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Titolo: Traitor
Rating: Rosso
Genere: Erotico, Introspettivo
Personaggi: Gilbert Beilschmidt (Prussia), Ludwig (Germania)
Wordcount: 1038 (
fiumidiparole)
Prompt: 396. Troppo da trattenere @
500themes_ita + Angry!sex contro il muro di
mapi_littleowl per la Notte Bianca VI @
maridichallenge
Note: Angry!sex, Incest, Lemon, Yaoi
«West!!».
Germania venne sbattuto come un tappeto contro il muro del soggiorno di casa propria, il profilo di suo fratello maggiore che pareva reso più imponente dalla furia che lo animava, come se il sentimento fosse una specie d'aura nera palpabile attorno a lui.
«Fratellone, ti posso spiegare!» esclamò il tedesco, cercando di allontanarsi da lui, ma le sue mani lo inchiodarono contro il muro, iniziando a spogliarlo febbrilmente.
«West!!».
Germania venne sbattuto come un tappeto contro il muro del soggiorno di casa propria, il profilo di suo fratello maggiore che pareva reso più imponente dalla furia che lo animava, come se il sentimento fosse una specie d'aura nera palpabile attorno a lui.
«Fratellone, ti posso spiegare!» esclamò il tedesco, cercando di allontanarsi da lui, ma le sue mani lo inchiodarono contro il muro, iniziando a spogliarlo febbrilmente.
«Cosa vuoi spiegare West, eh?! Perché eri a letto con Austria?!» abbaiò Gilbert, gli occhi rossi incendiati di rabbia.
Ludwig di solito non temeva suo fratello maggiore: non aveva mai rappresentato una minaccia per lui. Aveva un allenamento migliore del suo alle spalle e molti più anni di guerre di quanti ne avesse sopportati lui, eppure nei suoi confronti aveva sempre tenuto un comportamento da bravo fratello più grande. Era evidente dal suo atteggiamento che si sentiva un esempio da emulare, non qualcuno che dovesse imporre il proprio dominio con la forza. Anche a letto non c'era mai stato bisogno di lottare per decidere chi dovesse star sopra.
Adesso che era veramente arrabbiato, però, Germania doveva ammettere che faceva veramente paura.
Tacque, abbassando gli occhi senza sapere che cosa poter dire, mordendosi il labbro sanguinante - suo fratello gli aveva dato un pugno sul viso non appena l'aveva visto.
Ciò che aveva fatto era in effetti ingiustificabile.
«Avanti, guardami in faccia!» lo redarguì il più grande, posandogli la fronte contro la sua. Il biondo obbedì e poco dopo si trovarono a baciarsi appassionatamente mentre le mani di Gilbert vagavano sul corpo del più giovane togliendo qualsiasi indumento trovassero ad intralciare loro la strada.
In cuor suo l'albino si sentiva fragilissimo, in quel momento, e la rabbia che manifestava era il suo modo di cercare di trovare qualcosa che lo facesse sentire più sicuro di sé. Essere tradito dalla persona che amava di più e che gli era più vicina tra tutti i suoi conoscenti era stato un colpo duro.
Quel che provava in quel frangente era troppo da trattenere.
Il tedesco lasciava che fosse lui a guidare l'intensità ed il ritmo del bacio, che si faceva sempre più languido ed intimo.
«Fratellone...» sussurrò Ludwig a fior di labbra in un brevissimo attimo di pausa.
«Mi hai tradito, West» rispose a mezza voce Gilbert, cercando di celare il tremito nel tono. Doveva apparire forte e dominante, non mostrare le proprie debolezze.
Il più giovane iniziò a togliere la giacca dalle spalle dell'altro mentre gli accarezzava la schiena.
Spontaneamente, come se sapesse di meritare una punizione esemplare, Germania si voltò dando le spalle all'altro, aprendosi ed abbassandosi i pantaloni.
Non avrebbe dovuto accettare le avance di Roderich. Era giusto che suo fratello gli facesse quel che voleva e che lui non si opponesse minimamente, ignorando il richiamo all'ordine del suo orgoglio.
Il sedere nudo del biondo fece aumentare a dismisura la rabbia dell'altro: quel damerino farabutto probabilmente aveva visto il deretano di suo fratello quella notte senza averne alcun diritto.
Solo lui poteva.
Si aprì i pantaloni a propria volta e calò i boxer, scoprendo le proprie zone intime, già pienamente eccitate.
«Adesso te lo faccio sentire io cosa vuol dire fare l'amore...!» esclamò in tono vagamente minaccioso.
Penetrò con violenza l'apertura del fratellino, strappandogli un ansito di dolore che quest'ultimo si apprestò a soffocare. C'era abituato, in un certo senso, ma la veemenza dell'atto quella volta era stata tale da fargli sentire il dolore come se fosse stata la prima volta che ricopriva il ruolo del sottomesso.
Le spinte arrivarono senza esitazione, forti e precise. Le cosce e i fianchi di Prussia sbattevano con vigore contro il suo didietro, costringendo Germania a dover lottare con tutto se stesso per non lasciarsi sfuggire nemmeno un soffio. Non voleva dare ad intendere che in parte stesse anche soffrendo.
Le botte impartite dall'albino si fecero man mano più forti, espressione fedele dell'ira che lo animava. La violenza del rapporto trasformò il dolore in un piacere viscerale, estatico: Ludwig era avvezzo a penetrazioni parecchio impetuose e perché sentisse piacere ci voleva un po' di forza.
«Allora? Non penso proprio che Austria sia in grado di farti godere così...!» disse Prussia, il fiato corto a causa dell'impegno che ci stava mettendo in quel rapporto.
«Fratellone, s-sto...!».
Germania non fece in tempo a finir di parlare che con un gemito roco e sofferto raggiunse l'orgasmo e venne, macchiandosi la parte anteriore dei boxer.
«Ah!» esclamò trionfante il Beilschmidt «Scommetto che Austria non era ancora riuscito a farti venire! Solo io ce la faccio a farti venire tanto in fret-aaahw!».
Uscì dal corpo del fratellino un momento prima di venire. Di solito non si faceva scrupoli a raggiungere l'orgasmo dentro di lui, ma quella volta sentiva il bisogno di sentirlo. Si mise una mano a coppa sul membro e si macchiò le dita con il suo stesso sperma, gemendo.
Ludwig, finalmente libero, si voltò verso suo fratello maggiore e lo guardò mentre si accarezzava le parti basse bagnate di liquido bianco e viscoso.
Adesso era molto più sereno e pareva aver superato quella sorta di trauma.
«Fratellone mi dispiace. Non succederà più» disse frettolosamente il tedesco mentre si risistemava i pantaloni.
Sapeva di poterlo dire con tranquillità adesso: dopo i rapporti sessuali Gilbert diveniva particolarmente mansueto ed era estremamente difficile innervosirlo.
«Ah, lo spero bene! Altrimenti dovrò dimostrarti di nuovo le differenze tra me e Austria» disse in un tono che lasciava intendere benissimo le allusioni osè nascoste dietro l'affermazione; tuttavia, mentre lo guardava andarsene - probabilmente a letto - il prussiano sentì di doverlo congedare in maniera differente nonostante quello che gli aveva fatto. In modo più... romantico.
«Ohi, West!» lo richiamò, un po' imbarazzato.
«Sì?» fece l'altro, fermandosi. Una remota parte di sé temeva che volesse imporgli qualche giochino perverso, ma fortunatamente i suoi timori furono sventati immediatamente ed in modo piuttosto imprevisto da un tenero: «T-ti amo, West...».
Ludwig stirò le labbra, incurvandole in un impercettibile sorriso.
«Anche io, fratellone» disse con voce più ferma di quella dell'altro «Buonanotte» soggiunse, prima di avviarsi definitivamente verso la propria camera da letto.
A quel punto Germania desiderava ardentemente di rimanere solo a tu per tu con il suo dolore al fondoschiena di recente causa e con il proprio labbro insanguinato - che nel frattempo si era anche un po' gonfiato. Immaginava già che nei giorni - e, perché no, anche nei mesi - a seguire quella notte se la sarebbe ricordata fin troppo bene.
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Genere: Erotico, Introspettivo
Personaggi: Gilbert Beilschmidt (Prussia), Ludwig (Germania)
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Prompt: 396. Troppo da trattenere @
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«West!!».
Germania venne sbattuto come un tappeto contro il muro del soggiorno di casa propria, il profilo di suo fratello maggiore che pareva reso più imponente dalla furia che lo animava, come se il sentimento fosse una specie d'aura nera palpabile attorno a lui.
«Fratellone, ti posso spiegare!» esclamò il tedesco, cercando di allontanarsi da lui, ma le sue mani lo inchiodarono contro il muro, iniziando a spogliarlo febbrilmente.
«West!!».
Germania venne sbattuto come un tappeto contro il muro del soggiorno di casa propria, il profilo di suo fratello maggiore che pareva reso più imponente dalla furia che lo animava, come se il sentimento fosse una specie d'aura nera palpabile attorno a lui.
«Fratellone, ti posso spiegare!» esclamò il tedesco, cercando di allontanarsi da lui, ma le sue mani lo inchiodarono contro il muro, iniziando a spogliarlo febbrilmente.
«Cosa vuoi spiegare West, eh?! Perché eri a letto con Austria?!» abbaiò Gilbert, gli occhi rossi incendiati di rabbia.
Ludwig di solito non temeva suo fratello maggiore: non aveva mai rappresentato una minaccia per lui. Aveva un allenamento migliore del suo alle spalle e molti più anni di guerre di quanti ne avesse sopportati lui, eppure nei suoi confronti aveva sempre tenuto un comportamento da bravo fratello più grande. Era evidente dal suo atteggiamento che si sentiva un esempio da emulare, non qualcuno che dovesse imporre il proprio dominio con la forza. Anche a letto non c'era mai stato bisogno di lottare per decidere chi dovesse star sopra.
Adesso che era veramente arrabbiato, però, Germania doveva ammettere che faceva veramente paura.
Tacque, abbassando gli occhi senza sapere che cosa poter dire, mordendosi il labbro sanguinante - suo fratello gli aveva dato un pugno sul viso non appena l'aveva visto.
Ciò che aveva fatto era in effetti ingiustificabile.
«Avanti, guardami in faccia!» lo redarguì il più grande, posandogli la fronte contro la sua. Il biondo obbedì e poco dopo si trovarono a baciarsi appassionatamente mentre le mani di Gilbert vagavano sul corpo del più giovane togliendo qualsiasi indumento trovassero ad intralciare loro la strada.
In cuor suo l'albino si sentiva fragilissimo, in quel momento, e la rabbia che manifestava era il suo modo di cercare di trovare qualcosa che lo facesse sentire più sicuro di sé. Essere tradito dalla persona che amava di più e che gli era più vicina tra tutti i suoi conoscenti era stato un colpo duro.
Quel che provava in quel frangente era troppo da trattenere.
Il tedesco lasciava che fosse lui a guidare l'intensità ed il ritmo del bacio, che si faceva sempre più languido ed intimo.
«Fratellone...» sussurrò Ludwig a fior di labbra in un brevissimo attimo di pausa.
«Mi hai tradito, West» rispose a mezza voce Gilbert, cercando di celare il tremito nel tono. Doveva apparire forte e dominante, non mostrare le proprie debolezze.
Il più giovane iniziò a togliere la giacca dalle spalle dell'altro mentre gli accarezzava la schiena.
Spontaneamente, come se sapesse di meritare una punizione esemplare, Germania si voltò dando le spalle all'altro, aprendosi ed abbassandosi i pantaloni.
Non avrebbe dovuto accettare le avance di Roderich. Era giusto che suo fratello gli facesse quel che voleva e che lui non si opponesse minimamente, ignorando il richiamo all'ordine del suo orgoglio.
Il sedere nudo del biondo fece aumentare a dismisura la rabbia dell'altro: quel damerino farabutto probabilmente aveva visto il deretano di suo fratello quella notte senza averne alcun diritto.
Solo lui poteva.
Si aprì i pantaloni a propria volta e calò i boxer, scoprendo le proprie zone intime, già pienamente eccitate.
«Adesso te lo faccio sentire io cosa vuol dire fare l'amore...!» esclamò in tono vagamente minaccioso.
Penetrò con violenza l'apertura del fratellino, strappandogli un ansito di dolore che quest'ultimo si apprestò a soffocare. C'era abituato, in un certo senso, ma la veemenza dell'atto quella volta era stata tale da fargli sentire il dolore come se fosse stata la prima volta che ricopriva il ruolo del sottomesso.
Le spinte arrivarono senza esitazione, forti e precise. Le cosce e i fianchi di Prussia sbattevano con vigore contro il suo didietro, costringendo Germania a dover lottare con tutto se stesso per non lasciarsi sfuggire nemmeno un soffio. Non voleva dare ad intendere che in parte stesse anche soffrendo.
Le botte impartite dall'albino si fecero man mano più forti, espressione fedele dell'ira che lo animava. La violenza del rapporto trasformò il dolore in un piacere viscerale, estatico: Ludwig era avvezzo a penetrazioni parecchio impetuose e perché sentisse piacere ci voleva un po' di forza.
«Allora? Non penso proprio che Austria sia in grado di farti godere così...!» disse Prussia, il fiato corto a causa dell'impegno che ci stava mettendo in quel rapporto.
«Fratellone, s-sto...!».
Germania non fece in tempo a finir di parlare che con un gemito roco e sofferto raggiunse l'orgasmo e venne, macchiandosi la parte anteriore dei boxer.
«Ah!» esclamò trionfante il Beilschmidt «Scommetto che Austria non era ancora riuscito a farti venire! Solo io ce la faccio a farti venire tanto in fret-aaahw!».
Uscì dal corpo del fratellino un momento prima di venire. Di solito non si faceva scrupoli a raggiungere l'orgasmo dentro di lui, ma quella volta sentiva il bisogno di sentirlo. Si mise una mano a coppa sul membro e si macchiò le dita con il suo stesso sperma, gemendo.
Ludwig, finalmente libero, si voltò verso suo fratello maggiore e lo guardò mentre si accarezzava le parti basse bagnate di liquido bianco e viscoso.
Adesso era molto più sereno e pareva aver superato quella sorta di trauma.
«Fratellone mi dispiace. Non succederà più» disse frettolosamente il tedesco mentre si risistemava i pantaloni.
Sapeva di poterlo dire con tranquillità adesso: dopo i rapporti sessuali Gilbert diveniva particolarmente mansueto ed era estremamente difficile innervosirlo.
«Ah, lo spero bene! Altrimenti dovrò dimostrarti di nuovo le differenze tra me e Austria» disse in un tono che lasciava intendere benissimo le allusioni osè nascoste dietro l'affermazione; tuttavia, mentre lo guardava andarsene - probabilmente a letto - il prussiano sentì di doverlo congedare in maniera differente nonostante quello che gli aveva fatto. In modo più... romantico.
«Ohi, West!» lo richiamò, un po' imbarazzato.
«Sì?» fece l'altro, fermandosi. Una remota parte di sé temeva che volesse imporgli qualche giochino perverso, ma fortunatamente i suoi timori furono sventati immediatamente ed in modo piuttosto imprevisto da un tenero: «T-ti amo, West...».
Ludwig stirò le labbra, incurvandole in un impercettibile sorriso.
«Anche io, fratellone» disse con voce più ferma di quella dell'altro «Buonanotte» soggiunse, prima di avviarsi definitivamente verso la propria camera da letto.
A quel punto Germania desiderava ardentemente di rimanere solo a tu per tu con il suo dolore al fondoschiena di recente causa e con il proprio labbro insanguinato - che nel frattempo si era anche un po' gonfiato. Immaginava già che nei giorni - e, perché no, anche nei mesi - a seguire quella notte se la sarebbe ricordata fin troppo bene.