Sui canali di Venezia
Jan. 31st, 2013 07:39 pm![[personal profile]](https://www.dreamwidth.org/img/silk/identity/user.png)
Titolo: Sui canali di Venezia
Rating: Rosso
Genere: Erotico
Personaggi: Feliciano Veneziano Vargas (Nord Italia), Ludwig (Germania)
Wordcount: 810 (
fiumidiparole)
Prompt: In gondola per il p0rn fest #6 @
fanfic_italia + Pantaloni per la Missione 2 della seconda settimana del COW-T 3 @
maridichallenge
Note: Handjob, Lemon, Yaoi
«Italia che cosa fai? Lascia stare il cappotto, fa freddo!»
«Ma Germania, è d'impiccio!»
«Ti ho detto di no!».
In quella gondola, Germania e Italia stavano facendo l'amore - o perlomeno ci stavano provando.
«I pantaloni?» chiese Feliciano, con le mani già sulla fibbia della cintura di lui.
«Quelli puoi aprirli» gli concesse Ludwig mentre con le mani accarezzava timidamente le cosce dell'altro.
Lungo il canale non c'era più nessuno a quell'ora della notte. I lampioni - già accesi da parecchio - illuminavano la superficie dell'acqua, dove una gondola scivolava placida.
«Italia che cosa fai? Lascia stare il cappotto, fa freddo!»
«Ma Germania, è d'impiccio!»
«Ti ho detto di no!».
In quella gondola, Germania e Italia stavano facendo l'amore - o perlomeno ci stavano provando.
«I pantaloni?» chiese Feliciano, con le mani già sulla fibbia della cintura di lui.
«Quelli puoi aprirli» gli concesse Ludwig mentre con le mani accarezzava timidamente le cosce dell'altro. Le guance del tedesco erano arrossate dall'imbarazzo, ma le luci gialle dei lampioni non lo mostravano, per sua fortuna.
Il Vargas non si fece il minimo scrupolo ad aprirgli i calzoni, mettendo a nudo i suoi boxer.
Subito oltrepassò la barriera che essi costituivano ed afferrò il suo membro, iniziando a masturbarlo con mano esperta mentre lo baciava con insistenza.
Germania, per contro, subiva semplicemente, godendo della bravura del suo partner, lasciando che la sua lingua facesse quel che voleva di lui.
A quell'ora della notte non aveva voglia di mettersi a far la predica ad Italia su quanto poco civile fosse fare l'amore in una gondola, dove qualsiasi passante per caso avrebbe potuto vederli e poi denunciarli a chi di dovere. Era stanco e, sinceramente parlando, si era concesso quella gita a Venezia per divertirsi un po'. Fare l'amore rientrava in tale ambito.
Con le mani il tedesco salì a toccare il sedere dell'italiano mentre percepiva il proprio pene diventare duro nella presa del suo partner.
Cercò di infilare le dita nel lato posteriore dei pantaloni di Italia, ma riuscì solo ad avventurarsi pochi centimetri oltre il margine. Il resto gli rimaneva precluso.
Spostò allora una mano sulla chiusura dei pantaloni di Feliciano, cercando di aprirla ma senza successo.
Ritentò una seconda volta mentre la mano del Vargas stretta attorno alla sua erezione si faceva più insistente.
«Germania?» chiese Veneziano, la voce sommessa ma dal chiaro tono confuso.
Ludwig arrossì violentemente per l'imbarazzo: si vergognava di farsi beccare nell'atto di aprirgli i pantaloni, anche se probabilmente ad Italia non importava un bel niente che lo facesse o meno.
«I tuoi pantaloni non si aprono...» borbottò in un tono a metà tra l'irritato ed il deluso. Voleva fare qualcosa, giusto per non essere l'unico che godeva in modo quasi vergognoso.
«Come?» domandò l'italiano perplesso: erano i pantaloni che metteva più spesso quando non indossava l'uniforme militare. Non era possibile che non si aprissero.
Provò egli stesso ad aprire l'indumento, ma dovette constatare che il tedesco aveva ragione.
Quest'ultimo emise un sospiro tremante quando la mano del suo partner si allontanò dalla sua erezione.
«Non funziona!» piagnucolò il castano, cercando di forzare la cerniera.
Germania riuscì a resistere immobile per qualche altro secondo, poi prese la mano del Vargas e gliela guidò di nuovo sul proprio pene, stringendola attorno ad esso.
La presa del biondo era tremante prima sul polso e poi attorno alla mano di Feliciano, però si sforzava di farla sembrare più forte e sicura.
«Lascia perdere» disse, le palpebre socchiuse e gli occhi azzurri rivolti alla superficie dell'acqua attorno a loro.
Se non riuscivano ad aprirgli i calzari, avrebbe fatto a meno di abbassarglieli. Poteva sopravvivere senza farlo, però nello stato di eccitazione in cui si trovava Italia non poteva lasciarlo perdere per star dietro ad una stupida cerniera difettosa.
Feliciano riprese a masturbarlo di buona lena mentre Ludwig si accontentava di masturbarlo attraverso il tessuto di quei ruvidi pantaloni che non volevano saperne di aprirsi.
L'appagamento fisico di Germania in quel momento era tale da strappargli gemiti frequenti di piacere profondo. Non gli capitava con nessun altro di sentirsi così debole e controllabile.
Italia di quando in quando si lasciava sfuggire un sospirato "ve". Fu lui, nonostante tutto, a raggiungere per primo l'orgasmo. Tremò e si appoggiò pesantemente contro il corpo del suo partner, il quale avvertì umido all'altezza del cavallo dei suoi pantaloni.
«G-Germania...» chiamò con un fil di voce Veneziano, beato, mentre continuava a stuzzicare l'erezione del tedesco con le falangi.
Quest'ultimo impiegò qualche attimo in più a venire. Quando lo fece macchiò la mano del castano abbondantemente con il proprio seme.
«O-oh...» ansimò il biondo, chiudendo gli occhi estasiato mentre si abbandonava al picco del piacere sessuale.
Rilassò completamente i muscoli, rischiando di cadere sdraiato all'indietro sulle fredde e dure assi di legno dell'imbarcazione. Cinse il Vargas in un abbraccio blando per coccolarlo ed al tempo stesso impedirsi di perdere la postura seduta.
«Vuoi finire il giro...?» domandò Italia, alzando il viso a guardare il suo compagno.
Germania ci pensò su un momento, prima di rispondere: «Va bene».
Gli piaceva l'atmosfera intima e romantica dei canali veneziani e non era così stanco da dover tornare subito in albergo. Potevano rimanere fuori ancora un po'.
Mentre il tedesco si risistemava i pantaloni, coprendo la vista dei suoi boxer decorati di una grossa macchia bianca, Veneziano afferrò i remi e si risedette sul suo asse di legno.
I remi infransero la superficie dell'acqua e la gondola prese a muoversi silenziosa nella notte.
Rating: Rosso
Genere: Erotico
Personaggi: Feliciano Veneziano Vargas (Nord Italia), Ludwig (Germania)
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Prompt: In gondola per il p0rn fest #6 @
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Note: Handjob, Lemon, Yaoi
«Italia che cosa fai? Lascia stare il cappotto, fa freddo!»
«Ma Germania, è d'impiccio!»
«Ti ho detto di no!».
In quella gondola, Germania e Italia stavano facendo l'amore - o perlomeno ci stavano provando.
«I pantaloni?» chiese Feliciano, con le mani già sulla fibbia della cintura di lui.
«Quelli puoi aprirli» gli concesse Ludwig mentre con le mani accarezzava timidamente le cosce dell'altro.
Lungo il canale non c'era più nessuno a quell'ora della notte. I lampioni - già accesi da parecchio - illuminavano la superficie dell'acqua, dove una gondola scivolava placida.
«Italia che cosa fai? Lascia stare il cappotto, fa freddo!»
«Ma Germania, è d'impiccio!»
«Ti ho detto di no!».
In quella gondola, Germania e Italia stavano facendo l'amore - o perlomeno ci stavano provando.
«I pantaloni?» chiese Feliciano, con le mani già sulla fibbia della cintura di lui.
«Quelli puoi aprirli» gli concesse Ludwig mentre con le mani accarezzava timidamente le cosce dell'altro. Le guance del tedesco erano arrossate dall'imbarazzo, ma le luci gialle dei lampioni non lo mostravano, per sua fortuna.
Il Vargas non si fece il minimo scrupolo ad aprirgli i calzoni, mettendo a nudo i suoi boxer.
Subito oltrepassò la barriera che essi costituivano ed afferrò il suo membro, iniziando a masturbarlo con mano esperta mentre lo baciava con insistenza.
Germania, per contro, subiva semplicemente, godendo della bravura del suo partner, lasciando che la sua lingua facesse quel che voleva di lui.
A quell'ora della notte non aveva voglia di mettersi a far la predica ad Italia su quanto poco civile fosse fare l'amore in una gondola, dove qualsiasi passante per caso avrebbe potuto vederli e poi denunciarli a chi di dovere. Era stanco e, sinceramente parlando, si era concesso quella gita a Venezia per divertirsi un po'. Fare l'amore rientrava in tale ambito.
Con le mani il tedesco salì a toccare il sedere dell'italiano mentre percepiva il proprio pene diventare duro nella presa del suo partner.
Cercò di infilare le dita nel lato posteriore dei pantaloni di Italia, ma riuscì solo ad avventurarsi pochi centimetri oltre il margine. Il resto gli rimaneva precluso.
Spostò allora una mano sulla chiusura dei pantaloni di Feliciano, cercando di aprirla ma senza successo.
Ritentò una seconda volta mentre la mano del Vargas stretta attorno alla sua erezione si faceva più insistente.
«Germania?» chiese Veneziano, la voce sommessa ma dal chiaro tono confuso.
Ludwig arrossì violentemente per l'imbarazzo: si vergognava di farsi beccare nell'atto di aprirgli i pantaloni, anche se probabilmente ad Italia non importava un bel niente che lo facesse o meno.
«I tuoi pantaloni non si aprono...» borbottò in un tono a metà tra l'irritato ed il deluso. Voleva fare qualcosa, giusto per non essere l'unico che godeva in modo quasi vergognoso.
«Come?» domandò l'italiano perplesso: erano i pantaloni che metteva più spesso quando non indossava l'uniforme militare. Non era possibile che non si aprissero.
Provò egli stesso ad aprire l'indumento, ma dovette constatare che il tedesco aveva ragione.
Quest'ultimo emise un sospiro tremante quando la mano del suo partner si allontanò dalla sua erezione.
«Non funziona!» piagnucolò il castano, cercando di forzare la cerniera.
Germania riuscì a resistere immobile per qualche altro secondo, poi prese la mano del Vargas e gliela guidò di nuovo sul proprio pene, stringendola attorno ad esso.
La presa del biondo era tremante prima sul polso e poi attorno alla mano di Feliciano, però si sforzava di farla sembrare più forte e sicura.
«Lascia perdere» disse, le palpebre socchiuse e gli occhi azzurri rivolti alla superficie dell'acqua attorno a loro.
Se non riuscivano ad aprirgli i calzari, avrebbe fatto a meno di abbassarglieli. Poteva sopravvivere senza farlo, però nello stato di eccitazione in cui si trovava Italia non poteva lasciarlo perdere per star dietro ad una stupida cerniera difettosa.
Feliciano riprese a masturbarlo di buona lena mentre Ludwig si accontentava di masturbarlo attraverso il tessuto di quei ruvidi pantaloni che non volevano saperne di aprirsi.
L'appagamento fisico di Germania in quel momento era tale da strappargli gemiti frequenti di piacere profondo. Non gli capitava con nessun altro di sentirsi così debole e controllabile.
Italia di quando in quando si lasciava sfuggire un sospirato "ve". Fu lui, nonostante tutto, a raggiungere per primo l'orgasmo. Tremò e si appoggiò pesantemente contro il corpo del suo partner, il quale avvertì umido all'altezza del cavallo dei suoi pantaloni.
«G-Germania...» chiamò con un fil di voce Veneziano, beato, mentre continuava a stuzzicare l'erezione del tedesco con le falangi.
Quest'ultimo impiegò qualche attimo in più a venire. Quando lo fece macchiò la mano del castano abbondantemente con il proprio seme.
«O-oh...» ansimò il biondo, chiudendo gli occhi estasiato mentre si abbandonava al picco del piacere sessuale.
Rilassò completamente i muscoli, rischiando di cadere sdraiato all'indietro sulle fredde e dure assi di legno dell'imbarcazione. Cinse il Vargas in un abbraccio blando per coccolarlo ed al tempo stesso impedirsi di perdere la postura seduta.
«Vuoi finire il giro...?» domandò Italia, alzando il viso a guardare il suo compagno.
Germania ci pensò su un momento, prima di rispondere: «Va bene».
Gli piaceva l'atmosfera intima e romantica dei canali veneziani e non era così stanco da dover tornare subito in albergo. Potevano rimanere fuori ancora un po'.
Mentre il tedesco si risistemava i pantaloni, coprendo la vista dei suoi boxer decorati di una grossa macchia bianca, Veneziano afferrò i remi e si risedette sul suo asse di legno.
I remi infransero la superficie dell'acqua e la gondola prese a muoversi silenziosa nella notte.