fiamma_drakon: (Grell_Sutcliffe)
[personal profile] fiamma_drakon
Titolo: Giocattolini rosa e vibranti
Rating: Rosso
Genere: Erotico, Sentimentale
Personaggi: Alfred F. Jones (America), Arthur Kirkland (Inghilterra), Francis Bonnefoy (Francia)
Wordcount: 2465 ([livejournal.com profile] fiumidiparole)
Note: Lemon, Threesome, Vibratori, Yaoi
«Sei un pervertito» ringhiò l'inglese lanciandogli sguardi di fuoco, badando bene a che non ci fosse nessuno intorno: erano fermi in mezzo ad uno dei corridoi dell'edificio dove si tenevano le riunioni delle Forze Alleate, per cui c'era sempre il rischio che qualcuno li beccasse.
Francis sorrise un po' di più, tirando un poco la sottile cordicella bianca che aveva tra le dita.
Inghilterra sentì l'oggetto nascosto in lui smuoversi, uscire un pochettino.
«Sei così carino con quell'espressione di disperata soddisfazione in faccia. Un peccato che tu non l’abbia sempre» commentò il francese con una sfumatura desiderosa nella voce.


Una vibrazione, l'ennesima, ed Inghilterra temette di non riuscire a trattenersi dal gemere. Non osava neppure pensare a che genere d'espressione avesse assunto, ma a giudicare dal sogghigno di Francia doveva essere particolarmente appagante.
La vibrazione cessò e per Arthur fu come tornare a respirare.
«Sei un pervertito» ringhiò l'inglese lanciandogli sguardi di fuoco, badando bene a che non ci fosse nessuno intorno: erano fermi in mezzo ad uno dei corridoi dell'edificio dove si tenevano le riunioni delle Forze Alleate, per cui c'era sempre il rischio che qualcuno li beccasse.
Francis sorrise un po' di più, tirando un poco la sottile cordicella bianca che aveva tra le dita.
Inghilterra sentì l'oggetto nascosto in lui smuoversi, uscire un pochettino.
«Sei così carino con quell'espressione di disperata soddisfazione in faccia. Un peccato che tu non l’abbia sempre» commentò il francese con una sfumatura desiderosa nella voce.
Arthur fece per replicare, insultarlo pesantemente, ma sentì ripartire la vibrazione.
Stavolta non riuscì a reprimere un gemito di piacere e con una certa vergogna si rese conto che al suo corpo la cosa piaceva - come ben evidenziava il leggero rigonfiamento nei suoi pantaloni, fortunatamente nascosto dal lembo della casacca della sua uniforme.
Mentalmente ringraziò il fatto che quella parte dell'abito fosse così lunga.
Si morse un labbro, sopprimendo altri gemiti. A fatica riuscì a comporre ed esporre la frase: «Giuro che... me la pagherai per... questo...». Si soffermò sull'ultima parola, dandole una inflessione particolarmente carica di lascivia, un segno che Francia interpretò come chiara dimostrazione del fatto che stava godendo.
Disprezzava ma godeva. Inghilterra era pieno di contraddizioni simili.
La vibrazione s'interruppe un'altra volta.
«Mon amour, dovresti smetterla di trattarlo così. Ormai siete intimi conoscenti».
L'allusione era così esplicita che Kirkland non riuscì a non afferrarlo per la gola e tentare di strangolarlo per vendetta.
«Io ti ammazzo, razza di depravato vinofilo che non se... aaaawnn...!».
La frase non terminò come l'inglese aveva previsto, bensì con un lungo sospiro dovuto alla riattivazione improvvisa della vibrazione.
Lasciò andare il francese e tentò di resistere alla tentazione di ficcarsi due dita nel sedere ed aiutare quel maledetto aggeggio ad addentrarsi ancora, facendogli raggiungere l'orgasmo.
La vibrazione terminò un'altra volta e lui ansimò, a corto di fiato, come se avesse corso una maratona.
Tutto ciò era cominciato quella mattina, quando Francia gli aveva mostrato il suo nuovissimo giocattolino, un vibratore rosa confetto di forma ovale da cui pendeva un lungo cordoncino bianco e sottilissimo in fondo al quale c'era il pulsante d'accensione.
Nemmeno Inghilterra avrebbe saputo ben ridire come quell'aggeggio fosse andato a finirgli dritto tra le natiche - l’unica cosa che rammentava in proposito era una discussione abbastanza accesa ed un paio di mani che tentavano di spogliarlo - fatto stava che adesso c'era.
Aveva più volte tentato di toglierlo, ma puntualmente ogni volta che ci provava Francia l'accendeva e tutti i suoi buoni propositi andavano a farsi benedire.
Tutta la mattina l'aveva passata pedinato da Francis, che non perdeva occasione di accendere il vibratore per vedere che genere d'espressione avrebbe assunto.
Ci provava particolarmente gusto, o forse gli piaceva vederlo cercare di nascondere l'appagamento di quei momenti.
Addirittura durante la colazione con America - che viveva insieme a loro due - l'aveva attivato nel bel mezzo di una discussione tra lui ed Alfred, col risultato che Arthur aveva ansimato piuttosto rumorosamente e poco dignitosamente, senza concludere il discorso.
America, però, pareva non essersi accorto di niente. Come al solito, la sua ingenuità era sconcertante.
E adesso che la riunione stava per cominciare ancora quel vibratore era in quel dannatissimo posto.
«Toglilo per la riunione» ringhiò Inghilterra.
«Non ci penso nemmeno» replicò sostenuto Francia.
«Levalo o giuro che sarà l'ultima bravata che fai da vivo»
«Non vedo l’ora di prender parte all’incontro» asserì il francese, ghignando.
«Ehi, voi due! La riunione sta cominciando, aru!».
L'annuncio di Cina - appena apparso alle loro spalle nel corridoio - interruppe la loro discussione.
Li superò senza notare niente d'insolito e li precedette alla riunione.
«Dannazione!» sibilò Kirkland.
«Mon chérie dobbiamo andare! Rimanda le tue lamentele a più tardi» lo prese amabilmente in giro Bonnefoy, assolutamente soddisfatto della sua netta vittoria.
Percorsero rapidamente i corridoi che li separavano dalla sala riunioni con Inghilterra che lanciava continuamente occhiate guardinghe alla mano dell'altro.
Aveva paura che riaccendesse il vibratore in qualsiasi momento - anche se la sensazione di piacere che quell'oggettino ovale gli dava era immensa.
In breve tempo - questione d'una decina di minuti - la coppia era arrivata a destinazione ed aveva preso posto al tavolo con gli altri mentre America, come al solito, si alzava in piedi.
«Ora che ci siamo tutti, possiamo cominciare. All'ordine del giorno abbiamo la discussione su come annientare le Potenze dell'Asse!» esordì, pieno d'energie.
«Io propongo di attaccarli con gli aerei americani! Non avranno via di scampo!» proseguì fiero e solenne Alfred.
«Gli aerei tedeschi però sono d'avanguardia, aru...» controbatté Cina, dubbioso.
«E non è che i tuoi aerei siano così imbattibili...!» intervenne Inghilterra sprezzante e pungente.
Francia gli lanciò un'occhiata di sbieco.
«E allora tu che piano hai?» lo provocò Jones, indignato.
Kirkland fece per replicare, ma sentì il vibratore riaccendersi e riuscì a pronunciare solamente uno sbrigativo e vago: «Dovremmo attaccarli di sorpresa».
«Mi pare una buona idea!» convenne Yao.
Inghilterra si mosse sulla sedia, cercando di resistere, non riuscendo però a far a meno di strusciarsi un po' sulla seggiola - come se ciò potesse aiutarlo...!
Desiderò essere a casa, da solo con Alfred o Francis - o tutti e due, perché no? - e farsi penetrare fino a urlare.
Non andava bene che facesse quel genere di pensieri: erano sintomo di un accumulo di tensione sessuale.
Eppure il desiderio di far sesso aumentava in proporzione all'eccitazione per quell'affare che gli vibrava nel sedere.
«Quel dannato vibratore... oddio, che sensazione stupenda... fuck!» brontolò tra sé e sé. Era in contraddizione con sé stesso: da un lato - il suo latente lato perverso - avrebbe voluto lasciarsi andare, ma l'altro - la sua parte razionale - gli imponeva di contenersi per preservare il suo orgoglio e la sua dignità come persona.
Era una situazione frustrante.
Per di più era parecchio eccitato, al punto da essere diventata una sensazione dolorosa. Con tutta quella gente intorno non poteva nemmeno toccare il cavallo dei pantaloni, figurarsi infilarci dentro una mano e masturbarsi.
Il solo pensare ad un'azione simile lo eccitò ancor di più.
«Inghilterra, che cos'hai? Hai una strana espressione...» constatò all'improvviso Russia con innocenza e curiosità.
Un brivido freddo corse lungo la schiena dell’inglese: era certo che fosse solo questione di tempo, prima che qualcuno si accorgesse di cosa gli stava succedendo...!
Inghilterra deglutì a vuoto.
«N-non ho niente, sto benissimo!» si affrettò a rispondere.
«Eppure stai sudando» interloquì America.
Arthur non sapeva che cosa ribattere: era nel panico assoluto.
«Dovremo pensare alle Potenze dell'Asse invece che ad Inghilterra, non credete? Ci stanno sconfiggendo» intervenne prontamente Francis, lasciandoli tutti di stucco.
«Wow, Francia che fa un appunto intelligente...!» fu l'esclamazione corale di Cina ed America.
«Ehi, che vorreste dire?! Non sono uno scemo!» ribatté indignato Bonnefoy.
Mentre bisticciavano come al solito, Inghilterra rivolse un'occhiata sorpresa a Francia: l'aveva soccorso nel momento del bisogno.
Poi però si ricordò improvvisamente che quel maledetto vibratore era suo e la riconoscenza fu rimpiazzata da un'ira profonda: probabilmente l'aveva aiutato per potersi divertire ancora alle sue spalle.
«Quel bastardo profittatore...!» ringhiò Arthur tra sé, furioso.

«Sei un bastardo» esclamò Inghilterra, chiudendosi alle spalle la porta di casa con forza.
La rabbia che concentrò nello sguardo che fissò su Francia non nasceva dal niente e non era nemmeno così sbagliata: Francis aveva mantenuto in funzione per tutta la durata della riunione - circa un'ora e mezza - quel maledetto aggeggio vibrante, col risultato che Kirkland, non appena erano usciti dalla sala, aveva dovuto fermarsi in bagno e masturbarsi per dare un po' di sollievo al suo sesso eccitato, il tutto sotto l'attento sguardo di Bonnefoy, che aveva insistito per assistere.
Il pene del britannico, nel corso dell'incontro, s'era eretto tanto che era stato difficile nascondere il rigonfiamento dei pantaloni sotto la casacca fino al bagno. Si era vergognato tantissimo di girare per i corridoi con un'erezione del genere in bella mostra - ed effettivamente Francis non s'era risparmiato in occhiate, attente o sfuggenti.
Inghilterra si era masturbato con forza per un'abbondante decina di minuti, finché il suo sesso non aveva smesso di dolergli per la rigidità.
Addirittura aveva raggiunto l'orgasmo con Francia come spettatore - fatto al quale avevano fatto seguito commenti che Inghilterra si sarebbe volentieri risparmiato di sentire.
Adesso che erano a casa, lontani da occhi indiscreti, aveva solamente voglia di massacrarlo.
«Io ti ammazzo» cominciò con semplicità il britannico.
«Ah-ah, ricordati che sono io ad avere il vibratore dalla parte dell'interruttore... e tu ad averlo dentro» gli fece presente il francese.
Lo riaccese ed Arthur gemette, s'irrigidì e godette tacitamente per qualche momento, prima che la sua forza di volontà prevaricasse finalmente sul desiderio sessuale.
Con uno sforzo d'autocontrollo non da poco, Inghilterra s'infilò una mano nel retro dei pantaloni e, afferrato il filo bianco, lo tirò.
Ansimò rumorosamente mentre l'oggetto usciva dal suo fondoschiena continuando a vibrare e lo alzò come un trofeo, portandolo davanti agli occhi di Francia.
Quest'ultimo lo spense con un'espressione abbastanza scioccata e delusa.
«Ora... hai idea di dove finirà questo vibratore?» minacciò Kirkland, sorridendo perfido.
Bonnefoy lasciò l'interruttore ed arretrò velocemente mentre Arthur gli si lanciava letteralmente contro.
Si rincorsero attorno al divano come due bambini piccoli, poi invasero anche la piccola sala da pranzo adiacente. Mentre cambiavano stanza, Inghilterra riuscì ad allungarsi ed afferrare i pantaloni di Francia, abbassandoli con un gesto abbastanza rapido e brusco.
Glieli tirò giù lasciando scoperta una parte delle mutande con la sua bandiera nazionale.
Per contro, mentre giravano intorno al tavolo, Francis riuscì ad abbassare un po' i pantaloni dell'altro, quasi strappandoli.
Dopo i calzari fu la volta del resto.
Alla fine, quando tornarono in soggiorno, erano tutti e due in mutande: i vestiti erano rimasti nell'altra sala, vittime delle scaramucce non troppo scherzose né pacifiche dei proprietari.
Anche lì ripresero a rincorrersi, finché Inghilterra non ebbe la meglio, riuscendo ad attaccarsi alle gambe del francese, atterrandolo.
Francis si mise carponi e fece per allontanarsi, ma l'altro gli si sedette sui polpacci mentre gli denudava il fondoschiena.
Le natiche del francese erano allettanti, sode e sensuali.
«Adesso vedrai...» esclamò Inghilterra sghignazzando perfido, avvicinando il vibratore - che s'era tenuto in mano tutto il tempo - al deretano dell'altro.
Prese l'interruttore e lo tenne stretto tra le dita mentre con l'altra mano s'apprestava ad inserire il vibratore nel suo sedere.
Francia lanciò un lungo mugolo mentre l'oggettino ovale gli veniva messo dentro.
Arthur, malvagiamente, gli mise il vibratore poco a fondo - infatti dalla sua posizione un pochettino s'intravedeva - e lo attivò.
Francia si contorse gemendo ad alta voce.
«Awn, Inghilterra...! Mettilo più dentro...! Più giù... awwhn!» sospirò.
Quella vibrazione nel sedere era qualcosa di ben più soddisfacente di quanto immaginasse.
«Mon Dieu...! Spingilo dentro, Inghilterraaa...! Godo...!» esalò, mandando un respiro roco e rumoroso piuttosto erotico.
«Non... credo che lo farò. Non mi pare che tu abbia tolto il vibratore quando te l'ho chiesto».
«Sì, ma... awwwn! Fallo...!» supplicò Bonnefoy.
Si stava eccitando senza ritegno.
In quel momento la porta di casa si aprì e fece il suo ingresso America, in una mano un bicchierone di coca cola e nell'altra un cartoncino pieno di patatine fritte. Intorno alla bocca gli erano rimaste delle briciole di quello che senza ombra di dubbio doveva essere stato un hamburger - forse anche più d'uno.
Dopo la riunione era evidente che fosse andato a mangiare ad un fast food.
Nel guardare verso il divano si trovò davanti la scena di Francia che, carponi, tremava e gemeva con Inghilterra seduto sui polpacci, ambedue in mutande - anche se quelle di Francia erano calate a mostrare il fondoschiena.
«Che state facendo?» chiese l'americano, curioso, avvicinandosi a loro.
Si accorse subito del cordoncino che pendeva fino alla mano di Kirkland.
Quando fu abbastanza vicino, Francia alzò lo sguardo su di lui ed allungò una mano rapidamente, stringendo convulsamente le dita attorno al suo sesso.
America sobbalzò.
«America, non hai voglia di giocare?» domandò il francese quasi senza voce.
Si aggrappò ai pantaloni di Jones e li tirò giù, poi abbassò anche lui.
«Giocate senza di me?» domandò Alfred, imbronciato.
Francia non fece tante cerimonie: gli denudò il sedere e l'attirò a sé mettendosi in ginocchio a terra col busto dritto. Allargò le gambe e vi fece accomodare l'americano, insinuando il suo pene eretto e duro dal vibratore tra le sue natiche.
America esclamò un potente: «Ooooh...!».
Quell'esclamazione eccitò particolarmente Inghilterra, che non riuscì a resistere ed abbassò a propria volta le sue mutande. Si sistemò dietro Francia, gli tolse il vibratore - facendogli emettere un sospiro a metà tra il sollievo e la delusione - e sostituì il proprio sesso all'oggetto.
Così come Francis si spingeva dentro America facendolo gemere, così Inghilterra si spingeva con movimenti decisi del bacino dentro Francia, che ansimava forte, diviso tra il dare ed il ricevere.
Alfred era in uno stato d'eccitazione piuttosto spinto: preso alla sprovvista di ritorno a casa e messo subito alle strette in quel modo, non riusciva a contenersi molto.
Scalciava ad ogni spinta particolarmente forte, sbuffando, mentre la parte erogena del suo corpo - che apprezzava particolarmente il momento - si drizzava, irrigidendosi progressivamente.
Francia portò una mano sul davanti dei pantaloni dell'americano e cominciò a masturbarlo, facendogli emettere un roco gemito di sollievo: il pene gli doleva per l'erezione.
Dolore e piacere si fusero in lui con l'intervento della mano di Francia e lo fecero venire.
Schizzò sperma sulle dita del francese ed un brivido gli attraversò la schiena.
Inghilterra venne un momento dopo, svuotandosi in Bonnefoy, il quale si era trattenuto fino ad allora ma non riuscì a farlo oltre e venne, riempiendo di sperma il meraviglioso sedere di Alfred.
Quest'ultimo s'inarcò all'indietro, rimanendo in quella posizione per un poco, poi si lasciò cadere contro il petto di Francis.
Si sentiva esausto ma felice. Era da parecchio che non facevano sesso a tre e si era dimenticato di come fosse semplicemente fantastico e soddisfacente.
Quel che gli mancava era di capire...
«Perché eravate... mezzi nudi in soggiorno?» domandò l'americano senza fiato, mentre Inghilterra si staccava da Francia e si sedeva sul pavimento a gambe chiuse. Francis cinse con un braccio il petto di Jones - l'unica parte di lui ancora vestita - e gli scompigliò i capelli con l'altra mano in modo affettuoso, come se fosse un fratellino per lui.
Uno strano silenzio s'insinuò tra loro, mentre Arthur si guardava intorno e si allungava a prendere l'oggetto che aveva scatenato tutta quella situazione, mostrandolo ad America.
Quest'ultimo l'osservò, piegando la testa di lato senza capire.
«Cos'è quello? A cosa serve?».
Kirkland e Bonnefoy si scambiarono una fugace occhiata stupita, ma non così tanto: lo sapevano benissimo tutti e due che Alfred non era una cima quando si trattava di capire cosa fossero certe cose.
«Mettiti in ginocchio, che te lo facciamo vedere» lo invitò il francese, sogghignando.
Arthur sospirò, mentre l'altro gli sottraeva dalla mano il vibratore per piazzarlo dentro il sedere di America - il quale pareva ben disposto a sperimentare.
«Ho la netta sensazione che non finiremo mai con quel vibratore...» commentò tra sé e sé alzandosi, avviandosi verso la sala da pranzo a recuperare i suoi vestiti mentre dietro di sé sentiva già le prime esclamazioni erotiche e soddisfatte dell'americano.

Info ♥

Benvenuti nel mio journal personale, dove posto tutte le mie fiffi!
Qui troverete un po' di tutto sia per tipo di relazioni (het, yaoi e yuri) sia per rating (con prevalenza di lavori NSFW). Se ciò non vi aggrada, migrate tranquillamente verso siti a voi più gradevoli; in caso contrario, buona permanenza e buona lettura! ♥

I personaggi di cui scrivo non appartengono a me ma sono dei rispettivi proprietari - salvo gli originali, che sono di mia esclusiva proprietà.

Tags