fiamma_drakon: (Maid_Gardevoir)
[personal profile] fiamma_drakon
Titolo: Why are you here?
Rating: Verde
Genere: Fluff, Romantico
Personaggi: Kaito Shion, Meiko Sakine, Un po' tutti
Wordcount: 1777 ([livejournal.com profile] fiumidiparole)
Prompt: Fluff - 5° settimana del COW-T @ [livejournal.com profile] maridichallenge
Note: Het impliced
«E' successo qualcosa a Kaito...?» domandò dopo un po', mentre poggiava le stoviglie sporche accanto al lavabo.
Megurine aprì il rubinetto e prese un piatto, stirando le labbra in un debole sorriso.
«L'hai notato anche tu, allora...».



«Non si finisce proprio mai di lavorare...!».
Era stata una giornata a dir poco sfibrante per Meiko: aveva passato tutto il pomeriggio a far prove di canto con il suo gruppo canoro per lo spettacolo che si sarebbe svolto di lì ad un mese.
Appena finito con quelle era andata all'ultimo corso di inglese che si teneva in giornata - visto che aveva bisogno di una mano con le lingue straniere sia per scuola che per canto.
Quand'era uscita il sole era sparito oltre l'orizzonte già da un pezzo, così si era dovuta precipitare a casa di corsa perché le strade della città erano più pericolose ma anche e soprattutto perché altrimenti avrebbe fatto tardi per cena.
Alla fine, era riuscita ad arrivare in tempo.
Mentre percorreva l'ingresso, diretta alla cucina, iniziò ad avvertire un freddo non da poco strisciarle lungo la pelle e avvilupparla completamente al punto da farle venire i brividi.
Tremava impercettibilmente e non capiva il perché.
Quando arrivò in cucina, notò che il freddo che aveva percepito lei era stato avvertito anche dagli altri: Gakupo indossava un pesante maglione viola che si sposava alla perfezione con i suoi capelli, Miku e i gemelli indossavano anche loro spessi maglioni di lana, rispettivamente verde acqua e giallo; Luka, impegnata attorno ai fornelli, era coperta con una vestaglia rosa pallido, mentre Kaito, semplicemente, portava il suo carinissimo pigiamino azzurro in pile.
«Oh, Meiko sei tornata...! Appena in tempo per la cena!» esclamò Luka, sorridendole.«Perché fa così freddo?» chiese la nuova venuta, mentre prendeva posto accanto a Kaito, il quale le rivolse un'espressione timorosamente curiosa, forse perché era l'unica che continuava a stare vestita normalmente nonostante il gelo.
«Il riscaldamento ha smesso di funzionare questo pomeriggio, mentre non c'eri» spiegò Megurine, togliendo la pentola dal fornello.
«E il tecnico non verrà prima di mercoledì pomeriggio» sospirò Gakupo, stringendosi nelle spalle.
«Be', allora non si tratta altro che di due giorni. Di solito per i guasti occorre aspettare più tempo» notò Meiko, sollevata: soltanto due giorni con quel freddo allucinante erano qualcosa d'accettabile.
Gakupo fece per replicare, ma la discussione fu interrotta dall’arrivo di Luka con la cena.
Per tutti mangiare qualcosa di caldo fu piacevole oltremodo, se non altro perché almeno un po' si sarebbero scaldati.
Kaito - notò Meiko - non pareva essere molto a suo agio: ogni tanto si muoveva sulla sedia e le lanciava occhiate di sottecchi che sembravano sottintendere un certo timore quasi reverenziale del quale la ragazza non riusciva proprio a capire il motivo.
Oltretutto, al contrario di sempre, era rimasto praticamente muto per tutta la cena, evitando accuratamente di essere implicato in qualsiasi tipo di conversazione, anche brevissimi scambi di battute.
La ragazza iniziò a pensare che quel suo atteggiamento fosse stato causato da lei; tuttavia non ricordava che le avesse fatto niente di male nei giorni scorsi, perciò non aveva avuto neppure motivo di trattarlo male.
Appena finirono di mangiare, Kaito fu il primo ad alzarsi e ad andarsene, mantenendo comunque quell’atteggiamento un po’ schivo e ambiguo che aveva tenuto per tutto il pasto.
Meiko attese che si fosse allontanato un po’ dalla stanza, quindi si accostò a Luka, che stava radunando i piatti da lavare, e si mise ad aiutarla a sparecchiare.
«È successo qualcosa a Kaito...?» domandò dopo un po’, mentre poggiava le stoviglie sporche accanto al lavabo.
Megurine aprì il rubinetto e prese un piatto, stirando le labbra in un debole sorriso.
«L’hai notato anche tu, allora...».
S’interruppe un momento, poi riprese: «Non so che cosa gli sia preso, però è tutto il giorno che sta sulle sue. Sembra quasi che abbia combinato qualcosa, ma non si riesce a capire cosa...».
Meiko, che si era messa ad asciugare i piatti che l’altra le passava, spostò lo sguardo sulla soglia della cucina, osservandola sovrappensiero.
«Forse con te ne parlerà, dopotutto... siete una coppia, no...?» fece Luka, sorridendo in modo materno.
L’altra arrossì un po’ a quell’affermazione e rimase in silenzio, non trovando le parole per ribattere.
«Vai, posso fare da sola...» continuò Megurine, togliendole il panno di mano.
«Sicura...? Guarda che...»
«Vai» le ripeté Luka, più decisa.
«Okay, allora... vado».
Detto ciò, Meiko uscì dalla cucina.
Dopo pochi minuti, Gakupo si affacciò sulla soglia.
«Ti serve una mano?» chiese.
«Se riesci a non combinare il disastro dell’ultima volta, sì» replicò sarcasticamente la ragazza, lanciandogli un’occhiata divertita.
«Sei cattiva, me lo rinfacci sempre...!» borbottò offeso, avvicinandosi alle sue spalle, fermandosi dietro di lei, posandole le mani sui fianchi.
«Perché l’hai fatta andar via, se ti serviva aiuto?» le sussurrò in un orecchio, incuriosito.
«Penso solo che in questo momento sia Kaito a voler stare con lei...» rispose Luka, senza tuttavia distogliere gli occhi dal suo lavoro.
«In effetti, quando è uscito di qui non aveva una bella cera. Era tutto rosso in viso e gli tremavano un po’ le gambe...» confermò Gakupo in tono pensoso.
«Invece di perderti in riflessioni, perché non ti rendi utile...?».
Luka afferrò il panno appoggiato sul ripiano vicino a lei e lo mise in mano al ragazzo, aggiungendo un ironico e minaccioso: «E vedi di non rompere niente...».
Gakupo le si affiancò e prese una stoviglia, sbuffando un imbronciato: «D’accordo, ma smettila di rigirare il coltello nella piaga...!».
 
Meiko non era riuscita a trovare Kaito né in camera sua né in nessun’altra stanza. Nemmeno Miku e i gemelli parevano sapere dove fosse finito e lei era stanca di camminare.
Alla fine decise di interrompere le ricerche ed andare in camera: voleva mettersi un pigiama pesante, così da non dover patire oltre il freddo. Se poi avesse visto il ragazzo, avrebbe cercato di farsi dire cosa avesse.
Tuttavia, i suoi piani in merito si rivelarono completamente inutili quando aprì la porta della sua stanza e trovò il suddetto rannicchiato ai piedi del suo letto, il lume acceso che gettava luce ovunque ed ombre in ogni angolo.
«K-Kaito...?» domandò, stupita di trovarlo proprio lì dove non avrebbe mai pensato, sbattendo più volte le palpebre.
Il suo stupore si trasformò in un momento in irritazione.
«Che cosa ci fai nella mia stanza?!» esclamò con veemenza.
Il ragazzo, per contro, parve ritrarsi contro il fondo del letto, spaventato dalla sua violenta reazione improvvisa.
Meiko, nel guardarlo, non riuscì a non sentirsi almeno un po’ colpevole per il tono brusco: sembrava un cucciolo indifeso. Il pigiama, adesso, sembrava essere troppo grande per lui, i capelli erano leggermente arruffati ed alcuni ciuffi cadevano a coprirgli un po’ la fronte; le guance erano arrossate e le palpebre a mezz’asta, come se avesse sonno o fosse sconsolato.
Non era mai stata il tipo di ragazza cui piaceva fare commenti del genere, però doveva ammettere che Kaito, in quella posizione e con quell’espressione particolare, era carinissimo e tenerissimo - anche se non avrebbe mai trovato la forza necessaria per dirlo ad alta voce.
«Perché sei venuto qui?»
«Io...» esordì lui, abbassando gli occhi «... volevo dormire con te...».
«Che cosa?! Ma che razza di idee ti...».
Meiko s’interruppe e lo guardò meglio: sembrava affaticato ed ogni respiro che faceva era accompagnato da un rumore rauco, il viso - e non solo le guance - arrossato e gli occhi lucidi.
Furono più che altro questi ultimi a metterla in allarme.
«Kaito, stai bene...?» chiese, avvicinandosi a lui, il quale evitò di rispondere e posò gli occhi da un’altra parte.
«Allora, mi vuoi rispondere?» insistette la castana, chinandosi accanto al giovane, sfiorandogli la fronte, avvertendo la pelle bruciare sotto il suo tocco.
«Sei malato» asserì, decisa.
«Posso dormire con te...?» domandò di nuovo lui, senza darle conferma di quanto appena scoperto «In camera mia ho freddo...» aggiunse.
Meiko gli appioppò un sonoro schiaffo, l’espressione improvvisamente arrabbiata.
Il ragazzo sgranò gli occhi e si toccò la guancia offesa, guardando la sua interlocutrice.
«Idiota!» sbottò lei «Sei malato e te ne vai in giro per casa con questo freddo come se niente fosse?!».
Anche se a modo suo, stava dimostrando la propria preoccupazione nei suoi confronti.
«Forza, tirati su» esclamò, afferrandolo per il colletto del pigiama, sollevandolo in piedi quasi di peso «E adesso vai in camera tua!».
Kaito iniziò a tremare, poi le si abbandonò contro, esanime.
«Sto male... per favore... solo per una volta» le chiese.
Meiko arrossì visibilmente, mentre lo staccava da sé.
«Per piacere non essere melodrammatico!» esitò un attimo, poi aggiunse: «E va bene, mettiti sotto le coperte... forza, prima di peggiorare le cose!».
Kaito la fissò per qualche momento, incredulo, poi sorrise debolmente ed obbedì, andando a rintanarsi sotto le coperte del suo letto: era così contento di non dover dormire da solo al freddo.
Era una cosa stupida, ma si vergognava di farsi vedere febbricitante dagli altri. In quelle condizioni, lui voleva solamente stare in compagnia di Meiko.
Se avesse dovuto trovare una ragione a quel suo comportamento, non ci sarebbe riuscito.
«Stai lì fermo e non girarti, devo cambiarmi!» lo avvisò la ragazza, dandogli le spalle per dirigersi verso l’armadio.
Lui - un po’ per la felicità ed un po’ per la stanchezza - non osò contraddirla: tutto ciò che si limitò a fare fu rimanere disteso su un fianco, gli occhi semichiusi, in attesa.
«Ma guarda tu come è ridotto...! Non avrebbe nemmeno dovuto mettere il naso fuori dalla sua stanza!» lo rimproverò tra sé e sé Meiko, mentre s’infilava il pigiama «È rimasto qui da solo per tre quarti d’ora buoni ad aspettarmi, quello stupido...!».
L’immagine che aveva avuto di lui non appena aveva messo piede nella camera le ritornò alla mente, facendole provare un’incommensurabile tenerezza e pena nei suoi confronti che la rese ancor più disponibile a dormire con lui.
Non appena ebbe indossato il pigiama, la ragazza si volse e si diresse a grandi passi verso il letto.
Kaito sentì il materasso curvarsi sotto il peso di Meiko, che si era sdraiata al suo fianco, guardandolo.
«Ehi, sicuro di non volere una pezza bagnata...? Stai bruciando» domandò la castana, avvicinando la mano alla sua fronte, percependo una sorta di aura calda a pochi centimetri dalla sua pelle.
Kaito scosse debolmente la testa, affondandola nel cuscino: la morbidezza ed il profumo di pulito di questo gli stavano facendo venir sonno.
Meiko lo contemplò per qualche altro momento: gli occhi adesso erano quasi completamente chiusi, sopraffatti dalla forza della stanchezza dovuta alla febbre, le spalle erano incurvate e rilassate, i capelli gli coprivano in parte l’orecchio visibile e l’angolo dell’occhio.
“Non fare cose strane” avrebbe voluto ricordargli, ma da come era messo era lampante la sua totale mancanza di forze per fare qualcuno dei suoi soliti tiri da pervertito, perciò tutto ciò che si limitò a dirgli fu un semplice: «‘Notte...».
Dopo ciò, si girò a dargli le spalle e spense la luce sul comò.
Lui stirò debolmente le labbra a propria volta e guardò il suo profilo nelle tenebre, poggiandole una mano sul fianco.
«Buonanotte...» mormorò, chiudendo gli occhi, beandosi del debole profumo che emanava la sua pelle e del fatto di poter condividere con lei il letto.
«Forse... dovrei ammalarmi più spesso... se serve ad addolcirla così...» scherzò su, ormai quasi completamente assopito, un momento prima di lasciarsi catturare definitivamente dalle braccia di Morfeo.

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Benvenuti nel mio journal personale, dove posto tutte le mie fiffi!
Qui troverete un po' di tutto sia per tipo di relazioni (het, yaoi e yuri) sia per rating (con prevalenza di lavori NSFW). Se ciò non vi aggrada, migrate tranquillamente verso siti a voi più gradevoli; in caso contrario, buona permanenza e buona lettura! ♥

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