Österreich: the pull of a nobleman
Dec. 30th, 2011 01:34 pm![[personal profile]](https://www.dreamwidth.org/img/silk/identity/user.png)
Titolo: Österreich: the pull of a nobleman
Rating: Verde
Genere: Comico, Sentimentale, Slice of life
Personaggi: Antonio Fernandez Carriedo (Spagna), Elizabeta Hedérváry (Ungheria), Francis Bonnefoy (Francia), Gilbert Belschmidt (Prussia), Ludwig (Germania), Roderich Edelstein (Austria)
Wordcount: 1092 (
fiumidiparole)
Prompt: Vario #1 / Nobiltà per l'Hetalia Prompt-athon 2011 @
hetafic_it
Note: Shonen-ai
Austria era un campione assoluto di nobiltà ed eleganza, l'ultimo rimasto in tutta Europa: non riusciva ad abbandonare lo stile di vita dei suoi antichi fasti.
Ogni volta che lo guardava, Francia aveva l'impressione di ritornare per un momento al periodo di Versailles e ai meravigliosi e sontuosi abiti di tessuti colorati abbinati. Certe volte aveva veramente nostalgia di quel periodo.
Austria era un campione assoluto di nobiltà ed eleganza, l'ultimo rimasto in tutta Europa: non riusciva ad abbandonare lo stile di vita dei suoi antichi fasti.
Ogni volta che lo guardava, Francia aveva l'impressione di ritornare per un momento al periodo di Versailles e ai meravigliosi e sontuosi abiti di tessuti colorati abbinati. Certe volte aveva veramente nostalgia di quel periodo.
Francis si era spinto fino a casa di Austria con il solo obiettivo di ammirarlo di nascosto mentre suonava il pianoforte.
La musica gli giungeva ovattata a causa della finestra chiusa, ma lo spettacolo maggiore era senza dubbio l'atteggiamento di Roderich: mentre eseguiva il brano, l'austriaco aveva un'espressione così serena e tranquilla da sembrare completamente assorbito dal pezzo e dimentico di tutto il resto.
Bonnefoy si crogiolava nell'ammirare quel viso perfetto. Quanto avrebbe voluto che la sua nazione si trovasse geograficamente più vicina a lui: avrebbe voluto tanto riuscire ad averlo in casa con sé! Non sembrava proprio il tipo da lasciarsi portare a letto la prima sera, ma i francesi erano famosi per le loro efficaci tecniche di corteggiamento...!
Senza contare che, essendo di nobili natali, Francis era assolutamente certo che avrebbe apprezzato particolarmente le opere d'arte della sua patria. Gli artisti francesi non erano persone qualunque!
«Mon Dieu, devo assolutamente averlo...! Austria è così... mmmh! Elegante e raffinato!» esclamò a sé stesso il biondo, stringendosi le braccia attorno al torace in un solitario abbraccio carico di passione.
«Oh! Ecco di chi era la voce che avevo sentito!».
Francia interruppe le sue solitarie manifestazioni amorose nel sentire una familiare voce maschile alla sua sinistra. Si volse di lato e vide che, da oltre l'angolo dell'edificio, facevano capolino Spagna e Prussia.
«Ah! Allora non l'avevo immaginata!» disse Spagna con evidente sollievo al compare, il quale lo precedette verso il francese.
«Che ci fai qui nascosto a parlare da solo? Ti sei stancato di litigare con Inghilterra...?» domandò Prussia, sorridendo affabile a Francia. Quest'ultimo si voltò a guardare di nuovo attraverso la finestra, replicando con un sospiro: «No, quel teppistello d'Inghilterra è da America. Stavo... commentando».
«Commentando...?» domandarono in coro i due sopravvenuti, fissandolo con aria perplessa.
Francis fece cenno loro con il capo d'avvicinarsi ed i due eseguirono. Quando videro Austria, non poterono fare a meno di arrossire leggermente entrambi.
«E così continui a spiare Austria...» accusò Gilbert con voce quasi compiaciuta, rannicchiandosi accanto al francese con atteggiamento interessato. Lo spinse leggermente da parte con una lieve gomitata nel fianco, per crearsi un piccolo ma comodo spazio d'osservazione.
«T'interessa così tanto?» si aggiunse Antonio, sistemandosi all'altro lato di Francis ad osservare il musicista.
«Perché a voi no? Se non v'interessava non vi mettevate a guardare» puntualizzò il biondo, senza staccare gli occhi dall'austriaco.
Effettivamente, il suo ragionamento non faceva una piega.
Rimasero in tacita osservazione per qualche momento, finché Francia non se ne uscì con un sospirato: «Non trovate che sia meravigliosa l'aura di nobiltà che emana?».
«In effetti... quel contegno da damerino gli dà un che di incantevole...» confermò Spagna «Ma poi ha anche uno squisito senso artistico» aggiunse, ricordando piacevolmente il periodo in cui erano stati assieme a causa dell'unione dei loro sovrani. Ogni volta che ritornava con la memoria a quel periodo non riusciva a non pensare a quanto sarebbe stato bello se fosse durato più a lungo - o, ancora meglio, se Austria si fosse lasciato corteggiare.
Be', se fosse andata in quel modo, adesso non sarebbe certamente stato lì a guardare Austria suonare nascosto dietro il davanzale di una finestra.
«Il magnifico me è riuscito a strappargli le regioni vitali! Ahah!» si vantò Prussia, gonfiando il petto pieno d’orgoglio.
Con quell'affermazione si guadagnò istantaneamente un paio di occhiatacce da parte degli altri due. Lo invidiavano per il semplice fatto che la sua nazione si trovava a ridosso dei confini austriaci, mentre loro invece erano praticamente dall'altra parte del continente.
«Se non fosse stato per noi non saresti riuscito a mantenerle!» s'infervorò Francia.
«Ci siamo alleati con te durante la guerra! Se fossi stato solo avresti perso!» si aggiunse Spagna.
Gilbert sorrise loro con arroganza e superiorità, scrollando le spalle.
«Suvvia, lo sapete anche voi che è stato tutto merito mio».
«Che cosa?!» sbottarono in coro gli altri due, arrabbiati, alzandosi in piedi e voltando le spalle alla finestra.
«Perciò, reclamo Austria come mia proprietà!» proseguì con rinnovata stima di sé Gilbert.
Non aveva la minima intenzione di spartire con loro quel damerino. Lui era un gradino sopra di loro, pertanto Roderich avrebbe senz'altro scelto lui.
«Austria è stato insieme a me per duecent'anni! È mio!» asserì deciso Antonio: voleva tornare a vivere con lui e non avrebbe permesso a quei due di fermarlo. Dopotutto, la Spagna era la nazione della passione.
«Ehi, ehi! Guardate che l'ho visto prima io!» intervenne Francia.
All'improvviso la musica cessò. Benché fossero intenti a bisticciare tra loro, tutti e tre se ne accorsero immediatamente e, d'istinto, si voltarono verso la finestra.
Il mondo crollò loro addosso in un istante: Austria si era fermato perché era appena entrato Germania nella stanza e adesso si stavano... baciando.
«Non ci posso credere...» commentò Spagna, scioccato.
«Ovest?!» esclamò allucinato Prussia.
«Com'è bello Austria... continua a tenere quel suo meraviglioso contegno di nobile anche mentre si bacia...» sospirò Francia, scuotendo la testa trasognato.
Roderich era bello, ma il fatto che si stesse baciando con Ludwig lo era decisamente meno.
«Non posso credere che Ovest sia riuscito ad averlo!» sbuffò contrariato il prussiano, esaminando geloso il suo fratellino.
«Voi due... cosa ci fate qui fuori...?».
Un brivido freddo scosse Francis e Gilbert da capo a piedi nel momento esatto in cui udirono quella voce inequivocabilmente femminile e familiare alle loro spalle.
Con un lento, meccanico movimento del capo, i due si volsero in contemporanea a guardare dietro di loro.
«U-Ungheria...» chiamò esitante il Bonnefoy, deglutendo nervoso.
Gli occhi di Beilschmidt caddero immediatamente sulla padella che la ragazza stringeva tra le mani.
Una parte del cervello di ambedue aveva registrato l'assenza più assoluta dello spagnolo, che con ogni probabilità se l'era filata di soppiatto non appena aveva visto arrivare Elizabeta, senza neppure preoccuparsi di avvisarli.
«Non stavamo facendo niente di male, te l'assicuro...!» cercò di giustificarsi il francese, ma purtroppo le sue parole servirono solo a farli apparire ancora più colpevoli agli occhi dell'ungherese, che alzò la sua fidata "arma" e tentò di abbatterla su di loro.
«Ferma! Non è come sembra!!» gridò Prussia correndo via, seguito a breve distanza da Francia.
«Azzardatevi a tornare a spiare Austria e giuro che sarà l'ultima cosa che fate nella vostra vita!!» li minacciò la ragazza, menando padellate a destra e a manca.
«Ahi! Ahia!!».
«Hai sentito niente?» domandò Roderich all'improvviso, volgendo con elegante perplessità il viso verso la finestra alle sue spalle, esaminando con cipiglio curioso il giardino.
Ludwig seguì stupito il suo sguardo.
«No, io non ho sentito niente».
Rating: Verde
Genere: Comico, Sentimentale, Slice of life
Personaggi: Antonio Fernandez Carriedo (Spagna), Elizabeta Hedérváry (Ungheria), Francis Bonnefoy (Francia), Gilbert Belschmidt (Prussia), Ludwig (Germania), Roderich Edelstein (Austria)
Wordcount: 1092 (
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Prompt: Vario #1 / Nobiltà per l'Hetalia Prompt-athon 2011 @
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Note: Shonen-ai
Austria era un campione assoluto di nobiltà ed eleganza, l'ultimo rimasto in tutta Europa: non riusciva ad abbandonare lo stile di vita dei suoi antichi fasti.
Ogni volta che lo guardava, Francia aveva l'impressione di ritornare per un momento al periodo di Versailles e ai meravigliosi e sontuosi abiti di tessuti colorati abbinati. Certe volte aveva veramente nostalgia di quel periodo.
Austria era un campione assoluto di nobiltà ed eleganza, l'ultimo rimasto in tutta Europa: non riusciva ad abbandonare lo stile di vita dei suoi antichi fasti.
Ogni volta che lo guardava, Francia aveva l'impressione di ritornare per un momento al periodo di Versailles e ai meravigliosi e sontuosi abiti di tessuti colorati abbinati. Certe volte aveva veramente nostalgia di quel periodo.
Francis si era spinto fino a casa di Austria con il solo obiettivo di ammirarlo di nascosto mentre suonava il pianoforte.
La musica gli giungeva ovattata a causa della finestra chiusa, ma lo spettacolo maggiore era senza dubbio l'atteggiamento di Roderich: mentre eseguiva il brano, l'austriaco aveva un'espressione così serena e tranquilla da sembrare completamente assorbito dal pezzo e dimentico di tutto il resto.
Bonnefoy si crogiolava nell'ammirare quel viso perfetto. Quanto avrebbe voluto che la sua nazione si trovasse geograficamente più vicina a lui: avrebbe voluto tanto riuscire ad averlo in casa con sé! Non sembrava proprio il tipo da lasciarsi portare a letto la prima sera, ma i francesi erano famosi per le loro efficaci tecniche di corteggiamento...!
Senza contare che, essendo di nobili natali, Francis era assolutamente certo che avrebbe apprezzato particolarmente le opere d'arte della sua patria. Gli artisti francesi non erano persone qualunque!
«Mon Dieu, devo assolutamente averlo...! Austria è così... mmmh! Elegante e raffinato!» esclamò a sé stesso il biondo, stringendosi le braccia attorno al torace in un solitario abbraccio carico di passione.
«Oh! Ecco di chi era la voce che avevo sentito!».
Francia interruppe le sue solitarie manifestazioni amorose nel sentire una familiare voce maschile alla sua sinistra. Si volse di lato e vide che, da oltre l'angolo dell'edificio, facevano capolino Spagna e Prussia.
«Ah! Allora non l'avevo immaginata!» disse Spagna con evidente sollievo al compare, il quale lo precedette verso il francese.
«Che ci fai qui nascosto a parlare da solo? Ti sei stancato di litigare con Inghilterra...?» domandò Prussia, sorridendo affabile a Francia. Quest'ultimo si voltò a guardare di nuovo attraverso la finestra, replicando con un sospiro: «No, quel teppistello d'Inghilterra è da America. Stavo... commentando».
«Commentando...?» domandarono in coro i due sopravvenuti, fissandolo con aria perplessa.
Francis fece cenno loro con il capo d'avvicinarsi ed i due eseguirono. Quando videro Austria, non poterono fare a meno di arrossire leggermente entrambi.
«E così continui a spiare Austria...» accusò Gilbert con voce quasi compiaciuta, rannicchiandosi accanto al francese con atteggiamento interessato. Lo spinse leggermente da parte con una lieve gomitata nel fianco, per crearsi un piccolo ma comodo spazio d'osservazione.
«T'interessa così tanto?» si aggiunse Antonio, sistemandosi all'altro lato di Francis ad osservare il musicista.
«Perché a voi no? Se non v'interessava non vi mettevate a guardare» puntualizzò il biondo, senza staccare gli occhi dall'austriaco.
Effettivamente, il suo ragionamento non faceva una piega.
Rimasero in tacita osservazione per qualche momento, finché Francia non se ne uscì con un sospirato: «Non trovate che sia meravigliosa l'aura di nobiltà che emana?».
«In effetti... quel contegno da damerino gli dà un che di incantevole...» confermò Spagna «Ma poi ha anche uno squisito senso artistico» aggiunse, ricordando piacevolmente il periodo in cui erano stati assieme a causa dell'unione dei loro sovrani. Ogni volta che ritornava con la memoria a quel periodo non riusciva a non pensare a quanto sarebbe stato bello se fosse durato più a lungo - o, ancora meglio, se Austria si fosse lasciato corteggiare.
Be', se fosse andata in quel modo, adesso non sarebbe certamente stato lì a guardare Austria suonare nascosto dietro il davanzale di una finestra.
«Il magnifico me è riuscito a strappargli le regioni vitali! Ahah!» si vantò Prussia, gonfiando il petto pieno d’orgoglio.
Con quell'affermazione si guadagnò istantaneamente un paio di occhiatacce da parte degli altri due. Lo invidiavano per il semplice fatto che la sua nazione si trovava a ridosso dei confini austriaci, mentre loro invece erano praticamente dall'altra parte del continente.
«Se non fosse stato per noi non saresti riuscito a mantenerle!» s'infervorò Francia.
«Ci siamo alleati con te durante la guerra! Se fossi stato solo avresti perso!» si aggiunse Spagna.
Gilbert sorrise loro con arroganza e superiorità, scrollando le spalle.
«Suvvia, lo sapete anche voi che è stato tutto merito mio».
«Che cosa?!» sbottarono in coro gli altri due, arrabbiati, alzandosi in piedi e voltando le spalle alla finestra.
«Perciò, reclamo Austria come mia proprietà!» proseguì con rinnovata stima di sé Gilbert.
Non aveva la minima intenzione di spartire con loro quel damerino. Lui era un gradino sopra di loro, pertanto Roderich avrebbe senz'altro scelto lui.
«Austria è stato insieme a me per duecent'anni! È mio!» asserì deciso Antonio: voleva tornare a vivere con lui e non avrebbe permesso a quei due di fermarlo. Dopotutto, la Spagna era la nazione della passione.
«Ehi, ehi! Guardate che l'ho visto prima io!» intervenne Francia.
All'improvviso la musica cessò. Benché fossero intenti a bisticciare tra loro, tutti e tre se ne accorsero immediatamente e, d'istinto, si voltarono verso la finestra.
Il mondo crollò loro addosso in un istante: Austria si era fermato perché era appena entrato Germania nella stanza e adesso si stavano... baciando.
«Non ci posso credere...» commentò Spagna, scioccato.
«Ovest?!» esclamò allucinato Prussia.
«Com'è bello Austria... continua a tenere quel suo meraviglioso contegno di nobile anche mentre si bacia...» sospirò Francia, scuotendo la testa trasognato.
Roderich era bello, ma il fatto che si stesse baciando con Ludwig lo era decisamente meno.
«Non posso credere che Ovest sia riuscito ad averlo!» sbuffò contrariato il prussiano, esaminando geloso il suo fratellino.
«Voi due... cosa ci fate qui fuori...?».
Un brivido freddo scosse Francis e Gilbert da capo a piedi nel momento esatto in cui udirono quella voce inequivocabilmente femminile e familiare alle loro spalle.
Con un lento, meccanico movimento del capo, i due si volsero in contemporanea a guardare dietro di loro.
«U-Ungheria...» chiamò esitante il Bonnefoy, deglutendo nervoso.
Gli occhi di Beilschmidt caddero immediatamente sulla padella che la ragazza stringeva tra le mani.
Una parte del cervello di ambedue aveva registrato l'assenza più assoluta dello spagnolo, che con ogni probabilità se l'era filata di soppiatto non appena aveva visto arrivare Elizabeta, senza neppure preoccuparsi di avvisarli.
«Non stavamo facendo niente di male, te l'assicuro...!» cercò di giustificarsi il francese, ma purtroppo le sue parole servirono solo a farli apparire ancora più colpevoli agli occhi dell'ungherese, che alzò la sua fidata "arma" e tentò di abbatterla su di loro.
«Ferma! Non è come sembra!!» gridò Prussia correndo via, seguito a breve distanza da Francia.
«Azzardatevi a tornare a spiare Austria e giuro che sarà l'ultima cosa che fate nella vostra vita!!» li minacciò la ragazza, menando padellate a destra e a manca.
«Ahi! Ahia!!».
«Hai sentito niente?» domandò Roderich all'improvviso, volgendo con elegante perplessità il viso verso la finestra alle sue spalle, esaminando con cipiglio curioso il giardino.
Ludwig seguì stupito il suo sguardo.
«No, io non ho sentito niente».