fiamma_drakon: (SacredShipping)
[personal profile] fiamma_drakon
Titolo: Clothes interchange makes someone really handsome
Rating: Verde
Genere: Comico, Slice of life
Personaggi: Matsuba, Minaki
Wordcount: 1577 ([livejournal.com profile] fiumidiparole)
Note: Yaoi
Spostò la testa nella direzione dove avrebbe dovuto esserci Minaki, ma i suoi occhi riconfermarono solamente l'assenza del giovane.
«Ma dove è andato a cacciarsi...?» pensò, mentre si girava, mettendosi seduto, stropicciandosi stancamente gli occhi. Questi ultimi caddero allora sulle due grucce appese all'appendiabiti a parete dall'altra parte del letto: ad una era appeso l'abito di Minaki, con tanto di mantello, ma all'altra...
«Dove sono andati a finire i miei vestiti?!» sbottò Matsuba, improvvisamente sveglio.



Quando Matsuba si svegliò, sotto le coperte accanto a sé percepì un vuoto tutt'altro che usuale.
Minaki non era proprio il tipo da abbandonarlo a letto - tranne quando partiva per le sue ricerche sui pokémon leggendari, ma la sera avanti gli aveva promesso che non sarebbe partito per diverso tempo e che "sarebbe stato tutto suo".
Oltretutto sapeva bene per diretta esperienza personale che, quando capitava si svegliasse presto, il ricercatore amava stringersi a lui sotto le coperte e coccolarlo, infastidendolo al tempo stesso al punto di svegliarlo. Per certi versi era ancora decisamente infantile.
Dunque - escludendo l'ipotesi del viaggio - Matsuba non aveva alcuna idea di dove il compagno potesse essere.
Costrinse le proprie braccia a muoversi, puntellandole sul materasso per sollevare il busto.
Spostò la testa nella direzione dove avrebbe dovuto esserci Minaki, ma i suoi occhi riconfermarono solamente l'assenza del giovane.
«Ma dove è andato a cacciarsi...?» pensò, mentre si girava, mettendosi seduto, stropicciandosi stancamente gli occhi.
Questi ultimi caddero allora sulle due grucce appese all'appendiabiti a parete dall'altra parte del letto: ad una era appeso l'abito di Minaki, con tanto di mantello, ma all'altra...
«Dove sono andati a finire i miei vestiti?!» sbottò Matsuba, improvvisamente sveglio.
«Ihih...! Ehilà Matsuba, allora ti sei svegliato!».
Il diretto interessato girò il viso a guardare indietro da sopra la spalla, incrociando la figura del ricercatore in piedi sulla porta, sorridente.
Il capopalestra lo guardò allibito: indossava un maglione viola con la sciarpa dello stesso colore rifinita alle estremità in rosso decorata con un simpatico fermaglio dorato a forma di spiritello ed un paio di pantaloni bianchi. Il ciuffo che solitamente gli cadeva sulla fronte ora appariva e si appoggiava sopra una fascia viola.
Il tutto gli era dannatamente familiare.
«E-ehi! Che cosa ci fai con i miei vestiti addosso, Minaki?!» esclamò il biondo, irritato.
«Eheh, mi stanno bene, vero? Sono pure comodi...» commentò il ricercatore con fare vagamente arrogante.
Matsuba arrossì: non poteva negare che sul suo fisico vagamente atletico e maestoso i suoi vestiti mettessero in risalto il portamento e la forma fisica.
Doveva ammettere - per quanto gli rodesse - che non gli stavano affatto male.
«C-che cosa c'entra adesso? Avanti, togliteli» esclamò Matsuba, sedendosi sul bordo del letto, alzandosi.
«No, spiacente» replicò Minaki, sorridendogli con fare di sfida «Voglio vederti con i miei vestiti addosso. Sono sicuro che ti doneranno molto» spiegò.
«Cosa?! Scordatelo! Io i tuoi vestiti non me li metto!»
«Be', allora starai in biancheria intima tutta la giornata...» concluse il castano con una scrollata di spalle.
Lo passò in esame da capo a piedi con un'espressione compiaciuta.
«Sei carino anche così, eh...» disse, voltandosi per uscire dalla camera.
Il biondo s'alzò di scatto e si gettò verso di lui, il quale si girò fulmineo e l'accolse tra le sue braccia, immobilizzandolo.
Gli rubò un bacio, al quale Matsuba si arrese docilmente non perché non fosse più arrabbiato con lui, bensì perché era stato colto di sorpresa dal gesto.
Minaki si piegò su di lui, facendolo flettere all'indietro mentre intensificava il bacio, rendendolo più passionale.
Matsuba cominciò a ricercare le sue labbra con violenza, come se ciò fosse uno sfogo alla sua rabbia di poco prima.
Quando si separarono, Minaki gli sussurrò a fior di labbra: «I miei vestiti non dovrebbero essere poi così male, visto che li porto io tutti i giorni e quel che vedi ti piace».
Lo liberò ed uscì dalla stanza, correndo via lungo il corridoio.
Matsuba rimase lì impalato per qualche momento, poi gli corse appresso gridando un indignato: «Ehi!».
Si inseguirono fino alla porta d'ingresso, sulla quale Minaki si fermò ad aspettarlo con un sorrisetto perfido sulle labbra.
Nello slanciarsi verso la porta, Matsuba si vide sbattere in faccia l'uscio e, non riuscendo a fermarsi, andò a sbatterci contro, ricadendo dolorosamente a terra.
Si rialzò massaggiandosi il naso e l'aprì, lanciando tra sé e sé maledizioni nei confronti del partner.
Sbirciò fuori, in strada: Minaki si era fermato sul lato opposto di quest’ultima, le braccia incrociate sul petto e l'espressione maleficamente compiaciuta con una sfumatura di sfida.
Il tipo di sguardo del quale il biondo aveva imparato a diffidare.
«Se vuoi i tuoi vestiti, vienili a prendere. Ti aspetto qui fuori» lo provocò il ricercatore.
Il capopalestra divenne paonazzo: attraversare la strada in boxer e canottiera?!
«Un pervertito sotto le spoglie di un fanatico di pokémon leggendari. Certe volte mi chiedo cosa ci trovo in lui...» borbottò tra sé, rientrando in casa.
Ripercorse a ritroso il corridoio, ritornando in camera, fermandosi davanti agli abiti di Minaki: per quanto effettivamente gli piacessero indosso a lui, non riusciva proprio a vedercisi con quelli addosso.
Erano troppo formali ed un accostamento di colori per certi versi bizzarro - per non parlare del fatto che erano anche decisamente più chiari di quelli che metteva di solito. Si sentiva fuori luogo.
«Ma devo farlo» si disse, deciso, osservando con accanimento il completo del ricercatore «Altrimenti non potrò riavere i miei...!».
Prese coraggio e tolse l'abito dalla gruccia, cominciando ad indossarlo.
Mentre si vestiva le sue guance divenivano sempre più rosse e l'imbarazzo cresceva esponenzialmente. Con impaccio si mise la camicia e la giacca - che a suo parere lo facevano un po' troppo damerino - e si annodò il grosso papillon rosso sotto il risvolto del colletto della camicia.
Trovare il modo di legarsi anche il mantello attorno al collo fu più difficile, perché non trovava dove mettere il filo. Alla fine gli trovò un posto sotto il risvolto della giacca.
A quel punto, vestito di tutto punto - in senso letterale, per sua sfortuna - Matsuba si spostò davanti allo specchio, proprio accanto all'attaccapanni, per "ammirare" il capolavoro.
L'unico commento a sé stesso che la sua mente formulò spontaneamente oltre a "eccentrico" fu "formale". Però - dopo qualche momento di contemplazione - dovette ammettere che non stava poi così male come aveva inizialmente temuto.
Timidamente si portò una mano ai capelli e li tirò un po' indietro, in una banale imitazione della pettinatura di Minaki.
Quando si reputò pronto, si girò e si diresse a grandi falcate verso la porta d'ingresso, deciso a riappropriarsi dei propri abiti.
Spalancò con veemenza l'uscio, materializzandosi sulla strada con uno sguardo irritato e disagiato a un tempo fisso su Minaki, che non si era mosso di un centimetro da dove si trovava prima.
Vedendolo comparire coi propri abiti indosso, il ricercatore sorrise.
«Mmh... sei più carino del previsto» commentò.
«Minaki!» lo chiamò l'altro «Ridammi i miei vestiti!».
«Ripensandoci... non te li restituisco: sei troppo carino con i miei» replicò lentamente il castano, come se stesse assaporando ogni sillaba, esaminando al tempo stesso il biondo.
Quest'ultimo non prese la cosa molto bene: attraversò di corsa la strada e gli si gettò contro, afferrandolo per le spalle con forza.
«Ridammi quei vestiti! I tuoi sono troppo stravaganti ed eleganti per i miei gusti!» sbottò, irritato.
«Modestamente, mi vesto sempre con una certa eleganza» asserì Minaki in tono di leggera superiorità.
«Eleganza che addosso a me non mi piace» sentenziò Matsuba.
«Un vero peccato: ti sta veramente bene» osservò l'altro.
Cercò di sfilargli il maglione, invano: il ricercatore si svincolò dalla sua presa ed arretrò di qualche passo, risistemandosi il capo d'abbigliamento.
Allora il capopalestra ricorse alla sua "arma segreta". Aveva ideato la strategia nel malaugurato caso in cui Minaki non avesse voluto collaborare anche dopo che lui avesse rispettato la sua "condizione".
Il biondo infilò una mano nella tasca dei pantaloni e ne estrasse due pokéball, che lanciò in aria con movenze di vaga minaccia che impressionarono abbastanza il castano.
Dalle ball fuoriuscirono in uno sprazzo di luce bianca un Haunter e un Gastly, che rimasero sospesi alle spalle del loro allenatore, simili a cupe guardie del corpo.
In un primo momento persino i due si accorsero dello scambio d'abiti: rimasero ad osservare con sguardi confusi colui che li aveva chiamati fuori dalle pokéball, portando poi gli occhi sull'altro.
Minaki impallidì visibilmente vedendoli fissarlo, mentre capiva cosa stesse per fare il partner.
«Aspetta Mats...!» cominciò, ma fu bruscamente interrotto dall'altro: «Haunter, Gastly! Leccata!» impartì il biondo, additando deciso l'uomo che gli stava innanzi.
I due pokémon misero fuori la lingua gocciolante con fare malevolo mentre si avvicinavano al loro obiettivo - il quale, schifato dalla sola idea di essere ricoperto di bava da quei due, corse via.
I due spettri si misero al suo inseguimento sotto lo sguardo soddisfatto di Matsuba.
«Allora? Me li ridai i miei vestiti?» esclamò a voce alta.
Per fortuna era mattina ma l'orario non era dei più insoliti, altrimenti avrebbero rischiato di creare caos nella zona circostante per la confusione - col rischio di essere anche scoperti dai residenti vicini.
Minaki continuava a correre a perdifiato senza accennare minimamente a rallentare. Aveva il fiatone, ma non voleva cadere preda dei pokémon.
«Come hai detto? Non ho sentito...» lo punzecchiò Matsuba.
Il ricercatore si distrasse un momento dalla sua fuga ed incespicò, cadendo. Haunter e Gastly furono addosso alla loro vittima in quello stesso momento, pronti a leccarla.
Minaki, inorridito, vedendo le loro lingue penzolare verso di lui, non riuscì a far altro che gridare.
«E va bene! Riprenditi i tuoi vestiti, ma toglimi i tuoi pokémon di dosso! Non voglio essere ricoperto di bava!» si arrese, supplicante.
Il sorriso che si allargò sulle labbra del capopalestra era pieno di soddisfazione per la vittoria appena ottenuta.
«Okay» concesse, estraendo le pokéball, ritirando i due pokémon.
Minaki si rialzò e Matsuba lo raggiunse, cogliendolo a sorpresa con un abbraccio improvviso ed un bacio appassionato e feroce, tale da lasciare inerte il ricercatore tra le sue braccia a rispondere con fare decisamente meno aggressivo.
«Così siamo pari per prima» gli sussurrò a fior di labbra il capopalestra, sollevandosi da lui.
«Io però continuo a dire che è un peccato...» mormorò il castano mentre si apprestavano a rientrare in casa al seguito dell’altro «Vestito elegante sei più affascinante del solito...!».

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