Nelle notti estive
Feb. 5th, 2013 07:03 pm![[personal profile]](https://www.dreamwidth.org/img/silk/identity/user.png)
Titolo: Nelle notti estive
Rating: Giallo
Genere: Generale
Personaggi: Antonio Fernandez Carriedo (Spagna), Francis Bonnefoy (Francia), Gilbert Beilschmidt (Prussia)
Wordcount: 797 (
fiumidiparole)
Prompt: Celestial Sunshine / #02 - Aridità @
diecielode + Pelle per la Missione 1 della terza settimana del COW-T 3 @
maridichallenge
Note: Gen, Vampire!AU
«Fa così caldo... e non è neppure giorno».
La protesta di Prussia fu accolta da un coretto di lamentele da parte dei suoi due compagni, Francia e Spagna, distesi nei rispettivi feretri scoperchiati. Con il caldo terribile che faceva dormire nella bara chiusa era impensabile, anche se la stanza dove si trovavano era situata sottoterra e ben lontana da finestre o buchi per l'aerazione.
«Non sei l'unico ad avere caldo, sai?» disse Francis, riaprendo gli occhi «La mia pelle è inaridita... e non mi sono nutrito molto tempo fa...».
«Fa così caldo... e non è neppure giorno».
La protesta di Prussia fu accolta da un coretto di lamentele da parte dei suoi due compagni, Francia e Spagna, distesi nei rispettivi feretri scoperchiati. Con il caldo terribile che faceva dormire nella bara chiusa era impensabile, anche se la stanza dove si trovavano era situata sottoterra e ben lontana da finestre o buchi per l'aerazione.
«Non sei l'unico ad avere caldo, sai?» disse Francis, riaprendo gli occhi «La mia pelle è inaridita... e non mi sono nutrito molto tempo fa...».
Nonostante fosse un vampiro - e quindi un cadavere deambulante - si preoccupava della salute della sua pelle quasi più dei vivi. Era veramente un narcisista. Nella morte non era cambiato per niente.
«Siamo nelle tue stesse condizioni, eh» constatò Gilbert con tono indignato.
«Ma io sinceramente mi preoccupo più per il fatto che mi sta tornando la sete piuttosto che dello stato della mia pelle» bofonchiò Antonio, girandosi su un fianco all'interno del suo feretro, proprio come se questo fosse il suo letto «Ed è quasi giorno» puntualizzò affranto.
«Voglio proprio vedere quale donna vorrà fare l'amore con te se hai la pelle in condizioni pietose...» asserì il Bonnefoy in tono sostenuto. In effetti - pensò il Beilschmidt - non aveva tutti i torti: la loro sopravvivenza era legata al sangue, ma nessuno di loro aggrediva e squartava le persone per nutrirsi. Loro andavano nei bordelli a cercare le loro vittime e tutto quel che facevano era semplicemente mordere le prostitute al colmo della passione e poi ipnotizzarle per rimuovere il ricordo del loro incontro. Era un metodo che permetteva di conseguire il duplice obiettivo di avere sangue e risparmiare un dolore atroce - o la morte - al donatore.
«Come sei esagerato. In un bordello secondo te guardano all'aspetto? Basta che le paghi» intervenne il prussiano in modo non molto delicato.
«Ma ci pensano due volte prima di andare a letto con uno sfigurato...» obiettò il francese.
«Io la penso più come Prussia» intervenne lo spagnolo in tono stanco.
Non sapeva più come girarsi nella bara. In qualsiasi posizione sentiva un gran caldo pervenirgli da ogni dove - ed i suoi sensi, anche se portentosi, non erano del tutto attivi.
Era originario della Spagna, lui, dove l'afa la faceva da padrona, ma a tutto c'era un limite, ed il suo, nei panni di cadavere deambulante, era stato superato.
«Non riesco a dormire con questo caldo» si lamentò il Carriedo, riportando l'attenzione sul problema per lui più importante - o perlomeno prioritario rispetto allo stato di progressiva aridità della loro pelle.
Se almeno fosse riuscito a dormire avrebbe potuto smettere di pensare al bisogno di fluidi corporei che il suo organismo gli stava manifestando con sempre maggiore forza.
«Non sei l'unico...» disse Prussia, sollevandosi seduto nel feretro «Abbiamo del sangue di riserva, vero?».
Si toccò i canini fuori misura con espressione sofferente. La calura estiva lo stava prosciugando. Altro che aridità della pelle. La sua era aridità dei tessuti, quasi del tutto sprovvisti del sangue di cui si era nutrito solo poche ore prima.
«Presumo di sì...» esclamò Spagna, mettendosi seduto a propria volta «L'ultima volta che ho guardato c'era...».
«Bene, sarà meglio che sia rimasto, altrimenti mi prosciugo...» sospirò con tono leggermente alterato l'albino.
Uscì dalla sua sontuosa cassa da morto con un salto agile e poderoso, cadendo in piedi, anche se per un momento parve traballare.
«Stupido caldo...» ringhiò mentre si avviava verso le scale dello scantinato.
«Ehi, dove pensi di andare da solo?!» esclamò offeso Francis, mettendosi seduto di scatto - era l'unico che ancora tentava seriamente di cadere tra le braccia del sonno dei morti.
Gli occhi cobalto vibravano di collera.
«Dove credi che voglia andare...?!» sbottò Gilbert in risposta, voltandosi a fissarlo con le sopracciglia corrugate in un'espressione non molto gentile.
Teneva una mano sulla pancia come se avesse fame. Era un gesto che gli era rimasto dall'epoca in cui era in vita e che comunque rimaneva esplicativo di un bisogno che avvertivano anche nella loro condizione, ossia quello di nutrirsi.
«Fermo, anche io voglio bere!» riferì stizzito il Bonnefoy, uscendo fuori dalla sua bara con fare sdegnato ed altezzoso a un tempo. Raggiunse con passo fermo e lunghe falcate il Beilschmidt, afferrandolo per un braccio per bloccarlo.
«Non osare muoverti» sibilò.
«Altrimenti?» indagò Gilbert.
La sete rendeva entrambi molto più aggressivi del normale. Se non fosse intervenuto Spagna, probabilmente quei due si sarebbero squartati a vicenda.
«Smettetela, non ha senso litigare per una cosa del genere. Il sangue c'è per tutti» dichiarò, frapponendosi tra i due litiganti.
«O almeno dovrebbe...» soggiunse tra sé, senza però riferire il pensiero a voce alta, altrimenti altro che guerra tra quei due.
Avrebbero fatto faville!
«Andiamo a vedere, forza. Dai, prima che venga l'alba...» esortò Fernandez in tono appacificante, sospingendoli fuori dell'uscio quasi di peso.
Anche lui aveva sete e non voleva rischiare di morire carbonizzato soltanto perché quei due volevano fare delle inutili dimostrazioni di forza.
Rating: Giallo
Genere: Generale
Personaggi: Antonio Fernandez Carriedo (Spagna), Francis Bonnefoy (Francia), Gilbert Beilschmidt (Prussia)
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Prompt: Celestial Sunshine / #02 - Aridità @
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Note: Gen, Vampire!AU
«Fa così caldo... e non è neppure giorno».
La protesta di Prussia fu accolta da un coretto di lamentele da parte dei suoi due compagni, Francia e Spagna, distesi nei rispettivi feretri scoperchiati. Con il caldo terribile che faceva dormire nella bara chiusa era impensabile, anche se la stanza dove si trovavano era situata sottoterra e ben lontana da finestre o buchi per l'aerazione.
«Non sei l'unico ad avere caldo, sai?» disse Francis, riaprendo gli occhi «La mia pelle è inaridita... e non mi sono nutrito molto tempo fa...».
«Fa così caldo... e non è neppure giorno».
La protesta di Prussia fu accolta da un coretto di lamentele da parte dei suoi due compagni, Francia e Spagna, distesi nei rispettivi feretri scoperchiati. Con il caldo terribile che faceva dormire nella bara chiusa era impensabile, anche se la stanza dove si trovavano era situata sottoterra e ben lontana da finestre o buchi per l'aerazione.
«Non sei l'unico ad avere caldo, sai?» disse Francis, riaprendo gli occhi «La mia pelle è inaridita... e non mi sono nutrito molto tempo fa...».
Nonostante fosse un vampiro - e quindi un cadavere deambulante - si preoccupava della salute della sua pelle quasi più dei vivi. Era veramente un narcisista. Nella morte non era cambiato per niente.
«Siamo nelle tue stesse condizioni, eh» constatò Gilbert con tono indignato.
«Ma io sinceramente mi preoccupo più per il fatto che mi sta tornando la sete piuttosto che dello stato della mia pelle» bofonchiò Antonio, girandosi su un fianco all'interno del suo feretro, proprio come se questo fosse il suo letto «Ed è quasi giorno» puntualizzò affranto.
«Voglio proprio vedere quale donna vorrà fare l'amore con te se hai la pelle in condizioni pietose...» asserì il Bonnefoy in tono sostenuto. In effetti - pensò il Beilschmidt - non aveva tutti i torti: la loro sopravvivenza era legata al sangue, ma nessuno di loro aggrediva e squartava le persone per nutrirsi. Loro andavano nei bordelli a cercare le loro vittime e tutto quel che facevano era semplicemente mordere le prostitute al colmo della passione e poi ipnotizzarle per rimuovere il ricordo del loro incontro. Era un metodo che permetteva di conseguire il duplice obiettivo di avere sangue e risparmiare un dolore atroce - o la morte - al donatore.
«Come sei esagerato. In un bordello secondo te guardano all'aspetto? Basta che le paghi» intervenne il prussiano in modo non molto delicato.
«Ma ci pensano due volte prima di andare a letto con uno sfigurato...» obiettò il francese.
«Io la penso più come Prussia» intervenne lo spagnolo in tono stanco.
Non sapeva più come girarsi nella bara. In qualsiasi posizione sentiva un gran caldo pervenirgli da ogni dove - ed i suoi sensi, anche se portentosi, non erano del tutto attivi.
Era originario della Spagna, lui, dove l'afa la faceva da padrona, ma a tutto c'era un limite, ed il suo, nei panni di cadavere deambulante, era stato superato.
«Non riesco a dormire con questo caldo» si lamentò il Carriedo, riportando l'attenzione sul problema per lui più importante - o perlomeno prioritario rispetto allo stato di progressiva aridità della loro pelle.
Se almeno fosse riuscito a dormire avrebbe potuto smettere di pensare al bisogno di fluidi corporei che il suo organismo gli stava manifestando con sempre maggiore forza.
«Non sei l'unico...» disse Prussia, sollevandosi seduto nel feretro «Abbiamo del sangue di riserva, vero?».
Si toccò i canini fuori misura con espressione sofferente. La calura estiva lo stava prosciugando. Altro che aridità della pelle. La sua era aridità dei tessuti, quasi del tutto sprovvisti del sangue di cui si era nutrito solo poche ore prima.
«Presumo di sì...» esclamò Spagna, mettendosi seduto a propria volta «L'ultima volta che ho guardato c'era...».
«Bene, sarà meglio che sia rimasto, altrimenti mi prosciugo...» sospirò con tono leggermente alterato l'albino.
Uscì dalla sua sontuosa cassa da morto con un salto agile e poderoso, cadendo in piedi, anche se per un momento parve traballare.
«Stupido caldo...» ringhiò mentre si avviava verso le scale dello scantinato.
«Ehi, dove pensi di andare da solo?!» esclamò offeso Francis, mettendosi seduto di scatto - era l'unico che ancora tentava seriamente di cadere tra le braccia del sonno dei morti.
Gli occhi cobalto vibravano di collera.
«Dove credi che voglia andare...?!» sbottò Gilbert in risposta, voltandosi a fissarlo con le sopracciglia corrugate in un'espressione non molto gentile.
Teneva una mano sulla pancia come se avesse fame. Era un gesto che gli era rimasto dall'epoca in cui era in vita e che comunque rimaneva esplicativo di un bisogno che avvertivano anche nella loro condizione, ossia quello di nutrirsi.
«Fermo, anche io voglio bere!» riferì stizzito il Bonnefoy, uscendo fuori dalla sua bara con fare sdegnato ed altezzoso a un tempo. Raggiunse con passo fermo e lunghe falcate il Beilschmidt, afferrandolo per un braccio per bloccarlo.
«Non osare muoverti» sibilò.
«Altrimenti?» indagò Gilbert.
La sete rendeva entrambi molto più aggressivi del normale. Se non fosse intervenuto Spagna, probabilmente quei due si sarebbero squartati a vicenda.
«Smettetela, non ha senso litigare per una cosa del genere. Il sangue c'è per tutti» dichiarò, frapponendosi tra i due litiganti.
«O almeno dovrebbe...» soggiunse tra sé, senza però riferire il pensiero a voce alta, altrimenti altro che guerra tra quei due.
Avrebbero fatto faville!
«Andiamo a vedere, forza. Dai, prima che venga l'alba...» esortò Fernandez in tono appacificante, sospingendoli fuori dell'uscio quasi di peso.
Anche lui aveva sete e non voleva rischiare di morire carbonizzato soltanto perché quei due volevano fare delle inutili dimostrazioni di forza.