Estremi rimedi
Sep. 3rd, 2012 04:05 pm![[personal profile]](https://www.dreamwidth.org/img/silk/identity/user.png)
Titolo: Estremi rimedi
Rating: Giallo
Genere: Generale
Personaggi: Jack Sparrow, Will Turner
Wordcount: 1235 (
fiumidiparole)
Prompt: Pirati dei Caraibi, Jack Sparrow/Will Turner, "Dimmi che stai scherzando!" @
piscinadiprompt
Note: Crossdressing, Slash
«Jack, maledizione mi stai... facendo male» sibilò William Turner, posando le mani sul petto del pirata e sollevandolo, staccandolo da sé.
«Non vuoi approfondire, Will?» domandò Jack arricciando le labbra, gli occhi che lampeggiavano di desiderio mentre osservava il suo torace nudo sotto di sé.
Sull'isola di Tortuga non c'era mai un momento di pace, men che meno di notte e tantomeno nelle taverne che fungevano da ritrovi per prostitute, pirati e viaggiatori di passaggio.
«Jack, maledizione mi stai... facendo male» sibilò William Turner, posando le mani sul petto del pirata e sollevandolo, staccandolo da sé.
«Non vuoi approfondire, Will?» domandò Jack arricciando le labbra, gli occhi che lampeggiavano di desiderio mentre osservava il suo torace nudo sotto di sé.
Il suo fiato sapeva di rum e le sue manacce invadenti gli stavano ispezionando i fianchi, avvicinandosi sempre più al suo inguine nudo. Il membro di Sparrow era già pronto a darsi da fare: Turner lo avvertiva premere leggermente contro il suo scroto.
«No, stasera non voglio...» replicò Will senza spiegargli il motivo. Semplicemente, non aveva voglia quella sera di fare l'amore, anche se finalmente dopo settimane passate a farlo sulle fredde assi del pavimento della cabina del capitano avevano la possibilità di usufruire di un letto comodo e morbido.
Jack ondeggiava la testa lentamente, sbattendo confuso le palpebre. Era già ubriaco e non era passata nemmeno mezza serata. Veramente notevole persino per lui.
«Davvero no...?» domandò, il tono che lasciava parzialmente trapelare la sua delusione.
«No» tagliò corto William, puntellando i gomiti sul materasso per sollevarsi «E adesso fammi mettere seduto» ordinò.
Stranamente, Jack si ritrasse verso il fondo del letto senza protestare né opporre la minima resistenza. Di solito metteva in campo - in condizioni di sobrietà o meno - ogni scusa possibile ed immaginabile per imporgli il suo volere - anche se la sua preferita era e rimaneva sempre "ricorda chi è il capitano della Perla, Will". Quando faceva così William lo odiava con ogni fibra del suo essere; ciononostante, tutta quella libertà di ribellione gli riusciva dannatamente sospetta.
Mentre si metteva seduto sul bordo del letto scrutò con sguardo diffidente il suo amante.
«Non cerchi di fermarmi...?» domandò in tono quasi brutale, affrontando di petto il problema.
Sparrow non disse niente: si limitò ad osservare Turner alzarsi in piedi.
Tutto ciò risultò ancor più sospetto agli occhi del giovane pirata, che comunque distolse da lui la propria attenzione per dedicarsi alla ricerca dei propri abiti. Questi ultimi erano stati buttati a terra in fretta e furia poco meno di un'ora prima, quando avevano occupato la stanza appena affittata, ma adesso che guardava di essi non c'era traccia da nessuna parte.
Aveva trascorso la maggior parte del tempo con le labbra incollate a quelle di Jack, pertanto era impossibile che il capitano avesse fatto scomparire i suoi indumenti. Se ne sarebbe accorto, mica era ubriaco - perlomeno, non ancora.
A meno che...
«Jack, a che gioco stai giocando?» tuonò Will, rivolgendo lo sguardo all'altro, che si era intanto seduto a gambe incrociate e dondolava avanti e indietro il busto seguendo il ritmo di una nenia che probabilmente si agitava nella sua mente annebbiata dai fumi dell'alcol.
Vedendo che non aveva alcuna intenzione di rispondere, Turner insistette: «Che fine hanno fatto i miei vestiti, Jack!».
Non era assolutamente una domanda e ne era perfettamente conscio. Era una pretesa di risposta, che sperava vivamente stavolta arrivasse. Altrimenti, sarebbe dovuto ricorrere ad altri metodi, molto più persuasivi - anche se avrebbe preferito evitarlo.
Finalmente Jack si decise a rispondere: «Credo... che le ragazze li abbiano presi mentre eravamo... occupati».
Will non sapeva se fosse stato più giusto abbandonarlo lì e tornarsene alla nave nudo come mamma l'aveva fatto oppure cercare qualche oggetto contundente e sollevabile nei paraggi e cercare di fare quanto più male possibile al suo capitano.
«Che cosa?!» domandò, sperando che la precedente replica venisse smentita; tuttavia, ottenne solo un'ulteriore fonte di rabbia: «Erano contente di potersi spartire i tuoi vestiti...».
Will iniziò a cercare disperatamente, frugando in ogni anfratto, ogni angolo, persino sotto al letto - offrendo uno spettacolo di sé molto gradito al suo capitano.
Dopo un po' capitò dietro un separé posizionato in un cantuccio in disparte, lontano dal letto.
William si lasciò sfuggire un gridolino di terrore che strappò un sorrisetto malvagio a Jack.
«Che cosa c'è, Will?» domandò, occhieggiando il separé.
«C'è un vestito da donna qui dietro. Da donna...!» si lamentò Turner, evidentemente stupefatto.
«L'avrà lasciato una delle ragazze quando ha preso i tuoi vestiti» rispose Sparrow tranquillamente «E mi sa che dovrai metterlo, se non vuoi tornare alla nave nudo».
Il tono di voce ed il modo con cui lo disse suggerirono a William che in realtà era stato tutto premeditato per arrivare a quel momento. Si sentì uno stupido per esserci cascato.
«Dimmi che stai scherzando!» supplicò Turner, osservando con ribrezzo il lungo abito blu che aveva davanti. Era scollato e alle spalle le maniche si gonfiavano per poi restringersi e formare maniche strette e lunghe. La gonna era lunga e fornita di un discreto strato di sottogonne.
«Se proprio vuoi te lo dico, ma risolverei ben poco» disse il capitano con un sospiro, sedendosi sul bordo del materasso.
«Ma non eri ubriaco?» fece all'improvviso Will, sospettoso.
«Ci vuole ben più di una bottiglia di rum per ubriacare capitan Jack Sparrow!» esclamò l'altro.
«Allora faceva tutto parte di questa stupida farsa...!» rifletté frustrato Will.
«Ti metti quel vestito o andiamo, Will?» domandò Jack impaziente.
Turner ci pensò su per un momento: l'alternativa a fare una pessima figura sgattaiolando via in mezzo a pirati e prostitute ubriachi era morire di vergogna sgattaiolando via nudo. Non aveva poi molta scelta se voleva continuare a guardarsi allo specchio senza sentirsi un verme.
«Lo metto» decretò infine, maledicendo mentalmente Sparrow per avergli giocato un tiro così basso e perverso.
L'altro sorrise subdolo: era anche l'ora! Aveva aspettato quel momento per tutta la sera.
Da dietro il separé si udirono i mugolii dell'uomo che cercava di entrare in quel vestito con il busto un po' troppo stretto per la sua taglia.
Jack aveva lungamente studiato come potesse riuscire a far vestire il suo amante da donna, soddisfacendo uno dei suoi desideri più reconditi.
Trascorsero più o meno dieci minuti prima che William si decidesse ad uscire.
Dall'espressione che portava sul viso sembrava estremamente propenso a sotterrarsi pur di non farsi vedere conciato in quella maniera.
L'abito gli donava in modo del tutto singolare. Non era certo come vederlo indosso ad una donna, però non era neppure così brutto da far sanguinare gli occhi.
Will lo fissò truce.
«Contento? Ora andiamo» sentenziò irritato, cercando di camminare il più velocemente possibile verso la porta. Jack lo guardava con bramosia, ridacchiando.
Magari una volta giunti sulla nave avrebbe potuto attirarlo nella sua cabina e convincerlo a far l'amore. Immaginava già come si sarebbe divertito a sollevare ogni strato di sottogonna per arrivare alla sua zona inguinale e non ne vedeva l'ora.
Uscirono assieme dalla stanza e, non appena furono nel corridoio, un manipolo di prostitute adocchiò il povero Turner ed iniziò a ridere frivolmente in modo di palese scherno.
Fu la peggiore esperienza che Will avesse mai vissuto in vita sua: dovunque c'erano donne pronte a ridere di lui e ubriaconi che lo sfottevano con inviti oscenamente erotici o gli tiravano l'abito cercando di sollevarlo abbastanza da vedere al di sotto.
Gli sembrava di camminare in un'arena di leoni che volevano giocare con lui ed erano pronti a dividersi sia lui sia il suo orribile indumento.
Quando giunse in vista della nave alla fonda ad una delle banchine il cuore di William sussultò per la gioia: finalmente quell'incubo era finito.
Si liberò dall'ennesima mano troppo curiosa ed iniziò a correre sollevando il lembo inferiore del vestito per non incespicarvi.
Sparrow lo seguiva a breve distanza.
«Finalmente siamo arrivati...!» sospirò Turner sollevato, raggiungendo il termine della banchina.
«Già, finalmente...» concordò Jack, sorridendo di sghimbescio, una promessa lasciva nascosta dietro quel sorriso.
Rating: Giallo
Genere: Generale
Personaggi: Jack Sparrow, Will Turner
Wordcount: 1235 (
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Prompt: Pirati dei Caraibi, Jack Sparrow/Will Turner, "Dimmi che stai scherzando!" @
![[livejournal.com profile]](https://www.dreamwidth.org/img/external/lj-community.gif)
Note: Crossdressing, Slash
«Jack, maledizione mi stai... facendo male» sibilò William Turner, posando le mani sul petto del pirata e sollevandolo, staccandolo da sé.
«Non vuoi approfondire, Will?» domandò Jack arricciando le labbra, gli occhi che lampeggiavano di desiderio mentre osservava il suo torace nudo sotto di sé.
Sull'isola di Tortuga non c'era mai un momento di pace, men che meno di notte e tantomeno nelle taverne che fungevano da ritrovi per prostitute, pirati e viaggiatori di passaggio.
«Jack, maledizione mi stai... facendo male» sibilò William Turner, posando le mani sul petto del pirata e sollevandolo, staccandolo da sé.
«Non vuoi approfondire, Will?» domandò Jack arricciando le labbra, gli occhi che lampeggiavano di desiderio mentre osservava il suo torace nudo sotto di sé.
Il suo fiato sapeva di rum e le sue manacce invadenti gli stavano ispezionando i fianchi, avvicinandosi sempre più al suo inguine nudo. Il membro di Sparrow era già pronto a darsi da fare: Turner lo avvertiva premere leggermente contro il suo scroto.
«No, stasera non voglio...» replicò Will senza spiegargli il motivo. Semplicemente, non aveva voglia quella sera di fare l'amore, anche se finalmente dopo settimane passate a farlo sulle fredde assi del pavimento della cabina del capitano avevano la possibilità di usufruire di un letto comodo e morbido.
Jack ondeggiava la testa lentamente, sbattendo confuso le palpebre. Era già ubriaco e non era passata nemmeno mezza serata. Veramente notevole persino per lui.
«Davvero no...?» domandò, il tono che lasciava parzialmente trapelare la sua delusione.
«No» tagliò corto William, puntellando i gomiti sul materasso per sollevarsi «E adesso fammi mettere seduto» ordinò.
Stranamente, Jack si ritrasse verso il fondo del letto senza protestare né opporre la minima resistenza. Di solito metteva in campo - in condizioni di sobrietà o meno - ogni scusa possibile ed immaginabile per imporgli il suo volere - anche se la sua preferita era e rimaneva sempre "ricorda chi è il capitano della Perla, Will". Quando faceva così William lo odiava con ogni fibra del suo essere; ciononostante, tutta quella libertà di ribellione gli riusciva dannatamente sospetta.
Mentre si metteva seduto sul bordo del letto scrutò con sguardo diffidente il suo amante.
«Non cerchi di fermarmi...?» domandò in tono quasi brutale, affrontando di petto il problema.
Sparrow non disse niente: si limitò ad osservare Turner alzarsi in piedi.
Tutto ciò risultò ancor più sospetto agli occhi del giovane pirata, che comunque distolse da lui la propria attenzione per dedicarsi alla ricerca dei propri abiti. Questi ultimi erano stati buttati a terra in fretta e furia poco meno di un'ora prima, quando avevano occupato la stanza appena affittata, ma adesso che guardava di essi non c'era traccia da nessuna parte.
Aveva trascorso la maggior parte del tempo con le labbra incollate a quelle di Jack, pertanto era impossibile che il capitano avesse fatto scomparire i suoi indumenti. Se ne sarebbe accorto, mica era ubriaco - perlomeno, non ancora.
A meno che...
«Jack, a che gioco stai giocando?» tuonò Will, rivolgendo lo sguardo all'altro, che si era intanto seduto a gambe incrociate e dondolava avanti e indietro il busto seguendo il ritmo di una nenia che probabilmente si agitava nella sua mente annebbiata dai fumi dell'alcol.
Vedendo che non aveva alcuna intenzione di rispondere, Turner insistette: «Che fine hanno fatto i miei vestiti, Jack!».
Non era assolutamente una domanda e ne era perfettamente conscio. Era una pretesa di risposta, che sperava vivamente stavolta arrivasse. Altrimenti, sarebbe dovuto ricorrere ad altri metodi, molto più persuasivi - anche se avrebbe preferito evitarlo.
Finalmente Jack si decise a rispondere: «Credo... che le ragazze li abbiano presi mentre eravamo... occupati».
Will non sapeva se fosse stato più giusto abbandonarlo lì e tornarsene alla nave nudo come mamma l'aveva fatto oppure cercare qualche oggetto contundente e sollevabile nei paraggi e cercare di fare quanto più male possibile al suo capitano.
«Che cosa?!» domandò, sperando che la precedente replica venisse smentita; tuttavia, ottenne solo un'ulteriore fonte di rabbia: «Erano contente di potersi spartire i tuoi vestiti...».
Will iniziò a cercare disperatamente, frugando in ogni anfratto, ogni angolo, persino sotto al letto - offrendo uno spettacolo di sé molto gradito al suo capitano.
Dopo un po' capitò dietro un separé posizionato in un cantuccio in disparte, lontano dal letto.
William si lasciò sfuggire un gridolino di terrore che strappò un sorrisetto malvagio a Jack.
«Che cosa c'è, Will?» domandò, occhieggiando il separé.
«C'è un vestito da donna qui dietro. Da donna...!» si lamentò Turner, evidentemente stupefatto.
«L'avrà lasciato una delle ragazze quando ha preso i tuoi vestiti» rispose Sparrow tranquillamente «E mi sa che dovrai metterlo, se non vuoi tornare alla nave nudo».
Il tono di voce ed il modo con cui lo disse suggerirono a William che in realtà era stato tutto premeditato per arrivare a quel momento. Si sentì uno stupido per esserci cascato.
«Dimmi che stai scherzando!» supplicò Turner, osservando con ribrezzo il lungo abito blu che aveva davanti. Era scollato e alle spalle le maniche si gonfiavano per poi restringersi e formare maniche strette e lunghe. La gonna era lunga e fornita di un discreto strato di sottogonne.
«Se proprio vuoi te lo dico, ma risolverei ben poco» disse il capitano con un sospiro, sedendosi sul bordo del materasso.
«Ma non eri ubriaco?» fece all'improvviso Will, sospettoso.
«Ci vuole ben più di una bottiglia di rum per ubriacare capitan Jack Sparrow!» esclamò l'altro.
«Allora faceva tutto parte di questa stupida farsa...!» rifletté frustrato Will.
«Ti metti quel vestito o andiamo, Will?» domandò Jack impaziente.
Turner ci pensò su per un momento: l'alternativa a fare una pessima figura sgattaiolando via in mezzo a pirati e prostitute ubriachi era morire di vergogna sgattaiolando via nudo. Non aveva poi molta scelta se voleva continuare a guardarsi allo specchio senza sentirsi un verme.
«Lo metto» decretò infine, maledicendo mentalmente Sparrow per avergli giocato un tiro così basso e perverso.
L'altro sorrise subdolo: era anche l'ora! Aveva aspettato quel momento per tutta la sera.
Da dietro il separé si udirono i mugolii dell'uomo che cercava di entrare in quel vestito con il busto un po' troppo stretto per la sua taglia.
Jack aveva lungamente studiato come potesse riuscire a far vestire il suo amante da donna, soddisfacendo uno dei suoi desideri più reconditi.
Trascorsero più o meno dieci minuti prima che William si decidesse ad uscire.
Dall'espressione che portava sul viso sembrava estremamente propenso a sotterrarsi pur di non farsi vedere conciato in quella maniera.
L'abito gli donava in modo del tutto singolare. Non era certo come vederlo indosso ad una donna, però non era neppure così brutto da far sanguinare gli occhi.
Will lo fissò truce.
«Contento? Ora andiamo» sentenziò irritato, cercando di camminare il più velocemente possibile verso la porta. Jack lo guardava con bramosia, ridacchiando.
Magari una volta giunti sulla nave avrebbe potuto attirarlo nella sua cabina e convincerlo a far l'amore. Immaginava già come si sarebbe divertito a sollevare ogni strato di sottogonna per arrivare alla sua zona inguinale e non ne vedeva l'ora.
Uscirono assieme dalla stanza e, non appena furono nel corridoio, un manipolo di prostitute adocchiò il povero Turner ed iniziò a ridere frivolmente in modo di palese scherno.
Fu la peggiore esperienza che Will avesse mai vissuto in vita sua: dovunque c'erano donne pronte a ridere di lui e ubriaconi che lo sfottevano con inviti oscenamente erotici o gli tiravano l'abito cercando di sollevarlo abbastanza da vedere al di sotto.
Gli sembrava di camminare in un'arena di leoni che volevano giocare con lui ed erano pronti a dividersi sia lui sia il suo orribile indumento.
Quando giunse in vista della nave alla fonda ad una delle banchine il cuore di William sussultò per la gioia: finalmente quell'incubo era finito.
Si liberò dall'ennesima mano troppo curiosa ed iniziò a correre sollevando il lembo inferiore del vestito per non incespicarvi.
Sparrow lo seguiva a breve distanza.
«Finalmente siamo arrivati...!» sospirò Turner sollevato, raggiungendo il termine della banchina.
«Già, finalmente...» concordò Jack, sorridendo di sghimbescio, una promessa lasciva nascosta dietro quel sorriso.