fiamma_drakon: (Maid_Gardevoir)
[personal profile] fiamma_drakon
Titolo: Cuore tenero
Rating: Verde
Genere: Generale
Personaggi: Eve (Electra Nasod), Raven (Figlio del Fato)
Wordcount: 1003 ([livejournal.com profile] fiumidiparole)
Prompt: Setting - Romance / #06 - Lieto fine @ [livejournal.com profile] diecielode + Animali: Gatto per nomicosecittà @ [livejournal.com profile] maridichallenge
Note: Gen, School!AU
«Shhh, fa' silenzio... non fare rumore o ti scopriranno» sentì bisbigliare al giovane dalla pelle abbronzata e i capelli neri legati in un codino sulla nuca, anche se il suo borbottio era ridicolmente ben udibile a causa della sua voce dal timbro basso e profondo, molto virile.
«Raven?».
La voce di Eve lo colse di sorpresa, tanto che il ragazzo sobbalzò visibilmente e cadde seduto a terra.


Eve stava dirigendosi assieme ai suoi inseparabili moduli Nasod Moby e Levy verso il cortile della scuola. L'intervallo era appena iniziato e si sarebbe protratto per la mezz'ora successiva e l'Electra Nasod aveva intenzione di trascorrere l'intera pausa all'aria aperta e al sole. Nell'aula dove faceva lezione arrivava poco sole e l'aria era più fredda, condizione che non le riusciva molto congeniale dato il clima primaverile.
Uscire dall'edificio scolastico fu come rinascere per lei. Il tepore dei raggi del sole che arrivava ai suoi sensori termici la fece uscire dal torpore che le aveva messo addosso il freddo dell'aula. Il vento si levò leggero e le accarezzò i capelli lunghi e sottili che rilucevano d'argento alla luce, sollevando la treccina che le teneva legati alcuni ciuffi dietro l'orecchio sinistro. Gli altri capelli le turbinarono dietro le spalle esili.
L'Electra fece per avanzare con l'intenzione di andare a sistemarsi all'ombra di un albero per non surriscaldarsi sotto il sole; tuttavia, venne bloccata da un rumore che somigliava moltissimo ad un miagolio proveniente da un punto poco distante da lei.
Incuriosita si guardò attorno in cerca della fonte del miagolio e notò che c'era un angolo nascosto poco distante dalla porta per la quale lei era uscita e che sembrava un luogo perfetto per nascondersi. Così si diresse là.
Mentre si avvicinava a passo lento e silenzioso udì nuovamente quel verso sommesso e timido, che le parve ancor più di prima simile ad un miagolio.
«Che strano...» rifletté tra sé e sé la Nasod mentre s'imboscava dietro l'angolo senza essere vista da anima viva.
Una volta svoltato vide, in fondo davanti a sé, una figura per lei parecchio familiare accucciata sul prato.
«Shhh, fa' silenzio... non fare rumore o ti scopriranno» sentì bisbigliare al giovane dalla pelle abbronzata e i capelli neri legati in un codino sulla nuca, anche se il suo borbottio era ridicolmente ben udibile a causa della sua voce dal timbro basso e profondo, molto virile.
«Raven?».
La voce di Eve lo colse di sorpresa, tanto che il ragazzo sobbalzò visibilmente e cadde seduto a terra.
«Cosa ci fai tu qui?» chiese il Figlio del Fato, curvandosi leggermente in avanti con fare protettivo.
«Non serve nasconderlo: ho sentito il miagolio» dichiarò la ragazza, flettendo le ginocchia per piegarsi alla stessa altezza di lui.
L'espressione di quest'ultimo si fece un po' meno tesa, anche se divenne più imbarazzato. Si girò verso la compagna di classe totalmente e le mostrò le braccia muscolose e scoperte - aveva arrotolato le maniche della camicia dell'uniforme fino quasi alle spalle, molto probabilmente perché aveva decisamente molto caldo. Tra di esse teneva un gattino nero dal pelo lungo e folto, accoccolato piacevolmente con il capino contro il suo petto che mandava miagolii sommessi. Era tenerissimo.
«Non si possono portare animali a scuola» gli fece presente Eve inflessibile, guardandolo severamente.
La Nasod era una fanatica dell'ordine e delle regole e si applicava sempre per far rispettare il regolamento d'istituto. Un'infrazione come quella fatta da Raven per lei era passabile di denuncia alla presidenza.
«Lo so perfettamente» replicò il Figlio del Fato, diffidente: era per quel motivo che era restio a parlare con lei. Il suo fanatismo per le regole era stressante; tuttavia adesso sapeva del suo "segreto" e non poteva far altro che cercare di dissuaderla dal parlarne agli insegnanti: aveva già avuto abbastanza punizioni per volerne ancora.
«L'ho trovato vicino a casa mia, tra i bidoni della spazzatura, mentre venivo a scuola. Non potevo lasciarlo lì» spiegò il ragazzo «Ed ero in ritardo, altrimenti l'avrei portato a casa» puntualizzò «Il problema è che continua a miagolare e non ne capisco il motivo».
Si vedeva anche dall'atteggiamento che era impacciato e non sapeva cosa fare. Grande e grosso com'era bastava un gatto miagolante per metterlo in agitazione.
La Nasod squadrò per qualche attimo l'animale, indecisa se dirlo ai professori o meno; tuttavia, vinse il suo buon cuore, anche supportato dalla tenerezza che le suscitava quel micetto minuscolo.
«Credo che abbia fame...» ipotizzò, piegandosi ad esaminarlo più da vicino.
«Fame?».
La rivelazione parve abbassare il livello di nervosismo di Raven. Evidentemente scoprire la probabile fonte dello scontento del gatto era l'oggetto principale delle sue preoccupazioni.
«Sì, credo di sì...» confermò di nuovo l'Electra.
«Mmh... ho con me la merenda e basta...».
Così dicendo il Figlio del Fato si alzò in piedi e mise una mano nella tasca dei pantaloni, estraendone un involucro piccolo di carta d'alluminio.
«Che cos'è?» domandò Eve, prendendo il pacchetto portole dal compagno di classe.
«È un panino...» rispose lui stringendosi nelle spalle sconsolato «Non credo che gli piaccia però...».
«Se non provi non lo sapremo mai...».
Così dicendo l'Electra aprì la merenda del compagno, un panino imbottito con dell'affettato - almeno, da quello che lei riusciva a vedere. Ne strappò un pezzetto e lo avvicinò alla bocca del micio.
L'animale aprì la bocca e la chiuse un paio di volte mentre annusava il bocconcino di panino. Iniziò dopo poco a mangiucchiarlo con voracità.
«Aveva veramente fame...» commentò Raven stupito, osservando come il gattino mangiasse con piacere. Con parimenti stupore si rese conto dell'approccio gentile della ragazza con l'animale, nonostante la presenza di quest'ultimo nell'istituto non fosse conforme al regolamento.
Il gatto si mangiò tutta la merenda del moro e a quel punto questo cominciò ad accarezzargli il dorso.
«Ti piacciono i gatti?» gli chiese Eve, guardandolo mentre carezzava con fare delicato l'animale.
«Un po'...» ammise Raven imbarazzato: stava abbassando il muro eretto tramite il suo carattere un po' brusco grazie al quale si era difeso dalle altre persone fino ad allora. Gli faceva uno strano effetto, specialmente perché lo stava facendo con Eve, con la quale non aveva mai avuto rapporti molto piacevoli.
L'Electra Nasod lo scrutò per alcuni momenti con occhio critico, come se fosse sovrappensiero.
«Non portarlo più a scuola, altrimenti lo dico ai professori» minacciò all'improvviso la Nasod, voltandosi a dare le spalle al suo interlocutore ed andandosene. Voleva godersi il resto dell'intervallo come da programma.
Quest'ultimo rimase a fissarla andarsene, sorpreso: non era da lei essere così tollerante con i trasgressori del suo amato regolamento.
In cuor suo, Raven la ringraziò per quella dimostrazione di buon cuore nei suoi confronti.
Era sollevato per quel lieto fine a quella piccola trasgressione.

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