fiamma_drakon (
fiamma_drakon) wrote2020-04-28 02:38 pm
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Midnight meal
Titolo: Midnight meal
Rating: Verde
Genere: Comico, Generale, Slice of Life
Personaggi: Tharazar (OC!Mezzorco Bardo), Themis
Wordcount: 3026 (wordcounter)
Timeline: Ambientata poco dopo questa.
Note: Gen
«Provo a fare un bagno… forse mi aiuterà a conciliarmi il sonno...» bofonchiò stanco, rivolgendo senza problemi lo sguardo verso Themis. Grazie alla sua Scurovisione riusciva a vedere bene l’interno della sua camera da letto anche senza l’utilizzo di luci.
«Dubito che un bagno possa farti passare l’appetito… e tu hai bisogno di mangiare, adesso» commentò Themis di nuovo.
Il suo interlocutore serrò la presa sulla maniglia e digrignò i denti all’ennesimo gorgoglio.
«Non voglio cedere. Ho iniziato la dieta solo pochi giorni fa» brontolò, cercando suo malgrado di mantenere basso il tono di voce.
L’ennesimo insopportabile brontolio di stomaco, impossibile da sopprimere e da ignorare. Tharazar, disteso supino sotto le coperte, fissava il soffitto con l’espressione rassegnata e infastidita di qualcuno che era costretto a subire qualcosa contro la sua volontà senza poterlo impedire.
I suoi occhi erano cerchiati di scuro a causa dei problemi che aveva ad adattarsi alla dieta: il suo corpo si era abituato all’introduzione di cibo quasi continua durante il giorno e ad uno spuntino attorno alla mezzanotte quasi ogni notte. Da quando aveva iniziato ad allenarsi e a prestare più attenzione alla qualità e alla quantità di ciò che mangiava, aveva iniziato ad avere attacchi improvvisi di fame ad orari intermedi tra i pasti che si rifiutava di soddisfare. Durante il giorno aveva modo e modo di distrarsi dalla cosa; tutt’altro conto era cercare di distogliere l’attenzione del suo stomaco dalla mancanza dello spuntino di mezzanotte. Con l’allenamento, il suo corpo consumava talmente tante energie da imporgli di andare a dormire ore in anticipo sui suoi normali orari; tuttavia, ogni volta a mezzanotte o poco più veniva svegliato dal suo stomaco che brontolava. Perché riuscisse a riprendere sonno gli serviva veramente tanto tempo considerando il fatto che non aveva intenzione di cedere alla tentazione.
Adesso però era il quarto giorno di seguito che succedeva e la sua risolutezza iniziava a fiaccarsi.
La sua allieva Ziraj, che dormiva di fianco a lui, pareva del tutto ignara della faccenda e profondamente assopita, come tutte le altre notti.
Lo stomaco del Mezzorco si fece sentire ancora, al che il diretto interessato sgusciò da sotto le lenzuola con un mezzo ringhio e si diresse verso il bagno.
«Tharazar…? Dove vai?».
A domandarlo fu la voce telepatica di Themis. Il liuto senziente era appoggiato vicino all’armadio e pareva essersi accorta di lui. Tharazar si era chiesto molte volte se l’entità al suo interno fosse in grado di dormire, ma non aveva mai avuto occasione per chiederglielo.
Il Mezzorco si fermò sulla soglia del bagno con un sospiro.
«Provo a fare un bagno… forse mi aiuterà a conciliarmi il sonno...» bofonchiò stanco, rivolgendo senza problemi lo sguardo verso Themis. Grazie alla sua Scurovisione riusciva a vedere bene l’interno della sua camera da letto anche senza l’utilizzo di luci.
«Dubito che un bagno possa farti passare l’appetito… e tu hai bisogno di mangiare, adesso» commentò Themis di nuovo.
Il suo interlocutore serrò la presa sulla maniglia e digrignò i denti all’ennesimo gorgoglio.
«Non voglio cedere. Ho iniziato la dieta solo pochi giorni fa» brontolò, cercando suo malgrado di mantenere basso il tono di voce.
Era riuscito a vincere l’iniziale e apparentemente insormontabile ostacolo della sua ridicola resistenza fisica alla corsa, non si sarebbe arreso sicuramente dinanzi alla sua incapacità di rimanere a digiuno per l’intera notte.
Percepì quello che pareva a tutti gli effetti un sospiro da parte di Themis, anche se lo produsse nella sua mente.
«Vuoi che ti faccia compagnia mentre ti lavi? Almeno per distrarti dai tuoi… disturbi...» suggerì il liuto.
Tharazar ci pensò su per un istante e poi si allungò a prendere lo strumento.
«Parlare con qualcuno differente da me stesso… forse mi aiuterà...» ammise mesto, entrando in bagno.
Appoggiò Themis vicino alla vasca mentre la riempiva d’acqua. Il bagno era piuttosto spazioso data la grandezza della villa in cui risiedeva, ma il liuto fu messo molto vicino alla grande vasca in cui il Mezzorco era solito trascorrere molto più tempo durante la giornata di quanto quelli della sua razza normalmente dedicassero alla cura della propria persona nell’arco di tutta la loro vita.
Ci vollero diversi minuti affinché l'acqua raggiungesse una quantità sufficiente a permettere a Tharazar immergersi. Nell'attesa, il diretto interessato si tolse le braghe, unico indumento con cui era solito andare a dormire, rimanendo completamente nudo. Per riflesso si portò la mano sull'addome, tastandolo con fare incerto. Era un gesto che aveva cominciato a fare molto di frequente nei pochi giorni trascorsi da quando aveva cominciato ad allenarsi, perciò gli veniva piuttosto meccanico ripeterlo ogni volta prima di lavarsi.
La pancia c'era ancora, impossibile da nascondere o ignorare. Era morbida al tatto, tanto che i suoi polpastrelli potevano affondare senza farsi alcun male. I chili che aveva preso di recente erano tutti lì, visibili a chiunque avesse avuto modo di vederlo privo di vestiti - e non erano in pochi.
Pur essendo consapevole che era ancora poco il tempo che era passato da quando aveva iniziato a lavorare sulla sua forma fisica, Tharazar riusciva già a percepire un miglioramento. La sua pancia gli sembrava meno gonfia e semplicemente morbida. Sperava solo che non fosse una sua stupida illusione per convincersi di non stare sprecando il suo tempo e le sue forze.
Un altro brontolio da parte del suo stomaco riempì il silenzio che regnava sovrano nella stanza, la quale parve amplificarlo con una sorta di effetto eco che diede ancora più sui nervi al Mezzorco.
Quest'ultimo si diede un pizzicotto sulla trippa in un momento di rabbia per poi abbandonare la sua auto analisi e tornare a controllare a che punto era la vasca.
«Dovresti davvero prendere in considerazione l'idea di rimandare l'abolizione dello spuntino notturno...» intervenne Themis con un tono che voleva essere comprensivo e di supporto.
Il suo interlocutore sbatté indignato un palmo sul bordo in ceramica. Senza aspettare che fosse pronta né assicurarsi che fosse alla temperatura corretta, scavalcò il margine e si lasciò cadere sul fondo di peso.
Rabbrividì palesemente ma non si mosse, osservando con astio l'immagine distorta della sua pancia attraverso la superficie agitata dell'acqua.
«Prima tutti a dirmi che mangio in modo scorretto... e ora cerchi di farmi tornare indietro? Non se ne parla nemmeno!» sbottò indignato mentre con le mani iniziava a tracciare a mezz'aria una serie di segni.
Mormorò sommessamente delle parole incomprensibili e la temperatura dell'acqua si alzò sensibilmente, strappandogli un debole gemito di sollievo. Si rilassò contro la parete della vasca, scomparendo sotto la superficie fino a lasciare fuori solamente fronte, occhi e naso.
«Non ti sto incoraggiando a tornare indietro, ma se hai bisogno di mangiare a metà nottata perché altrimenti ti riduci in questo stato pietoso... devi farlo» Themis riprese il discorso telepaticamente, decisa a farlo ragionare.
Ammirava la sua incrollabile dedizione alla "causa", ma non trovava motivo alcuno per cui le restrizioni dovessero trasformarsi in un castigo.
«Sono quattro notti che ti svegli e a fatica riesci a riaddormentarti. Non puoi andare avanti così ancora per molto... non fare il cocciuto».
Tharazar sollevò la testa, e il morbido ciuffo di capelli neri ora fradicio gli ricadde sulla fronte, arrivando a coprirgli quasi del tutto gli occhi.
«Se riprendo a fare merenda a mezzanotte, poi inizierò a fare "eccezioni" anche durante il giorno... fino a tornare al punto di partenza!» sbuffò, senza neanche preoccuparsi di spostare i capelli dal viso. In fin dei conti, il suo liuto parlava con lui telepaticamente e non aveva occhi che dovesse fissare durante le loro conversazioni.
«Questa è un'eccezione giustificata! E comunque non serve che tu mangi chissà che piatto complicato. Puoi farti un'insalata. È talmente semplice e dietetica che non dovrebbe crearti alcun senso di colpa mangiarla...» insistette Themis.
Tharazar emise un verso di stizza e si appoggiò col capo sul bordo della vasca.
«Non ci penso nemmeno a ingurgitare altra insalata anche fuori dai pasti...! Non sa di niente e non mi riempie affatto... probabilmente è per colpa di quella che la notte continuo ad avere fame...» si lamentò, le guance arrossate un po’ per l'irritazione e un po’ per l’acqua calda.
Il suo stomaco brontolò ancora, come a volerlo deridere per la sua condizione, e Tharazar si immerse del tutto, rimanendo in apnea poco sotto il pelo dell'acqua per qualche momento.
Themis tacque per diversi secondi prima di proporre: «Visto che ti lamenti che non ti riempie... e che mangi solo quella in tutta la notte... potresti condirla con qualcosa di un po' meno leggero e che ti soddisfi un po' di più...».
Il Mezzorco riemerse con uno scatto, rischiando di far traboccare l'acqua sul pavimento, per poi tornare ad immergersi solo fino al naso. Iniziò a soffiare appena sotto la superficie, producendo una raffica di bollicine.
«Davvero potrei farlo...?» chiese dopo un poco di tempo, in tono sommesso e palesemente esitante. Sembrava riporre una grande aspettativa in quella possibilità.
«Non vedo perché no» gli rispose Themis «Non serve che sia per forza qualcosa di unto e grasso, basta che sia del condimento che ti renda meno disgustosa la prospettiva di mangiare altra insalata».
«Ma non c'è nessuno ora in cucina... e io non so preparare niente...» brontolò Tharazar, appoggiandosi con entrambe le braccia sul bordo della vasca - e stavolta dell'acqua finì inevitabilmente sul pavimento.
«Se non sbaglio tu sei in grado di usare la magia... e guarda caso quel trucchetto che usi spesso per riscaldare in fretta l'acqua può anche servire per condire il cibo» gli fece presente il liuto.
Tharazar rimase in attonito silenzio per alcuni secondi, poi sgranò gli occhi azzurri e si raddrizzò bruscamente nella vasca nel realizzare che se evocava del condimento con la magia non doveva per forza essere qualcosa che violava la sua dieta. La magia poteva consentirgli di rendere quel rivoltante contorno verde e insapore qualcosa di quantomeno accettabile senza dover per forza accompagnarlo con cibi più pesanti e controproducenti per il suo attuale regime alimentare.
«Themis sei un genio!» esultò, tirandosi indietro il ciuffo appiattito sulla fronte. Balzò in piedi nella vasca colto da un improvviso eccesso di euforia, proiettando spruzzi d'acqua un po' ovunque. Il suo vizio di lavarsi in continuazione l'aveva reso abile nel muoversi nella vasca senza rischiare di cadere e rompersi l'osso del collo. Una vera fortuna considerato che con quei movimenti bruschi chiunque altro sarebbe finito - nella migliore delle ipotesi - di nuovo col culo sommerso.
Sgusciò fuori dalla vasca e si avvolse in un largo accappatoio che chiuse quasi per finta, giusto per coprire i gioielli, quindi prese Themis e si diresse verso la porta del bagno.
«Dove vai ancora fradicio?! Ti prenderai un accidente così...!» lo rimproverò il liuto.
«A mangiare...!» rispose lui con un moto quasi di liberazione, spalancando la porta e uscendo alla velocità della luce.
Lasciò Themis dove l'aveva raccolta e si diresse silenziosamente verso l'uscita della sua stanza. A dispetto della sua mole considerevole, era in grado di muoversi con l'agilità e la grazia di una creatura di stazza molto più esile della sua. Senza produrre il minimo rumore, uscì in corridoio e lo percorse tutto fino alle scale.
A quell'ora presso il Maniero Teschioditroll non c'era anima viva in giro. Con Ivellios e Eireen - i due compagni di avventure di Tharazar - attualmente fuori città, durante la notte lui e Ziraj rimanevano del tutto soli nell'edificio. Almeno le proteste del suo stomaco non rischiavano di svegliare nessuno.
Scese le scale che conducevano alla sala della locanda al piano terra ed aprì la porticina, accostandola dietro di sé per poi sgattaiolare attraverso il locale in direzione della cucina. Da quando aveva iniziato ad allenarsi e ad aver bisogno di andare a dormire presto, a chiudere la locanda a notte inoltrata ci pensavano i colleghi di Ziraj del turno serale. Tharazar si fidava di loro e siccome sapeva di non essere molto indicato come capo unico di un posto del genere - più che altro per mancanza sua di preparazione in merito alla gestione di un locale - lasciava che i suoi sottoposti lo aiutassero a mandare avanti il tutto in attesa che Ivellios e Eireen tornassero.
La porta della cucina era aperta, come sempre, e Tharazar la varcò con una punta di emozione al pensiero di poter risolvere il suo assillante e fastidiosissimo impulso a mangiare durante la notte. Se davvero il suggerimento di Themis lo avesse aiutato a risolvere il problema, avrebbe smesso di sentirsi sfinito anche appena alzato.
Mai come allora era contento di possedere la sua Scurovisione. Anche se non riusciva a distinguere a tutti gli effetti i colori, l'importante era che riuscisse a muoversi tenendo le luci spente.
La cucina era enorme, con molti piani che normalmente erano utilizzati dai cuochi per sistemare i piatti in fase di preparazione, un grosso camino che veniva utilizzato per cucinare le pietanze calde e una specie di cella mantenuta magicamente a basse temperature per conservare le provviste. In un angolo si trovava anche l'accesso alla cantina, in cui tenevano le scorte di vino - che da giorni non toccava, da bravo Mezzorco a dieta che era.
Attraversò la stanza verso la cella frigorifera, l'aprì e si infilò dentro. Immediatamente si pentì di essere sceso in accappatoio e ancora bagnato: il gelo magico della dispensa gli fece accapponare la pelle, mettendogli al tempo stesso una gran fretta nel recuperare ciò che gli serviva.
Ignorò i generosi e invitanti tagli di carne cruda appesi a grossi ganci metallici lungo una parete, le cassette piene di ghiaccio e di vari tipi di pesce e i barili pieni di patate per dirigersi verso gli scaffali che si trovavano sul fondo, pieni di verdure, salumi e uova.
Data la sua nuova dieta a base prevalentemente di verdure, l'approvvigionamento delle riserve di cibo era stato modificato in favore di ciò che doveva consumare maggiormente; infatti non gli fu difficile individuare i cespugli d'insalata, poiché ce ne erano circa quattro cassette piene.
Lesto ne afferrò uno, poi prese un grosso pomodoro rotondo dalla cima della cassetta apposita e batté in ritirata più veloce che poté.
Anche se non aveva molta simpatia per gli ortaggi che adesso era costretto a mangiare al posto di patate arrostite o fritte - il suo contorno preferito in assoluto - aveva scoperto di gradire maggiormente l'insalata con i pomodori piuttosto che quella mangiata da sola.
Si chiuse alle spalle la porta della dispensa e ci si appoggiò contro tirando un immenso sospiro di sollievo. Gli tremavano ancora un poco le gambe nude per il freddo, ma era sicuro che stando a temperatura ambiente si sarebbe ripreso in fretta.
Adesso la sua attenzione era tutta rivolta a ciò che stava per sperimentare. Pur non avendo mai avuto alcuna inclinazione per l'arte culinaria - aveva sempre prediletto l'essere una buona forchetta all'essere uno chef - doveva ammettere di nutrire un notevole entusiasmo.
Mise su un tavolo le verdure, quindi procedette a setacciare le credenze in cerca di una ciotola, un coltello e una forchetta. Pur essendo la sua locanda, erano pochissime le occasioni in cui si era avventurato lì dentro, per cui non sapeva dove si trovassero gli utensili.
Gli occorsero alcuni minuti ma alla fine riuscì a raccogliere l'occorrente. Strappò le foglie d'insalata grossolanamente e le mise nella ciotola, quindi tagliò il pomodoro, riuscendo nell'epica impresa di non affettarsi anche le dita. Mescolò il tutto e poi si preparò a tentare la Prestidigitazione di un condimento.
Ne aveva assaggiati moltissimi nel corso della sua non così lunga vita, per cui aveva solo l'imbarazzo della scelta in merito al sapore. Considerato il sapore piatto e poco corposo - almeno per i suoi standard - voleva qualcosa che gli desse un po' di pepe. Rifletté per un po' sulla scelta, vagliando varie opzioni, per poi scegliere per un tipo di salsa che aveva sperimentato una volta soltanto come accompagnamento ad uno squisito piatto di costine. Se lo ricordava bene perché dopo il primo morso aveva deciso di accantonare la salsa e procedere ad assaporare il piatto da solo: era stata una combinazione talmente intensa per il suo palato da mascherare quasi del tutto il sapore del resto.
Prendendosi un momento per concentrarsi sul ricordo, riuscì a rammentarsi che la salsa era biancastra ed aveva un gusto molto marcato di senape e di pepe.
Si focalizzò sulla sua ciotola di insalata. Non aveva una chiara idea di come la Prestidigitazione di un condimento dovesse avvenire, quindi si limitò a fare come quando evocava i suoi onnipresenti glitter dorati: pensò a ciò che doveva creare e schioccò le dita.
Percepì il crepitio della magia sul dorso della mano ma nell'immediato gli sembrò che non fosse cambiato niente. Speranzoso, impugnò la forchetta e iniziò a rimestare le foglie di insalata. Sobbalzò sentendo che c'era qualcosa di denso nel mezzo che pareva opporre resistenza e senza indugiare oltre infilzò delle foglie e se le infilò in bocca.
Il sapore di pepe e senape esplose sulle sue papille gustative benché non ci fosse molta salsa, rendendogli il boccone di insalata il più buono che avesse mai assaggiato.
Mugugnò in preda all'estasi, incapace di trattenersi. Erano trascorsi solo pochi giorni dacché aveva iniziato la dieta e già sentiva una mancanza terribile delle pietanze saporite, unte e abbondanti. Che fosse approdato ad un qualche compromesso accettabile tra il suo imprescindibile bisogno di avere piatti saporiti e la necessità che questi fossero salutari ed equilibrati...?
Prese a mangiare con maggiore foga, lasciandosi trasportare dall'appetito. Si avvicinò la ciotola alla bocca per portarsi il cibo direttamente alle fauci spalancate.
Era buono, nonostante fosse insalata. E il suo stomaco vuoto era finalmente soddisfatto.
«Potrò dormire… finalmente!» constatò tra sé e sé emozionato, cercando di rallentare nell’ingurgitare il suo spuntino per cercare di assaporarlo e goderselo al meglio, non fosse mai che mangiando troppo in fretta dopo poco tornasse a sentire i morsi della fame.
Avrebbe dovuto dire a Ziraj che aveva bisogno di mangiare durante la notte, e anche ai cuochi. Si sarebbe organizzato per le notti a venire in modo da non dover scendere sempre a mangiare in cucina. L’avrebbe mangiata in camera, magari prima di andare a dormire, in modo da potersi fare in santa pace le sue ore di sonno fino al mattino.
Da quando aveva iniziato la dieta, era la prima volta che si sentiva bene mangiando dell’insalata.
Rating: Verde
Genere: Comico, Generale, Slice of Life
Personaggi: Tharazar (OC!Mezzorco Bardo), Themis
Wordcount: 3026 (wordcounter)
Timeline: Ambientata poco dopo questa.
Note: Gen
«Provo a fare un bagno… forse mi aiuterà a conciliarmi il sonno...» bofonchiò stanco, rivolgendo senza problemi lo sguardo verso Themis. Grazie alla sua Scurovisione riusciva a vedere bene l’interno della sua camera da letto anche senza l’utilizzo di luci.
«Dubito che un bagno possa farti passare l’appetito… e tu hai bisogno di mangiare, adesso» commentò Themis di nuovo.
Il suo interlocutore serrò la presa sulla maniglia e digrignò i denti all’ennesimo gorgoglio.
«Non voglio cedere. Ho iniziato la dieta solo pochi giorni fa» brontolò, cercando suo malgrado di mantenere basso il tono di voce.
L’ennesimo insopportabile brontolio di stomaco, impossibile da sopprimere e da ignorare. Tharazar, disteso supino sotto le coperte, fissava il soffitto con l’espressione rassegnata e infastidita di qualcuno che era costretto a subire qualcosa contro la sua volontà senza poterlo impedire.
I suoi occhi erano cerchiati di scuro a causa dei problemi che aveva ad adattarsi alla dieta: il suo corpo si era abituato all’introduzione di cibo quasi continua durante il giorno e ad uno spuntino attorno alla mezzanotte quasi ogni notte. Da quando aveva iniziato ad allenarsi e a prestare più attenzione alla qualità e alla quantità di ciò che mangiava, aveva iniziato ad avere attacchi improvvisi di fame ad orari intermedi tra i pasti che si rifiutava di soddisfare. Durante il giorno aveva modo e modo di distrarsi dalla cosa; tutt’altro conto era cercare di distogliere l’attenzione del suo stomaco dalla mancanza dello spuntino di mezzanotte. Con l’allenamento, il suo corpo consumava talmente tante energie da imporgli di andare a dormire ore in anticipo sui suoi normali orari; tuttavia, ogni volta a mezzanotte o poco più veniva svegliato dal suo stomaco che brontolava. Perché riuscisse a riprendere sonno gli serviva veramente tanto tempo considerando il fatto che non aveva intenzione di cedere alla tentazione.
Adesso però era il quarto giorno di seguito che succedeva e la sua risolutezza iniziava a fiaccarsi.
La sua allieva Ziraj, che dormiva di fianco a lui, pareva del tutto ignara della faccenda e profondamente assopita, come tutte le altre notti.
Lo stomaco del Mezzorco si fece sentire ancora, al che il diretto interessato sgusciò da sotto le lenzuola con un mezzo ringhio e si diresse verso il bagno.
«Tharazar…? Dove vai?».
A domandarlo fu la voce telepatica di Themis. Il liuto senziente era appoggiato vicino all’armadio e pareva essersi accorta di lui. Tharazar si era chiesto molte volte se l’entità al suo interno fosse in grado di dormire, ma non aveva mai avuto occasione per chiederglielo.
Il Mezzorco si fermò sulla soglia del bagno con un sospiro.
«Provo a fare un bagno… forse mi aiuterà a conciliarmi il sonno...» bofonchiò stanco, rivolgendo senza problemi lo sguardo verso Themis. Grazie alla sua Scurovisione riusciva a vedere bene l’interno della sua camera da letto anche senza l’utilizzo di luci.
«Dubito che un bagno possa farti passare l’appetito… e tu hai bisogno di mangiare, adesso» commentò Themis di nuovo.
Il suo interlocutore serrò la presa sulla maniglia e digrignò i denti all’ennesimo gorgoglio.
«Non voglio cedere. Ho iniziato la dieta solo pochi giorni fa» brontolò, cercando suo malgrado di mantenere basso il tono di voce.
Era riuscito a vincere l’iniziale e apparentemente insormontabile ostacolo della sua ridicola resistenza fisica alla corsa, non si sarebbe arreso sicuramente dinanzi alla sua incapacità di rimanere a digiuno per l’intera notte.
Percepì quello che pareva a tutti gli effetti un sospiro da parte di Themis, anche se lo produsse nella sua mente.
«Vuoi che ti faccia compagnia mentre ti lavi? Almeno per distrarti dai tuoi… disturbi...» suggerì il liuto.
Tharazar ci pensò su per un istante e poi si allungò a prendere lo strumento.
«Parlare con qualcuno differente da me stesso… forse mi aiuterà...» ammise mesto, entrando in bagno.
Appoggiò Themis vicino alla vasca mentre la riempiva d’acqua. Il bagno era piuttosto spazioso data la grandezza della villa in cui risiedeva, ma il liuto fu messo molto vicino alla grande vasca in cui il Mezzorco era solito trascorrere molto più tempo durante la giornata di quanto quelli della sua razza normalmente dedicassero alla cura della propria persona nell’arco di tutta la loro vita.
Ci vollero diversi minuti affinché l'acqua raggiungesse una quantità sufficiente a permettere a Tharazar immergersi. Nell'attesa, il diretto interessato si tolse le braghe, unico indumento con cui era solito andare a dormire, rimanendo completamente nudo. Per riflesso si portò la mano sull'addome, tastandolo con fare incerto. Era un gesto che aveva cominciato a fare molto di frequente nei pochi giorni trascorsi da quando aveva cominciato ad allenarsi, perciò gli veniva piuttosto meccanico ripeterlo ogni volta prima di lavarsi.
La pancia c'era ancora, impossibile da nascondere o ignorare. Era morbida al tatto, tanto che i suoi polpastrelli potevano affondare senza farsi alcun male. I chili che aveva preso di recente erano tutti lì, visibili a chiunque avesse avuto modo di vederlo privo di vestiti - e non erano in pochi.
Pur essendo consapevole che era ancora poco il tempo che era passato da quando aveva iniziato a lavorare sulla sua forma fisica, Tharazar riusciva già a percepire un miglioramento. La sua pancia gli sembrava meno gonfia e semplicemente morbida. Sperava solo che non fosse una sua stupida illusione per convincersi di non stare sprecando il suo tempo e le sue forze.
Un altro brontolio da parte del suo stomaco riempì il silenzio che regnava sovrano nella stanza, la quale parve amplificarlo con una sorta di effetto eco che diede ancora più sui nervi al Mezzorco.
Quest'ultimo si diede un pizzicotto sulla trippa in un momento di rabbia per poi abbandonare la sua auto analisi e tornare a controllare a che punto era la vasca.
«Dovresti davvero prendere in considerazione l'idea di rimandare l'abolizione dello spuntino notturno...» intervenne Themis con un tono che voleva essere comprensivo e di supporto.
Il suo interlocutore sbatté indignato un palmo sul bordo in ceramica. Senza aspettare che fosse pronta né assicurarsi che fosse alla temperatura corretta, scavalcò il margine e si lasciò cadere sul fondo di peso.
Rabbrividì palesemente ma non si mosse, osservando con astio l'immagine distorta della sua pancia attraverso la superficie agitata dell'acqua.
«Prima tutti a dirmi che mangio in modo scorretto... e ora cerchi di farmi tornare indietro? Non se ne parla nemmeno!» sbottò indignato mentre con le mani iniziava a tracciare a mezz'aria una serie di segni.
Mormorò sommessamente delle parole incomprensibili e la temperatura dell'acqua si alzò sensibilmente, strappandogli un debole gemito di sollievo. Si rilassò contro la parete della vasca, scomparendo sotto la superficie fino a lasciare fuori solamente fronte, occhi e naso.
«Non ti sto incoraggiando a tornare indietro, ma se hai bisogno di mangiare a metà nottata perché altrimenti ti riduci in questo stato pietoso... devi farlo» Themis riprese il discorso telepaticamente, decisa a farlo ragionare.
Ammirava la sua incrollabile dedizione alla "causa", ma non trovava motivo alcuno per cui le restrizioni dovessero trasformarsi in un castigo.
«Sono quattro notti che ti svegli e a fatica riesci a riaddormentarti. Non puoi andare avanti così ancora per molto... non fare il cocciuto».
Tharazar sollevò la testa, e il morbido ciuffo di capelli neri ora fradicio gli ricadde sulla fronte, arrivando a coprirgli quasi del tutto gli occhi.
«Se riprendo a fare merenda a mezzanotte, poi inizierò a fare "eccezioni" anche durante il giorno... fino a tornare al punto di partenza!» sbuffò, senza neanche preoccuparsi di spostare i capelli dal viso. In fin dei conti, il suo liuto parlava con lui telepaticamente e non aveva occhi che dovesse fissare durante le loro conversazioni.
«Questa è un'eccezione giustificata! E comunque non serve che tu mangi chissà che piatto complicato. Puoi farti un'insalata. È talmente semplice e dietetica che non dovrebbe crearti alcun senso di colpa mangiarla...» insistette Themis.
Tharazar emise un verso di stizza e si appoggiò col capo sul bordo della vasca.
«Non ci penso nemmeno a ingurgitare altra insalata anche fuori dai pasti...! Non sa di niente e non mi riempie affatto... probabilmente è per colpa di quella che la notte continuo ad avere fame...» si lamentò, le guance arrossate un po’ per l'irritazione e un po’ per l’acqua calda.
Il suo stomaco brontolò ancora, come a volerlo deridere per la sua condizione, e Tharazar si immerse del tutto, rimanendo in apnea poco sotto il pelo dell'acqua per qualche momento.
Themis tacque per diversi secondi prima di proporre: «Visto che ti lamenti che non ti riempie... e che mangi solo quella in tutta la notte... potresti condirla con qualcosa di un po' meno leggero e che ti soddisfi un po' di più...».
Il Mezzorco riemerse con uno scatto, rischiando di far traboccare l'acqua sul pavimento, per poi tornare ad immergersi solo fino al naso. Iniziò a soffiare appena sotto la superficie, producendo una raffica di bollicine.
«Davvero potrei farlo...?» chiese dopo un poco di tempo, in tono sommesso e palesemente esitante. Sembrava riporre una grande aspettativa in quella possibilità.
«Non vedo perché no» gli rispose Themis «Non serve che sia per forza qualcosa di unto e grasso, basta che sia del condimento che ti renda meno disgustosa la prospettiva di mangiare altra insalata».
«Ma non c'è nessuno ora in cucina... e io non so preparare niente...» brontolò Tharazar, appoggiandosi con entrambe le braccia sul bordo della vasca - e stavolta dell'acqua finì inevitabilmente sul pavimento.
«Se non sbaglio tu sei in grado di usare la magia... e guarda caso quel trucchetto che usi spesso per riscaldare in fretta l'acqua può anche servire per condire il cibo» gli fece presente il liuto.
Tharazar rimase in attonito silenzio per alcuni secondi, poi sgranò gli occhi azzurri e si raddrizzò bruscamente nella vasca nel realizzare che se evocava del condimento con la magia non doveva per forza essere qualcosa che violava la sua dieta. La magia poteva consentirgli di rendere quel rivoltante contorno verde e insapore qualcosa di quantomeno accettabile senza dover per forza accompagnarlo con cibi più pesanti e controproducenti per il suo attuale regime alimentare.
«Themis sei un genio!» esultò, tirandosi indietro il ciuffo appiattito sulla fronte. Balzò in piedi nella vasca colto da un improvviso eccesso di euforia, proiettando spruzzi d'acqua un po' ovunque. Il suo vizio di lavarsi in continuazione l'aveva reso abile nel muoversi nella vasca senza rischiare di cadere e rompersi l'osso del collo. Una vera fortuna considerato che con quei movimenti bruschi chiunque altro sarebbe finito - nella migliore delle ipotesi - di nuovo col culo sommerso.
Sgusciò fuori dalla vasca e si avvolse in un largo accappatoio che chiuse quasi per finta, giusto per coprire i gioielli, quindi prese Themis e si diresse verso la porta del bagno.
«Dove vai ancora fradicio?! Ti prenderai un accidente così...!» lo rimproverò il liuto.
«A mangiare...!» rispose lui con un moto quasi di liberazione, spalancando la porta e uscendo alla velocità della luce.
Lasciò Themis dove l'aveva raccolta e si diresse silenziosamente verso l'uscita della sua stanza. A dispetto della sua mole considerevole, era in grado di muoversi con l'agilità e la grazia di una creatura di stazza molto più esile della sua. Senza produrre il minimo rumore, uscì in corridoio e lo percorse tutto fino alle scale.
A quell'ora presso il Maniero Teschioditroll non c'era anima viva in giro. Con Ivellios e Eireen - i due compagni di avventure di Tharazar - attualmente fuori città, durante la notte lui e Ziraj rimanevano del tutto soli nell'edificio. Almeno le proteste del suo stomaco non rischiavano di svegliare nessuno.
Scese le scale che conducevano alla sala della locanda al piano terra ed aprì la porticina, accostandola dietro di sé per poi sgattaiolare attraverso il locale in direzione della cucina. Da quando aveva iniziato ad allenarsi e ad aver bisogno di andare a dormire presto, a chiudere la locanda a notte inoltrata ci pensavano i colleghi di Ziraj del turno serale. Tharazar si fidava di loro e siccome sapeva di non essere molto indicato come capo unico di un posto del genere - più che altro per mancanza sua di preparazione in merito alla gestione di un locale - lasciava che i suoi sottoposti lo aiutassero a mandare avanti il tutto in attesa che Ivellios e Eireen tornassero.
La porta della cucina era aperta, come sempre, e Tharazar la varcò con una punta di emozione al pensiero di poter risolvere il suo assillante e fastidiosissimo impulso a mangiare durante la notte. Se davvero il suggerimento di Themis lo avesse aiutato a risolvere il problema, avrebbe smesso di sentirsi sfinito anche appena alzato.
Mai come allora era contento di possedere la sua Scurovisione. Anche se non riusciva a distinguere a tutti gli effetti i colori, l'importante era che riuscisse a muoversi tenendo le luci spente.
La cucina era enorme, con molti piani che normalmente erano utilizzati dai cuochi per sistemare i piatti in fase di preparazione, un grosso camino che veniva utilizzato per cucinare le pietanze calde e una specie di cella mantenuta magicamente a basse temperature per conservare le provviste. In un angolo si trovava anche l'accesso alla cantina, in cui tenevano le scorte di vino - che da giorni non toccava, da bravo Mezzorco a dieta che era.
Attraversò la stanza verso la cella frigorifera, l'aprì e si infilò dentro. Immediatamente si pentì di essere sceso in accappatoio e ancora bagnato: il gelo magico della dispensa gli fece accapponare la pelle, mettendogli al tempo stesso una gran fretta nel recuperare ciò che gli serviva.
Ignorò i generosi e invitanti tagli di carne cruda appesi a grossi ganci metallici lungo una parete, le cassette piene di ghiaccio e di vari tipi di pesce e i barili pieni di patate per dirigersi verso gli scaffali che si trovavano sul fondo, pieni di verdure, salumi e uova.
Data la sua nuova dieta a base prevalentemente di verdure, l'approvvigionamento delle riserve di cibo era stato modificato in favore di ciò che doveva consumare maggiormente; infatti non gli fu difficile individuare i cespugli d'insalata, poiché ce ne erano circa quattro cassette piene.
Lesto ne afferrò uno, poi prese un grosso pomodoro rotondo dalla cima della cassetta apposita e batté in ritirata più veloce che poté.
Anche se non aveva molta simpatia per gli ortaggi che adesso era costretto a mangiare al posto di patate arrostite o fritte - il suo contorno preferito in assoluto - aveva scoperto di gradire maggiormente l'insalata con i pomodori piuttosto che quella mangiata da sola.
Si chiuse alle spalle la porta della dispensa e ci si appoggiò contro tirando un immenso sospiro di sollievo. Gli tremavano ancora un poco le gambe nude per il freddo, ma era sicuro che stando a temperatura ambiente si sarebbe ripreso in fretta.
Adesso la sua attenzione era tutta rivolta a ciò che stava per sperimentare. Pur non avendo mai avuto alcuna inclinazione per l'arte culinaria - aveva sempre prediletto l'essere una buona forchetta all'essere uno chef - doveva ammettere di nutrire un notevole entusiasmo.
Mise su un tavolo le verdure, quindi procedette a setacciare le credenze in cerca di una ciotola, un coltello e una forchetta. Pur essendo la sua locanda, erano pochissime le occasioni in cui si era avventurato lì dentro, per cui non sapeva dove si trovassero gli utensili.
Gli occorsero alcuni minuti ma alla fine riuscì a raccogliere l'occorrente. Strappò le foglie d'insalata grossolanamente e le mise nella ciotola, quindi tagliò il pomodoro, riuscendo nell'epica impresa di non affettarsi anche le dita. Mescolò il tutto e poi si preparò a tentare la Prestidigitazione di un condimento.
Ne aveva assaggiati moltissimi nel corso della sua non così lunga vita, per cui aveva solo l'imbarazzo della scelta in merito al sapore. Considerato il sapore piatto e poco corposo - almeno per i suoi standard - voleva qualcosa che gli desse un po' di pepe. Rifletté per un po' sulla scelta, vagliando varie opzioni, per poi scegliere per un tipo di salsa che aveva sperimentato una volta soltanto come accompagnamento ad uno squisito piatto di costine. Se lo ricordava bene perché dopo il primo morso aveva deciso di accantonare la salsa e procedere ad assaporare il piatto da solo: era stata una combinazione talmente intensa per il suo palato da mascherare quasi del tutto il sapore del resto.
Prendendosi un momento per concentrarsi sul ricordo, riuscì a rammentarsi che la salsa era biancastra ed aveva un gusto molto marcato di senape e di pepe.
Si focalizzò sulla sua ciotola di insalata. Non aveva una chiara idea di come la Prestidigitazione di un condimento dovesse avvenire, quindi si limitò a fare come quando evocava i suoi onnipresenti glitter dorati: pensò a ciò che doveva creare e schioccò le dita.
Percepì il crepitio della magia sul dorso della mano ma nell'immediato gli sembrò che non fosse cambiato niente. Speranzoso, impugnò la forchetta e iniziò a rimestare le foglie di insalata. Sobbalzò sentendo che c'era qualcosa di denso nel mezzo che pareva opporre resistenza e senza indugiare oltre infilzò delle foglie e se le infilò in bocca.
Il sapore di pepe e senape esplose sulle sue papille gustative benché non ci fosse molta salsa, rendendogli il boccone di insalata il più buono che avesse mai assaggiato.
Mugugnò in preda all'estasi, incapace di trattenersi. Erano trascorsi solo pochi giorni dacché aveva iniziato la dieta e già sentiva una mancanza terribile delle pietanze saporite, unte e abbondanti. Che fosse approdato ad un qualche compromesso accettabile tra il suo imprescindibile bisogno di avere piatti saporiti e la necessità che questi fossero salutari ed equilibrati...?
Prese a mangiare con maggiore foga, lasciandosi trasportare dall'appetito. Si avvicinò la ciotola alla bocca per portarsi il cibo direttamente alle fauci spalancate.
Era buono, nonostante fosse insalata. E il suo stomaco vuoto era finalmente soddisfatto.
«Potrò dormire… finalmente!» constatò tra sé e sé emozionato, cercando di rallentare nell’ingurgitare il suo spuntino per cercare di assaporarlo e goderselo al meglio, non fosse mai che mangiando troppo in fretta dopo poco tornasse a sentire i morsi della fame.
Avrebbe dovuto dire a Ziraj che aveva bisogno di mangiare durante la notte, e anche ai cuochi. Si sarebbe organizzato per le notti a venire in modo da non dover scendere sempre a mangiare in cucina. L’avrebbe mangiata in camera, magari prima di andare a dormire, in modo da potersi fare in santa pace le sue ore di sonno fino al mattino.
Da quando aveva iniziato la dieta, era la prima volta che si sentiva bene mangiando dell’insalata.