fiamma_drakon: (Flandre_Scarlet)
[personal profile] fiamma_drakon
Titolo: Contro ogni previsione
Rating: Rosso
Genere: Erotico, Generale
Personaggi: Alfred F. Jones (America), Ivan Braginski (Russia)
Wordcount: 1082 ([livejournal.com profile] fiumidiparole)
Prompt: Set Roberta / #2. Mano/i @ [livejournal.com profile] mmom_italia + Non-con per la seconda settimana delle Badwrong Weeks @ [livejournal.com profile] maridichallenge
Timeline: Approssimativamente la Guerra Fredda.
Note: Bondage, Non-con, Self!love, Yaoi one-sided. Scritta per [livejournal.com profile] mmom_italia
«Finalmente ti sei svegliato. Mi ero stancato di aspettare» disse Ivan, piegando leggermente di lato il capo.
Alfred, seduto su di una sedia posta dirimpetto a lui, non solo aveva le mani bloccate - legate tra di loro con un paio di manette - ma era addirittura trattenuto da corde avvinghiate strette attorno al torace e alle caviglie - fissate ciascuna ad una gamba della sedia.
«Che cosa significa tutto questo?!».


L'ultima persona che America si sarebbe aspettato di trovarsi davanti nel momento in cui avrebbe riaperto gli occhi era Russia.
Quest'ultimo torreggiava sopra di lui, fissandolo con un sorriso così candido ed innocente da apparire ancora più spaventoso di quanto lo sarebbe stato un'espressione arcigna.
«Finalmente ti sei svegliato. Mi ero stancato di aspettare» disse Ivan, piegando leggermente di lato il capo.
Alfred, seduto su di una sedia posta dirimpetto a lui, non solo aveva le mani bloccate - legate tra di loro con un paio di manette - ma era addirittura trattenuto da corde avvinghiate strette attorno al torace e alle caviglie - fissate ciascuna ad una gamba della sedia.
«Che cosa significa tutto questo?!» esclamò l'americano indignato, cercando di liberarsi. Furono tutti tentativi vani, un totale, inutile spreco di energie: i gomiti erano bloccati, per cui non aveva modo di imprimere alcun movimento agli avambracci.
«Se così credi che smetterò di crescere ed espandermi, sappi che non funzionerà! Gli eroi non si arrendono mai!!» continuò Jones determinato, gonfiando il petto orgoglioso per mostrare anche con l'atteggiamento il proprio coraggio.
«Per cui puoi anche lasciarmi andare. Non cederò mai!».
«Guarda che ti stai sbagliando» lo contraddisse il Braginski pacatamente «Io non voglio che tu ti arrenda: è così divertente questa guerra di sviluppo!» continuò.
America fu colto totalmente alla sprovvista dalla sua risposta.
«Ah... d-davvero? C-come sarebbe? E allora cosa ci faccio qui?» domandò.
Oltre che confuso sembrava essere anche in buona parte deluso: se fosse stato un rapimento per estorcergli informazioni sarebbe stato tutto decisamente più... eccitante.
«Be', un motivo c'è...» rispose Ivan, sorridendogli.
Gli si avvicinò e senza esitazione si piegò su di lui, posandogli a sorpresa le labbra sulla bocca.
L'americano sgranò gli occhi, arrossendo improvvisamente ed intensamente. Il russo sembrava pieno di sentimento in quel momento: gli occhi chiusi e l'espressione serena e felice che gli distendeva i tratti del viso la dicevano lunga in merito a ciò.
Non cercò di infilargli la lingua in bocca né di forzarlo a reagire. Pareva accontentarsi di quel casto e prolungato bacio.
Quando si staccò da Alfred, lo fissò dritto negli occhi azzurri prima di avvicinargli le mani all'inguine.
«C-cosa fai?!» volle sapere l'americano, improvvisamente preso dal panico, sobbalzando nell'avvertire le sue dita accarezzargli la stoffa dei pantaloni che gli ricopriva il lato interno delle cosce.
Grazie alla maniera in cui era stato legato, non aveva modo di chiudere le gambe e così il suo carceriere aveva piena e completa libertà di agire.
Russia non rispose alla sua domanda: semplicemente, risalì le sue gambe fino alla cintura, che slacciò con incredibile facilità, togliendo di mezzo la casacca dell'uniforme e la prima porzione dei suoi calzari.
Alfred ebbe un fremito quando le sue mutande vennero allo scoperto, ma tremò ancor di più quando la mano gelida del russo s'intrufolò senza scrupolo né pudore all'interno della sua biancheria, sistemandola attorno al suo membro.
«Mi piaci, America...» rivelò Russia, appoggiando la propria fronte contro la sua.
Dalla circostanza in cui si trovavano era palese che quel "mi piaci" fosse da intendere come un "ti amo" dichiarato in modo alternativo e... be', l'americano non ne era poi così entusiasta, anche se non sapeva cosa fosse peggio tra l’avere Russia come nemico ed averlo come spasimante.
L’unica cosa certa in quel momento era che quella mano nei suoi pantaloni stava per fare qualcosa che lui non voleva nel modo più assoluto - almeno, non da Russia.
«Sei freddo! Togli quella mano da lì, Russia, altrimenti io-oh-oh...!».
Non riuscì a trattenere un gemito quando la mano del Braginski cominciò a muoversi con una certa veemenza. America irrigidì le gambe nella posizione in cui si trovavano e si appoggiò contro lo schienale con forza.
Ivan stava lavorando bene, anche troppo. Se continuava in quel modo l’americano non aveva speranza di riuscire ad opporsi in alcun modo.
«Devo resistere...! Non posso farmi battere così!» si disse Jones tra sé e sé.
Si morse il labbro inferiore ed irrigidì anche il busto, cercando di limitare al massimo ogni qualsivoglia manifestazione di piacere: il russo l’aveva rapito e legato come un salame ad una sedia per infilargli le mani nelle mutande e masturbarlo.
Non poteva anche dargli soddisfazione, era assolutamente fuori discussione.
Ivan, sentendo il suo pene mezzo eretto in mano, glielo strinse leggermente ed aumentò di poco il ritmo.
La variazione, anche se leggera, fu funzionale allo scopo che Ivan si era prefisso: nonostante i suoi tentativi di resistere, America stava esplodendo di piacere e reprimerlo, a quel punto, non gli era più possibile.
Iniziò a gemere forte, inframmezzando i rumori con qualche parola male articolata ed incomprensibile che all’altro parve in stretto americano.
Alfred non riusciva ad avere la meglio: la sua volontà di opporsi a tutto ciò stava venendo sopraffatta dal piacere che la pratica stava dando al suo corpo. Cominciò a far pressione sulle manette per cercare di liberarsene, magari spezzarne la catena, ma servì solo a farsi male ai polsi.
Gli tremavano le gambe e sotto lo stomaco avvertiva una consistente bolla di calore che stava addirittura crescendo.
Gli strati sovrapposti della sua uniforme, in quel momento, non facevano altro che dargli fastidio: stava sudando e desiderava di rimanere semplicemente in intimo.
Jones digrignò i denti, piegando all'indietro la testa, lanciando un gridolino liberatorio mentre, eccitato fin nelle viscere, raggiungeva l'orgasmo e veniva nella mano di Ivan.
Era stato rapido, meraviglioso sotto determinati punti di vista eppure anche estremamente doloroso: essere violato così, senza possibilità né di rifiutarsi né di difendersi, aveva ferito Alfred nel suo orgoglio maschile.
Aveva raggiunto l’orgasmo ed aveva goduto nonostante fosse contrario a tutto ciò.
«Basta...» esclamò con un sospiro stremato, eppure Russia continuò a muovere la mano dentro le sue mutande, anche se molto lentamente.
Non voleva venire ancora una volta, ma se il russo non smetteva di toccarlo non avrebbe potuto far niente per impedirlo di nuovo.
«Hai le guance rosse» constatò Ivan quasi casualmente.
La sua mano nei propri pantaloni che gli accarezzava il pene ancora eretto gli dava ancora piacere.
Alfred digrignò leggermente i denti, socchiudendo le palpebre: con tutto quel che gli aveva fatto si sorprendeva di vedergli il volto arrossato?!
Si era accalorato ed aveva sudato fino al momento dell’apice massimo.
«Basta!» trovò la forza di dire, cercando inutilmente di chiudere almeno un po' le gambe «Smettila!».
«Uhm... no» rispose il Braginski, fingendo di pensarci su un momento «Mi sto divertendo. Ti ho portato qui per questo...!» concluse con assoluta nonchalance ed innocenza.
Da quella risposta America capì che da quella sedia non si sarebbe mosso per tanto tempo e che - soprattutto - la mano di Russia non avrebbe smesso di masturbarlo finché lui non avesse deciso che bastava - momento che l’americano sperava sopraggiungesse il più presto possibile.

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