fiamma_drakon: (Gilbert_Nightray)
[personal profile] fiamma_drakon
Titolo: Sentimenti confusi
Rating: Arancione
Genere: Introspettivo, Sentimentale
Personaggi: Dante, Nero
Wordcount: 1300 ([livejournal.com profile] fiumidiparole)
Prompt: X rimase a guardarlo in silenzio, chiedendosi che gli stesse passando per la testa. Intorno a loro, le persone continuavano a parlare, a ridere e a bere, senza curarsi di quello che stava accadendo. // X ne aveva abbastanza. di [livejournal.com profile] neera_pendragon per La bottega di Leonerdo @ [livejournal.com profile] kinkmemeita + wTunes Playlist / #05 - There's an old voice in my head @ [livejournal.com profile] diecielode
Note: Age difference, Het, Shonen-ai
Notando che il Devil Bringer stava assumendo la colorazione azzurro fluorescente tipica di quando stava per essere attivato, Dante si affrettò a tranquillizzarlo: «Non essere così drastico, ragazzo. Io intendevo solo... ah... ma qualcosa avete già fatto, no?».
Era curioso: alla sua età lui aveva già uno stuolo di donne che lo adoravano e che avrebbero fatto carte false per passare una notte nel suo letto - ed era anche ovvio, dato che aveva sempre avuto un discreto sex appeal.
Nero avvampò fino alle orecchie e cercò di dissimulare il suo imbarazzo bevendo la sua birra.


Dante non era solito festeggiare la fine degli incarichi. A lui in genere bastava la soddisfazione di aver fatto fuori qualche ignobile demone, ma stavolta era diverso. Questa volta aveva avuto un aiuto, per quanto gli rodesse ammetterlo, per cui gli sembrava giusto celebrare ufficialmente la dipartita del Salvatore e di Sanctus.
Così aveva dato appuntamento al suo collega in un bar fuori Fortuna per festeggiare assieme.
Nel suddetto locale c'era un gran chiasso quella notte: c'erano persone che bevevano, gridavano e si divertivano.
«Ehi, ragazzo che c'è? Non sembri molto entusiasta. Hai salvato la tua fidanzata o sbaglio?».
Dante era se possibile ancor più allegro ed incline alle chiacchiere del solito. Complice di ciò era probabilmente la birra che tracannava in continuazione - attualmente, se Nero non ricordava male, era arrivato al terzo boccale.
Il ragazzo aveva effettivamente l'aria di chi era perso nei suoi pensieri ed osservava il suo boccale di birra mezzo pieno sorseggiandone il contenuto di tanto in tanto.
«Stai pensando a quando, tornando a casa, troverai Kyrie ad aspettarti e pronta a soddisfare ogni tuo capriccio...?» insistette Dante mentre un sorriso di sghembo gli si allargava sul viso. Pungolarlo era forse l'unico metodo efficace che aveva individuato nel corso della loro avventura per farlo parlare; e difatti funzionò ancora. Con uno scatto furioso sollevò la testa ed inchiodò gli occhi azzurri ardenti d'ira in quelli dello stesso colore del più vecchio.
«Non parlare di Kyrie come se fosse una puttana» ringhiò, stringendo la presa attorno al suo boccale.
Notando che il Devil Bringer stava assumendo la colorazione azzurro fluorescente tipica di quando stava per essere attivato, Dante si affrettò a tranquillizzarlo: «Non essere così drastico, ragazzo. Io intendevo solo... ah... ma qualcosa avete già fatto, no?».
Era curioso: alla sua età lui aveva già uno stuolo di donne che lo adoravano e che avrebbero fatto carte false per passare una notte nel suo letto - ed era anche ovvio, dato che aveva sempre avuto un discreto sex appeal.
Nero avvampò fino alle orecchie e cercò di dissimulare il suo imbarazzo bevendo la sua birra.
«Certo!» asserì, posando il boccale di nuovo sul tavolo e curandosi di non guardare il suo interlocutore direttamente negli occhi.
Adesso convivevano nell'appartamento di lui su sua diretta richiesta: teneva troppo a lei per lasciarla incustodita dopo la tremenda esperienza che aveva vissuto a causa dell'Ordine; però, nonostante tutto, non avevano ancora combinato niente. Essenzialmente era colpa sua, dato che Kyrie qualche momento di intimità con pochi abiti addosso gliel'aveva concesso. Il fatto era che lui avvertiva una specie d'aura di purezza irradiare da lei che lo dissuadeva puntualmente dal compiere quel che invece il suo istinto di maschio gli suggeriva con insistenza sempre maggiore giorno dopo giorno. Era arrivato ad eccitarsi addirittura notando uno scorcio fugace del reggiseno della ragazza e doversi andare a chiudere in bagno a masturbarsi per timore di fare qualcosa di sconsiderato davanti a lei.
Non voleva spaventare o deludere Kyrie con qualche attacco di libidine che non era riuscito a reprimere. Sperava solo di riuscire a superare quella fase di stallo nella loro relazione prima che il bisogno di sfogarsi sessualmente divorasse il suo notevole autocontrollo.
Ovviamente, di tutto ciò non poteva parlare con Dante: già gli pareva di sentire i suoi commenti in merito alla faccenda.
«Immagino sia stato molto... piacevole» esclamò il più grande, lanciandogli un'occhiata interessata da sopra il suo boccale - che aveva quasi svuotato di nuovo.
«Molto» replicò laconicamente Nero.
Nella sua mente si figurò, invece che Kyrie nuda sul proprio letto - o comunque molto poco vestita - Dante, steso a gambe aperte. Scacciò la fantasia in fretta e bevve altra birra.
Era da un po' di tempo che nella testa gli ronzavano idee strane circa Dante. Non capiva da dove gli venissero e non gli importava saperlo, voleva solo che sparissero così com'erano arrivate.
C'era una voce nella sua testa che da quando si erano conosciuti lo indirizzava verso di lui. Non ne capiva il motivo, però talvolta gli dava retta senza pensarci su troppo, come in quel caso: era stato grazie a quella voce che si era convinto ad accettare il suo invito a bere qualcosa.
«Ora dove andrete tu e Kyrie? Fortuna è praticamente distrutta» domandò Dante.
Nero si rese conto del terribile effetto che la sua voce produceva su di lui. Niente di paragonabile a ciò che suscitava in lui la sua fidanzata: il torbido rimescolamento provocatogli dalla sua voce era molto più intenso.
«Penso che Kyrie voglia rimanere, per cui credo che rimarrò a dare una mano nelle riparazioni» disse il ragazzo, cercando di scacciare le altre immagini dell'uomo che iniziavano ad affollarglisi nella mente. Erano tutte molto sexy, alcune pure troppo.
Dante annuì col capo alla sua affermazione, zittendosi finalmente e concedendosi un lungo sorso di birra, l'ultimo.
Nero rimase a guardarlo in silenzio, chiedendosi che gli stesse passando per la testa. Intorno a loro, le persone continuavano a parlare, a ridere e a bere, senza curarsi di quello che stava accadendo.
Nero ne aveva abbastanza. Stava diventando snervante sentirlo parlare con tutta quella nonchalance, inconsapevole dell'effetto che sortiva su di lui - per quanto il giovane fosse razionalmente scontento della cosa. Fisicamente... eh, era tutta un'altra questione e lui aveva ben poco da metterci bocca: gli ormoni impazziti tipici dell'adolescenza non lo aiutavano a migliorare la propria situazione, così come il suo forzato digiuno sessuale con Kyrie.
Svuotò il suo boccale e si alzò.
«Dove vai?» gli domandò Dante, stupito: non era ancora notte tarda.
«Devo andare» esclamò Nero, osando finalmente guardarlo negli occhi. Avvertì un calore forte aggredirgli le guance ed il sangue affluire alla sua zona erogena nell'incrociare gli abissi di ghiaccio tra le sue palpebre, ma non distolse lo sguardo finché non si girò per andarsene: era stanco di fingersi timido ed impacciato quando in realtà il suo carattere era di tutt'altro stampo.
Stava per allontanarsi dal tavolo quando si sentì richiamare: «Suvvia, ragazzo... non sei capace di controllarti un po'...?».
Nero si voltò a lanciargli uno sguardo interrogativo da sopra la spalla, al quale Dante rispose: «Non crederai mica di riuscire a nascondere quello, mh?».
Così dicendo indicò il suo bacino, accennando a qualcosa che era ovvio per il ragazzo, ossia il suo pene, già preoccupantemente duro.
«Sai, devo ammettere che è stato divertente metterti in difficoltà con quelle domande su Kyrie» Dante si alzò in piedi e lo raggiunse, fermandosi dirimpetto a lui «Ma adesso voglio qualcosa di più stimolante».
Dal tono era palese che alludesse a fatti puramente sessuali.
Nero corrugò le sopracciglia.
«Tu sei eterosessuale» commentò quasi in tono d'accusa.
«Anche io credevo tu lo fossi... fino a stasera» replicò il più grande con una grossolana scrollata di spalle «Comunque, per me non è certamente una tragedia» soggiunse, accarezzandogli un braccio.
Nero avvertì un piacevole brivido salirgli lungo la spina dorsale mentre lo toccava.
«Che cosa vuoi fare?» chiese, avvertendo il suo braccio cingergli i fianchi. Stava iniziando ad eccitarsi sul serio.
Nessuno degli altri avventori del bar prestava loro la benché minima attenzione, troppo impegnati a divertirsi ed ubriacarsi; pertanto potevano prendersela comoda.
«Perché non andiamo via? C'è un motel qui vicino...» gli sussurrò Dante all'orecchio, sorridendo «Sempre che tu non voglia andare a divertirti con Kyrie».
Se fosse tornato a casa probabilmente l'avrebbe trovata già addormentata e a lui sarebbe toccato ripiegare per l'ennesima volta su un buon lavoro di mano per calmarsi. Era stanco di masturbarsi di nascosto, come se stesse commettendo qualche iniquo, infame peccato passabile di condanna capitale. Se il suo smodato desiderio sessuale nei confronti di Dante avesse risolto i suoi problemi di autocontrollo, avrebbe accettato di andare a letto con lui ad occhi chiusi.
«Kyrie non mi aspetta alzata» rispose il ragazzo con un fil di voce.
«Allora andiamo. Non vedo l'ora di farti partecipe delle mie capacità a letto, ragazzo» esclamò Dante, un luccichio libidinoso negli occhi ed uno smagliante sorriso strafottente ad increspargli le labbra, mentre cingeva il polso di Nero per condurlo via, verso una notte di baldoria.

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