fiamma_drakon: (Flandre_Scarlet)
[personal profile] fiamma_drakon
Titolo: Vodka al posto dell'anestetico
Rating: Rosso
Genere: Erotico
Personaggi: Franken Stein, Spirit Albarn
Wordcount: 2166 ([livejournal.com profile] fiumidiparole)
Prompt: 25 Senses: Taste / 013. Iced Vodka @ [livejournal.com profile] kinks_pervs
Note: Lemon, Yaoi
Adesso non si accontentava più di averlo alla propria mercé ogni notte, senza la minima possibilità che protestasse. Ora persino lavorare con la sicurezza che la sua cavia non cominciasse a gridare o a divincolarsi mentre lui stava operando - magari proprio nel momento in cui le stava diligentemente dilaniando la pelle col suo amato bisturi - non lo soddisfava più.
Stein sorrise macabro ed eccitato all'idea di dissezionare il corpo della sua malcapitata vittima, ormai divenuta "cliente abituale".



Adesso non si accontentava più di averlo alla propria mercé ogni notte, senza la minima possibilità che protestasse. Ora persino lavorare con la sicurezza che la sua cavia non cominciasse a gridare o a divincolarsi mentre lui stava operando - magari proprio nel momento in cui le stava diligentemente dilaniando la pelle col suo amato bisturi - non lo soddisfava più.
Stein sorrise macabro ed eccitato all'idea di dissezionare il corpo della sua malcapitata vittima, ormai divenuta "cliente abituale".
Il forte odore di alcol che saturava l'intera stanza si mescolava a quello del tabacco creando una miscela poco piacevole che però al dottore non pareva arrecare il minimo fastidio, anche se la sua indifferenza era probabilmente dovuta all’incondizionata attenzione che rivolgeva alla sua occupazione e sottraeva a tutto il resto.
«Quanto manca ancora...?» biascicò il soggetto preferito dei suoi esperimenti, portando stancamente gli occhi verso di lui, tirando un po' su la testa e aggrappandosi con maggior forza alle spalle dello scienziato.
Il ghigno di quest'ultimo assunse connotati che definire solamente folli era eufemistico.
«Siamo quasi arrivati... Spirit» rispose Stein lugubre.
Spirit singhiozzò e scosse il bicchiere che stringeva più o meno saldamente con la mano che non usava per aggrapparsi alle solide spalle del suo ex meister, facendo tintinnare i cubetti di ghiaccio all'interno.
Parve non accorgersi minimamente del tono poco simpatico che il suo ex partner aveva usato e non c'era da stupirsene: Stein gli aveva offerto della vodka ghiacciata e con la scusa di bere qualcosa insieme aveva finito col farlo ubriacare.
Adesso, grazie alla sua trovata, Spirit era diventato un interessante oggetto di dissezione da utilizzare in fase di semi-coscienza di sé.
Non aveva mai dissezionato una persona sbronza di brutto e doveva ammettere che l'idea lo stuzzicava alquanto.
La falce rise e tracannò tutto d'un fiato il resto della vodka che gli rimaneva nel bicchiere.
Il dottore aprì la porta del suo laboratorio ed avanzò all'interno verso il lettino situato al centro e lì fece sedere l'Albarn, che sembrava essere molto più euforico del solito.
«Stein... posso dormire...?» chiese in un mormorio quasi incomprensibile, sdraiandosi sul letto operatorio.
Considerato che genere di effetti aveva la vodka sulla sua cavia preferita, lo scienziato prese in considerazione l'idea di addormentarlo con quella anziché aspettare che lo facesse da solo. Era più facile, veloce e anche divertente.
Comunque, in quel momento lo voleva semicosciente, non addormentato.
«No, ancora non puoi» sentenziò, avvicinandosi a lui armato di bisturi.
Spirit aveva le guance infiammate per l'accaloramento dovuto all'alcol e gli occhi socchiusi, in atto di chiudersi definitivamente.
«Ma dai... sono stanco...» si lamentò.
Stein gli tolse la giacca e gli sbottonò la camicia, gettando tutto al suolo come fossero cenci sporchi e rattoppati.
Spirit, rimasto a torso nudo, rabbrividì e fissò con sguardo confuso lo scienziato.
«Stein... che cosa vuoi fare con quello...?» domandò in un sussurrò tremulo, guardando il bisturi.
«Non te ne preoccupare...» lo rassicurò spiccio l'altro.
Albarn tremò.
«Fa... freddo...».
Guardando il suo ex meister, l’arma si sporse verso di lui e lo baciò d’istinto sulle labbra, facendo cadere il mozzicone di sigaretta che pendeva da un angolo della bocca del dottore, colto alla sprovvista da tanta incosciente audacia.
«... freddo...» mormorò il rosso a fior di labbra. Una zaffata di vodka riempì le narici dello scienziato, che sorresse il capo dell'altro in modo che potesse baciarlo.
Con la mano libera, invece, stava cercando il punto migliore dove cominciare a tagliare.
«Stein... mi sei mancato...» disse la Death Scythe all'improvviso, staccandosi da lui e ripiombando sul lettino.
Da freddo tutto d'un tratto cominciò a sentire caldo.
Il professore lo fissò dall'alto: era stato il suo partner ed il suo soggetto per gli esperimenti e adesso giaceva di nuovo su quello stesso lettino, ma semicosciente, ubriaco.
La falce della morte mise mano ai pantaloni, cominciando a slacciarli ed abbassarli con lunghi respiri affannati e le guance che diventavano sempre più rosse.
Di che cosa gli stesse passando per la testa, Stein non ne aveva la più pallida idea. Sapeva solamente che non sembrava avere intenzioni... pulite.
«Non possiamo...?» domandò in un soffio, allungando una mano verso la maglia dello scienziato, afferrandola e stringendola tra le dita tremanti.
Stein strinse la vite che aveva piantata nel cranio.
Si chinò sopra di lui, intrappolandolo sotto di sé con le braccia, sussurrando un malevolo: «Abbiamo da fare...».
«Ma... non lo facciamo da... tanto tempo...» obiettò debolmente l'altro.
Stein ricordò all'istante a cosa stesse alludendo. Era successo una volta soltanto, nel primo periodo della loro cooperazione come arma e meister.
Una notte in cui nessuno dei due riusciva a dormire l'avevano fatto. Avevano provato a fare sesso insieme.
Era stato eccitante, in un certo senso e Stein l'aveva trovato piacevole, differentemente da Spirit, che ne era rimasto semplicemente estasiato.
Dopo quella volta non avevano più avuto occasione per farlo.
Il dottore rimase a fissarlo con il bisturi ben stretto in una mano, senza riuscire a decidere se assecondarlo o meno.
La voglia di dissezionarlo ed esaminarne le interiora era allettante ed era il motivo principale per cui era lì. Lui voleva sezionarlo, ma il fatto che Spirit si stesse togliendo i pantaloni gli faceva pensare che fosse intenzionato a fare tutt’altro. In poche parole, rovinare i suoi piani.
«Dai...» sussurrò l’arma, puntellandosi malamente sui gomiti e guardandolo supplicante, gli occhi lucidi e lo sguardo appannato per la sbronza.
Gli posò le mani sulle spalle, giocherellando con il risvolto del colletto del camice, cominciando a tirarlo per sfilargli l’indumento di dosso.
Stein avrebbe voluto procedere nella sua operazione, ma avrebbe mentito a sé stesso se avesse detto che la Death Scythe in quello stato non lo affascinava anche su un piano differente da quello puramente scientifico.
«Be’...» cominciò tra sé «... nessuno mi impedisce di divertirmi un po’ con lui prima di sezionarlo. Del resto... la notte è ancora lunga...» constatò con logica ferrea e inoppugnabile.
Sull’onda di quella riflessione il professore cedette alla tentazione. Si tolse il camice, sfilandolo dalle mani tremule dell’altro; si liberò della sua canotta nera rattoppata come lui, dei pantaloni e della biancheria, rimanendo nudo nella luce asettica del neon bianco che pendeva dal soffitto proprio sopra il lettino. Il connubio tra la luce e la posizione in cui si trovava creava un gioco di luci ed ombre che rendeva la sua pelle pallida e segnata da innumerevoli cicatrici ancor più cerea, simile a quella di un cadavere.
Lo scienziato salì sul lettino operatorio, inginocchiandosi a cavallo del suo bacino con un atteggiamento vagamente possessivo: anche se non era più la sua arma, rimaneva comunque il suo soggetto sperimentale.
Dalla posizione in cui si trovava Spirit, la figura di Stein appariva in ombra, con uno scintillio pericoloso che gli brillava negli occhi.
L’Albarn sorrise ammiccante, completamente sopraffatto dall’effetto della vodka perché potesse rendersi conto delle vere intenzioni del suo ex partner non appena avessero concluso.
Stein strinse la vite nel suo cranio, mentre con l’altra mano carezzava i capelli di Spirit, che si godeva il momento ad occhi chiusi, totalmente abbandonato a lui.
Lo scienziato chinò il capo sul suo collo, baciandolo delicatamente per stuzzicarlo, prepararlo in un certo senso a ciò che sarebbe stato di lì a poco.
Alcuni ciuffi dei suoi capelli gli solleticavano la pelle e la grossa vite nella sua testa talvolta lo sfiorava, il gelido metallo a contatto con la sua pelle caldissima.
Pian piano Franken risalì la giugulare fino a trovare le labbra, alle quali si incollò con un lungo bacio appassionato, pieno di desiderio carnale.
Spirit, colto piacevolmente alla sprovvista dalla foga impetuosa del bacio, rispose con altrettanta forza, infilandogli oltretutto la lingua in bocca, ispezionando l’intero cavo orale.
La tensione erotica che gli si era accumulata dentro aveva raggiunto un livello tale da fuoriuscire.
Le sue mani scivolarono sul corpo dell’ex meister, indugiando sui punti di sutura che s’intrecciavano sul suo ventre muscoloso, scendendo poi più giù, fino all’inguine.
Stein lo lasciò trastullarsi mentre lui gli abbassava le mutande, scoprendo le sue parti più intime.
Si staccò dalle sue labbra e si erse su di lui, raddrizzando la schiena e fissandolo dall’alto quasi fosse un essere inferiore a lui.
Poggiò la propria mano sul suo membro, toccandolo ed eccitandolo.
Spirit si mise seduto e gli appoggiò la testa contro il torace, ansimando mentre gli baciava convulsamente la pelle.
Ad un tratto si distese di nuovo, girandosi bocconi, i capelli rossi che gli cadevano sul viso, appiccicandosi all’epidermide coperta di sudore.
«Stein...» biascicò, confuso, sbattendo le palpebre.
Il tono lasciava trapelare molto più di quel che il semplice nome non diceva: in ogni singola lettera era infuso uno struggente desiderio lussurioso, osceno e profondo.
Il dottore si decise a farlo e lo penetrò con decisione e forza.
Era un’eternità che non si sentiva così soddisfatto e potente come allora. L’eccitazione che lo pervadeva era simile se non identica a quella che percepiva ogni volta che sezionava qualcosa.
Spingeva col bacino a ritmo di una nenia che sentiva solamente lui, sogghignando perfido al vedere come Spirit giacesse sottomesso a lui, contorcendosi e ansimando, supplicandolo confusamente di andare più a fondo, più forte.
La voce gli usciva stentatamente dalle labbra ed ogni sillaba pareva costargli una fatica immensa per essere messa insieme ad altre.
Spirit si sentiva sul punto di esplodere per il piacere: Stein riusciva a dargli quel senso d'estasi che nessun altro gli aveva mai dato.
Il dottore aderiva alle sue natiche con tutta l'area del bacino, mantenendosi però in posizione eretta appoggiando le mani sulla sua schiena. Niente baci o abbracci o altre dimostrazioni d'affetto: il meister non era tipo da dispensare quel genere di cose come se niente fosse.
Il dottore venne dentro l'arma dopo solo una decina di minuti: l'eccitazione di duplice natura che gli era montata dentro gli aveva dato una spinta in più per raggiungere più velocemente l'orgasmo.
La Death Scythe, nel sentire il suo sperma schizzare in sé, lanciò un roco gridolino di piacere.
Stein lo vide appoggiare il capo sul lettino e rimanere lì fermo, immobile. Un istante dopo lo sentì iniziare a russare piano.
«Dorme...» sussurrò tra sé lo scienziato, sorridendo folle.
Uscì da dentro l'Albarn e rimise perlomeno le mutande, quindi afferrò il bisturi e voltò supino il suo ex partner, constatando che s'era effettivamente addormentato.
«La vodka ha funzionato da anestetico... che peccato, speravo resistesse un po' di più... be', non importa: finalmente ho di nuovo la mia cavia...!» si disse, esultante, posizionando la punta dell'utensile.
 
Al suo risveglio, Spirit avvertì un senso di confusione e stanchezza come non gli capitava da anni. A ciò si aggiungeva un disorientamento pressoché totale che lo intimoriva abbastanza: non era certo cosa di tutti i giorni svegliarsi e non riuscire a riconoscere dove si è. Death Scythe rimase sdraiato dov'era, osando solamente socchiudere gli occhi, fissando un soffitto bianco e asettico che non riusciva ad identificare.
La testa gli faceva tremendamente male, eppure - constatò con sorpresa - non era la sola parte del corpo che gli lanciava fitte di dolore. Aveva male anche allo stomaco, ma non era il dolore di quando mangiava troppo o aveva la nausea. Era un dolore... esterno. Familiare in un certo senso.
«Oh, ti sei svegliato, senpai».
Spirit spalancò gli occhi di scatto all'udire quella terribile voce. Si mise seduto all’istante, voltandosi, incrociando la figura dell'uomo dei suoi incubi.
«Stein?!» esclamò, rabbrividendo.
In un lampo gli ritornò alla mente tutto: l'aveva invitato a casa sua a bere qualcosa e lui aveva esagerato con la vodka, ubriacandosi. Poi il laboratorio e Stein che lo spogliava e...
Arrossì violentemente, spostandosi per mettere qualche centimetro in più tra sé ed il dottore.
Quest'ultimo sorrise.
«Ricordi...?» domandò semplicemente.
«Mi hai usato per fare sesso!» l'accusò urlando, senza riuscire a tenere sotto controllo la voce. Era troppo sconvolto per riuscire a contenersi.
«No, sei tu che l'hai voluto» lo corresse l'altro, pacato. Sembrava perfettamente a suo agio.
Death Scythe divenne ancor più rosso: era vero. Era stato lui a spingerlo.
«Ero ubriaco!»
«Sì...» confermò il professore, tirando una boccata dalla sigaretta, espirando una nuvola di fumo scuro «Il tuo fiato sapeva di vodka...» puntualizzò con assoluta naturalezza e spontaneità.
Spirit era sul punto di esplodere: non solo aveva fatto sesso con Franken Stein e si erano pure baciati, ma addirittura Stein lo sfotteva per quello.
Era insopportabile.
Albarn fece per controbattere qualcosa, ma lo scienziato lo precedette: «Anche il seguito, però, è stato divertente».
Lo scintillio che vide riflesso nelle lenti dei suoi occhiali era quello inequivocabilmente folle che ricordava d'avergli visto spesso anche durante i cinque anni in cui erano stati partner.
Lo sguardo di quando qualcosa stuzzicava la sua personalissima concezione di divertimento.
Nel momento in cui realizzò il significato di quell'espressione, Spirit si sentì letteralmente gelare il sangue nelle vene: abbassò lo sguardo sulla camicia mezza sbottonata e stropicciata che aveva addosso e l'aprì tutta, guardandosi.
Sbiancò nel constatare che a fargli veramente male alla pancia erano i punti di sutura di una cicatrice che gli attraversava orizzontalmente il ventre.
«Mi hai sezionato!!» esclamò.
«Era da tanto che non mi divertivo così...» commentò Stein quasi casualmente.
«Sei un demonio!» fece Spirit, sull'orlo dell'isteria.
Franken gli si avvicinò e gli toccò i punti, guardandolo poi negli occhi. Cogliendolo completamente alla sprovvista, lo baciò. Spirit sentiva l'odore della sigaretta in bocca, ma non gliene importava granché. In un primo momento tentò di sottrarsi, poi però si lasciò prendere.
«Allora... quando ci ritroviamo per bere ancora qualcosa insieme...?» chiese Stein nel separarsi dalle sue labbra.
Era chiaro, stavolta, il suo secondo fine.
«Non bevo più niente con te nei paraggi, sappilo!».

Info ♥

Benvenuti nel mio journal personale, dove posto tutte le mie fiffi!
Qui troverete un po' di tutto sia per tipo di relazioni (het, yaoi e yuri) sia per rating (con prevalenza di lavori NSFW). Se ciò non vi aggrada, migrate tranquillamente verso siti a voi più gradevoli; in caso contrario, buona permanenza e buona lettura! ♥

I personaggi di cui scrivo non appartengono a me ma sono dei rispettivi proprietari - salvo gli originali, che sono di mia esclusiva proprietà.

Tags