa anche su di lui. Al posto della sua lunga e sgargiante capigliatura castano-rossiccia elegantemente raccolta in una coda alla base della testa esibiva una cresta di capelli dello stesso colore che si ergeva solitaria al centro del suo cranio pelato.
A completare un quadro già di per sé destabilizzante, un paio di grosse orecchie con i lobi appuntiti facevano bella mostra ai lati del suo testone glabro.
Flynn avvicinò lo specchio alla faccia per guardarsi da angolazioni diverse prima di commentare: «Non capisco davvero cosa ci trovi Alraune di così bello negli Orchi...».
Scosse il capo come per allontanare il pensiero, quindi ripose il suo specchio e cominciò a spogliarsi. Doveva togliere i suoi indumenti - troppo vistosi e riconoscibili - e mettere un completo da "vero Orco" che aveva sottratto ad uno dei Peoni dopo averlo tramortito nel tragitto fin lassù. I vestiti che aveva recuperato emanavano il tipico tanfo di sudore di qualcuno che li aveva indossati per lavorare intensamente per molte ore. Flynn pensava che gli Orchi puzzassero in maniera particolare rispetto agli Umani o ad altre razze; invece l'odore era lo stesso che avrebbe potuto avere un manovale a Boralus dopo aver passato la giornata a scaricare rifornimenti dai mercantili attraccati in porto.
Tolse il suo amato cappotto, la sua enorme cintura - che adesso sembrava quasi proporzionata alla sua nuova stazza - e il maglioncino. Calciò via gli stivali e tolse le braghe, rimanendo in mutande. Mosso dalla curiosità, tese l'elastico che le sosteneva sui suoi fianchi e sbirciò all'interno per vedere quanto fosse grosso il suo fallo orchesco.
Un'espressione compiaciuta e abbastanza sorpresa si dipinse sul suo viso nel constatare che i suoi attributi non erano nient'affatto male. Per fortuna gli Orchi non avevano la stessa quantità di peluria che portavano in faccia anche nella zona inguinale, altrimenti avrebbe dovuto davvero prendere in considerazione l'idea di pettinarli per non far sembrare che avesse una specie di cuscino peloso attorno al pene. Nella realtà dei fatti aveva una massa di pelo un poco rada ma riccia e dello stesso castano-rossiccio delle basette e della cresta di capelli.
Risistemò la biancheria al suo posto, quindi indossò le braghette rosse e la canotta con il simbolo dell'Orda. Erano indumenti piuttosto leggeri per lui, abituato ad indossare sempre il suo cappotto imbottito per ripararsi dai bruschi cambiamenti climatici e dai drastici sbalzi di temperatura che si registravano spostandosi tra le varie zone dell'isola.
La Valle dei Sacraonda per sua fortuna era il posto con il clima migliore, per cui quando uscì dalla sua tenda quasi strisciando su un fianco a causa delle spalle e dell'altezza fuori misura, non sentì poi tanto freddo.
Ora che era pronto a tutti gli effetti, non gli restava altro da fare che scendere nella Radura Taglionetto e andare incontro ad Alraune. Nel mentre che si avviava verso la discesa che portava all'ingresso per la miniera, Flynn si rese conto di un dettaglio di cui non aveva tenuto conto fino a quel momento: se era uguale a tutti gli altri Peoni che si trovavano sparsi per la piana, come avrebbe fatto la Draenei a scegliere proprio lui? Dubitava che si sarebbe lanciata a verso il Forte di Zannaguerra cavalcando in campo aperto sotto lo sguardo di decine di Grunt pronti ad infilzarla non appena fosse stata a portata.
Se si fosse mossa con circospezione attraverso la zona sarebbe stato difficile per lui notarla senza farsi scoprire: i Goblin davano parecchio filo da torcere ai Peoni che bighellonavano o si sdraiavano a dormire in mezzo al prato anziché lavorare e certamente Flynn non era interessato a prendersi un calcio in culo da quegli orribili omini verdi né dagli Orchi che supervisionavano per loro conto che la raccolta di risorse procedesse senza intoppi.
Ormai abituato dai molti mesi di guerriglia aperta, Flynn si preparò a mascherare la sua posizione con la furtività non appena intravide un Peone con una grossa accetta in spalla dirigersi pigramente verso un gruppetto di alberi che crescevano alla base della salita, poi si rese conto di essere esattamente come uno di loro e lasciò perdere, procedendo verso di lui tranquillamente.
Il Peone che gli stava andando incontro non parve curarsi minimamente della sua presenza e continuò a fare il suo lavoro: si posizionò con ambedue i piedi ben fermi sul terreno e sollevò il suo utensile per prendere lo slancio necessario ad infliggere il primo colpo al tronco e nel far ciò la lama arrivò vicina alla faccia di Flynn con tale rapidità che quest'ultimo si lasciò sfuggire un gridolino di terrore mentre si tirava indietro con un movimento inconsulto.
Per spostarsi così rapidamente i suoi piedi scivolarono sull'erba e lui finì col cadere rovinosamente, sbattendo forte il largo deretano orchesco sulla terra umida e dura.
«Ahio! Sta' più attento con quell'aggeggio!» esclamò irritato Flynn mentre cercava di rimettersi in piedi pulendosi i pantaloni.
Alzò lo sguardo verso l'Orco che aveva inconsapevolmente cercato di decapitarlo e sgranò gli occhi nel notare che ciondolava in piedi sul posto, l'accetta abbandonata ai suoi piedi.
«Tutto a posto?» domandò, tendendogli una mano per scuoterlo, ma senza ottenere alcun effetto. Era come se fosse stato stordito da qualcosa che non era in vista... o forse sarebbe stato meglio dire qualcuno.
Flynn arretrò leggermente, confuso dalla situazione, pregando che non si trattasse di qualche altro ladro che era svicolato nelle ombre fin là in cerca di vittime.
Le sue ingombranti spalle sbatterono dolcemente contro un paio di sottili ginocchia arcuate in avanti.
«Non preoccuparti bell'Orchetto... adesso penso io a te» sentì esclamare alle sue spalle da una voce femminile a lui nota, seppur leggermente distorta da un qualcosa di morboso e affettato che gli fece drizzare i peli sulla nuca.
Flynn non fece in tempo a voltarsi a guardare chi fosse la proprietaria che venne colpito in testa da qualcosa di rotondo, freddo e molto pesante che lo fece cadere come un sacco di patate sulla discesa, privo di sensi.
Quando Fairwind riprese i sensi aveva ancora un lieve mal di testa ma attorno a lui non c'era la luce del sole né tantomeno l'odore dell'erba e della legna tagliata di fresco. Confuso, aprì gli occhi e si ritrovò a fissare l'interno umido e ristretto di una grotta. Lui era seduto sul fondo, appoggiato alla parete e coperto da quella che pareva a tutti gli effetti una tunica con finimenti in piastre.
Era troppo lunga e di taglia troppo piccola per appartenere ad un Kul Tirano, per cui non apparteneva a nessuno che fosse andato lì in cerca di un ostaggio di qualche tipo. Le decorazioni rosse e oro su sfondo bianco facevano pensare soltanto ad una persona a Flynn e il suo cuore mancò un colpo nel realizzare che la fortuna gli aveva sorriso, almeno per una volta.
Doveva trattarsi per forza di un abito da paladini e l'unica che poteva essersi recata alla Radura Taglionetto in quello stesso giorno non poteva essere che lei.
«Oh, ti sei svegliato...».
Alzando lo sguardo, Flynn vide proprio la Draenei che aveva sperato di incontrare affacciarsi dalla metà anteriore della caverna. I capelli corti e azzurri lasciavano intravedere chiaramente i tentacolini che scendevano ad abbracciarle il collo lungo e snello, ricadendo sulle sue piccole ed eleganti spalle. Le sue corna caratteristiche - che partivano quasi orizzontali dai lati della sua testa per poi salire ed incurvarsi verso il centro - erano sormontate da una coroncina di metallo dorato che stava sospesa a mezz'aria sopra di esse. Tre grossi diamanti di luce brillavano sulla metà anteriore, rilasciando una fioca luce giallastra attorno a lei.
A giudicare dal resto che riusciva a vedere - uno scorcio di buona parte della metà superiore del suo corpo - la Draenei indossava soltanto la sua biancheria intima.
«Se è un sogno spero di non svegliarmi mai...» commentò tra sé e sé Flynn, stropicciandosi gli occhi per accertarsi che non fosse una semplice allucinazione dovuta al colpo in testa che aveva ricevuto. Le sue pulsioni più basse iniziarono improvvisamente a risvegliarsi, come se fino ad allora fossero rimaste in uno stato di profondo torpore.
Alraune era splendida e lo era ancora di più quasi nuda. La diretta interessata si fece dappresso lentamente, rivelando un paio di mutandine che coprivano il minimo indispensabile al pudore e un reggiseno che sembrava troppo piccolo per accogliere le sue prorompenti rotondità.
Flynn rimase immobile a fissarla a bocca aperta, gli occhi sgranati e inchiodati sui seni che oscillavano ad ogni passo. Non si sognò neppure di cercare di muoversi e men che mai di fuggire.
«Non ti farò alcun male. Non come quel Peone cattivo che stava per massacrarti...» disse in un Comune che non era del tutto perfetto ma che era comunque comprensibile, facendosi avanti pian piano con le braccia aperte e rivolte verso il basso, mostrandosi disarmata e senza cattive intenzioni.
Essendo convinta di stare dinanzi ad un vero Orco, Flynn immaginava che si comportasse così per non spaventarlo e allo stesso tempo indurlo a rimanere dove si trovava.
Lui continuò a guardarla, senza dire o fare niente. Alraune sorrise, avvicinandosi ulteriormente al Peone con cautela.
Erano gli Orchi più stupidi e semplici tra tutti gli altri ed anche quelli che le davano maggiore confidenza. Erano deboli ed inermi, sottomessi a quelli più in alto di grado in tutto e per tutto. Ad Alraune facevano tenerezza e per questo cercava di “salvarne” il più possibile, per potersi occupare di loro prima di restituirli alle implacabili grinfie dell’Orda.
L’Orco che aveva salvato quel giorno sembrava ancor più spaesato del solito. Alcuni cercavano addirittura di ribellarsi e affrontarla per guadagnarsi la libertà; questo invece si era lasciato prendere senza quasi accorgersene e adesso era lì immobile e non pareva intenzionato a reagire in alcun modo. Era a dir poco adorabile e se fosse dipeso unicamente da lei l'avrebbe tenuto sotto la sua ala protettiva per tutta la vita. Indipendentemente da quanto a lungo potesse campare un Orco, lei gli sarebbe comunque sopravvissuta: i Draenei avevano un'aspettativa di vita talmente lunga da poter rivaleggiare senza problemi con gli Elfi della Notte quando ancora vantavano l'immortalità donata loro da Teldrassil - prima che prendesse fuoco come un covone di paglia sotto i bombardamenti dell'Orda.
Alraune si inginocchiò sul terreno e si avvicinò carponi all'Orco, agitando lievemente la codina glabra per la trepidazione di poter avere quel muscoloso bruto verde tra le sue braccia.
Flynn vide i suoi tentacolini aggrovigliarsi ritmicamente e senza un ordine preciso mentre le pupille vuote della Draenei luccicavano di una bramosia che lo fece eccitare come ben pochi altri gesti erano riusciti a fare in tutta la sua vita.
Avrebbe voluto strusciarle contro l'erezione che pulsava calda e grossa dentro i suoi calzoni ma così facendo si sarebbe probabilmente smascherato. Quale Orco sano di mente si sarebbe lanciato contro una Draenei per scoparsela invece che sgozzarla come un capretto...?
Doveva aspettare e lasciare che fosse lei a condurre il gioco. Era insolitamente difficile trattenersi in quel frangente ma era abituato a farsi desiderare e doveva soltanto aspettare ancora un poco. Alraune sembrava più impaziente di lui e la cosa avrebbe giocato a suo favore.
«Non ti farò del male... vedrai, la mamma ti tratterà bene» esclamò la femmina in tono dolce ma allo stesso tempo sinistro.
L'utilizzo della parola "mamma" fece sbocciare subito un'infinità di quesiti nella mente di Flynn, il quale ebbe appena il tempo materiale di pronunciarsi in un grugnito interrogativo prima di ritrovarsi con la testa schiacciata tra le tette della Draenei, immobilizzato in quella posizione dalle sue braccia snelle ma forti.
Se avesse potuto parlare avrebbe emesso un ruggito di esultanza per il traguardo raggiunto senza che avesse dovuto ricorrere ad alcun mezzo di persuasione. Era stata lei a far tutto.
Invece si limitò a godersi il calore dei suoi seni morbidi e tondi, nei quali sarebbe volentieri morto soffocato senza rimpiangere virtualmente niente della sua vita.
Il momento non durò a lungo: le mani di Alraune gli afferrarono la testa con presa salda e la spostarono contro il suo capezzolo destro, che venne esposto tempestivamente e offerto con solerzia quasi eccessiva.
Trovandosi la cima turgida schiacciata contro le labbra, Flynn non si fece di certo pregare per prenderla in bocca. Sul suo viso sbocciò un colorito verde intenso e le sue palpebre si socchiusero mentre succhiava piano.
Ciò che non si aspettò fu che uscisse del latte. Il liquido era abbastanza denso e il sapore diverso rispetto a quello del latte bovino; tuttavia, non c’era alcun dubbio in merito alla sua natura.
Flynn bevve, senza staccarsi né fare domande, e Alraune emise un debole verso di compiacimento mentre gli accarezzava i capelli.
«Che bravo orchetto che sei… bevi tutto il latte, così crescerai sano e forte» esclamò con un tono di voce che non lasciava presagire alcun tipo di coinvolgimento sessuale. Era lo stesso tono che avrebbe utilizzato una madre orgogliosa del proprio bambino.
Flynn non voleva farla arrabbiare né contrariarla, per cui rimase attaccato al suo seno, tracannando il latte che fuoriusciva copioso e apparentemente infinito.
Le carezze della Draenei si estesero al suo collo e alle spalle. Erano cariche di affetto e di quieto piacere e Fairwind non le disdegnava affatto, benché ovviamente fosse più propenso ad un altro tipo di attenzioni in quel frangente particolare: il suo pene sfregava turgido tra le sue cosce, ignorato ma bramoso di considerazione.
La cosa si protrasse per diversi minuti, tanto che Flynn iniziò ad averne abbastanza di tutto quel latte. Fortunatamente per lui, quando cercò di sottrarsi, Alraune lo aiutò nel processo, per poi alzarsi e allontanarsi aggiustandosi il reggiseno.
«Sicuramente sarai un Peone affamato…» esclamò, sparendo nella parte anteriore della grotta per qualche secondo. Flynn si addossò alla parete e si accarezzò il membro turgido, sistemandolo nei pantaloni perché non si notasse troppo il profilo e al tempo stesso non gli desse fastidio.
Col dorso della mano libera si pulì un rivolo di latte che gli stava gocciolando lungo il mento, fissando in attesa il punto oltre il quale il naturale decorso curvo della grotta gli impediva di vedere cosa stesse facendo Alraune.
Non gli occorse molto tempo per scoprirlo: pochi secondi dopo la Draenei ritornò verso di lui trasportando un vassoio su cui si trovava una montagna di carne di diverse origini e tagli. L’aroma che si spandeva da essa era invitante oltre ogni dire, persino per Flynn, che prediligeva una dieta a base di pesce.
Era in effetti ora di pranzo e lui non aveva ancora mangiato niente. Il suo stomaco brontolò in risposta al gradevole profumo di cibo, ed essendo in forma di Orco, il rumore si udì ancor più chiaro e forte della norma, raggiungendo senza alcun problema Alraune.
Quest'ultima sorrise dolcemente, facendosi avanti con passo lento e calmo. Flynn non riuscì ad impedirsi di notare il morbido ondeggiare dei suoi fianchi man mano che si avvicinava a lui.
«Adesso ci pensa la mamma a te...» disse.
Continuare a sentirla riferirsi a se stessa con quell'epiteto dava una strana sensazione a Fairwind, come se in tutto ciò ci fosse qualcosa di radicalmente sbagliato che andava ben oltre la sfera sessuale; tuttavia, Flynn si guardò bene dal fare commenti di alcun tipo. Per quanto potesse essere un Orco convincente con il suo travestimento magico, non era in grado di imitare il grezzo e sgrammaticato modo di parlare di un Peone.
La Draenei tornò a sedersi accanto a lui, poggiandosi il vassoio sulle gambe. Prese un pezzo di carne con le mani e lo portò alla bocca dell'Orco.
«Di' "aaaah"...» esclamò, aprendo a sua volta le labbra per fargli capire meglio che doveva fare.
Flynn obbedì volentieri. Non ricordava nemmeno quand'era stata l'ultima volta che una donna l'aveva trattato con simili riguardi. Probabilmente l'avrebbe fatto se non fosse stato ubriaco la maggior parte delle volte.
Di sicuro tutto ciò non faceva che aumentare ulteriormente la sua tensione sessuale. Forse era quello lo scopo di Alraune e l'intera faccenda era soltanto un gioco erotico che le piaceva fare prima di venire al sodo.
Aprendo la bocca Fairwind si accorse di quanto fosse enorme il cavo orale di un Orco: il boccone di carne che la Draenei vi cacciò dentro era molto più grosso di quel che sarebbe riuscito a ingurgitare se fosse stato nel suo corpo da Umano.
Masticò vigorosamente, assaporando la consistenza della carne non molto cotta prima di mandarla giù.
Alraune continuò a imboccarlo amorevolmente e lentamente Flynn finì con lo spostarsi su di lei, sdraiandosi supino sul pavimento e appoggiando il grosso testone da Orco sulle sue gambe incrociate, sostituendosi al vassoio - che si stava rapidamente svuotando.
Altre carezze vennero elargite dalla paladina dell'Alleanza, insieme a paroline tenere e ulteriore latte per aiutarlo a mandar giù il pranzo.
Alraune era felice che il Peone che aveva "prelevato" dalla Radura Taglionetto fosse così mansueto e ben disposto nei suoi confronti. Di solito tendevano a fare molta più resistenza persino quando lei cercava di medicarli o di nutrirli, evidentemente convinti che stesse cercando di avvelenarli o fargli male in qualche maniera subdola che sfuggiva completamente al loro piccolo intelletto.
La Draenei non li incolpava delle loro erronee convinzioni. Dopotutto, lei era un membro dell'Alleanza e per giunta appartenente ad una razza contro cui gli Orchi avevano condotto una guerra volta allo sterminio quando si trovavano su Draenor, prima dell'apertura del Portale Oscuro originario.
I ricordi della guerra tra Draenei e Orchi la tormentavano ancora. Gli avvenimenti orribili cui aveva dovuto assistere, il quasi totale sterminio della sua razza e l'uccisione di un'infinità di bambini di entrambe le razze erano ciò che la spingeva a fare ciò che stava facendo. Era per quello che aveva scelto di seguire la via della Luce, per cercare di difendere gli altri e tentare così di riparare al suo cuore spezzato alla vista degli infanti morti tra le macerie del suo villaggio.
Per lenire il dolore alla vista del corpicino verde straziato del piccolo Orco che aveva trovato, solo e abbandonato, del quale si era occupata per diversi mesi come se fosse veramente sua madre... e che non era riuscita a proteggere quando l'Orda aveva attaccato casa sua.
Alraune allontanò l'orrore di quella scena dalla sua mente, concentrandosi sul docile Orco che giaceva sulle sue gambe, divorando con gusto ciò che lei gli aveva preparato con tanto amore.
Contro ogni sua più rosea previsione, Flynn si ritrovò a spazzolare tutto ciò che la Draenei gli aveva preparato senza alcun problema. A vederla gli era sembrata tanta roba - addirittura troppa - ma alla fine il suo stomaco orchesco era abbastanza grande per far sì che ingurgitasse tutto quanto e si sentisse soltanto pieno.
Terminato che ebbe il pasto, Fairwind si abbandonò con un debole sospiro soddisfatto sulle sue gambe, socchiudendo gli occhi. Dopo tutto quel che aveva mangiato, ci sarebbe stato bene un bel pisolino.
Aveva perso quasi del tutto la voglia di fare sesso, il che da un certo punto di vista era un peccato. Aveva faticato tanto per finire a farsi ingozzare da Alraune e dormirle addosso!
«Immagino di non potermi comunque lamentare... un miglioramento l'ho comunque avuto rispetto a prima...» ponderò tra sé e sé mentre si esibiva nel più volgare degli sbadigli.
La Draenei gli carezzò la cresta di capelli con delicatezza, quindi lo aiutò a mettersi seduto.
«Sei pieno, bell'orchetto di mamma?» chiese con voce gentile.
Flynn era leggermente stordito dalla sensazione di pienezza e si limitò ad annuire, senza proferir parola. Era certo che nella carne non ci fosse nessun tipo di droga soporifera, altrimenti si sarebbe reso conto che il sapore era diverso: in qualche maniera a lui sconosciuta, sembrava che le sue papille gustative orchesche fossero particolarmente sensibili al gusto della carne.
Alraune lo fece mettere seduto, quindi si inginocchiò dinanzi a lui e lo abbracciò come meglio poteva data la sua corporatura minuta. Non riusciva a cingerlo per intero con le braccia, però almeno alle scapole ci arrivava. Flynn abbandonò il capo sulla sua spalla esile con un mugolio piacevole, chiudendo gli occhi, quindi la sentì dargli dei colpetti più o meno dove avrebbero dovuto esserci i polmoni.
Il suo continuo battere delicato dietro di lui gli strappò un poderoso rutto, dopo il quale Flynn ebbe l'impressione di essere ancora più pieno di quanto lo fosse fino ad un istante prima. La sonnolenza prese di colpo il sopravvento su di lui.
Forse avrebbe dovuto dirle che non era il caso che continuasse a fare così, che se avesse proseguito lui avrebbe finito con l'addormentarsi addosso a lei e quel corpo era sicuramente troppo pesante perché riuscisse a non finirne schiacciata. Nonostante i suoi buoni propositi, il finto Orco stava così bene in quel preciso frangente che non osò neanche lontanamente interrompere il momento. Era deluso dalla mancanza di sesso ma in fin dei conti essere coccolato in quel modo da Alraune era stata comunque un'esperienza oltremodo piacevole.
Avvinto tra le braccia della Draenei, Flynn scivolò in un sonno profondo e rilassato, abbozzando un sorriso soddisfatto: alla fin fine era comunque valsa la pena trasformarsi in Orco, anche se non nella maniera che aveva preventivato.
«Spero solo che il Globo dell'Inganno funzioni... fino in fondo...» fu l'ultimo pensiero che ebbe prima di soccombere al sonno.
Rating: Arancione
Genere: Comico, Introspettivo, Sentimentale
Personaggi: Alraune (OC!Paladina), Flynn Fairwind
Wordcount: 5600 (wordcounter)
Prompt: Verde per il team Ahm-Gi per la Missione 6 della Settimana 7 del COW-T #9 @ Lande Di Fandom
Timeline: Ambientata durante l'espansione "Battle for Azeroth".
Note: Het, UST
«Ahio! Sta' più attento con quell'aggeggio!» esclamò irritato Flynn mentre cercava di rimettersi in piedi pulendosi i pantaloni.
Alzò lo sguardo verso l'Orco che aveva inconsapevolmente cercato di decapitarlo e sgranò gli occhi nel notare che ciondolava in piedi sul posto, l'accetta abbandonata ai suoi piedi.
«Tutto a posto?» domandò, tendendogli una mano per scuoterlo, ma senza ottenere alcun effetto. Era come se fosse stato stordito da qualcosa che non era in vista... o forse sarebbe stato meglio dire qualcuno.
Erano passati alcuni giorni da quando Flynn Fairwind era venuto a conoscenza in maniera molto poco ortodossa del segreto che uno dei membri dell’Alleanza nascondeva. A quanto pareva una delle campionesse della fazione, nonché Gran Signora dell’ordine dei Paladini, nutriva un qualche morboso interesse nei confronti degli Orchi.
Era stata una scoperta del tutto casuale e per la quale lui non provava altro che una piccola sorpresa. Sicuramente era una notizia che avrebbe fatto incazzare molti tra quelli dell’Alleanza impegnati in prima linea nella guerra, i quali avrebbero persino potuto accusarla di alto tradimento; tuttavia, lui non era mai stato un tipo molto ligio alle regole, per cui non gliene importava poi molto. Come se ciò non bastasse, aveva visto così tante assurdità in vita sua che ci voleva molto più di questo per farlo rimanere di stucco.
Flynn si era invaghito di Alraune durante l’assalto alla Tesoreria di Dazar’alor. Prima di allora non si era mai accorto di lei, eppure da quel momento non aveva mai smesso di pensarla e persino dopo aver tentato di uscire con lei e aver fallito miseramente, continuava a non riuscire a togliersela dal cervello. Il fatto che l’avesse sentita confessare apertamente il suo apprezzamento nei confronti degli Orchi gli aveva dato nuova speranza laddove ormai pensava di non averne più.
Oltre a menzionare la sua curiosa inclinazione, Alraune aveva anche detto che dopo alcuni giorni - quando l’Orda avesse ripreso il controllo di Rivafosca e recuperato un tale Croz Bloodrage - si sarebbe recata nella zona davanti al Forte di Zannaguerra presso la Valle dei Sacraonda per catturare un Orco su cui “riversare le sue attenzioni”. Inutile dire che Flynn era molto interessato all’essere ricoperto di attenzioni dalla Draenei paladina, anche se purtroppo non possedeva i giusti requisiti.
Ciononostante, non era disposto a lasciar correre un’opportunità del genere. Doveva riuscire ad essere fuori dal Forte di Zannaguerra quando Alraune fosse andata a “caccia” e a spacciarsi per un Orco. Senza un aiuto esterno non sarebbe mai riuscito a farsi passare per uno di quegli energumeni dalla pelle verde: il suo fisico era gracile persino per gli standard Kul Tirani e neanche se avesse passato una settimana a cercare di metter su massa muscolare sarebbe arrivato ad averne la metà di quella con cui loro praticamente nascevano.
Per sua fortuna sapeva che esisteva un oggetto che si chiamava “Globo dell’Inganno” e che permetteva agli Umani di trasformarsi in Orchi. L’unico svantaggio era che l’effetto durava solo per pochi minuti e lui aveva bisogno che durasse almeno per delle ore, per poter avere il tempo di fare ciò che doveva senza preoccuparsi di essere smascherato a metà dell’opera.
L’esistenza del problema non lo scoraggiò minimamente; anzi, gli diede un’ulteriore motivazione per mettersi d’impegno nello scavalcarlo. Per farlo dovette andare a riscuotere un cospicuo numero di favori con molte vecchie conoscenze sparse non solo in tutta Boralus ma anche all’esterno della città, arrivando fino alla lontana e pericolosa Drustvar.
Riuscì con un po’ di fatica a procurarsi un Globo dell’Inganno e con ancor più impegno riuscì a raccogliere i materiali necessari ad un suo vecchio compare al Covo della Libertà a creare un incantamento sull’oggetto. Flynn lavorò alacremente al suo progetto, facendo avanti e indietro in giro per tutta l’isola e tornando costantemente a Boralus a controllare quanto tempo mancasse alla “liberazione” di Rivafosca dalla presenza dell’Alleanza.
Era talmente assorbito dal suo piano che non osò nemmeno avvicinarsi ad una taverna per non rischiare di essere tentato dall’alcol e finire col perdere del tempo prezioso ad ubriacarsi.
Quando Rivafosca fu riconquistata dall’Orda, tutto era pronto. Flynn si recò sull’altura nota come Riposo della Burrasca, che si affacciava sulla Radura Taglionetto lungo il fianco orientale. Era stato attento a passare inosservato agli sguardi dei Grunt di pattuglia e dei Peoni che sgobbavano nella Miniera di Pietrasalina e si era arrampicato fin sulla cima, andando a nascondersi dietro un piccolo agglomerato di cespugli.
A dispetto dell'elevata altitudine, sulla cima di Riposo della Burrasca c'era un immenso prato pieno di fiori in cui pascolavano numerosi caproni pelosi accompagnati da una moltitudine di grosse api ronzanti che si spostavano pacificamente in piccoli gruppi tra le diverse zone fiorite. Da lì si godeva un panorama assai gradevole per il quale Flynn non provava il benché minimo interesse. Dietro i cespuglietti cui si era posizionato aveva piantato una piccola tenda e aveva costruito un minuscolo accampamento. Del resto, se doveva trasformarsi in un Orco, da qualche parte avrebbe pur dovuto lasciare i suoi effetti personali e sicuramente quello era un punto più sicuro del tentare di utilizzare il suo Globo dell'Inganno Potenziato all'interno delle mura di Boralus per poi cercare di sgattaiolare via non visto. Da lì al Forte di Zannaguerra sarebbe stato un viaggio infernale in forma d'Orco; inoltre, non voleva correre il rischio di sprecare tempo prezioso nella sua versione magicamente alterata.
Era quasi l'ora di pranzo e Flynn sedeva dentro la sua tenda, osservando l'oggetto che aveva richiesto così tanto tempo ed energia per essere modificato. Guardandolo, si chiese che aspetto avrebbe avuto una volta che lo avesse attivato. Aveva visto gli Orchi che bazzicavano la Radura Taglionetto e nessuno, nemmeno quelli che parevano essere i più alti in grado, aveva un aspetto anche solo vagamente attraente. Sicuramente la trasformazione gli avrebbe sottratto il suo innegabile fascino; tuttavia, Alraune sembrava essere attratta dai loro corpi massicci, curvi e verdi, quindi era un sacrificio che doveva fare se voleva sperare di avere una chance con lei.
«Avanti, Flynn. Lo fai per un fine superiore!» si disse per farsi coraggio.
Prese un bel respiro e dopo un momento in cui assaporò fino in fondo l'apice della trepidazione attivò il Globo. L'oggetto cominciò a brillare tra le sue mani e la luce divenne accecante in pochi secondi, costringendo Flynn a chiudere gli occhi. Il suo corpo cominciò a formicolare e a mutare. Sentiva il suo fisico diventare gradualmente più massiccio e le ossa del suo volto modificarsi. La sua mandibola si allargò e si spostò verso l'esterno. Dall'interno della bocca, alle due estremità laterali e inferiori, spuntarono un paio di grosse zanne che rischiarono di ferirgli il labbro superiore.
Il primo timore nel sentire il suo petto ingrossarsi fu per i suoi indumenti, che temeva andassero distrutti nel processo; eppure non udì nessun rumore di tessuto stracciato. Il suo corpo fremeva e pulsava e la sua testa sembrava sul punto di esplodere, come se qualcosa stesse premendo dall'interno per uscire. Nel suo grande e "ingegnoso" piano per riuscire ad avere un appuntamento con Alraune non aveva messo in conto che la trasformazione potesse risultare così dolorosa per lui. Dovendo solamente variare il suo aspetto esteriore, immaginava che si trattasse di una specie di magia di camuffamento, non di un incantesimo mutante a tutti gli effetti.
Con un grugnito che uscì con una voce che non era del tutto la sua, Fairwind si accasciò sul piccolo tappetino che aveva disteso sul terreno sotto di sé, cercando di tenere stretto il Globo dell'Inganno - che adesso gli stava completamente nel palmo di una sola mano.
L'agonia si perpetrò per quelli che a Flynn parvero minuti interminabili e quando terminò la prima cosa che fece fu rotolarsi su un fianco, accertandosi che tutte le sue ossa fossero ancora intatte: dal modo in cui ogni centimetro esterno ed interno del suo corpo aveva sofferto, non era più neanche certo di essere del tutto in salute.
Lasciò cadere il Globo per poter utilizzare entrambe le mani per mettersi carponi. Muovendosi sentì una sensazione strana come non gli era mai successo nemmeno dopo nottate intere a far la spola tra una taverna e l'altra per tutta Boralus. Era come se non fosse abbastanza forte per spostare il suo stesso peso; inoltre, non appena si fu messo in ginocchio, ebbe un capogiro che rischiò di farlo cadere di nuovo prono a terra.
«Menomale che non ho bevuto prima di farlo...» commentò, tenendosi la testa con entrambe le mani «Uh?» gemette subito dopo, aprendo gli occhi di scatto, perplesso e confuso: il Globo dell'Inganno non aveva solamente alterato il suo aspetto, ma anche la sua voce, che adesso suonava molto più profonda, roca e persino virile rispetto a quella che aveva in origine. Era strano sentirla uscire dalla sua bocca quando parlava, quasi assurdo.
«Dovrò farci l'abitudine, almeno per il momento» esclamò, parlando lentamente un po' per la confusione ancora pressante e un po' per abituarsi a sentire il nuovo suono.
A quel punto la curiosità prese la meglio su di lui e abbassò lo sguardo verso il suo corpo. La prima cosa che vide furono le sue mani, enormi e completamente verdi. A vederle da così vicino non si sorprendeva affatto della capacità degli Orchi di brandire armi grosse almeno quanto il suo braccio umano senza alcuna fatica.
Subito dopo guardò il resto. Pareva che i suoi vestiti si fossero magicamente adattati alle sue nuove sembianze dato che non era nudo e che i suoi pantaloni e il suo maglioncino non lo stavano soffocando. La cosa più importante di tutte, ovvero il suo cappotto, adesso era grande quanto una coperta da mettere su un letto matrimoniale, ma riusciva ad abbracciare il suo torace enorme senza alcuna difficoltà.
Con le mani sondò il suo nuovo aspetto. Accarezzò i suoi pettorali massicci, soffermandosi un momento sui capezzoli insolitamente grandi e sporgenti, poi i muscoli che solcavano il suo ventre piatto e largo, quindi scese ancor più in basso ad accarezzare le sue cosce dure come rocce e poi risalì fino alle spalle, che trovò insolitamente dritte. La maggior parte degli Orchi che aveva visto nella Radura Taglionetto camminavano ingobbiti e solo una minoranza sembrava aver acquisito una postura completamente eretta. Non aveva idea di cosa ci fosse alla base della discriminazione e immaginava che nel suo caso dipendesse dal fatto che come Umano aveva la schiena diritta.
Doveva ammettere che con un fisico così possente e senza l'inconveniente della gobba forse avrebbe avuto delle chance anche con delle femmine di quella razza, ma non era incline alla sperimentazione in tal senso. Una volta terminata l'ispezione della zona al di sotto del collo, le dita della sua mano destra risalirono a toccare il suo viso. La prima cosa fuori posto che incontrarono fu una gran quantità di pelo laddove solitamente si rasava con una certa accuratezza.
Con un verso strozzato di sorpresa si protese in avanti e cominciò a cercare freneticamente dentro il suo zaino in cerca dell'unico accessorio che si era premurato di portare con sé proprio in vista di quello specifico momento: uno specchio.
Tra le sue "nuove mani" sembrava quasi minuscolo e Flynn dovette prenderlo e sollevarlo con estrema cautela, temendo di rompere il manico se avesse stretto troppo forte. Nel rimirare il suo riflesso gli sfuggì un verso di completo disappunto.
«Davvero sarebbe questa la mia faccia se fossi un Orco?!» sbottò indignato dinanzi alla sua immagine, come se questa avesse potuto rispondergli in qualche maniera.
Aveva la fronte ampia e le sopracciglia spesse, completamente glabre e decisamente troppo basse per i suoi gusti. Gli occhi erano abbastanza piccoli e apparivano incavati per paragone con la fronte sporgente e per giunta avevano una tonalità di verde chiaro e acceso che sembrava uniformarsi del tutto con quella della sua pelle. Il naso era grosso e schiacciato, con le narici bene in vista.
Tra la linea della bocca - che era segnata perlopiù dal labbro inferiore, più chiaro e ben sporgente - e il naso c'era uno spazio quasi infinito e del tutto glabro cinto da due solchi nasolabiali profondi e ben evidenti. I suoi adorati e sensuali baffi, che curava sempre con attenzione, erano del tutto scomparsi e la cosa lo ferì profondamente. A rimpiazzarli erano subentrate un paio di foltissime e smodatamente lunghe basette arruffate che scendevano ad abbracciargli anche buona parte della mandibola. Distaccato da queste ultime c'era un piccolo ciuffetto di pelo a formare un rigoglioso pizzetto che a Flynn ricordava molto quello di una capra.
Purtroppo i baffi non erano l'unica cosa che era stata spazzata via dalla trasformazione in Orco. Come aveva già avuto modo di constatare con i suoi occhi, la razza primigenia dell'Orda non pareva essere nota per avere delle chiome maestose tanto quanto le setole che gli crescevano sulla metà inferiore della faccia e purtroppo la cosa si era ripercossa anche su di lui. Al posto della sua lunga e sgargiante capigliatura castano-rossiccia elegantemente raccolta in una coda alla base della testa esibiva una cresta di capelli dello stesso colore che si ergeva solitaria al centro del suo cranio pelato.
A completare un quadro già di per sé destabilizzante, un paio di grosse orecchie con i lobi appuntiti facevano bella mostra ai lati del suo testone glabro.
Flynn avvicinò lo specchio alla faccia per guardarsi da angolazioni diverse prima di commentare: «Non capisco davvero cosa ci trovi Alraune di così bello negli Orchi...».
Scosse il capo come per allontanare il pensiero, quindi ripose il suo specchio e cominciò a spogliarsi. Doveva togliere i suoi indumenti - troppo vistosi e riconoscibili - e mettere un completo da "vero Orco" che aveva sottratto ad uno dei Peoni dopo averlo tramortito nel tragitto fin lassù. I vestiti che aveva recuperato emanavano il tipico tanfo di sudore di qualcuno che li aveva indossati per lavorare intensamente per molte ore. Flynn pensava che gli Orchi puzzassero in maniera particolare rispetto agli Umani o ad altre razze; invece l'odore era lo stesso che avrebbe potuto avere un manovale a Boralus dopo aver passato la giornata a scaricare rifornimenti dai mercantili attraccati in porto.
Tolse il suo amato cappotto, la sua enorme cintura - che adesso sembrava quasi proporzionata alla sua nuova stazza - e il maglioncino. Calciò via gli stivali e tolse le braghe, rimanendo in mutande. Mosso dalla curiosità, tese l'elastico che le sosteneva sui suoi fianchi e sbirciò all'interno per vedere quanto fosse grosso il suo fallo orchesco.
Un'espressione compiaciuta e abbastanza sorpresa si dipinse sul suo viso nel constatare che i suoi attributi non erano nient'affatto male. Per fortuna gli Orchi non avevano la stessa quantità di peluria che portavano in faccia anche nella zona inguinale, altrimenti avrebbe dovuto davvero prendere in considerazione l'idea di pettinarli per non far sembrare che avesse una specie di cuscino peloso attorno al pene. Nella realtà dei fatti aveva una massa di pelo un poco rada ma riccia e dello stesso castano-rossiccio delle basette e della cresta di capelli.
Risistemò la biancheria al suo posto, quindi indossò le braghette rosse e la canotta con il simbolo dell'Orda. Erano indumenti piuttosto leggeri per lui, abituato ad indossare sempre il suo cappotto imbottito per ripararsi dai bruschi cambiamenti climatici e dai drastici sbalzi di temperatura che si registravano spostandosi tra le varie zone dell'isola.
La Valle dei Sacraonda per sua fortuna era il posto con il clima migliore, per cui quando uscì dalla sua tenda quasi strisciando su un fianco a causa delle spalle e dell'altezza fuori misura, non sentì poi tanto freddo.
Ora che era pronto a tutti gli effetti, non gli restava altro da fare che scendere nella Radura Taglionetto e andare incontro ad Alraune. Nel mentre che si avviava verso la discesa che portava all'ingresso per la miniera, Flynn si rese conto di un dettaglio di cui non aveva tenuto conto fino a quel momento: se era uguale a tutti gli altri Peoni che si trovavano sparsi per la piana, come avrebbe fatto la Draenei a scegliere proprio lui? Dubitava che si sarebbe lanciata a verso il Forte di Zannaguerra cavalcando in campo aperto sotto lo sguardo di decine di Grunt pronti ad infilzarla non appena fosse stata a portata.
Se si fosse mossa con circospezione attraverso la zona sarebbe stato difficile per lui notarla senza farsi scoprire: i Goblin davano parecchio filo da torcere ai Peoni che bighellonavano o si sdraiavano a dormire in mezzo al prato anziché lavorare e certamente Flynn non era interessato a prendersi un calcio in culo da quegli orribili omini verdi né dagli Orchi che supervisionavano per loro conto che la raccolta di risorse procedesse senza intoppi.
Ormai abituato dai molti mesi di guerriglia aperta, Flynn si preparò a mascherare la sua posizione con la furtività non appena intravide un Peone con una grossa accetta in spalla dirigersi pigramente verso un gruppetto di alberi che crescevano alla base della salita, poi si rese conto di essere esattamente come uno di loro e lasciò perdere, procedendo verso di lui tranquillamente.
Il Peone che gli stava andando incontro non parve curarsi minimamente della sua presenza e continuò a fare il suo lavoro: si posizionò con ambedue i piedi ben fermi sul terreno e sollevò il suo utensile per prendere lo slancio necessario ad infliggere il primo colpo al tronco e nel far ciò la lama arrivò vicina alla faccia di Flynn con tale rapidità che quest'ultimo si lasciò sfuggire un gridolino di terrore mentre si tirava indietro con un movimento inconsulto.
Per spostarsi così rapidamente i suoi piedi scivolarono sull'erba e lui finì col cadere rovinosamente, sbattendo forte il largo deretano orchesco sulla terra umida e dura.
«Ahio! Sta' più attento con quell'aggeggio!» esclamò irritato Flynn mentre cercava di rimettersi in piedi pulendosi i pantaloni.
Alzò lo sguardo verso l'Orco che aveva inconsapevolmente cercato di decapitarlo e sgranò gli occhi nel notare che ciondolava in piedi sul posto, l'accetta abbandonata ai suoi piedi.
«Tutto a posto?» domandò, tendendogli una mano per scuoterlo, ma senza ottenere alcun effetto. Era come se fosse stato stordito da qualcosa che non era in vista... o forse sarebbe stato meglio dire qualcuno.
Flynn arretrò leggermente, confuso dalla situazione, pregando che non si trattasse di qualche altro ladro che era svicolato nelle ombre fin là in cerca di vittime.
Le sue ingombranti spalle sbatterono dolcemente contro un paio di sottili ginocchia arcuate in avanti.
«Non preoccuparti bell'Orchetto... adesso penso io a te» sentì esclamare alle sue spalle da una voce femminile a lui nota, seppur leggermente distorta da un qualcosa di morboso e affettato che gli fece drizzare i peli sulla nuca.
Flynn non fece in tempo a voltarsi a guardare chi fosse la proprietaria che venne colpito in testa da qualcosa di rotondo, freddo e molto pesante che lo fece cadere come un sacco di patate sulla discesa, privo di sensi.
Quando Fairwind riprese i sensi aveva ancora un lieve mal di testa ma attorno a lui non c'era la luce del sole né tantomeno l'odore dell'erba e della legna tagliata di fresco. Confuso, aprì gli occhi e si ritrovò a fissare l'interno umido e ristretto di una grotta. Lui era seduto sul fondo, appoggiato alla parete e coperto da quella che pareva a tutti gli effetti una tunica con finimenti in piastre.
Era troppo lunga e di taglia troppo piccola per appartenere ad un Kul Tirano, per cui non apparteneva a nessuno che fosse andato lì in cerca di un ostaggio di qualche tipo. Le decorazioni rosse e oro su sfondo bianco facevano pensare soltanto ad una persona a Flynn e il suo cuore mancò un colpo nel realizzare che la fortuna gli aveva sorriso, almeno per una volta.
Doveva trattarsi per forza di un abito da paladini e l'unica che poteva essersi recata alla Radura Taglionetto in quello stesso giorno non poteva essere che lei.
«Oh, ti sei svegliato...».
Alzando lo sguardo, Flynn vide proprio la Draenei che aveva sperato di incontrare affacciarsi dalla metà anteriore della caverna. I capelli corti e azzurri lasciavano intravedere chiaramente i tentacolini che scendevano ad abbracciarle il collo lungo e snello, ricadendo sulle sue piccole ed eleganti spalle. Le sue corna caratteristiche - che partivano quasi orizzontali dai lati della sua testa per poi salire ed incurvarsi verso il centro - erano sormontate da una coroncina di metallo dorato che stava sospesa a mezz'aria sopra di esse. Tre grossi diamanti di luce brillavano sulla metà anteriore, rilasciando una fioca luce giallastra attorno a lei.
A giudicare dal resto che riusciva a vedere - uno scorcio di buona parte della metà superiore del suo corpo - la Draenei indossava soltanto la sua biancheria intima.
«Se è un sogno spero di non svegliarmi mai...» commentò tra sé e sé Flynn, stropicciandosi gli occhi per accertarsi che non fosse una semplice allucinazione dovuta al colpo in testa che aveva ricevuto. Le sue pulsioni più basse iniziarono improvvisamente a risvegliarsi, come se fino ad allora fossero rimaste in uno stato di profondo torpore.
Alraune era splendida e lo era ancora di più quasi nuda. La diretta interessata si fece dappresso lentamente, rivelando un paio di mutandine che coprivano il minimo indispensabile al pudore e un reggiseno che sembrava troppo piccolo per accogliere le sue prorompenti rotondità.
Flynn rimase immobile a fissarla a bocca aperta, gli occhi sgranati e inchiodati sui seni che oscillavano ad ogni passo. Non si sognò neppure di cercare di muoversi e men che mai di fuggire.
«Non ti farò alcun male. Non come quel Peone cattivo che stava per massacrarti...» disse in un Comune che non era del tutto perfetto ma che era comunque comprensibile, facendosi avanti pian piano con le braccia aperte e rivolte verso il basso, mostrandosi disarmata e senza cattive intenzioni.
Essendo convinta di stare dinanzi ad un vero Orco, Flynn immaginava che si comportasse così per non spaventarlo e allo stesso tempo indurlo a rimanere dove si trovava.
Lui continuò a guardarla, senza dire o fare niente. Alraune sorrise, avvicinandosi ulteriormente al Peone con cautela.
Erano gli Orchi più stupidi e semplici tra tutti gli altri ed anche quelli che le davano maggiore confidenza. Erano deboli ed inermi, sottomessi a quelli più in alto di grado in tutto e per tutto. Ad Alraune facevano tenerezza e per questo cercava di “salvarne” il più possibile, per potersi occupare di loro prima di restituirli alle implacabili grinfie dell’Orda.
L’Orco che aveva salvato quel giorno sembrava ancor più spaesato del solito. Alcuni cercavano addirittura di ribellarsi e affrontarla per guadagnarsi la libertà; questo invece si era lasciato prendere senza quasi accorgersene e adesso era lì immobile e non pareva intenzionato a reagire in alcun modo. Era a dir poco adorabile e se fosse dipeso unicamente da lei l'avrebbe tenuto sotto la sua ala protettiva per tutta la vita. Indipendentemente da quanto a lungo potesse campare un Orco, lei gli sarebbe comunque sopravvissuta: i Draenei avevano un'aspettativa di vita talmente lunga da poter rivaleggiare senza problemi con gli Elfi della Notte quando ancora vantavano l'immortalità donata loro da Teldrassil - prima che prendesse fuoco come un covone di paglia sotto i bombardamenti dell'Orda.
Alraune si inginocchiò sul terreno e si avvicinò carponi all'Orco, agitando lievemente la codina glabra per la trepidazione di poter avere quel muscoloso bruto verde tra le sue braccia.
Flynn vide i suoi tentacolini aggrovigliarsi ritmicamente e senza un ordine preciso mentre le pupille vuote della Draenei luccicavano di una bramosia che lo fece eccitare come ben pochi altri gesti erano riusciti a fare in tutta la sua vita.
Avrebbe voluto strusciarle contro l'erezione che pulsava calda e grossa dentro i suoi calzoni ma così facendo si sarebbe probabilmente smascherato. Quale Orco sano di mente si sarebbe lanciato contro una Draenei per scoparsela invece che sgozzarla come un capretto...?
Doveva aspettare e lasciare che fosse lei a condurre il gioco. Era insolitamente difficile trattenersi in quel frangente ma era abituato a farsi desiderare e doveva soltanto aspettare ancora un poco. Alraune sembrava più impaziente di lui e la cosa avrebbe giocato a suo favore.
«Non ti farò del male... vedrai, la mamma ti tratterà bene» esclamò la femmina in tono dolce ma allo stesso tempo sinistro.
L'utilizzo della parola "mamma" fece sbocciare subito un'infinità di quesiti nella mente di Flynn, il quale ebbe appena il tempo materiale di pronunciarsi in un grugnito interrogativo prima di ritrovarsi con la testa schiacciata tra le tette della Draenei, immobilizzato in quella posizione dalle sue braccia snelle ma forti.
Se avesse potuto parlare avrebbe emesso un ruggito di esultanza per il traguardo raggiunto senza che avesse dovuto ricorrere ad alcun mezzo di persuasione. Era stata lei a far tutto.
Invece si limitò a godersi il calore dei suoi seni morbidi e tondi, nei quali sarebbe volentieri morto soffocato senza rimpiangere virtualmente niente della sua vita.
Il momento non durò a lungo: le mani di Alraune gli afferrarono la testa con presa salda e la spostarono contro il suo capezzolo destro, che venne esposto tempestivamente e offerto con solerzia quasi eccessiva.
Trovandosi la cima turgida schiacciata contro le labbra, Flynn non si fece di certo pregare per prenderla in bocca. Sul suo viso sbocciò un colorito verde intenso e le sue palpebre si socchiusero mentre succhiava piano.
Ciò che non si aspettò fu che uscisse del latte. Il liquido era abbastanza denso e il sapore diverso rispetto a quello del latte bovino; tuttavia, non c’era alcun dubbio in merito alla sua natura.
Flynn bevve, senza staccarsi né fare domande, e Alraune emise un debole verso di compiacimento mentre gli accarezzava i capelli.
«Che bravo orchetto che sei… bevi tutto il latte, così crescerai sano e forte» esclamò con un tono di voce che non lasciava presagire alcun tipo di coinvolgimento sessuale. Era lo stesso tono che avrebbe utilizzato una madre orgogliosa del proprio bambino.
Flynn non voleva farla arrabbiare né contrariarla, per cui rimase attaccato al suo seno, tracannando il latte che fuoriusciva copioso e apparentemente infinito.
Le carezze della Draenei si estesero al suo collo e alle spalle. Erano cariche di affetto e di quieto piacere e Fairwind non le disdegnava affatto, benché ovviamente fosse più propenso ad un altro tipo di attenzioni in quel frangente particolare: il suo pene sfregava turgido tra le sue cosce, ignorato ma bramoso di considerazione.
La cosa si protrasse per diversi minuti, tanto che Flynn iniziò ad averne abbastanza di tutto quel latte. Fortunatamente per lui, quando cercò di sottrarsi, Alraune lo aiutò nel processo, per poi alzarsi e allontanarsi aggiustandosi il reggiseno.
«Sicuramente sarai un Peone affamato…» esclamò, sparendo nella parte anteriore della grotta per qualche secondo. Flynn si addossò alla parete e si accarezzò il membro turgido, sistemandolo nei pantaloni perché non si notasse troppo il profilo e al tempo stesso non gli desse fastidio.
Col dorso della mano libera si pulì un rivolo di latte che gli stava gocciolando lungo il mento, fissando in attesa il punto oltre il quale il naturale decorso curvo della grotta gli impediva di vedere cosa stesse facendo Alraune.
Non gli occorse molto tempo per scoprirlo: pochi secondi dopo la Draenei ritornò verso di lui trasportando un vassoio su cui si trovava una montagna di carne di diverse origini e tagli. L’aroma che si spandeva da essa era invitante oltre ogni dire, persino per Flynn, che prediligeva una dieta a base di pesce.
Era in effetti ora di pranzo e lui non aveva ancora mangiato niente. Il suo stomaco brontolò in risposta al gradevole profumo di cibo, ed essendo in forma di Orco, il rumore si udì ancor più chiaro e forte della norma, raggiungendo senza alcun problema Alraune.
Quest'ultima sorrise dolcemente, facendosi avanti con passo lento e calmo. Flynn non riuscì ad impedirsi di notare il morbido ondeggiare dei suoi fianchi man mano che si avvicinava a lui.
«Adesso ci pensa la mamma a te...» disse.
Continuare a sentirla riferirsi a se stessa con quell'epiteto dava una strana sensazione a Fairwind, come se in tutto ciò ci fosse qualcosa di radicalmente sbagliato che andava ben oltre la sfera sessuale; tuttavia, Flynn si guardò bene dal fare commenti di alcun tipo. Per quanto potesse essere un Orco convincente con il suo travestimento magico, non era in grado di imitare il grezzo e sgrammaticato modo di parlare di un Peone.
La Draenei tornò a sedersi accanto a lui, poggiandosi il vassoio sulle gambe. Prese un pezzo di carne con le mani e lo portò alla bocca dell'Orco.
«Di' "aaaah"...» esclamò, aprendo a sua volta le labbra per fargli capire meglio che doveva fare.
Flynn obbedì volentieri. Non ricordava nemmeno quand'era stata l'ultima volta che una donna l'aveva trattato con simili riguardi. Probabilmente l'avrebbe fatto se non fosse stato ubriaco la maggior parte delle volte.
Di sicuro tutto ciò non faceva che aumentare ulteriormente la sua tensione sessuale. Forse era quello lo scopo di Alraune e l'intera faccenda era soltanto un gioco erotico che le piaceva fare prima di venire al sodo.
Aprendo la bocca Fairwind si accorse di quanto fosse enorme il cavo orale di un Orco: il boccone di carne che la Draenei vi cacciò dentro era molto più grosso di quel che sarebbe riuscito a ingurgitare se fosse stato nel suo corpo da Umano.
Masticò vigorosamente, assaporando la consistenza della carne non molto cotta prima di mandarla giù.
Alraune continuò a imboccarlo amorevolmente e lentamente Flynn finì con lo spostarsi su di lei, sdraiandosi supino sul pavimento e appoggiando il grosso testone da Orco sulle sue gambe incrociate, sostituendosi al vassoio - che si stava rapidamente svuotando.
Altre carezze vennero elargite dalla paladina dell'Alleanza, insieme a paroline tenere e ulteriore latte per aiutarlo a mandar giù il pranzo.
Alraune era felice che il Peone che aveva "prelevato" dalla Radura Taglionetto fosse così mansueto e ben disposto nei suoi confronti. Di solito tendevano a fare molta più resistenza persino quando lei cercava di medicarli o di nutrirli, evidentemente convinti che stesse cercando di avvelenarli o fargli male in qualche maniera subdola che sfuggiva completamente al loro piccolo intelletto.
La Draenei non li incolpava delle loro erronee convinzioni. Dopotutto, lei era un membro dell'Alleanza e per giunta appartenente ad una razza contro cui gli Orchi avevano condotto una guerra volta allo sterminio quando si trovavano su Draenor, prima dell'apertura del Portale Oscuro originario.
I ricordi della guerra tra Draenei e Orchi la tormentavano ancora. Gli avvenimenti orribili cui aveva dovuto assistere, il quasi totale sterminio della sua razza e l'uccisione di un'infinità di bambini di entrambe le razze erano ciò che la spingeva a fare ciò che stava facendo. Era per quello che aveva scelto di seguire la via della Luce, per cercare di difendere gli altri e tentare così di riparare al suo cuore spezzato alla vista degli infanti morti tra le macerie del suo villaggio.
Per lenire il dolore alla vista del corpicino verde straziato del piccolo Orco che aveva trovato, solo e abbandonato, del quale si era occupata per diversi mesi come se fosse veramente sua madre... e che non era riuscita a proteggere quando l'Orda aveva attaccato casa sua.
Alraune allontanò l'orrore di quella scena dalla sua mente, concentrandosi sul docile Orco che giaceva sulle sue gambe, divorando con gusto ciò che lei gli aveva preparato con tanto amore.
Contro ogni sua più rosea previsione, Flynn si ritrovò a spazzolare tutto ciò che la Draenei gli aveva preparato senza alcun problema. A vederla gli era sembrata tanta roba - addirittura troppa - ma alla fine il suo stomaco orchesco era abbastanza grande per far sì che ingurgitasse tutto quanto e si sentisse soltanto pieno.
Terminato che ebbe il pasto, Fairwind si abbandonò con un debole sospiro soddisfatto sulle sue gambe, socchiudendo gli occhi. Dopo tutto quel che aveva mangiato, ci sarebbe stato bene un bel pisolino.
Aveva perso quasi del tutto la voglia di fare sesso, il che da un certo punto di vista era un peccato. Aveva faticato tanto per finire a farsi ingozzare da Alraune e dormirle addosso!
«Immagino di non potermi comunque lamentare... un miglioramento l'ho comunque avuto rispetto a prima...» ponderò tra sé e sé mentre si esibiva nel più volgare degli sbadigli.
La Draenei gli carezzò la cresta di capelli con delicatezza, quindi lo aiutò a mettersi seduto.
«Sei pieno, bell'orchetto di mamma?» chiese con voce gentile.
Flynn era leggermente stordito dalla sensazione di pienezza e si limitò ad annuire, senza proferir parola. Era certo che nella carne non ci fosse nessun tipo di droga soporifera, altrimenti si sarebbe reso conto che il sapore era diverso: in qualche maniera a lui sconosciuta, sembrava che le sue papille gustative orchesche fossero particolarmente sensibili al gusto della carne.
Alraune lo fece mettere seduto, quindi si inginocchiò dinanzi a lui e lo abbracciò come meglio poteva data la sua corporatura minuta. Non riusciva a cingerlo per intero con le braccia, però almeno alle scapole ci arrivava. Flynn abbandonò il capo sulla sua spalla esile con un mugolio piacevole, chiudendo gli occhi, quindi la sentì dargli dei colpetti più o meno dove avrebbero dovuto esserci i polmoni.
Il suo continuo battere delicato dietro di lui gli strappò un poderoso rutto, dopo il quale Flynn ebbe l'impressione di essere ancora più pieno di quanto lo fosse fino ad un istante prima. La sonnolenza prese di colpo il sopravvento su di lui.
Forse avrebbe dovuto dirle che non era il caso che continuasse a fare così, che se avesse proseguito lui avrebbe finito con l'addormentarsi addosso a lei e quel corpo era sicuramente troppo pesante perché riuscisse a non finirne schiacciata. Nonostante i suoi buoni propositi, il finto Orco stava così bene in quel preciso frangente che non osò neanche lontanamente interrompere il momento. Era deluso dalla mancanza di sesso ma in fin dei conti essere coccolato in quel modo da Alraune era stata comunque un'esperienza oltremodo piacevole.
Avvinto tra le braccia della Draenei, Flynn scivolò in un sonno profondo e rilassato, abbozzando un sorriso soddisfatto: alla fin fine era comunque valsa la pena trasformarsi in Orco, anche se non nella maniera che aveva preventivato.
«Spero solo che il Globo dell'Inganno funzioni... fino in fondo...» fu l'ultimo pensiero che ebbe prima di soccombere al sonno.