Passione tenera
Oct. 26th, 2012 04:39 pm![[personal profile]](https://www.dreamwidth.org/img/silk/identity/user.png)
Titolo: Passione tenera
Rating: Verde
Genere: Commedia, Fluff, Sentimentale, Slice of life
Personaggi: Antonio Fernandez Carriedo (Spagna), Olanda
Wordcount: 1860 (
fiumidiparole)
Prompt: Coniglietto di
dio_niso per la Sagra del Kink 2.0 @
kinkmemeita
Note: Shonen-ai
Benché Spagna fosse riuscito a farsi invitare parecchie volte a casa di Olanda - e non senza fatica, suppliche reiterate ed una buona dose di baci, coccole e amore carnale - non era mai riuscito a dare un'occhiata al suo giardino.
A quanto ne diceva Belgio era una cosa spettacolare, l'apice della meraviglia per quanto riguardava il giardinaggio.
Benché Spagna fosse riuscito a farsi invitare parecchie volte a casa di Olanda - e non senza fatica, suppliche reiterate ed una buona dose di baci, coccole e amore carnale - non era mai riuscito a dare un'occhiata al suo giardino.
A quanto ne diceva Belgio era una cosa spettacolare, l'apice della meraviglia per quanto riguardava il giardinaggio.
Antonio si era sempre immaginato aiuole di rose alte diversi metri, tutte rigorosamente potate e sagomate, un prato immenso con erba verde e rigogliosa, sparuti gruppetti di margherite che facevano timidamente capolino qua e là, ma soprattutto una collezione di varietà di tulipani da far invidia a chiunque.
Olanda era un vero appassionato di tulipani. Lo spagnolo stesso, conscio di questa sua forte passione, gli si era dichiarato regalandogli un grosso mazzo di tulipani variopinti.
Il Carriedo era anche un tipo parecchio curioso, per questo aveva il desiderio sempre più forte man mano che il tempo passava di fare un giro turistico del giardino del suo amante. E alla fine, dopo mesi di tentativi andati a vuoto...
Olanda e Spagna erano seduti sul divano nel soggiorno del primo, l'uno accanto all'altro. Antonio stava abbandonato contro l'imponente corpo dell'altro, la testa appoggiata sulla sua spalla. Osservava con evidente mancanza di interesse lo schermo della tv, seguendo il programma di giardinaggio che invece pareva assorbire completamente l'attenzione di Olanda.
Fernandez gli lanciò un'occhiata di traverso per sbirciare l'espressione sul suo viso: il cipiglio serio e concentrato lo faceva apparire più scontroso che altro, la linea delle labbra dura eppure comunque invitante ai suoi occhi.
Quest'ultimo era infastidito dal fatto che il suo compagno non gli prestasse le dovute attenzioni. Era come se non ci fosse.
«Uffa, perché devo essere ignorato così...? Non ho fatto niente di male per meritarmelo...!» brontolò tra sé e sé, assumendo un cipiglio indignato.
Fece strisciare una mano in grembo all'olandese fino a raggiungere la sua mano, adagiata inerte dall'altro lato del corpo. La strinse nella propria presa e ne accarezzò il dorso dolcemente, cercando invano di guadagnarsi le attenzioni che gli erano ostinatamente negate.
Cercò di dimostrargli che voleva essere considerato in mille altri modi, accarezzandogli il torace ed il braccio più vicino, posandogli casti e piccoli baci sulla spalla, ma non valse a niente. Olanda rimase concentrato sul suo programma.
Antonio stava cominciando a stufarsi seriamente della situazione: non era andato lì per essere ignorato. Se avesse voluto avrebbe potuto benissimo rimanere a casa sua con il piccolo Romano, che gli dava abbastanza da pensare per impedirgli di arrovellarsi per ore ed ore sulla loro controversa e bizzarra relazione.
Stava per alzarsi e salutare Olanda, quando il programma terminò. Il padrone di casa parve riscuotersi da una specie di trance e posò i suoi occhi chiari sul suo ospite come se lo vedesse per la prima volta.
Antonio per un attimo credette di poter ricevere un briciolo di considerazione, ma le sue speranze furono deluse ancora una volta: «Alzati, devo andare in giardino».
Fernandez si scostò da lui fissandolo a bocca aperta per qualche momento: non riusciva a credere a quanto potesse diventare freddo ed insensibile nei suoi riguardi.
Lo era sempre stato un po', ma mai in modo così deliberato.
L'olandese per contro si alzò in piedi senza dirgli nient'altro e si allontanò da lui.
Antonio lo seguì con lo sguardo finché non ebbe varcato la soglia che conduceva alla cucina: aveva una porta sul retro che portava direttamente al suo adorato giardino. Che lui sapesse, quella era l'unica via d'accesso al cortile, che si trovava dal lato opposto alla strada, per cui rimaneva nascosto dall'edificio.
Lo spagnolo si alzò improvvisamente in piedi, l'espressione d'un tratto determinata, e si avviò dietro ad Olanda.
Era arrivata la sua occasione di vedere il suo giardino. Se tanto non considerava minimamente la sua presenza, anche se fosse andato con lui non sarebbe cambiato molto.
Attraversò la cucina - semplice, con il mobilio in legno - e si fermò sulla soglia della porta situata dall'altro capo della stanza.
«Avanti, non mi farà del male se dò un'occhiata...» pensò il Carriedo, cercando di autoconvincersi che non sarebbe successo niente di grave se avesse superato l'uscio che aveva davanti; tuttavia, il suo pensiero ricadde involontariamente sull'ultima volta che aveva fatto arrabbiare Olanda.
Era stato per un commento ironico e sarcastico al libro di poesie romantiche che Antonio aveva trovato appoggiato sulla sua scrivania. Inutile dire che Olanda aveva trovato l'osservazione tutt'altro che di suo gusto. La stessa notte avevano fatto l'amore e Olanda l'aveva fatto con così tanta foga e violenza che il giorno dopo Fernandez aveva avuto dolori al fondoschiena non indifferenti per l'arco dell'intera giornata.
Spagna si riscosse da quel brutto ricordo con un brivido.
«Non andrà come quella volta: è... solo un giardino! Non c'è niente di male se lo vedo...» disse a se stesso mentre usciva all'aperto.
Una volta fuori ebbe modo di vedere con i propri occhi che l'immagine che si era fatto nella mente era un po' esagerata per quanto riguardava le dimensioni, ma non la bellezza: il giardino di Olanda era di medie dimensioni, niente d'eccezionalmente grosso ma neppure di piccolo e ristretto. Era delimitato da una graziosa recinzione in paletti di legno che sembrava essere stata fatta a mano. Antonio ipotizzò fosse opera del padrone di casa, e dovette riconoscere, date le condizioni impeccabili dello steccato, che oltre ad essere un bravo giardiniere era anche un ottimo falegname.
Il prato era curatissimo, l'erba tagliata con assoluta precisione. Aiuole fitte di fiori erano posizionate ad eguali distanze le une dalle altre e tra queste quelle composte di tulipani in svariati colori predominavano nettamente. Ce ne erano di rossi, di blu e di gialli, assieme a rose rosse, orchidee e candidi gigli. Lungo il muro era situato un sostegno di legno sul quale cresceva una rigogliosissima pianta di gelsomino.
«Wow, che meraviglia!» commentò sbalordito il Carriedo, guardandosi attorno, camminando a passo lento e cadenzato tra le aiuole.
Era convinto che Olanda l'avrebbe ringraziato del complimento o gli avrebbe intimato di andarsene o comunque gli avrebbe detto qualcosa; invece tacque.
Fu per quello che Fernandez, incuriosito dalla sua strana mancanza di risposta, si accorse che l'olandese era inginocchiato in un angolo del giardino, impegnato a guardare qualcosa di piccolo che si trovava davanti a lui.
Lo spagnolo, facendo attenzione a non far rumore, si avvicinò a lui per vedere cosa stesse facendo e fu allora che notò il batuffolo di pelo bianco adagiato sul prato innanzi all'olandese, inginocchiato ad osservarlo con occhi colmi d'affetto.
Era un coniglietto probabilmente ancora piccolo a giudicare dalle dimensioni ridotte, con il pelo liscio e corto. Era tutto impegnato a sgranocchiare voracemente una grossa carota che Olanda doveva avergli appena portato.
Antonio se ne innamorò a prima vista.
«Che carino!» esclamò, cogliendo completamente alla sprovvista il padrone di casa. Quest'ultimo gli rivolse un'occhiata di rimprovero così cupa che Spagna indietreggiò di mezzo passo stringendosi nelle spalle intimorito.
«Scusa, non volevo farti paura...!» aggiunse subito per tranquillizzarlo.
Si affiancò ad Olanda, inginocchiandosi sul prato a propria volta. Avvicinò indice e medio al coniglietto, sorridendo con calore.
«Come sei carino...!» esclamò, accarezzandogli il musetto. L'animale fece scattare all'indietro il capino e gli morse l'indice.
«Ahio!» protestò il Carriedo, ritraendo con uno scatto la mano.
Olanda rise sommessamente, abbassando il capo leggermente per nascondere parte della bocca nella sua onnipresente sciarpa a righe blu e bianche.
«Perché stai ridendo?!» volle sapere Spagna, portandosi alla bocca il polpastrello ferito.
«Sei antipatico anche a lui» replicò l'olandese come se ciò spiegasse tutto.
Antonio gonfiò le guance, assumendo una infantile espressione indignata.
«È divertente» aggiunse il suo interlocutore, protendendo all'improvviso il braccio verso di lui.
Gli afferrò l'arto e lo portò verso di sé, alla bocca. Aprì le labbra e leccò a propria volta il suo dito, passando la lingua sulla pelle ferita, nella quale si era aperto un minuscolo taglietto.
Antonio lo fissò, arrossendo tutto d'un tratto: non gli aveva mai offerto un simile trattamento tutte le volte che si era ferito in cucina con un coltello.
«Oh...!» sospirò Fernandez, socchiudendo le palpebre, compiaciuto dalla sensazione che gli trasmetteva la lingua di Olanda sul suo dito.
Si sporse verso il suo compagno con il capo, sfiorandogli la fronte con la propria. Sottrasse il dito dalla sua bocca e catturò le sue labbra con le proprie, sopraffatto dal desiderio di essere finalmente al centro dell'attenzione.
Olanda lo lasciò fare senza obiettare niente, spostando il proprio braccio a cingere il fianco di Spagna. Un brivido scosse quest'ultimo.
Il coniglietto si accostò alla gamba del suo padrone, come in cerca di coccole. Pareva non tollerare la mancanza di considerazione del suo proprietario nei suoi confronti.
L'animaletto strusciava il capino peloso contro lo stinco dell'olandese, la carota ormai completamente abbandonata. Gli occhietti neri fissavano i pantaloni con innocenza e timidezza.
Il ragazzo, però, era così preso dal bacio da essersi dimenticato momentaneamente ma totalmente del suo animaletto.
Antonio intrufolò la lingua nella bocca del compagno, il quale reagì mordendolo.
«Ahio!» sbottò il castano ritraendosi di scatto «Perché l'hai fatto?!».
«Non mi piace avere la tua lingua in bocca» tagliò corto Olanda, calando una mano ad accarezzare il suo coniglio.
Il Carriedo notò il gesto e, ridacchiando nervoso, disse: «Non terrai di più a lui che a me, vero?».
Dal tono trapelava un sentore di paura. Temeva che fosse esattamente così, che nella scala delle priorità di Olanda il suo animaletto domestico occupasse un gradino superiore a quello che spettava a lui.
Molto maleficamente, il biondo replicò: «Sei geloso di un coniglio...?».
Nel mentre attendeva una replica, sollevò il coniglio e se lo strinse al torace, accarezzandolo con un certo affetto.
Sembrava considerare una cosa del genere una stupidaggine; per questo le guance di Fernandez si fecero subito rosse e si affrettò a rispondere: «No, certo che no!».
In realtà le cose stavano proprio così: adesso che aveva visto con che riguardi gli faceva le coccole e si occupava di lui, Spagna si era accorto di nutrire gelosia e conflittualità nei confronti di quella palla di pelo.
Anche se Olanda non poteva far l'amore con l'animale - e di questo Antonio si ritrovò a scoprirsi contento, forse addirittura in modo eccessivo - le carezze e le coccole che gli faceva erano immensamente più dolci di quelle che riservava a lui, che invece erano sovente accompagnate da commenti non sempre positivi - anzi, quasi mai.
«Bene, allora possiamo anche rientrare...» annunciò Olanda, alzandosi per dirigersi nell'angolo tra recinzione e muro, dov'era sistemato un mobile in plastica chiara in cui si trovava una bella gabbia grande e confortevole.
Il Carriedo rimase indietro ad aspettare che il partner avesse rimesso al suo posto il coniglio.
«Ah, Spagna...».
Venne richiamato all'ordine dalla sua voce, che si era fatta improvvisamente più cupa e seria. L'olandese si era fermato a metà strada, voltandosi indietro a fissare intensamente il suo interlocutore.
«Sì...?» fece quest'ultimo.
«Ovviamente quello che hai visto qui in questo giardino non uscirà da questo giardino... a meno che tu non voglia pagarne le conseguenze...».
La minaccia giunse chiara e cristallina a Fernandez, il quale ritornò con la mente per la seconda volta nell'arco del medesimo giorno a quel dì orribile di dolori dopo la "punizione corporale" inflittagli da Olanda a letto.
«Nono, certo che no» assicurò lo spagnolo, gesticolando nervoso con le mani «Non dirò niente a nessuno, Olanda. Te lo prometto».
Se la punizione doveva essere il sesso violento, sarebbe stato una tomba, tanto più se l'unica cosa che poteva narrare era quanto il suo amante amasse quasi più di lui un grazioso coniglietto bianco.
Rating: Verde
Genere: Commedia, Fluff, Sentimentale, Slice of life
Personaggi: Antonio Fernandez Carriedo (Spagna), Olanda
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Note: Shonen-ai
Benché Spagna fosse riuscito a farsi invitare parecchie volte a casa di Olanda - e non senza fatica, suppliche reiterate ed una buona dose di baci, coccole e amore carnale - non era mai riuscito a dare un'occhiata al suo giardino.
A quanto ne diceva Belgio era una cosa spettacolare, l'apice della meraviglia per quanto riguardava il giardinaggio.
Benché Spagna fosse riuscito a farsi invitare parecchie volte a casa di Olanda - e non senza fatica, suppliche reiterate ed una buona dose di baci, coccole e amore carnale - non era mai riuscito a dare un'occhiata al suo giardino.
A quanto ne diceva Belgio era una cosa spettacolare, l'apice della meraviglia per quanto riguardava il giardinaggio.
Antonio si era sempre immaginato aiuole di rose alte diversi metri, tutte rigorosamente potate e sagomate, un prato immenso con erba verde e rigogliosa, sparuti gruppetti di margherite che facevano timidamente capolino qua e là, ma soprattutto una collezione di varietà di tulipani da far invidia a chiunque.
Olanda era un vero appassionato di tulipani. Lo spagnolo stesso, conscio di questa sua forte passione, gli si era dichiarato regalandogli un grosso mazzo di tulipani variopinti.
Il Carriedo era anche un tipo parecchio curioso, per questo aveva il desiderio sempre più forte man mano che il tempo passava di fare un giro turistico del giardino del suo amante. E alla fine, dopo mesi di tentativi andati a vuoto...
Olanda e Spagna erano seduti sul divano nel soggiorno del primo, l'uno accanto all'altro. Antonio stava abbandonato contro l'imponente corpo dell'altro, la testa appoggiata sulla sua spalla. Osservava con evidente mancanza di interesse lo schermo della tv, seguendo il programma di giardinaggio che invece pareva assorbire completamente l'attenzione di Olanda.
Fernandez gli lanciò un'occhiata di traverso per sbirciare l'espressione sul suo viso: il cipiglio serio e concentrato lo faceva apparire più scontroso che altro, la linea delle labbra dura eppure comunque invitante ai suoi occhi.
Quest'ultimo era infastidito dal fatto che il suo compagno non gli prestasse le dovute attenzioni. Era come se non ci fosse.
«Uffa, perché devo essere ignorato così...? Non ho fatto niente di male per meritarmelo...!» brontolò tra sé e sé, assumendo un cipiglio indignato.
Fece strisciare una mano in grembo all'olandese fino a raggiungere la sua mano, adagiata inerte dall'altro lato del corpo. La strinse nella propria presa e ne accarezzò il dorso dolcemente, cercando invano di guadagnarsi le attenzioni che gli erano ostinatamente negate.
Cercò di dimostrargli che voleva essere considerato in mille altri modi, accarezzandogli il torace ed il braccio più vicino, posandogli casti e piccoli baci sulla spalla, ma non valse a niente. Olanda rimase concentrato sul suo programma.
Antonio stava cominciando a stufarsi seriamente della situazione: non era andato lì per essere ignorato. Se avesse voluto avrebbe potuto benissimo rimanere a casa sua con il piccolo Romano, che gli dava abbastanza da pensare per impedirgli di arrovellarsi per ore ed ore sulla loro controversa e bizzarra relazione.
Stava per alzarsi e salutare Olanda, quando il programma terminò. Il padrone di casa parve riscuotersi da una specie di trance e posò i suoi occhi chiari sul suo ospite come se lo vedesse per la prima volta.
Antonio per un attimo credette di poter ricevere un briciolo di considerazione, ma le sue speranze furono deluse ancora una volta: «Alzati, devo andare in giardino».
Fernandez si scostò da lui fissandolo a bocca aperta per qualche momento: non riusciva a credere a quanto potesse diventare freddo ed insensibile nei suoi riguardi.
Lo era sempre stato un po', ma mai in modo così deliberato.
L'olandese per contro si alzò in piedi senza dirgli nient'altro e si allontanò da lui.
Antonio lo seguì con lo sguardo finché non ebbe varcato la soglia che conduceva alla cucina: aveva una porta sul retro che portava direttamente al suo adorato giardino. Che lui sapesse, quella era l'unica via d'accesso al cortile, che si trovava dal lato opposto alla strada, per cui rimaneva nascosto dall'edificio.
Lo spagnolo si alzò improvvisamente in piedi, l'espressione d'un tratto determinata, e si avviò dietro ad Olanda.
Era arrivata la sua occasione di vedere il suo giardino. Se tanto non considerava minimamente la sua presenza, anche se fosse andato con lui non sarebbe cambiato molto.
Attraversò la cucina - semplice, con il mobilio in legno - e si fermò sulla soglia della porta situata dall'altro capo della stanza.
«Avanti, non mi farà del male se dò un'occhiata...» pensò il Carriedo, cercando di autoconvincersi che non sarebbe successo niente di grave se avesse superato l'uscio che aveva davanti; tuttavia, il suo pensiero ricadde involontariamente sull'ultima volta che aveva fatto arrabbiare Olanda.
Era stato per un commento ironico e sarcastico al libro di poesie romantiche che Antonio aveva trovato appoggiato sulla sua scrivania. Inutile dire che Olanda aveva trovato l'osservazione tutt'altro che di suo gusto. La stessa notte avevano fatto l'amore e Olanda l'aveva fatto con così tanta foga e violenza che il giorno dopo Fernandez aveva avuto dolori al fondoschiena non indifferenti per l'arco dell'intera giornata.
Spagna si riscosse da quel brutto ricordo con un brivido.
«Non andrà come quella volta: è... solo un giardino! Non c'è niente di male se lo vedo...» disse a se stesso mentre usciva all'aperto.
Una volta fuori ebbe modo di vedere con i propri occhi che l'immagine che si era fatto nella mente era un po' esagerata per quanto riguardava le dimensioni, ma non la bellezza: il giardino di Olanda era di medie dimensioni, niente d'eccezionalmente grosso ma neppure di piccolo e ristretto. Era delimitato da una graziosa recinzione in paletti di legno che sembrava essere stata fatta a mano. Antonio ipotizzò fosse opera del padrone di casa, e dovette riconoscere, date le condizioni impeccabili dello steccato, che oltre ad essere un bravo giardiniere era anche un ottimo falegname.
Il prato era curatissimo, l'erba tagliata con assoluta precisione. Aiuole fitte di fiori erano posizionate ad eguali distanze le une dalle altre e tra queste quelle composte di tulipani in svariati colori predominavano nettamente. Ce ne erano di rossi, di blu e di gialli, assieme a rose rosse, orchidee e candidi gigli. Lungo il muro era situato un sostegno di legno sul quale cresceva una rigogliosissima pianta di gelsomino.
«Wow, che meraviglia!» commentò sbalordito il Carriedo, guardandosi attorno, camminando a passo lento e cadenzato tra le aiuole.
Era convinto che Olanda l'avrebbe ringraziato del complimento o gli avrebbe intimato di andarsene o comunque gli avrebbe detto qualcosa; invece tacque.
Fu per quello che Fernandez, incuriosito dalla sua strana mancanza di risposta, si accorse che l'olandese era inginocchiato in un angolo del giardino, impegnato a guardare qualcosa di piccolo che si trovava davanti a lui.
Lo spagnolo, facendo attenzione a non far rumore, si avvicinò a lui per vedere cosa stesse facendo e fu allora che notò il batuffolo di pelo bianco adagiato sul prato innanzi all'olandese, inginocchiato ad osservarlo con occhi colmi d'affetto.
Era un coniglietto probabilmente ancora piccolo a giudicare dalle dimensioni ridotte, con il pelo liscio e corto. Era tutto impegnato a sgranocchiare voracemente una grossa carota che Olanda doveva avergli appena portato.
Antonio se ne innamorò a prima vista.
«Che carino!» esclamò, cogliendo completamente alla sprovvista il padrone di casa. Quest'ultimo gli rivolse un'occhiata di rimprovero così cupa che Spagna indietreggiò di mezzo passo stringendosi nelle spalle intimorito.
«Scusa, non volevo farti paura...!» aggiunse subito per tranquillizzarlo.
Si affiancò ad Olanda, inginocchiandosi sul prato a propria volta. Avvicinò indice e medio al coniglietto, sorridendo con calore.
«Come sei carino...!» esclamò, accarezzandogli il musetto. L'animale fece scattare all'indietro il capino e gli morse l'indice.
«Ahio!» protestò il Carriedo, ritraendo con uno scatto la mano.
Olanda rise sommessamente, abbassando il capo leggermente per nascondere parte della bocca nella sua onnipresente sciarpa a righe blu e bianche.
«Perché stai ridendo?!» volle sapere Spagna, portandosi alla bocca il polpastrello ferito.
«Sei antipatico anche a lui» replicò l'olandese come se ciò spiegasse tutto.
Antonio gonfiò le guance, assumendo una infantile espressione indignata.
«È divertente» aggiunse il suo interlocutore, protendendo all'improvviso il braccio verso di lui.
Gli afferrò l'arto e lo portò verso di sé, alla bocca. Aprì le labbra e leccò a propria volta il suo dito, passando la lingua sulla pelle ferita, nella quale si era aperto un minuscolo taglietto.
Antonio lo fissò, arrossendo tutto d'un tratto: non gli aveva mai offerto un simile trattamento tutte le volte che si era ferito in cucina con un coltello.
«Oh...!» sospirò Fernandez, socchiudendo le palpebre, compiaciuto dalla sensazione che gli trasmetteva la lingua di Olanda sul suo dito.
Si sporse verso il suo compagno con il capo, sfiorandogli la fronte con la propria. Sottrasse il dito dalla sua bocca e catturò le sue labbra con le proprie, sopraffatto dal desiderio di essere finalmente al centro dell'attenzione.
Olanda lo lasciò fare senza obiettare niente, spostando il proprio braccio a cingere il fianco di Spagna. Un brivido scosse quest'ultimo.
Il coniglietto si accostò alla gamba del suo padrone, come in cerca di coccole. Pareva non tollerare la mancanza di considerazione del suo proprietario nei suoi confronti.
L'animaletto strusciava il capino peloso contro lo stinco dell'olandese, la carota ormai completamente abbandonata. Gli occhietti neri fissavano i pantaloni con innocenza e timidezza.
Il ragazzo, però, era così preso dal bacio da essersi dimenticato momentaneamente ma totalmente del suo animaletto.
Antonio intrufolò la lingua nella bocca del compagno, il quale reagì mordendolo.
«Ahio!» sbottò il castano ritraendosi di scatto «Perché l'hai fatto?!».
«Non mi piace avere la tua lingua in bocca» tagliò corto Olanda, calando una mano ad accarezzare il suo coniglio.
Il Carriedo notò il gesto e, ridacchiando nervoso, disse: «Non terrai di più a lui che a me, vero?».
Dal tono trapelava un sentore di paura. Temeva che fosse esattamente così, che nella scala delle priorità di Olanda il suo animaletto domestico occupasse un gradino superiore a quello che spettava a lui.
Molto maleficamente, il biondo replicò: «Sei geloso di un coniglio...?».
Nel mentre attendeva una replica, sollevò il coniglio e se lo strinse al torace, accarezzandolo con un certo affetto.
Sembrava considerare una cosa del genere una stupidaggine; per questo le guance di Fernandez si fecero subito rosse e si affrettò a rispondere: «No, certo che no!».
In realtà le cose stavano proprio così: adesso che aveva visto con che riguardi gli faceva le coccole e si occupava di lui, Spagna si era accorto di nutrire gelosia e conflittualità nei confronti di quella palla di pelo.
Anche se Olanda non poteva far l'amore con l'animale - e di questo Antonio si ritrovò a scoprirsi contento, forse addirittura in modo eccessivo - le carezze e le coccole che gli faceva erano immensamente più dolci di quelle che riservava a lui, che invece erano sovente accompagnate da commenti non sempre positivi - anzi, quasi mai.
«Bene, allora possiamo anche rientrare...» annunciò Olanda, alzandosi per dirigersi nell'angolo tra recinzione e muro, dov'era sistemato un mobile in plastica chiara in cui si trovava una bella gabbia grande e confortevole.
Il Carriedo rimase indietro ad aspettare che il partner avesse rimesso al suo posto il coniglio.
«Ah, Spagna...».
Venne richiamato all'ordine dalla sua voce, che si era fatta improvvisamente più cupa e seria. L'olandese si era fermato a metà strada, voltandosi indietro a fissare intensamente il suo interlocutore.
«Sì...?» fece quest'ultimo.
«Ovviamente quello che hai visto qui in questo giardino non uscirà da questo giardino... a meno che tu non voglia pagarne le conseguenze...».
La minaccia giunse chiara e cristallina a Fernandez, il quale ritornò con la mente per la seconda volta nell'arco del medesimo giorno a quel dì orribile di dolori dopo la "punizione corporale" inflittagli da Olanda a letto.
«Nono, certo che no» assicurò lo spagnolo, gesticolando nervoso con le mani «Non dirò niente a nessuno, Olanda. Te lo prometto».
Se la punizione doveva essere il sesso violento, sarebbe stato una tomba, tanto più se l'unica cosa che poteva narrare era quanto il suo amante amasse quasi più di lui un grazioso coniglietto bianco.