Bonded against his will
Jun. 22nd, 2013 03:01 pm![[personal profile]](https://www.dreamwidth.org/img/silk/identity/user.png)
Titolo: Bonded against his will
Rating: Rosso
Genere: Erotico
Personaggi: Dante, Vergil
Wordcount: 436 (
fiumidiparole)
Prompt: Incest per la terza settimana delle Badwrong Weeks @
maridichallenge
Note: Blowjob, Incest, Lemon, Non-con, PWP, Yaoi
«Se ti slego poi non posso finire» commentò deluso Dante, accarezzandogli con la mano l’erezione umida di saliva. Gli strinse la punta del pene, facendolo gemere con voce stridula.
«Io non voglio che tu finisca!» sbottò Vergil indignato, anche se gemette ancora quando Dante tornò a succhiargli l’erezione.
«Dante slegami».
Vergil cercava di parlare col tono di voce più autoritario possibile, ma gli riusciva difficile considerato che la bocca di suo fratello gli stava succhiando con vigore il pene eretto, dandogli acute fitte di piacere.
«Se ti slego poi non posso finire» commentò deluso Dante, accarezzandogli con la mano l’erezione umida di saliva. Gli strinse la punta del pene, facendolo gemere con voce stridula.
Vergil era incatenato per i polsi alla testata del letto di suo fratello e per le caviglie al fondo, sdraiato completamente nudo supino sul copriletto. Il suo gemello era invece inginocchiato tra le sue gambe aperte e gli stava leccando lo scroto con lenti movimenti della lingua.
«Io non voglio che tu finisca!» sbottò Vergil indignato, anche se gemette ancora quando Dante tornò a succhiargli l’erezione.
Non voleva essere succube di suo fratello. Era una cosa che odiava: era lui il gemello maggiore, non Dante. Era lui a dover dettare legge nel loro rapporto, non il contrario.
In quel momento Vergil venne nella bocca dell’altro, per la terza volta nell’arco di un’ora e mezzo circa. Era esausto ed aveva bisogno di riposare. Non erano solo le gambe intorpidite per il continuo tendersi dei muscoli a fargli male.
Dante gli leccò lo sperma, dandogli ulteriore piacere.
«Fermo, basta» cercò d’imporsi Vergil, mordendosi il labbro inferiore per trattenere un gridolino mentre il suo compagno gli mordicchiava la punta dell’erezione.
Tentò di tirare le cinture con cui era stato legato, nell’illusione di riuscire a rompere le fibbie anche con la poca forza che gli era rimasta negli arti.
«Non mi dire che non ti piace» commentò Dante incredulo «Perché il tuo corpo la pensa diversamente».
«Liberami e smettila» ribadì ancora Vergil, chiudendo gli occhi. Voleva evitare di rivelare al gemello di essere sul punto di crollare, fisicamente parlando.
«Perché?» domandò Dante, giocherellando con la sua erezione.
Vergil sospirò e tacque.
«Dimmelo, altrimenti non ti libero» lo ricattò l’altro con insistenza.
Il gemello esitò; tuttavia, i polsi gli facevano così male che doveva convincerlo a liberarlo in qualche modo. Oltretutto, l’idea di subire un altro pompino - per quanto dovesse ammettere che Dante fosse bravo - non lo esaltava particolarmente.
«Voglio riposare. Non ce la faccio più» rivelò Vergil, e non senza provare un po’ di vergogna.
«Che noia, sei veramente noioso quando si tratta di sesso sai?» si lamentò Dante in tono capriccioso. A quanto pareva considerava quello che gli stava facendo alla stregua di un gioco.
«Mi hai fatto venire tre volte» fece presente Vergil, come se fossero fin troppe per il suo metro di giudizio.
«E allora? Sono sicuro che puoi farcela a venire ancora una volta» dichiarò il suo gemello con leggerezza, tornando a dedicarsi al suo pene.
«No, ferm-ooohw...!».
Rating: Rosso
Genere: Erotico
Personaggi: Dante, Vergil
Wordcount: 436 (
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Prompt: Incest per la terza settimana delle Badwrong Weeks @
![[livejournal.com profile]](https://www.dreamwidth.org/img/external/lj-community.gif)
Note: Blowjob, Incest, Lemon, Non-con, PWP, Yaoi
«Se ti slego poi non posso finire» commentò deluso Dante, accarezzandogli con la mano l’erezione umida di saliva. Gli strinse la punta del pene, facendolo gemere con voce stridula.
«Io non voglio che tu finisca!» sbottò Vergil indignato, anche se gemette ancora quando Dante tornò a succhiargli l’erezione.
«Dante slegami».
Vergil cercava di parlare col tono di voce più autoritario possibile, ma gli riusciva difficile considerato che la bocca di suo fratello gli stava succhiando con vigore il pene eretto, dandogli acute fitte di piacere.
«Se ti slego poi non posso finire» commentò deluso Dante, accarezzandogli con la mano l’erezione umida di saliva. Gli strinse la punta del pene, facendolo gemere con voce stridula.
Vergil era incatenato per i polsi alla testata del letto di suo fratello e per le caviglie al fondo, sdraiato completamente nudo supino sul copriletto. Il suo gemello era invece inginocchiato tra le sue gambe aperte e gli stava leccando lo scroto con lenti movimenti della lingua.
«Io non voglio che tu finisca!» sbottò Vergil indignato, anche se gemette ancora quando Dante tornò a succhiargli l’erezione.
Non voleva essere succube di suo fratello. Era una cosa che odiava: era lui il gemello maggiore, non Dante. Era lui a dover dettare legge nel loro rapporto, non il contrario.
In quel momento Vergil venne nella bocca dell’altro, per la terza volta nell’arco di un’ora e mezzo circa. Era esausto ed aveva bisogno di riposare. Non erano solo le gambe intorpidite per il continuo tendersi dei muscoli a fargli male.
Dante gli leccò lo sperma, dandogli ulteriore piacere.
«Fermo, basta» cercò d’imporsi Vergil, mordendosi il labbro inferiore per trattenere un gridolino mentre il suo compagno gli mordicchiava la punta dell’erezione.
Tentò di tirare le cinture con cui era stato legato, nell’illusione di riuscire a rompere le fibbie anche con la poca forza che gli era rimasta negli arti.
«Non mi dire che non ti piace» commentò Dante incredulo «Perché il tuo corpo la pensa diversamente».
«Liberami e smettila» ribadì ancora Vergil, chiudendo gli occhi. Voleva evitare di rivelare al gemello di essere sul punto di crollare, fisicamente parlando.
«Perché?» domandò Dante, giocherellando con la sua erezione.
Vergil sospirò e tacque.
«Dimmelo, altrimenti non ti libero» lo ricattò l’altro con insistenza.
Il gemello esitò; tuttavia, i polsi gli facevano così male che doveva convincerlo a liberarlo in qualche modo. Oltretutto, l’idea di subire un altro pompino - per quanto dovesse ammettere che Dante fosse bravo - non lo esaltava particolarmente.
«Voglio riposare. Non ce la faccio più» rivelò Vergil, e non senza provare un po’ di vergogna.
«Che noia, sei veramente noioso quando si tratta di sesso sai?» si lamentò Dante in tono capriccioso. A quanto pareva considerava quello che gli stava facendo alla stregua di un gioco.
«Mi hai fatto venire tre volte» fece presente Vergil, come se fossero fin troppe per il suo metro di giudizio.
«E allora? Sono sicuro che puoi farcela a venire ancora una volta» dichiarò il suo gemello con leggerezza, tornando a dedicarsi al suo pene.
«No, ferm-ooohw...!».