fiamma_drakon: (Grell_Sutcliffe)
[personal profile] fiamma_drakon
Titolo: Fish & chips
Rating: Verde
Genere: Comico, Generale, Slice of life
Personaggi: Arthur Kirkland (Inghilterra), Francis Bonnefoy (Francia)
Wordcount: 1487 ([livejournal.com profile] fiumidiparole)
Prompt: Pesce per l'"Iper Spade Cel" Challenge @ [livejournal.com profile] maridichallenge
Note: Shonen-ai
Era la prima volta che Francia si recava di propria spontanea volontà a Londra. Inghilterra gli aveva detto che, se proprio ci teneva così tanto a vederlo, doveva essere lui ad andare a Londra, perché si rifiutava di andare lui stesso a Parigi.
Perciò, Francis si era deciso ad accantonare almeno momentaneamente il ribrezzo per quella città bigia e nebbiosa ed era partito.


Era la prima volta che Francia si recava di propria spontanea volontà a Londra. Inghilterra gli aveva detto che, se proprio ci teneva così tanto a vederlo, doveva essere lui ad andare a Londra, perché si rifiutava di andare lui stesso a Parigi.
Perciò, Francis si era deciso ad accantonare almeno momentaneamente il ribrezzo per quella città bigia e nebbiosa ed era partito.

Il cielo di Londra era ancora più grigio di quanto ricordava: una cappa plumbea di nubi gravava sulla città, promettendo pioggia da un momento all'altro.
«Adesso capisco perché sei sempre così nervoso» commentò il francese guardandosi intorno distrattamente «Se ci fosse un tempo simile ogni giorno anche a Parigi forse lo sarei anche io...!».
Arthur inarcò irritato un sopracciglio irrigidendo le spalle.
«Se sei venuto fin qui solo per insultarmi puoi tornartene a casa tua!!» esclamò ad alta voce, paonazzo in viso per la foga dell’affermazione.
Fino a che non si era visto comparire Francia sull’uscio di casa, non aveva minimamente creduto che potesse seriamente dare ascolto a quello che gli aveva detto - che se voleva vederlo doveva andare lui nella sua nazione.
Non reputava Francia capace di fare una cosa del genere, non con la scarsa considerazione in cui teneva tutte le nazioni che non fossero la sua.
Dato che voleva evitare di ritrovarsi a fare cose che era meglio che rimanessero nelle loro fantasie perverse, Arthur aveva preferito andare a fare un giro in città piuttosto che accogliere l’ospite inatteso in casa propria.
Camminando senza una meta precisa, si erano spinti fino alla Torre di Londra percorrendo un numero spropositato di strade. Francia aveva avuto di che lamentarsi per tutto il tragitto, portando più volte Inghilterra sul punto di avere una crisi di nervi.
Si amavano, era ormai una realtà obiettiva che avevano accettato entrambi, però un po’ di conflittualità permaneva ancora nelle loro interazioni, rendendo spesso l’atmosfera attorno a loro tutt’altro che piacevole e romantica.
«Ecco... vedi? Nervoso e isterico...» sospirò in tono ovvio Francis, stringendosi frivolmente nelle spalle.
Arthur digrignò i denti arrossendo ancora, stavolta per l’ira che montava a ritmi quasi esponenziali. Iniziò ad avvertire le nocche prudere dal desiderio che aveva di picchiare il francese, ma tutta la sua rabbia svanì nell’attimo stesso in cui udì distintamente il brontolio dello stomaco del Bonnefoy.
Quest’ultimo assunse istantaneamente un’espressione talmente imbarazzata da rasentare il costernato.
Inghilterra si lasciò sfuggire una risata dal timbro piuttosto cattivo.
«Ah! Da quant’è che non mangi...?» chiese.
Francia era consapevole di quanto in quel momento il Kirkland stesse godendo: era la prima volta che lasciava che fosse il suo stomaco a dire che era affamato.
Camminando per la città, si era dimenticato completamente del fatto che erano quasi dieci ore che non mangiava.
Un altro brontolio proruppe dal suo stomaco.
«Dieci ore... più o meno...» replicò quasi sibilando Francis, aggrottando le sopracciglia in uno sguardo irritato.
Arthur spalancò gli occhi, meravigliato: «Così tanto?».
«Il viaggio da Parigi a Londra non è poi tanto breve, sai?» replicò il francese stizzito, accelerando un tantino il passo.
«Allora torniamo a casa mia e ti preparo qualcosa da...!».
Inghilterra andò a sbattere contro la schiena di Francia, che si era fermato all’improvviso.
«Ehi! Perché ti sei fermato?!» sbottò, massaggiandosi il naso.
«Che cos’è?» chiese il Bonnefoy, guardandosi intorno: avvertiva nell’aria un forte odore di cibo.
Kirkland per qualche istante rimase a fissare la schiena del francese senza capire, ma poi percepì lo stesso odore che anche l’altro sentiva e comprese.
«Ah!» fece, affiancandosi di nuovo al suo ospite «Ti riferisci al fish and chips?».
«Il che?» domandò Francia confuso.
«Fish-and-chips» ripeté Inghilterra, scandendo bene le parole. All’espressione confusa che ancora permaneva sul viso dell’altro, si decise a spiegare: «Pesce fritto e patatine. Mai sentito? È conosciuto ovunque».
«Uhm... no, mai sentito» rispose Francis deciso, dopo aver finto qualche attimo di pensarci su.
«Non mi sorprende, dato che sei così riluttante nei confronti delle culture altrui...» ammise Arthur.
Lo stomaco di Francia si fece sentire un’altra volta, spingendo quest’ultimo a chiedere: «E... com’è?».
Non aveva mai dato segno di voler provare a mangiare qualcosa che non fosse di stretta origine francese, ma aveva fame e non sopportava più i borbottii continui del suo stomaco vuoto.
«Ehm...» esordì il britannico, colto alla sprovvista dalla sua domanda «È buono» proseguì subito dopo.
Francis aveva imparato a proprie spese a diffidare del cibo inglese che Inghilterra definiva buono. La prima ed anche ultima volta che gli aveva dato ascolto in merito aveva avuto mal di pancia per quattro giorni e non ci teneva affatto a ripetere l’esperienza.
D’altra parte, lui in quel momento aveva veramente fame e l’odore che avvertiva nell’aria era decisamente invitante.
Prima che avesse modo di dire qualsiasi cosa, Arthur si allontanò esclamando: «Ho già capito, vado a comprartelo».
Francis rimase immobile dov’era ad ascoltare gli ulteriori borbottii del proprio stomaco mentre osservava il profilo del britannico che si allontanava.
Dopo pochi minuti fu di ritorno con un pacchettino di carta che conteneva patatine fritte dalla forma di bastoncini tra i quali erano sparsi pezzetti di pesce fritto.
La coppia si spostò dal piazzale che portava alla Torre di Londra, andando a sedersi qualche decina di metri più in là, abbastanza in disparte.
Francia fissava il cibo con cipiglio un po’ perplesso e disgustato: l’odore prometteva bene - o perlomeno meglio di quello dei piatti che cucinava Arthur - ma era schifato dall’aspetto tutt’altro che salutare. Sembrava il cibo da fast food di America.
Inghilterra, seduto di fianco a lui con le gambe aperte e le mani appoggiate tra di esse, sul freddo ferro della panchina, lo osservava curioso: era ovviamente la prima volta che mangiava il fish and chips e non pareva neppure troppo sicuro di volerlo fare, a dispetto dell’ennesimo brontolio che emise il suo stomaco.
«Allora? Mangi o no?» chiese il britannico dopo qualche istante «Hai intenzione di continuare a contemplarlo e basta...?».
«Sei sicuro che sia buono?» indagò il francese diffidente, mentre il suo stomaco si lamentava di nuovo.
Era incredibile come riuscisse a fare lo schizzinoso anche dopo dieci ore o poco meno di digiuno!
«Non puoi dirmi che non lo vuoi dopo che te l'ho comprato, chiaro?!» sbottò indispettito Inghilterra. Era veramente incontentabile.
«Avanti, mangialo... oppure dobbiamo andare a casa mia?».
Nonostante la minaccia non proprio voluta di Inghilterra, Francia continuava ad esitare: «M-ma non sembr...».
«Devo imboccarti io?!» l'interruppe il Kirkland con veemenza, stanco della sua incertezza.
Una coppia di passanti si girò a guardarlo, perplessa e contrariata, e le guance del britannico si colorarono di un rosso intenso.
«Mi imboccheresti per davvero...?» chiese stupefatto Francis a mezza voce «Anche in un luogo pubblico...?».
A quella precisazione Arthur arrossì leggermente, però gli sottrasse di mano il cartoccio del cibo e, preso un pezzetto di pesce con l'indice ed il pollice, lo sollevò e glielo accostò alla bocca.
«Sì» tagliò corto, guardando da tutt’altra parte rispetto al viso del Bonnefoy, imbarazzato.
Il francese si lasciò imboccare, anche se con qualche remora; tuttavia, dovette ricredersi quando sentì il sapore del pesce fritto.
«Ma è buono!» esclamò, esterrefatto.
Il pesce non sapeva di qualche altra cosa né aveva un gusto strano. Il sapore era esattamente quello di un delizioso filetto di pesce impanato e fritto. Doveva inoltre ammettere che non aveva mai mangiato del pesce così squisito.
Inghilterra si raddrizzò, indispettito: «Certo che è buono! Credevi che fosse una schifezza?!».
«Non hai esattamente fama di grande chef» replicò con noncuranza il Bonnefoy, sporgendosi verso il compare per pescare dal cartoccio una patatina.
L'assaggiò e, almeno quella, rispose alle sue aspettative iniziali: non sapeva di niente e per di più era gommosa. In poche parole, era pessima. Niente a che vedere con il sapore del pesce.
«Mangiale tu le patatine. Non mi piacciono» disse Francis, prendendo affamato un altro pezzetto di pesce.
«Aaaahn...» sbuffò il britannico, roteando gli occhi al cielo, afferrando a propria volta una patatina. A lui quelle piacevano, e di certo per mangiarle non doveva aver fame. Era solamente gola.
Francia avrebbe voluto che di pesce fritto ce ne fosse stato di più che qualche pezzetto sparso in una quantità ben maggiore di patatine.
Quando ebbe terminato di mangiare, si pulì le dita su di un fazzolettino di stoffa che aveva in tasca.
«Allora?» volle sapere il Kirkland. Voleva sentirgli dire apertamente che c'era del cibo nella sua nazione che non era disgustoso come lui credeva.
Sarebbe stata la soddisfazione più grande della sua vita.
«Posso mangiare quello anche a cena, vero...?» chiese Francia, guardando il compare indicando il sacchettino ormai vuoto.
Quel pesce fritto era delizioso; inoltre, mangiando quello non avrebbe neppure rischiato l'avvelenamento con i piatti cucinati da Arthur.
«D'accordo, stasera mangeremo fuori, tanto nemmeno avevo voglia di cucinare...» esclamò quest'ultimo, senza soffermarsi a domandare perché non volesse mangiare a casa sua. Stava già macchinando i modi migliori e più efficaci per evitare che quella notte finissero a fare l’amore.
«Comunque mangiare solo pesce fritto non credo che ti farà ben...».
«Dove andiamo ora? C'è qualche strada con dei negozi decenti?» domandò Francia, interrompendo bruscamente l'altro.
Aveva voglia di fare un giro per negozi prima di andare a mangiare altro pesce fritto.
«Vediamo se si riesce a trovare qualcosa che soddisfi i tuoi gusti assolutamente incoerenti e pessimi...» fu la replica che ricevette da Inghilterra mentre quest’ultimo lo precedeva per mostrargli la strada.

Info ♥

Benvenuti nel mio journal personale, dove posto tutte le mie fiffi!
Qui troverete un po' di tutto sia per tipo di relazioni (het, yaoi e yuri) sia per rating (con prevalenza di lavori NSFW). Se ciò non vi aggrada, migrate tranquillamente verso siti a voi più gradevoli; in caso contrario, buona permanenza e buona lettura! ♥

I personaggi di cui scrivo non appartengono a me ma sono dei rispettivi proprietari - salvo gli originali, che sono di mia esclusiva proprietà.

Tags